22 gennaio 2000 – sabato

Ci alziamo presto per andare, dopo colazione, al WEEK END MARKET.

E’ aperto solo il sabato e la domenica.

La linea della Metropolitana sopraelevata ci porta in venti minuti proprio al suo ingresso. Con il taxi e con il traffico intasato come al solito, ci avremmo impiegato piu' di un’ora.

Il Metrò è in funzione solo da qualche mese ed il suo utilizzo non è divenuto ancora abituale.

Così, negli ingressi e nelle piattaforme di sosta, stazionano poliziotti e personale esperto che aiutano i passeggeri ad espletare le pratiche necessarie.

I biglietti si ritirano solo dalle macchinette che funzionano con monete da 5 e 10 Bath.

Vi sono degli sportelli ove gli impiegati cambiano le banconote.

Gianna, già espertissima, si fa dare solo poche monete da 10 Bath, perché già in possesso di altre, e inserendole dentro il marchingegno, quest’ultimo ne rifiuta una.

Immediatamente arriva il militare, prova lui ed anche lui non riesce a farla ingollare.

Poi prendendola in mano si accorge che la moneta assomiglia a quella giusta, ma non è uguale.

E’ una da 500 lire italiane che Gianna si e' trovata in tasca senza accorgersi della differenza, dal momento che si assomigliano moltissimo.

Prendendola fra le dita con diffidenza e senza capire che moneta possa essere, la porta dagli impiegati, che la cambiano, ma che anche loro, la girano e la rigirano per riuscire a capire come abbiano fatto ad avere in cassa un attrezzo del genere.

Gianna sì è guardata bene da svelare l’arcano ; come avrebbe fatto a spiegare che non voleva truffare le ferrovie thailandesi?

Saranno ancora lì a guardare quella misera moneta italiana !!

 

Il week end market è’ un’area grandissima tipo bazaar arabo e si vende tutto quello che uno si può immaginare, ed anche di più, compresi animali esotici.

Più tardi sarebbe stato troppo pieno di gente e già ora il caldo soffocante mi inzuppa di sudore la magliettina leggera di cotone.

Troviamo delle cose veramente belle ed a poco prezzo; altre, interessantissime, seppur anche queste poco costose, hanno il problema di essere trasportate in Italia, ed è impossibile per l’ingombro eccessivo.

Ci accontentiamo del solito e trascorriamo la mattinata passeggiando tra i banchi e conversando con i venditori, come sempre disponibili e gentili.

E’ uno spettacolo, ed una bionda, di mia buona conoscenza, ci perderebbe delle giornate intere.

Al ritorno, verso mezzogiorno, riprendiamo il metrò, ma l’affollamento che si è creato, indica che la linea si è guastata. Tutta la Metropolitana di Bangkok è ferma.

Succede anche qui e dicono divertiti che è la prima volta.

Sembra che mi fissino in modo strano!!

No, dico io, è già la sesta o la settima volta che me ne servo, e non sono io che porto pece.

Arrivano anche gli operatori della Televisione locale e mentre riprendono con la loro cinepresa, a mia volta agguanto la mia e li filmo io.

Incrocio di immagini, e giù risate di entrambi.

 

Anche oggi, solito cesto di frutta tropicale in camera, e di nuovo in piscina.

In giro c’è meno traffico degli altri giorni, ma c’è più gente che dalle campagne si riversa in città per trascorrere il fine settimana. E’ esattamente il contrario di come fanno in occidente.

Il turista si gode la città ? E oggi, che è festa, ce la godiamo anche noi, dicono i thailandesi delle pianure

Il turista è l’incarnazione di quel modello che li ha fatti sognare guardando la televisione. Per il turista, la Thailandia stà vendendo se stessa e si è aperta senza condizioni per servire il delicato bisogno di svago del viandante ricco.

Crea anche, però, una serie di problemi che dovrebbero far riflettere.

Ma è un discorso troppo lungo e complicato…..

 

C’è il ragazzino della piscina che ogni tanto mi saltella intorno. Quando faccio un movimento con il braccio per accostare la sigaretta alle labbra, balzella verso di me, pensando di essere chiamato, poi, fa un inchino e prosegue.

Oddio, ho pensato la prima volta, non è che il fumo l’ho espirato verso terra e mi vuole sanzionare con 300 Bath di multa ?

 

E’ incredibile il numero di "CULETTI SECCHI" che girellano per Bangkok.

Ste’ cittine sono fasciate da jeans taglia 22 e magliettina Gucci o Versace, su ciabatte con tacchi da mezzo metro non hanno mezz'etto di ciccia in piu'.

Ci sono tante bruttine, altre così e così, e poche, ma si notano subito, veramente belline.

Se scendono dai trampoli diventano bonsathai.

Mi sono accodato a loro per uno spuntino veloce.

Al Mc Donald un panino con pesce tipo Findus, coca colona, patatine fritte costa 90 Bath = 4.500 lire.

E’ poco per noi, ma credo che loro non se lo possano permettere tutti i giorni.

Uno stipendio medio si aggira sull’equivalente di 2 o 3 centomilalire al mese.

Mentre ero al Mc Donald, Gianna ha pranzato solo con la frutta omaggio nella camera.

Secondo me, anche a lei piacciono i bonsai.

Dice anche che vuole tornare a rifarsi i massaggi, le sono piaciuti troppo.

E allora perché si incazzava quando ci andavo io ?

La differenza stava solo nella facoltà che avevo,di poter scegliere la massaggiatrice con la vestaglietta bianca numerata.

 

Per ritornare ai prezzi, che non capirai mai quali siano quelli giusti, a Hua Hin ho comprato un paio di occhiali da sole marcatamente falsi RAY BAND per 120 Bath = 6.000 lire.

Al week end market li vendevano uguali, ma non marcati a 50 Bath = 2.500 lire.

Per non parlare poi di quei meravigliosi e comodi zainetti della NIKE a 210 Bath = 10.500 lire.

C’è qui a Bangkok, dentro il World Trade Center, una boutique della Lacoste (quella vera). Magliette, maglioni, soprabiti, scarpe, giacchette, tutte Lacoste, con un’infinità di colori e sfumature.

Il prezzo di una maglietta colorata è di 1.500 Bath = 75.000 lire.

Mi pare che in Italia costino sulle 130.000 lire.

Ma ormai mi sono abituato così tanto ai falsi d’autore, che il coccodrillino vero sembra più brutto di quello clandestino.

La qualità del cotone dei falsi è comunque ottima.

Bangkok, in particolare, la Thailandia, in generale. cerca di emulare in maniera sconcertante le grandi nazioni asiatiche.

Stà vivendo una fase tumultuosa di miracolo economico, ed appare come un terreno fertile per gli investimenti stranieri, e questo, soprattutto grazie all’offerta di mano d’opera a basso costo, e stabilità politica.

Un imprenditore italiano, che da cinque anni si occupa del settore dell’abbigliamento, mi ha confessato che stanno smobilitando le loro fabbriche in Thailandia, perché non più convenienti.

Hanno aperto delle succursali nel Bangladesh, paese allucinante, da quanto è povero.

Gli ribatto: Eh, fate bene, così il sarto lo pagate solo 1.000 lire al giorno, invece delle 3.000 lire che vi costa qui.

Ha acconsentito, ma, secondo me, non ha realizzato se la mia era una considerazione accondiscendente o riprovevole.

 

Sia nei piccoli, che nei grandi centri, tutti lavorano.

Si scavano contemporaneamente quattro buche, se gli operai sono quattro.

Conosco un paese dove uno scava, un altro controlla e gli altri due stanno a guardare, discutendo dell’ultima assemblea sindacale sull’assenteismo occulto.

Qui no, scavano tutti e quattro; magari una poi si dimenticano di riempirla, ed io ci finisco dentro cercando il secondo portacenere in giro.

 

Due americane, qui in piscina, sono tutte preoccupate per la neve che, caduta abbondante, sta' paralizzando Washington. Chissà come sarà il tempo a Timbuctù ?

 

Il programma di stasera è un giro a Pat Pong, quartiere di negozietti e spettacolini incredibili.

Voglio ritornare in uno di quei templi del sesso più inverosimile, sfrenato e penoso, tanto.

Gianna ha già dato un categorico no !!

Le è bastata una volta; ha detto che non si pente di aver vissuto una serata a vedere ciò che neppure una donna immagina si possa fare con il proprio corpo, ma le è servito per decidere di non ritornarci.

Girelliamo per Pat Pong facendo dei piccoli acquisti.

Ai lati delle strade, oltre le bancarelle, si aprono i vari locali proibiti ai puritani.

Io non lo sono e sbircio dentro le porte aperte. E’ presto, sono le otto di sera, ma ci sono già le "girls" che ballano nude sui palchi. Altre, di fuori, stanno terminando di truccarsi.

Ogni dieci metri, un giovanotto ci sventola sotto il naso un cartoncino dove in tutte le lingue sono descritti i dodici spettacoli che si possono ammirare dal vivo al piano superiore.

Trascrivo il numero 4, ma per decenza ogni parolaccia la sostituirò con "BUM".

" Bum, bum, bum, bum, bum, e poi si frullano come cignalacci !!!".

 

Secondo me, ultimamente, gli uomini sono stati un po’ trascurati, qui a Bangkok.

Una volta, la qualità delle ragazze "GO GO BAR" era migliore.

Tantissime sono piuttosto bruttine, poche sono decenti, alcune, ma rare, sono bellissime.

Credo che quest’ultime, però, dopo vari giochini e voli pindarici, ti presentino il conto finale scritto su un bel baccellone.

Nò grazie, le fave mi garbano tanto, ma solo quelle maggiaiole in Toscana.

 

Ogni tanto i negozianti hanno bisogno di una rinsestata.

Generalmente sono sorridenti, gentili, corretti; qualcuno se ne vuole però approfittare, e quando te ne accorgi, lo devi castigare.

Il giochino delle tre carte ed il pacco pieno di cartaccia lo hanno inventato a Napoli e non sono d’accordo di riprovarlo a Bangkok.

E’ successo che dopo molte trattative, siamo riusciti a spuntare un prezzo interessante per una borsa Vuitton, falsa, ma bella.

OK, giro l’occhio, e nel sacchetto da portar via ci infilano una borsa similare, ma diversa da quella scelta.

Non hanno avuto alcun effetto i richiami del boss, abbiamo girato il deretano e siamo andati via.

Ma vaffanculo, vendila ora a quella maiala della tu’ sorella, ciccio, se ci riesci!

 

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