Così Alessandro Manzoni ci descrive Renzo davanti al cantiere, perenne, del Duomo di Milano. Anche oggi, e sicuramente in futuro, la cattedrale appare come una grande macchina in continua manutenzione che necessita delle cure dell'uomo per conservarsi.



I moderni cantieri edili, invece, hanno un tempo definito, di più, sui cartelli verso strada oltre al nome del progettista dello strutturista dell'impiantista, insomma, di tutti quelli che prendono parte al progetto, vi si può leggere la data di consegna dei lavori, peraltro, sempre disattesa. Il cantiere è una struttura effimera, un caos ordinato limitato dai mesi dagli anni, a opera terminata tutto sparisce, i rumori, le voci, le urla, le baracche, le latrine, ogni cosa svanisce assieme ai problemi che la gran macchina ha portato con sé. Documentare una particolare gabbia di tondini legati con il filo di ferro prima di vederla scomparire nei casseri e poi nel "sarcofago" del calcestruzzo è sempre affascinante, il lavoro dei carpentieri e degli ingegneri rimarrà affogato per sempre in quel cemento.