INTERVISTE 
 
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<FILE CREATO IL 19 MAGGIO 1999 >
In ordine di incontro: 

Dott. Matteo Sartorio  Direttore del museo teatrale alla Scala di MIlano
Dotto Ermanno Arslan Direttore del Museo archeologico e sovrintendente al
sistema museale del Castello Sforzesco di MIlano. 

 
INTERVISTA AL DIRETTORE DEL MUSEO  TEATRALE  alla SCALA DI MILANO Dott. Matteo Sartorio
 
 

Archiram: << Dott. Sartorio .. Nell'ipotesi di creare un nuovo Museo a Milano  quale funzione  avrebbe la precedenza ?>> 

Dott. Sartorio: <<Se si dovesse creare un Museo a Milano, o meglio se si potesse farlo, personalmente vedrei 
come prioritaria, esigenza di dare vita ad un grande ( ed attrezzato anche dal punto di vista tecnologico e multimediale ) museo degli strumenti musicali. Va infatti tenuto presente che Milano è in grado di offrire molte sedi in cui tale genere di collezioni sono ospitate ( il Castello Sforzesco, il Palazzo dei Giureconsulti, il Museo di scienza e tecnica ) ma nessuna dotata degli adeguati supporti sia didattici sia ( soprattutto ) 
conservativi ed espositivi che sarebbero necessari. 

2)  Quali sono  secondo lei i musei che  avrebbero maggiore necessità di estensione a Milano ? 

<<Quasi tutti i musei a Milano necessiterebbero di ulteriori spazi, tenendo anche conto del fatto che il ruolo dell' istituzione museale si è in questi ultimi decenni arricchito di nuove funzioni e specificità che prima non gli appartenevano.  A parte infatti la ovvia necessità di nuove sale per esporre le collezioni poste in archivio, ogni struttura museale dovrebbe poter disporre di spazi per conferenze, mostre, laboratori didattici e multimediali. Se si volesse fare una ipotetica classifica dei musei più sacrificati porrei tra i primi il nostro, oltre al Museo Archeologico di Corso Magenta.>>  

3)  Secondo lei il museo teatrale potrebbe avere una estensione funzionale e formale  in futuro e quali vantaggi ci sarebbero per la comunità e per la cultura milanese ? 

<<I vantaggi che la collettività potrebbe trarre da una espansione delle sedi museali cittadine sono facilmente individuabili e non è il caso di soffermarsi troppo.>> 

4)  Se dovesse incaricare un architetto del recente passato  (anni 50- 60- 70) di Milano per progettare un museo di qualunque genere,  saprebbe dirci un nome su tutti ? 

<<Pur non essendo competente nel settore strettamente architettonico, essendo la mia formazione musicale, se dovessi scegliere un architetto milanese per progettare un museo a Milano, penserei al lavoro svolto dallo studio Mendini al museo di Groningen o a quello di Gae Aulenti  della Gar d'Orsay.>> 

5)  Se dovesse invece incaricare un architetto del 400 500 milanese quale  sarebbe il privilegiato ? 
<<Se anche potessi, invece, non affiderei mai un progetto ad un architetto del 400 o del 500;  troppe cose sono cambiate da allora, troppe realtà si sono sovrapposte nel corso dei secoli per rendere una ipotesi del genere anche solo stuzzicante.>> 

6)  Se venisse incaricato di elaborare un bando di concorso per progettare l’ estensione di Brera come organizzerebbe tutto  e soprattutto porterebbe il museo fuori Milano ? e dove ?  
<<Io francamente non porterei Brera fuori dagli spazi che ora occupa, data la storicità del luogo e il suo ruolo profondamente radicato nella realtà cittadina, così come non sposterei la sede del nostro Museo, anche in cambio di notevoli miglioramenti e spazi aggiuntivi: certe piante possono crescere solo in alcuni terreni e con alcune condizioni climatiche.>> 
 

7)  lo scopo dell’intervista  è anche quello di capire in che modo è organizzato il museo della scala ed in che modo potrebbe conoscere un estensione sulla base delle reali necessità; ma l’ obiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica digitale di Milano su altre realtà ; Secondo lei quali sono le realtà da migliorare a Milano, mantenendo il discorso sul piano delle funzioni culturali  cioè di aggregazione ? 
<<Le realtà che andrebbero migliorate a Milano sono indubbiamente Palazzo Reale e il Castello Sforzesco, che si pongono come delle vere e proprie emergenze; ma anche il fatto che una città così importante come la nostra non possieda ancora un auditorium per la musica sinfonica e cameristica dovrebbe fare ben riflettere.>> 

 8)  Quanti sono i visitatori del museo del teatro alla scala  e lei è a conoscenza di cosa pensano del museo ? 
<< Il Museo Teatrale ha avuto nel 1998 ben 221.033 visitatori. 
Da un sondaggio realizzato su un campione di essi il gradimento nei confronti del Museo è stato elevato, in 
particolare per quanto riguarda la collezione dei cimeli verdiani, esposti nelle due ultime sale del primo piano.>> 
 

9)  Quale chiesa secondo lei si presta maggiormente alla esposizione di un opera di Mozart 

<<Molte chiese a Milano si prestano ad esecuzioni musicali, ognuna ovviamente con le sue specificità: penso a 
San Simpliciano e a S. Maria delle Grazie, ma anche e soprattutto alla magia di S. Maurizio per esecuzioni 
dall' organico estremamente ridotto. Il Duomo è invece assolutamente inadatto per ragioni di ordine acustico.>> 

10)  Quale architettura moderna per musica  la ha colpita maggiormente a Milano ? 

<<Nonostante le ben note vicende, devo riconoscere che il Piccolo Teatro mi è piaciuto e che con qualche 
accorgimento dal punto di vista dell' acustica possa agevolmente ospitare ( come ha già fatto con 
successo ) anche allestimenti operistici.>> 

12)  Quale architettura antica ritiene sia di importanza cruciale per la città di Milano ; insomma quale edificio di Milano è in assoluto il più  importante dal punto  di vista storico ?  

<<Quanto alla domanda su quale sia l'architettura antica più importante dal punto di vista storico, penso 
che la palma vada al Castello Sforzesco, ma anche la Scala ( campanilisticamente ) ha avuto, diciamo così, una 
certa importanza nella storia civile, culturale ed architettonica della città.>> 
 

a cura di Archisyn Milano 
PER CONCESSIONE DI DOTT. MATTEO SARTORIO DIR MUSEO TEATRALE 
 http://www.museoteatrale.com 
 

 
 
INTERVISTA IPERTESTUALE AL DIRETTORE DEL MUSEO ARCHEOLOGICO E COORDINATORE DEL SISTEMA MUSEALE DEL CASTELLO SFORZESCO DI MILANO
 Un progetto silenzioso in movimento:
 
Legenda di testo: 

Archiram 

Arslan 

 

Testo ricavato da un conversazione  registrata con il consenso del Dott. Arslan, archeologo e direttore del museo archeologico e coordinatore dei musei del Castello di Milano 


Arslan 
Il lavoro attuale riguarda soprattutto gli ambiti  naturali operativi vocazionali  delle struttura civiche; da questo punto di vista  l'operazione viene definita e decisamente guidata  dalla direzione centrale e cioè  dalla Dott.ssa. Mottola; molte delle operazioni, tra cui anche quella del Castello che sto pilotando io   o quella dell'Ansaldo , in realtà, sono sviluppate sulla base di tacite o dichiarate deleghe ; esiste una operazione di gruppo che sta guardando abbastanza lontano che sta coinvolgendo anche  altri assessorati  come   l'assessorato all'urbanistica   e l'arredo urbano  che hanno cominciato a coinvolgerci  anche per ambiti che non sono museali;  evidentemente   non saro'  io a descrivere le connessioni  profonde ed organiche che ci sono fra  le diverse realtà funzionali.........  la discussione su un progetto Benevolo per la Galleria  Vittorio Emanuele  e coloro che  lavorano in ambito museale..........   c'è stata una riunione per la discussione del progetto Benevolo   e per l'occasione sono stato delegato dalla dottoressa Mottola  a seguire la discussione  e a portare il nostro parere.  in 

Archiram: 
Certamente abbiamo intuito da tempo  che esiste una struttura che doverosamente si deve occupare delle questioni urbanistiche e territoriali ma non è nostro compito sostituirci a questi  in quanto il nostro compito non è politico ma  di architetti che osservano il laboratorio urbano reale ; il fatto di osservare e vedere implica le ricerca di informazioni   dettagliate  per poter intervenire in futuro. 

Dovremmo fare una  comunicazione   che  verrà predisposta in termini coerenti; in realtà siamo oltre la predisposizione dei progetti; e arriveremo a comunicare  al cittadino che cosa è successo  e che  cosa succederà; tutto questo  in riguardo a cose che tutto considerato ci spettavano ; uno degli aspetti che ha fatto precipitare le cose   nasce dal fatto che abbiamo constatato due fatti: 

  • 1)  I problemi museali  -    secondo me  sono problemi  molto ampi     perché certi servizi, sono al di la dei servizi museali, come ad esempio una grande biblioteca archeologico storico artistica al servizio  anche dell'università e al servizio di una certa fascia di utenza  che avrebbe una grande importanza per la città e non solo, è un problema collegato alla questione museale ma che  in un certo senso trascende il problema museale ; e comunque abbiamo potuto constatare che tutto un certo ordine di  problemi non si risolve affrontando  singole situazioni . 
Cioè occorre affrontare  il progetto all'interno di logiche organiche 
    GAE AULENTI 
  • Ad esempio il progetto Gae Aulenti  per il Castello Sforzesco che aveva tutti gli elementi  di qualità  e di grande validità  in realtà cadeva perché si esauriva   con le mura del  castello e tutti i progetti che sono stati fatti fino ad ora per il Palazzo Reale sono stati penalizzati anche nei lori intenti di realizzazione da problemi burocratici rispetto a progettisti di  BUON livello, e dal fatto che   si voleva considerare il palazzo reale  come qualcosa di completamente avulso  da quella che  era la vita culturale della città  o anche della viabilità; sotto certi aspetti   :)  ;  si è dovuto accettare il principio   secondo cui i problemi vanno affrontati attraverso termini metropolitani; e soprattutto conoscendo ii problemi e conoscendo la complessità  dei problemi ; l' interconnessione  dei problemi;  avendo anche al possibilità di sapere dove mettere una cosa . 
    GESTIONE POLVERIZZATA 
  • L'altro problema  è dato da l fatto che al gestione polverizzata  di determinate strutture  e determinate  evoluzioni in senso demenziale della macchina burocratica  che penso  negli ultimi anni si stia  modificando,  aveva portato ad una  impossibilità di intervenire  nel sistema gestione di determinate realtà ; il Castello stava morendo  non per cattiva volontà ,  non per mancanza a di finanziamenti  o di  conoscenza dei fatti ; non si può gestire una struttura come il Castello  con 15 responsabilità differenti  alcune delle quali sistematicamente assenti  tutte interconnesse  per cui  si arrivava  a non riuscire  a cambiare una lampadina bruciata . Si sassisteva all'arrivo di   un altro assessore che  a pieno   diritto  piantava buchi sconvolgendo la pavimentazione  per alzare delle tende ; sia arrivava a forme di impossibilità di gestione  con l'invecchiamento degli impianti ;   si è arrivati negli ultimi mesi ad una progressiva disattivazione del sistema telefonico  perché non era piu riparabile ; Il risultato del  nostro lavoro  iniziale è stato quello di affrontare  i problemi sia in ambito urbano ;  poi in senso specifico riunendo le competenze; ed è per questo che mi hanno considerato,  per ragioni di esperienza e di conoscenza. 
 
    CABLATURA DEL CASTELLO
  • Fra pochi mesi ci consegneranno al completa cablatura del castello ; il castello verrò completamente cablato e già questo indica   certe decisioni abbiamo dovuto prenderle ; a abbiamo dovuto prendere tutto il castello e dove far giungere tutto il cablaggio; non so se mi spiego. In quel momento abbiamo dovuto decidere che cosa si faceva del castello ; vano per vano ;  stiamo arrivando all'intera revisione dei tutti i parapetti ; sono cose ridicole ma.....
 No  ! perché? il dettaglio è il totale di tutto il progetto 
 
  • Abbiamo in modifica anche l'esterno ; si stanno consumando gli ultimi interventi della  parchi e giardini sull'esterno del castello ; orrendi !! interventi promossi progettati e finanziati  senza che venisse chiesto nulla all' Ass.  cultura . Ci sono anche danni alle strutture .  Stavano anche facendo dei viali con pozzetti sopra le strutture fortificatorie del castello ;  ci sono già grosse polemiche tra di noi da questo punto di vista ; e noi siamo rimasti con le mani legate perché le competenze finivano dentro le mura del castello;
 
  • Io, come progettista  di idee e di edifici  non mi  fermo alla polemica diretta   ma è nostra strategia fare un progetto chiaro e con un intento didattico; in questo   modo  escludiamo una polemica diretta  che a noi non interessa e non interessa neppure una logica opportunista . Confronteremo i problemi reali con scopo esclusivamente didattico ed informativo.  

  • Certamente vedremo i problemi e faremo progetti che possano essere migliori di quelli realizzati a da realizzare  e solo dopo avere fatto un progetto migliore     potremmo dire  che " forse era  meglio lavorare in questo modo piuttosto che in quest'altro" anche se certamente i giochi ormai sono fatti e la saturazione dei progetti ha raggiunto il culmine. Ma l'obiettivo è relativo alla nostra passione  ( il progetto ) alla cultura che è discussione su progetti anche diversi e lontani dalle possibilità di realizzazione, e fuori dal contesto universitario  a cui comunque dobbiamo l'acquisizione degli strumenti di conoscenza.  Questo dovrebbe fare parte del sistema democratico,  nel senso che , se esistesse un sistema di concorsi funzionante e legato al potenziale di finanziamento  l'insieme dei progetti  sarebbe quello che produce cultura; ricordo in un seminario dell'università  che si tenne qualche hanno fa al Politecnico, Giorgio Strelher  affermo' delle cose estremamente vere; mi sono fatto un opinione su queste cose e credo di aver capito che  la cultura non è leggere 300 libri e  ripeterli a memoria in televisione; ma è leggere una citazione per caso su un libro caduto   durante la pulizia della propria biblioteca e farne un idea di progetto propria mettendola subito in campo; naturalmente tutto  nell'ambito scientifico di programma.  
 
  • Passiamo ora alle domande  dopo questa lunga premessa:

  • Le domande in realtà sono legate a necessità di una risposta individuale con lo scopo di  conoscere una sua idea di come organizzare  un progetto o alcuni progetti per Milano , che siano anche fuori dall'attuale gestione. Le domande sono semplici e banali  e scontate ma a Milano occorre non dare nulla per scontato soprattutto adesso.  
Archiram:   <<Nell'ipotesi di creare un nuovo Museo a Milano  quale funzione  avrebbe la precedenza ?>>
Dott. Arslan: << Direi che ci si sta già pensando e direi che sono state individuate due funzioni: 
  • 1) Una funzione  è il museo , non d'arte Moderna  ma d'arte Contemporanea ;  sembrerà strano  che io da archeologo dica questo; pero' per me è assolutamente indispensabile che  il discorso  museale accetti il confronto con la situazione dinamica di quello che sta succedendo in questo momento e che si ponga al centro di questo movimento che è difficile da seguire,  da pilotare o da capire in certi casi ma è un dovere; limitarsi al museo d'arte moderna è una remora; ...oltre c'è il pericolo :),  lo so !  per fare un cosa del genere occorrono spazi , ci vuole intelligenza,  ci vuole coraggio soprattutto,  occorre anche saper accettare le sconfitte, accettare di sbagliare, anche , ma occorre buttarsi,  e questo è un discorso che è partito e che puntualmente stiamo portando avanti; ci sarà una grande struttura ; proprio per l'arte contemporanea  con forme di autonomia rispetto alle altre  realtà' museali; sarà un operazione periferica per ragioni  di spazio;  l'operazione recupererà  uno spazio industriale cercando di  conciliare il momento dell'archeologia industriale con quello museale ; 
 
  • 2) Fra le tante cose che si stanno facendo  e che spero vadano avanti è l'attivazione del polo museale dell'ansaldo; il discorso è avanzatissimo; ci sarà il trasferimento della parte generale del museo archeologico; qui rimarrà solo l'archeologia romana in connessione con le emergenze monumentali romane. 

  • Avremo un centro di arti visive che dovrebbe coagulare tutte le biblioteche d'arte della città  ( 5000 mq )  è previsto un centro museale  non tradizionale.....  che è uno sviluppo della raccolta d'arte applicata della Bertarelli dove verranno proposti tutti gli aspetti culturali partendo dagli oggetti  ed andando avanti, considerati come extraeuropei;  si partirà dalle collezioni che sono   provenienti dalle americhe  agli oggetti precolombiani , e messicani anche se le guerre ci hanno danneggiato molto;
     
    •     Verrà realizzato un museo extraeuropeo   che dovrebbe individuarsi come un museo delle culture, cioè un tentativo di realizzare quelli  che sono  i fini che già molti di noi, cercano di realizzare con i museo del territorio . Se in brianza, dove collaboro io  ho creato un museo del territorio, nel quale il cittadino si riconosce e trova le sue radici , e trova l'oggetto in legno  che usava il nonno ecc.  così nel momento in cui noi abbiamo un museo delle culture  e noi abbiamo nella città delle realtà che si riferiscono a  culture diverse dalle nostre indipendentemente dalla maggiore o minore integrazione, noi possiamo creare un momento non solo legato alla curiosità del cittadino del milanese di antica data  ma anche alla documentazione  per il cittadino di data recente  su quello che è il suo punto di origine.
    • Quindi si tratta di localizzare in un museo i punti di origine delle radici stanziali e dinamiche ? 
    • Certamente ! L'obiettivo è anche creare una serie di momenti  di incontro momenti con possibilità di  discussione sulla salvaguardia della lingua  della cultura con presenza di biblioteche specializzate; distribuzione di giornali, ambienti per situazioni cerimoniali.    
    • A noi sembrava stupido presentare una importante collezione islamica   storica senza considerare  che dovremmo prevedere tra i visitatori della collezione  anche una realtà che non sarebbe molto diversa  a Theran  o al Cairo per un problema di rispetto; questo genere di iniziative che in america sono molto diffuse ( Non dimentichiamo che  negli stati uniti vi è la maggiore produzione di architettura contemporanea e moderna che il mondo poteva conoscere fino ad ora   N.d.R.) partono proprio da questi centri  etnici.
 
  • Archiram: <<Quali sono i musei di Milano che avrebbero maggiore necessità di estensione , per quale motivo e con quali connessioni culturali.>> 
  • Dott. Arslan:<< Il problema era di realtà nuove, se penso ancora al museo extraeuropeo; è un fatto scontato nelle grandi città ; c'è a Berlino c'è  a Parigi ecc.... >>
  • Archiram: << E' un po' come l'aeroporto?>> 

  • Dott. Arslan:<<  Si  è vero; la città ha certi doveri relativi a certi servizi ; la questione poi del museo d'arte contemporanea è ancora importante perché non possiamo mettere in un stanza il museo d'arte contemporanea,    occorre usare una fabbrica,  necessariamente  ci sono delle realtà che dovrebbero  o espandersi all'interno di  situazioni già note già stabilizzate o assumere una dimensione autonoma, manca un reale museo delle città, manca un museo del costume  >> 
    • Archiram:<< Della moda?>> 

    • Dott., Arslan:<< Certo perché no della moda ! del costume;  ma a Milano manca  un museo del design ; ci siamo fatti  rubare tutti gli archivi di tutti gli studi di architettura degli ultimi cento anni,  ed il problema è legato alla presenza o assenza di una politica culturale; una politica degli ultimi 50 anni ti tipo dissennato ! 
      L'ultima iniziativa che andava nella direzione della risposta a questi doveri è stata forse  quella del museo della scienza e della tecnica; Manca un museo etnografico vero sulla Lombardia;  dove va un Milanese a vedere cosa è un aratro !??  come fa un milanese a vedere o a verificare  quale era la cultura della progettazione architettonica a MIlano nel 1920 ! Non esiste a Milano nessun museo dove si possa avere conoscenza dei piani Regolatori. di MIlano dall'800 in poi. 
      questo  è ammissibile !?  :( ... 
      Archiram: <<Possono esserci delle responsabilità specifiche o interessi specifici perché questo non viene realizzato?>> 
    • Dott. Arslan:<< Il problema nasce dalle leggi fatte da chi noi votiamo , per cui molte responsabilità ricadano sulla collettività !>>
 
  • Archiram: <<Se dovesse incaricare un architetto del recente passato  anni 50 60 70  di Milano per progettare un museo di qualunque genere saprebbe dirci un nome su tutti ?>> 
 
  • Dott. Arslan<< Io credo al  lavoro d'équipe e non al singolo progettista specialista perché in questo tipo di rapporti  emerge il fatto che noi vogliamo fare gli architetti e l'architetto  vuol fare lo specialista; l'educazione dell'architetto (ma questo è un problema vostro  evidentemente)  ha 

  • allontanato il progettista dal rapporto amichevole con l'utente; raramente chi ha progettato un edificio negli ultimi 50 60 ha pensato all'utente ed hai ai problemi pratici dell'utente; ha pensato ad un utente astratto, che era fatto come voleva lui , non come era nella realtà, poi credo che il problema non sia di trovare la persona buona per tutte le stagioni, io credo molto all'aspetto concorsuale ; credo nel fatto che si possano provocare forme di selezione naturale perché non è detto che un architetto che ha fatto delle buone cose possa continuare  a farle ; il momento concorsuale permette anche di capire che  cosa l'architetto ha capito del problema e quali sono le connessioni con l'interlocutore. 
 
 
  • 6)  Se venisse incaricato di elaborare un bando di concorso per progettare l’estensione di Brera come organizzerebbe tutto  e soprattutto porterebbe il museo fuori Milano ? e dove ?  
  • Arslan: Lo sto già facendo!  certi musei sono  esportabili altri museo no ; io posso esportare un museo archeologico per la semplice ragione che il mio bacino di utenza è rappresentato da una realtà didattica e sociale normalmente ben organizzata, una pinacoteca come quella del Castello non può mollare la posizione centrale  perché non ci andrebbe nessuno ; una pinacoteca di Brera è difficile che possa essere esportata anche per ragioni storiche; è possibile localizzare  luoghi diversi.
  • qualcosa puo nascere  dal nulla a condizione che ci siano buoni sistemi di comunicazione, allora e tutto piu semplificato; allora si può pensare qualsiasi collocazione; il museo  d'arte contemporanea nascerà alla Bovisa e quello nascerà ! 
  •  8)  Quanti sono i visitatori del museo archeologico del castello?    e lei è a conoscenza di cosa pensano del museo ? 
  • Di fronte alla Pietà Rondanini in Gennaio sono passate 60 000 persone ( ingresso gratuito ) 

  • nei sotterranei  con la Preistoria e l'Egitto;   nello stesso mese sono passate circa 10 000 persone ;  questo significa che si può arrivare nell'anno a 120000 visitatori  e sommando  quelli precedentemente citati si arriva ad una buona cifra . In questo Museo  archeologico sono passate circa 7 - 8 mila persone  che rappresenta  una somma di 100 mila visitatori all'anno tenendo conto delle dimensioni assai ridotte e delle condizioni attuali di accesso, ritengo che non siano pochi. 
  • Archiram: <<Pietà  Rondanini: Come vede la polemica  attuale   sulla Pietà  Rondanini ?  
  • Arslan:  Il suggerimento della collocazione della statua al centro del Castello non può essere neppure analizzata; ma  indipendentemente da questo l'attuale sistemazione della pietà   Rondanini  dovrà essere modificata nel senso che la scultura deve essere resa accessibile ai visitatori ed ai disabili; anche a quelli temporanei perché c'è chi si rompe una gamba e non può salire i gradini ecc..   Occorre considerare che la progettazione iniziale prevedeva  una valutazione a 360 gradi della  statua del complesso e che invece ora la vista e' bidimensionale. 

  • Diciamo che ci sono due tendenze fra di noi: 
    -una è quella di di considerare,  non come fatto necessario la collocazione in quel punto  al termine di un determinato percorso,  perché era stata collocata ma perchè  il museo è individuato come museo del territorio , collegato a dei fatti culturali  precisamente localizzati nello spazio;  il museo si è visto  arrivare questo oggetto clamoroso che pero' non è del suo territorio..... è   di  un' altra cultura. 
 
  • Archiram: <<Diciamo che si può ricollegare alla scultura in senso universale >> 

  • Arslan:  <<si ma   solo per quello,    soprattuto pero'  dei collegaementi al   al Rinascimento italiano, ci sono certamente;  pero'  se il museo del castello fosse un museo universale  con la presentazione di tutte le scuole di scultura  dell'Italia o dell'Europa  allora ci starebbe bene  nel momento in cui noi abbiamo una specializzazione sulla scultura lombarda, arriva Michelangelo e le sue capacità sono talmente superiori che  le altre sculture vengono schiacciate dal genio      sarebbe comunque un errore togliere la chiusura,......   ci sarà un confronto di architetti ed intellettuali per aprire la  scultura alla visibilità totale e  per studiare un nuovo assetto  nello stesso punto . 
    Io personalmente non avrei grande paura a muovere la pietà di Michelangelo all'interno del castello. Se la cosa provenisse da un esame coerente delle problematiche, se trovasse delle giustificazioni  precise e culturali, il castello dovrebbe diventare tutto un contenitore museale,  quindi  noi stiamo organizzando tutta al cacciata di tutte le funzioni non museali dal castello. La scuola d'arte la direzione delle biblioteche rionali la biblioteca d'arte,  il Castello diventa un contenitore. 
     Esistono progetti di recupero  credo che i musei non devono essere chiusi nei confini che hanno avuto fino ad ora ; quindi anche se una scultura   va dall'atra parte del  cortile per me non è una tragedia.  L'importante è che l'operazione sia fatta in termini di coerenza e di logica. 
 

 
 

  • 10)  architettura moderna   a Milano cosa riesce a vedere  ? 
 
  • Confesso che sono ripiegato sul passato, ma per esempio Jo Ponti,  lo sento   Muzio non lo ricordo molto anche se amico di famiglia ....

  • Jo Ponti lo sento molto piu'......  lo sento molto aperto agli aspetti della decorazione  del disegno ; in fatti ha tutto il  lato di decoratore e ceramista che diventa poi parte integrante dalla sua esperienza ;  Io sono piu' sensibile a questioni di tessuto urbano che di singole realizzazioni e sono angosciato da problemi di conservazione del tessuto urbano; ho avuto lunga esperienza da quando sono esistiti i comitati regionali, per la creazione dei vincoli ; e quella fu  un esperienza che mia ha segnato; assistere alla rovina di tutta la dimensione dell'edilizia industriale, di un intera regione; assistere ai guasti del piano regolatore Milanese che arretrava tutte le fronti stradali cancellando completamente una città; ricordo la questione negli anni 80  e ricordo di essere stato fra i primi ad imporre un assetto stradale precedente all'ultimo piano regolatore; cioè il recupero delle linee  ottocentesche; ad esempio il tracciato di via Circo che ho voluto io .... proprio per  ricostituire lo spazio,  anche se ho cancellato un piccolo giardino ( alcuni piccoli giardini non centrano nulla con lo spazio ed andrebbero cancellati  molto piu spesso  e realizzati la dove mancano N.d.R. ) ......  nel momento in cui venivano rispettate le altezze e le linee stradali ed i colori .   
  • archiram: << io sono fermamente convinto che sia possibile creare qualcosa di bello  senza imitare gli antichi tenendo in considerazione concetti di armonia e di proporzione ; anche  pensando ad una loro disarticolazione e spaccatura nelle simmetrie semplicemente cercando di creare delle cavità     in grado di generare un disegno che si intreccia perfettamente con il contesto, essendo parte del progetto.   
  • Arslan: <<Sono perfettamente daccordo; ricordo di essere stato uno dei sostenitori  per la realizzazione del progetto Masieri Memorial Di Wright sul canal Grande che rispettava i volumi   ed anche lo  spirito>
  • Archiram: << Pensiamo ad alcuni  interventi  di Carlo Scarpa che stanno subendo una violenza inaudita a Venezia  >> 
  • Molti architetti si ostinano ad importare modelli esterni (su certe funzioni)  di altre città per pensare ad un progetto ; non le sembra che in questo modo la città può  perdere quella identità che gli consente di calamitare le altre culture  da ritrovare in modo innovativo questa energia per dare una risposta anche in relazione all'attrazione di altre culture?  
  •  Arslan: <<La ricerca di modelli di altre città dipende da come viene effettuata; se lo scopo è solo quello di creare una città platonica costruita sulle nuvole  occorre evitarlo per non fare altri danni; il modello nel senso di cogliere soluzioni collaudate altrove e'   interessante, ma  occorre ricordarsi che ogni città ha le sue specificità sin dal punto di vista storico che culturale  che dalle connessioni con l'hinterland e anche "dal suo futuro"  Una città deve prima di tutto guardare dentro se stessa  e  nel momento in cui ha capito che cosa sta succedendo, deve cercare di recuperare gli strumenti che ha già individuato; non esiste una alternativa globale valida; perché se esistesse evidentemente, nel momento in cui ha delle preesistenze  deve partire dalle preesistenze. >>
  • Archiram:<<Quindi io sostengo che il progetto debba nascere dall'interno  e l'interno è  il gruppo sociale e la sua memoria  >> 
  • Arslan: << Ci sono poi modelli di tipo tecnologico che valgono per molte città  e che si integrano perfettamente con la  memoria;  in grado di creare delle condizioni per la città completamente diverse ; oggi gli abitanti di Desio non appartengono alla città ; nel momento in cui noi stabiliamo una connessione rapida ferroviaria o metropolitano con Desio  noi di colpo integriamo Desio nella città a questo punto varrebbe al pena considerare la città rispetto ai grandi interventi come quelli relativi alle infrastrutture;   questo vale anche per i musei ( infrastrutture culturali)  nel      momento in cui aumento il bacino di utenza museale anche la dimensione metropolitana si integra con il sistema museale : 
  • Archiram: <<Un progetto dovrebbe quindi tenere in considerazione la componente spazio temporale>> 
  • Arslan: <<Indubbiamente>> 
 
 
TESTO IN  AGGIORANMENTO 
 
a cura di ARCHILOGIS MILANO. 

U.A. 29/03/99 



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