21 gennaio 2000 – venerdi’

Bangkok deve aver preso la sindrome di Singapore. Tutte le piazze ed i viali principali sono pulitissimi.

Omini e donnine con la scopa in mano sono dappertutto e sempre all’opera.

Abbiamo visto, ieri sera, pulire, con lo spazzolone e detersivo, il selciato di marmo del piazzale antistante il World Trade Center.

Peccato però che nei SOI (strade) vicini, la porcheria e l’immondizia si accumuli dovunque.

Importante, credo, sia cominciare, ma se assieme al repulisti delle strade, sistemassero anche i marciapiedi, uno che cammina cercando un portacenere, dopo essere inciampato in una buca, non finirebbe sul lastricato, seppur pulito e lucidato perfettamente.

 

Dopo colazione consegniamo le chiavi della stanza e Gianna dice al "ricevimento" : Birichini, la stanza che ci avete assegnato era una singola, vero ?, ci avete inserito un letto da una piazza e mezzo e biancheria da bagno per due, e' cosi'?"

Costernazione e ricerca di convincerci che per quello che abbiamo pagato è anche troppo.

Infine, cosa otteniamo ?

Ci cambiano stanza, ci spediscono al piano terra, fronte giardino, accanto alla piscina.

Che sfiga !!

Ci avevano provato !!

Ora si che ci siamo ; soggiorniamo dentro il padiglione.

 

E’ pomeriggio e, direttamente dalla stanza, usciamo in piscina.

Stamani abbiamo fatto visita al WAT ARUN, il Tempio dell’Aurora.

Per me, è il Wat più bello. Peccato che le scalinate che portano all’apice siano chiuse ai visitatori; da lassù in cima il panorama sul fiume deve essere incantevole.

 

Ci dirigiamo a piedi, dopo aver traghettato sull’altra sponda, verso il WAT PHO, dove c’è l’immenso Budda sdraiato, visitato già altre volte, e, seppur stupenda tutta la struttura, ci dirigiamo al suo interno, direttamente verso la scuola dei massaggi tradizionale thailandesi.

Lì, per 120 Bath = 6.000 Lire, per mezz’ora ci palpano, ci tirano, ci premono, ci bullettano, ci stirano, ci addoppiano, insomma ci rimettono a piombo.

E così siamo io e Gianna dopo il trattamento.

Da raccomandare : provatelo lì.

 

La differenza tra il massaggio tradizionale e quello di cui mi ricordo, è minima ; nel secondo, ti levano i pantaloni e gli slip, e nel primo non te li levano proprio, e così è anche più scomodo.

 

Accanto al Siam Interconti, c’è un centro commerciale, dove al terzo piano esiste un’area grande con tanti piccoli chioschi di prelibatezze thai, cinesi, malesi, coreane. Si acquistano prima i coupons da 5 – 10 – 20 bath l’uno e poi si scelgono i vari piatti, pagandoli con i bigliettini.

I buoni che avanzano si cambiano alla cassa.

Abbiamo assaggiato vari tipi di pietanze, alcune buone, altre curiose, altre ancora un po’ insapori per i nostri gusti.

In piscina ora voglio riposare, leggere, scrivere, nuotare.

Al bagnino ho messo in tasca un biglietto da 20 Bath = 1.000 lire, e si stà facendo in quattro per trovarci due lettini dove li voglio io, con un ombrellone dove lo vuole Gianna.

Ogni tanto uno stormo di piccioni ed una coppia di pavoni si avvicina al bordo piscina per dissetarsi.

Basta che non mi scagazzino addosso mentre faccio il bagno.

Mi rivolgo a loro con un " kakle du du du", sarebbe il chicchirichì americano, ma non devono conoscere le lingue estere.

 

Gianna dice che non ha più dolore alla cervicale e secondo lei è merito del WAT PHO.

Ogni cinque minuti esce ed entra in piscina.

Così stasera le ritorna.

 

Torno un attimo in stanza e trovo sul tavolino un piatto di frutta preparato per noi con il bigliettino di accompagnamento della Direzione.

Lo gradiamo molto, ma non riusciamo ancora ad inquadrare il meccanismo che ha fatto ribaltare il nostro trattamento.

 

Sono appena passati, qui vicino, due finocchioni patentati.

Si riconoscono immediatamente ; lui aitante e frequentatore di palestre, lei permissiva e sottomessa.

Li saluto con "hallo", lei mi risponde e lui mi incenerisce con un’occhiataccia gelosa.

Sapevo che cominciavo a piacerle!!

 

Il programma prevede di andare a cena nel più grande ristorante del mondo.

I camerieri servono i clienti correndo sui pattini a rotelle da quanto la sala è immensa. Ne avevo sentito parlare e ne avevo lette le qualità sulle guide specializzate. Ha battuto tutti i record di grandezza ed il suo nome è stato inserito nel guinnes dei primati.

Delusione !!

Mi dicono che il contratto con il proprietario dell’immobile non è stato rinnovato e quindi non esiste più.

Tante cose a Bangkok, come in un attimo vengono create, altrettanto velocemente spariscono.

 

Proviamo allora con il SEE FOOD MARKET, ristorante con mercato del pesce.

L’ultima volta che sono stato a Bangkok, esattamente un anno fa, non sono riuscito a trovarlo (poi ho scoperto di aver sbagliato numero di strada), nonostante il mio albergo fosse proprio nei suoi paraggi.

Ora, informazioni attendibili ci indicano la via, il luogo, il numero.

Con il Metrò andiamo sulla SUKOMWIT ROAD, si prende il SOI 24 ; è una strada abbastanza lunga e piena di ristoranti, trattorie, baracchini.

In fondo c’è il See Food Market.

E’ uno spettacolo, grandissimo, inimmaginabile.

Nell’enorme ingresso vi sono le cucine vetrate.

Si vedono trenta cuochi intenti a preparare i piatti.

All’interno, arredamento molto curato con tavolini, sedie, fiori da tutte le parti e ragazzi e ragazze molto giovani a disposizione per servire ed indicare il procedimento che si usa.

Su un lato del grandissimo salone vi sono banchi di pesce e crostacei di tutte le specie e categorie, oltre ai banchi di verdure e frutta.

Il motto dell’insegna luminosa del locale recita in inglese . "Se cerchi qualsiasi cosa che nuota, quì la trovi ".

E’ come essere al mercato. Con il carrello della spesa si prende quello e quanto si vuole, su ogni cassetta è segnato il prezzo al kilo, poi si esce dalla cassa dove si paga e si torna al tavolo.

Arrivano subito i camerieri che chiedono e consigliano come cucinarlo, ricevono le ordinazioni delle bevande e portano il carrello ai cuochi.

Per il servizio di cucina, il compenso viene fissato prima.

Ci portano il pesce scelto preparato in maniera eccellente.

Fra l’altro, abbiamo mangiato della fragole divise in due, naturali, e pronte per essere intufate, ma poco poco, in una tazzina piena di zucchero di canna, mescolato con peperoncino tritato.

Provare, a me è piaciuto !!

Certo, non si può pretendere di spendere come mangiare riso e gamberoni in una trattoria, ma il conto uno se lo può fare all’atto della scelta. Questo non è il vero volto della thailandia gastronomica, qui ci si rende conto quanto è a buon mercato quello che ti vendono nelle bancarelle.

Ne consiglio una visita !!

Ho considerato che una cena di pesce, crostacei, aragoste, gamberoni, aragostine, granchioni, insomma una cena memorabile, si può pagare l’equivalente dalle 30 alle 50 mila lire; di più no, perché uno scoppierebbe prima.

In Italia costerebbe cinque volte tanto.

 

E’ arrivato nel chiosco dei giornali dell’albergo il "Corriere della Sera", con in prima pagina la notizia della morte di Craxi.

Lo leggo prima di addormentarmi.

Il silenzio di Borrelli crea grande rumore, ma mi concilia il sonno.

 

Pagina Precedente

TOP / Inizio Pagina

Pagina Successiva