16 gennaio 2000 – domenica

Quella budella della mi' moglie mi convince ad andare in bici fino alla montagna con il Budda, alla fine della lunghissima spiaggia. Sono 5 Km di sudate. Al ritorno ci fermiamo un attimo nel complesso scolastico dei Salesiani, che si trova proprio di fronte al nostro Hotel.

Si avvicina un mistico filippino che parla molto bene l’italiano.

Conversiamo e gli diciamo che sei anni prima eravamo stati a trovarli.

Volevamo, gli dico, verificare se i Gesuiti avevano gia’ conquistato i Salesiani.

La risposta e’ stata divertente, ma, secondo me, una mano era sprofondata giu’ nella tonaca in cerca di qualche cosa.

Stò prendendo il sole ai bordi della piscina e rivivo mentalmente le poche ore trascorse qui in Thailandia.

Fra le altre cose, che mi vengono in mente, rivedo il nostro arrivo in aeroporto a Bangkok.

Siamo stati quasi gli ultimi a prelevare le nostre valigie dal nastro trasportatore, ed anche gli ultimi del nostro volo ad andare via.

Sul nastro erano rimasti tre bagagli che giravano; intorno nessuno.

Quando siamo usciti dalla porta della dogana, non hanno controllato se il bagaglio che portavamo era effettivamente nostro.

Potevamo anche esserci sbagliati ed aver preso quello di qualche altro passeggero, o potevamo, volontariamente ed in mala fede, appropriarci di cose non nostre.

Mi chiedo: mi pare che anche in Italia non vi siano controlli, o no ? Se così fosse non mi parrebbe esattamente corretto. Costringerebbe i passeggeri in transito a precipitarsi nella zona consegna per non farsi sottrarre le valigie da qualche male intenzionato. E se il controllo passaporti durasse più a lungo del previsto, come è successo a noi ?

Che io mi ricordi, solo all’aeroporto di Caracas, dopo la dogana, prima di uscire dall’aerostazione, mi hanno verificato se il numero dei tagliandi incollati sulle borse, corrispondevano esattamente a quelli "madre" datimi al check-in.

Vi chiederete, cosa centra questo ? Niente, ma mi è venuto in mente ora.

Le massaggiatrici in spiaggia.

Hanno creato una struttura in legno con il tetto in foglie grandi di palma.

Sull’impiantito vi sono tre materassi ed i turisti si fanno massaggiare per un’ora al prezzo di 300 o 500 Bath = 15 o 25 mila lire (bisogna trattare).

Le massaggiatrici sono forzute e non sono proprie delle ragazzine; ogni volta che passo lì vicino mi chiamano con "hallo" e muoiono dalla voglia di palparmi; il mio fascino ha colpito ancora.

L’anno scorso avevo concesso loro questo grande beneficio e debbo dire che sono state veramente brave.

Secondo me, però, queste sono solo professioniste dismesse, sia per l’età che per la stazza, perché l’occhietto vispo ce l’hanno ancora. Io preferisco le altre, Gianna invece no!!

Siamo a pranzo in un ristorantino della zona turistica, ma che dà fiducia.

Ci accoglie una cameriera gentilissima e soprattutto molto carina, a differenza di tante altre.

Alta, bel personale, jeans e magliettina attillata. Due poccine che stanno su senza trampoli.

Anche l’occhio vuole la sua parte, ed è per questa ragione che mi sono seduto lì.

Ma anche l’orecchio vuole la sua parte, ed infatti appena arriva per le ordinazioni, Gianna mi fa subito notare la voce un po’ roca e mascolina.

In breve, per la mezz’ora del pranzo, il mio occhio ha indugiato con insistenza dove poteva esserci una certa differenza ormonale, che però non ho notato. Ho provato a spogliarla con lo sguardo, senza alcun risultato.

Eppure cosa avrei dato per una piccola palpatina !

Anche mio cugino Francesco, sono sicuro, avrebbe voluto accertarsi della tipologia faunistica della thailandese.

Certo, con quella classe e portamento, deve essere proprio una cameriera con le palle.

E’ pomeriggio tardo e decidiamo di riportare le biciclette al noleggiatore in paese.

Fuori dall’hotel, c’è una ragazzina sui 16 anni, ma qui l’età della gente è molto discutibile e soggettiva, che arranca alla guida di un risciò, trasportando due tedesconi ben pasciuti e con le birre in una mano.

Le faccio un cenno per indicarle che l’aspetterò non appena scaricati i due bigonzi.

Dopo poco arriva tutta felice di poter rifare il viaggio di ritorno a pieno carico.

E’ identica alla soddisfazione del camionista che è riuscito a ritornare alla base con il mezzo riempito.

Appena si avvicina, le dico di scendere e la istruisco sul funzionamento della telecamera. Prima di qualche sua obiezione, gli e la lascio in mano e dopo aver fatto salire Gianna nel carrozzino, mi metto alla guida del ciclo per qualche giro davanti all’albergo.

Abbiamo fatto divertire i taxisti e gli altri riscio-men, tranne la nostra fanciulla, che sperava di trasportarci in paese.

Tutto sommato, penso che sia rimasta ugualmente contenta, con la mancia che le ho lasciato.

Dopo cena, da ripetere il granchio con i glass noodle (spaghettini fini di riso), andiamo a noleggiare un fuoristrada per domani.

Non costerebbe neppure molto, 1000 Bath = 50.000 Lire al giorno, ma è senza assicurazione e non hanno la possibilità di stipularla. Non ci arrischiamo ed optiamo per un motorino Honda a 4 marce automatiche, con sedile adatto per due persone.

Costo 200 Bath = 10.000 Lire al giorno.

Quello delle bici mi ha proprio integamato !!

 

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