G. Imbalzano: S. Sindone ITA {Holy Shroud}

~   N e s s u n o   t o c c h i   l a   S i n d o n e !   ~ 1980/2010 Giovanni Imbalzano Lulu © La magica storia della Santa Sindone
Dall'inizio dei secoli


Certificato dai Tre Re, Santa Nouné, Taddeo e Tommaso, Pietro e Luca, Matteo e Giovanni, Giuseppe d'Arimatea e Maria di Betania

! . . . . . . . . . . . . . . . . . !
«Un giovanetto però lo seguiva, rivestito soltanto di un lenzuolo, e lo fermarono. Ma egli, lasciato il lenzuolo, fuggì via nudo» Marco (14, 51-52)

       

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Ogni profezia non è puramente casuale:
"Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono oro, incenso e mirra." (Matteo 2,11)

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Indice analitico-cronologico


G. Imbalzano
Click me: Sindonis frons La magica Sindone {Magic Holy Shroud} L'Uomo e la Perla
Click me: Sindonis dorsus
~ La lucerna del corpo è il tuo occhio. { Luca 11, 34 } ~ 

~ LEGENDA! ~

  • 1980] Il linguaggio della Sindone "SINDON" 1980/81

  • 1981] II Convegno, Bologna: A chemical-thermographic method with 3D-effects. ~

  • 1985] III Congresso, Trani: Nuovi Studi e Ricerche {Missaggio della Sindone}

  • # PROVA di SONOGRAFIA del "mento" # {!MID ex MOD!}

  • 1990] V Congresso, Cagliari: La datazione della Sindone {C-14}

  • SEE also: Shroud of Turin research: "After months examining microscopic samples, the team concluded in January that the Shroud of Turin is centuries older than its carbon date.
    Dr. Garza said the shroud's fibers are coated with bacteria and fungi that have grown for centuries. Carbon dating, he said, had sampled the contaminants as well as the fibers..." [1993]

  • 1998] III Congress of TURIN, A double image on the Holy Shroud:

  • I GIF, II GIF, III GIF, IV GIF.


    1980/2010 Giovanni Imbalzano Lulu © The magic history of the Holy Shroud
    From the first of centuries


  • 2010] Ostensione (Torino): La magica storia della Santa Sindone  (IT) & The magic history of the Holy Shroud (EN)



    Pontefici 2000 Ostensioni


    2° MILLENNIO: Umberto II, Emanuele Filiberto, Goffredo de Charny, Luigi IX, Baldovino II, Luigi VII..!


    Umberto II 1983 Testamento

    Torino, 1978 / 1988: studi DIRETTI sulla Sindone, con risultati che gridano al miracolo.

    Montecassino, Febbraio 1944: gli Alleati, al termine della II Guerra, bombardano Montecassino e la Sindone rimane in salvo "per miracolo"
    in quanto nel 1939 si era presa la decisione definitiva di nasconderla segretamente nel Santuario di Montevergine di Avellino, e non lassù come in prima istanza.
    Nel frattempo, nasce nella città di Reggio Calabria già libera il poeta, fisico, matematico, informatico e sindonologo autore di queste NUOVE ricerche.


    Torino, 1898 / 1931: con i NEGATIVI di S. Pia e G. Enrie, iniziano le ricerche scientifiche sulla Sindone.



    Incendio di Chambéry (Savoia) del 1532, con fusione dell'Argento > 961°C: impronta di un anello (Oro ancora solido < 1063°C, conservato nella Sindone ripiegata)
    probabilmente destinato al "cardinalino" Emanuele Filiberto (1528-1580) che optò invece per una brillante carriera militare e trasferì la Sindone a Torino (1578)
    ma
    ordinò un'Ostensione della Sindone in Piemonte già nel 1535. La Pietà di Michelangelo del 1545 (FI) riproduce anatomia e bende sindoniche, ben visibili nella mia
    Anteprima dinamica; propongo di confrontare il centro del Giudizio universale della Cappella Sistina (1541) con il mandala della Deità del Sapere.

    Dal 1453 al 1535, la Sindone si trovava a Chambéry, laddove Leonardo da Vinci (nato nel 1452, e in Francia dal 1507 al 1519) avrebbe potuto studiarla.

    Savoia 1535 Ostensione


    Charny 1355 Ricomparsa

    Varna, 1444: in Bulgaria, l'ultimo manipolo di Crociati soccombe agli Ottomani e l'Europa perde gli accessi all'Oriente, ma si prepara il Nuovo Mondo (1492).


    Striscia laterale della Sindone, probabilmente ricucita per "centrare l'immagine" a Edessa, città fornita di accurati tessitori,
    come lo stesso Patriarca Mar Aggai (della scuola di Taddeo) prima dell'occupazione araba del 641; dagli angoli (esclusa la striscetta in basso a sinistra
    usata per le casuali analisi del C14) Baldovino II ritagliò alcuni frammenti da donare al Re francese Luigi IX (Bisanzio, 1247).
    Fra il 1261 e il 1345 (cent'anni prima di Leonardo da Vinci) la famiglia de Charny portò via tutto il resto,
    così come altri Francesi si erano divise le reliquie di Taddeo (1096-1099).


    "Essi mi guardano, mi osservano: si dividono le mie vesti, sul mio vestito gettano la sorte" (Salmi 22,19)


        Nel 1228 Baldovino aveva solo 11 anni e divenne imperatore sotto la tutela di Giovanni de Brienne, di cui sposerà la figlia Maria; ma tra 1216 e 1237 gli effettivi reggenti di Costantinopoli furono Nargeaud de Touchy e Filippo de Touchy (dal 1228). Nel 1249 Luigi IX conquistò Damietta d'Egitto e Baldovino II, allo stremo delle finanze, andò a vendergli altre reliquie, dopo aver perso anche il pegno di una ""corona di spine" che venne poi distrutta durante la Rivoluzione francese. Fin qui, non esiste alcun lascito della Sindone al Re di Francia, anzi fino al 1296 è documentata solo una "pars sindonis" custodita nella S. Chapelle de Paris; oltretutto, a Besançon esisteva anche una falsa sindone, andata poi a fuoco nel 1349, già ad Atene nel 1205 ma polemicamente confusa con quella autentica. Ma Baldovino era circondato da nobili sudditi del Re di Francia, che daranno utili informazioni sugli spostamenti della Sindone, a cui il Re era devoto! Nel 1261 l'imperatore di Bisanzio fu sconfitto da Michele VIII Paleologo e fuggì nell'isola veneziana di Negroponte (Eubea); né poteva aiutarlo come prima la famiglia dei conti de Brienne (appena nel 1257 era morto in Egitto il loro Gualtiero IV); dopo una sosta ad Atene, sbarca in Puglia, poi va in Francia e quindi ritorna in Italia da Carlo d'Angiò, fratello di Luigi IX ed accanito francesista. Nel 1267, con il Trattato di Viterbo cede a Carlo l'Epiro e l'Acaja in cambio della riconquista di Bisanzio, mai avvenuta; nel 1273 Baldovino sposa Filippa Beatrice, figlia di Carlo, a Foggia e qui muore pochi giorni dopo. Della Sindone c'è solo una tenue traccia vicino al Gargano, nella piccola isola cistercense di S. Nicola delle Tremiti: il Crocifisso, certamente d'ispirazione sindonica, ma CON LA FISIONOMIA DELL'IMPERATORE, datato 1270 dal Garrison, del Santuario S. Maria (opera d'influsso orientale, eseguita su una croce preesistente, forse da un benedettino).

        Da Jean de Charny e Marguerite de Joinville, figlia di un famoso cronista amico di Luigi IX,nacque nel 1305 Goffredo. Questi sposò una discendente dei reggenti de Touchy di Bisanzio, Giovanna e, dopo la morte di lei, nel 1340 si risposa con Giovanna de Vergy, signora di Lirey (luogo della Champagne, tra Joinville e Parigi) e pronipote di Othon de la Roche, colui che nel 1208 aveva portato a Besançon la falsa sindone di Atene. Nel 1345 parte con Francesi e Italiani (Veneziani, Ospedalieri di Rodi, Ciprioti) per una sortita a Smirne, svernando prima in Negroponto; rientra nel 1347, deponendo doverosamente il bottino nelle mani di Filippo VI di Valois, ma solo nel 1349, il Re premia Goffredo de Charny con alcune reliquie, tra cui la Sindone, descritta dalla cronistoria come poco preziosa! La Sindone non fu trovata a Smirne, dove Goffredo andò soltanto per combattere all'aperto, né ad Atene, che lamentava ancora la perdita di quella falsa: se non era diversamente in possesso del Re di Francia, fu prelevata da uno dei territori italiani attraversati da Baldovino II nei suoi ultimi dodici anni. Ma come si spiega il CROCIFISSO IMPERIALE nell'isoletta di S. Nicola presso Foggia, il quartier generale di Carlo d'Angiò? E soprattutto, che faceva BALDOVINO IN FRANCIA verso il 1264? Certo l'ex-Imperatore si era raccomandato al Re, che gli consigliò di rivolgersi al fratello in Puglia. E forse San Luigi IX fu ben contento d'essere ringraziato con la Sindone del Signore, ma per l'incompatibilità con quella di Besançon, non poteva esporla. Solo i quattro successori Capetingi (Filippo III, IV, V e Carlo IV) mantennero il segreto (1270-1328) prima di Filippo VI Valois; ed anche questi lo mantenne, ma solo fino al 1349, quando la falsa sindone bruciò e Robert de Charny, che aveva costruito la sua vita intorno alla Sindone, fu premiato con quella vera!

        Filippo VI muore a nel 1350 e Goffredo nel 1356, per fare scudo al nuovo Re Giovanni il Buono, e il figlio Goffredo II eredita le rendite e la Sindone: è evidente che sua madre Giovanna de Vergy nulla ha a che fare con tale proprietà, come qualcuno suggerisce. Finalmente, per onorare le ultime volontà e/o per interesse, nel 1357 la vera Sindone appare pubblicamente in una chiesa di Lirey, già inaugurata nel 1356 e affidata da Goffredo de Charny proprio al nipote Guglielmo de Touchy.

        NOTA: la fondazione della Chiesa risale al 1353, il Papa Innocenzo VI anticipò le indulgenze per i pellegrini nel 1354, ma nel 1389 il Vescovo Pierre d'Arcis ricorda polemicamente la comparsa del Sacro Telo nel 1355, in anticipo rispetto all'effettiva Consacrazione della Chiesa. In ogni caso, nel 1390 anche Papa Clemente VII confermerà autorizzazioni e indulgenze per la venerazione della Sindone di Lirey, e senz'ombra di dubbio questa è la stessa Sindone già visitata nel 1192 dai regnanti francesi.


    Piastra delle Ostensioni francesi, con gli stemmi Charny / Vergy:


    Dicerio / tricerio, piccoli candelieri con due / tre candele, legati in croce con un nastro dal Vescovo, per la benedizione

    Il Codice Pray riporta il Tricerio due volte: qui anche sulla Croce & un secondo Angelo indica la Stimmata "cY"
    "Signore, guarda dal cielo e vedi, visita questa vigna, e fa che essa prosperi perchè la tua destra l'ha piantata!"

        Il Cristo risorto ha la stimmata sul polso "destro", l'occhio "sinistro" è come occultato da una monetina, le pieghe della tunica seguono l'andamento della mentoniera
    come si rileva direttamente dal "positivo" della Sindone (ed anche i piedi sono insanguinati in maniera asimmetrica). Il rito bizantino, derivato da usanze liturgiche del sec. IV (Antiochia) si sviluppa a Costantinopoli con l'influsso imperiale e monacale, fino al sec. IX, come nell'attuale rito ortodosso.
    Secondo G.I. un tricerio ha prodotto, una sorta di bruciature a forma di "L" (3 in orizzontale e 2 verticale) sulla Sindone imperfettamente ripiegata in 4 parti. Questi e altri segni importanti sono riportati nelle
    Informazioni del codice PRAY del 1192/1196, e non hanno niente a che vedere con l'incendio di Chambéry, come mostra la riproduzione delle L nelle copie precedenti al 1532, per prima quella del 1516 di Saint Gommeire (Lierre, Belgio) venerata anche a Chambéry. Anche se le bruciature furono procurate ad arte, possono datarsi dopo il 381 (Concilio di Costantinopoli sulla TRINITÀ) od il 451 dC:

    Concilio di Calcedonia, sulla DUALITÀ di Cristo in un'unica persona.

            In tale data, avvenne lo Scisma dei Monofisiti, detentori della Sindone (in Edessa nel 544 dC, come specificato più avanti). Questi erano molto restìi a mostrarla, anche per la presenza dei Musulmani, ma nel 944 fu trasferita a Bisanzio da Costantino VII; di conseguenza, vista l'importanza data alle bruciature a L solo verso il Millennio, possiamo ritenere che esse furono ben osservate proprio in tale data. Il Codice fu redatto sotto il regno del re d'Ungheria Bela III (1173-1196) sposo di Margherita, sorella molto colta del re di Francia Filippo II; poiché la III Crociata (1189-1192) ebbe come centro d'armata Bisanzio, Filippo II poté ben conoscere la Sindone, vanto degli imperatori bizantini.

        Senza farne un mistero, suo padre Luigi VII aveva già ammirato la Sindone nel 1147, presso Manuele I Comneno, all'inizio della II Crociata come riporta G. Cinnamo (Storia di G. Comneno, Migne, Patr. Graeca CXXXIII); lo stesso fece il Re Latino di Gerusalemme Almarico (Guglielmo di Tiro, 1171).



    Guarigione del cieco, chiesa di Sant'Angelo in Formis, XI secolo:
    ricciolo a 3 punte (sangue in fronte alla Sindone) & prima stimmata sul polso.


    Dinastia Comneni 1192 Codice Pray


    1° MILLENNIO: Costantino VII, Omar I, Baradeus, Bar Daisan, Mar Aggai, Abgar V..!


    Costantino VII 944 Monete
     

        Naturalmente, la Sindone fu vista dai Crociati a Constantinopoli nel 1203 (come ci narra il barone Robert de Clairy) e molto prima nel 1151 dal benedettino islandese N. Saemundarson e nel 1058 dal letterato arabo cristiano Abu Nasr Yahya, presso Isacco I Comneno, mentre il figlio Alessio I (1081-1118) offriva ai Principi cristiani, quale pegno per la guerra contro i Turchi, i "linteamina post resurrectionem Eius inventa in sepulcro"; e su questi si trovava l'immagine del Cristo, come ci ricorda Giovanni il Geometra, allora sacerdote del Palazzo imperiale. Precisiamo che nel 1201 N. Mesarite, un semplice guardiano, descrisse teli di lino poco pregiati, certo disposti per ingannare i primi Crociati, che portarono a Basançon una falsa Sindone!
    16 Agosto 944: Bisanzio acquisisce la Sindone dagli Arabi, che nel 641 con il 2° califfo Omar avevano conquistato Edessa, rispettandone il culto.
    Calco proprietario...
    sul lobo frontale destro, come in questa moneta? Bisanzio 1067 / 1071.
    Per le monete coniate appositamente da Costantino VII e per quella sulla palpebra dell'Uomo della Sindone, leggere Leonardo & Company.
    "Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio" (Marco 12,17)

    ANATEMI RIGUARDO ALLE SACRE IMMAGINI
    I) Se qualcuno non ammette che Cristo, nostro Dio, possa esser limitato, secondo l'umanità, sia anatema.
    II) Se qualcuno rifiuta che i racconti evangelici siano rappresentati con disegni, sia anatema.
    III) Se qualcuno non saluta queste (immagini, fatte) nel nome del Signore e dei suoi santi, sia anatema.
    IV) Se qualcuno rigetta ogni tradizione ecclesiastica, sia scritta che non scritta, sia anatema.
    II Concilio di Nicea (787) Papa Adriano I.


    Croce di Bewcastle, Cristo calpesta le belve: scultura d'influsso bizantino, VII/VIII sec.
    London, Victoria and Albert Museum

        Life of S. David (+589~601): Glastonbury was the first of twelve monasteries (e. g. Bewcastle) to be founded
    "...according to certain of the ancients, S. Joseph (forse Giuseppe d'Arimatea, proveniente dalla diaspora di Gerusalemme) lies buried with a great multitude of saints." (Rhygyfarch, 1090)
    I cristiani approdarono effettivamente in Inghilterra nel II secolo, importandovi la lavorazione aramaica di tessuti come la Sindone, come si è scoperto in una sepoltura del 60 dC a Colchester.
    Dopo l'Arcidiocesi di Londra istituita da Papa S. Eleutero (†189) nel 596 fu completata l'evangelizzazione dell'Inghilterra, con l'invio a Canterbury del monaco Agostino, inviato da Gregorio Magno
    (censore degli iconoclasti); ma Glastonbury si vanta di conservare le spoglie del suo primo Vescovo, il Santo del Trifoglio Patrizio d'Irlanda (433-472) e del leggendario Re (†537) Artù dei Templari.


    Sacro Corano, Sura LXXXVIII (Al-Ghƒshiya):
    "1) Ti è giunta notizia dell'Avvolgente? 2) Ci saranno in quel Giorno volti umiliati, 8) Ci saranno in quel Giorno volti lieti,
    23) Quanto a chi volge le spalle e non crede, 24) Allah lo castigherà con il castigo più grande." Abu Bekr (1° califfo 632-634 dC)

    Iconoclastia permettendo, la Sindone fu esposta "ripiegata" almeno tra 775 e 802 dC, in concomitanza con la Definizione del II Concilio di Nicea.
    Grandi GRAZIE per gli amici Musulmani, che hanno conservato e salvato la nostra reliquia!


    Nell'Anteprima dinamica dell'Uomo della Sindone

        osserveremo il sudario insanguinato rilasciato sotto il collo, ma ancora ripiegato dietro alla nuca. Nelle prime copie della Sindone, anteriori all'incendio del 1532, esso è ben visibile, assieme con i segni ad L ed una tenue corona di spine (G. Cingoli, L. Coppini, M. Fanti, Fig. 3, II Convegno Sindonologia, Bologna 1981) La perfezione medico-anatomica sembra incredibile, anche a confronto con la Pietà di Michelangelo. Le macchie del Sudario di Oviedo coincidono con la Sindone in molti dettagli invisibili a occhio nudo, oltre che il lino a tessitura-Z ed il sangue maschile, di gruppo AB, ma sulla Sindone troviamo anche pollini turco-palestinesi e italo-francesi, impronte di fiori medio-orientali, in particolare israeliani, qualche traccia d'epidermide umana in zone sanguigne e rari cristalli d'Aragonite, tipici degli anfratti di Gerusalemme. Prima dell'invasione dei Persiani nel 614 dC il Sudario era sicuramente in Gerusalemme: anche per questo reperto la datazione del C14, superiore al 680, è clamorosamente errata, come confermato più avanti. S'individuano su di esso alcune dita, che cercavano di arrestare il flusso di sangue dal naso, con il panno avvolto sulla testa della vittima; però, non potendo sporcarsi col sangue d'un morto, secondo la legge giudaica la disinfezione continuò nel sepolcro con aloe, mirra ed almeno un'altra benda strofinata sopra il volto, come descritto al paragrafo Leonardo & Company. Studiando con l'Anteprima il dorso, all'altezza delle ascelle si nota un doppio nodo, adattabile per reggere il sudario durante il trasporto: il nodo sembra scivolato e poi trattenuto dalla ciocca centrale dei lunghi capelli, durante la deposizione nella tomba.


    L'Emanuele e Nazareno, o intonso di Nazareth (Matteo 1,22 e 2,23; 26,12):
    "Versando questo profumo (sul mio capo, Maria di Betania) ha fatto ciò che era in suo potere, ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura."

    Calice del DNA umano, elaborazione strettamente scientifica
    Giuseppe d'Arimatea:"Là c'erano la sindone e il sudario per il suo volto" (Evangelo di Nicodemo XV,6) IV secolo dC.

     

        Atti (5,6) ci ricorda che l'uso di un lenzuolo per seppellire un cadavere era normale a quel tempo, ma il ricco Giuseppe aveva usato il suo stesso Sepolcro, appena costruito vicino al Golgota; l'uso di avvolgere con il lino i cadaveri ci viene ricordato dagli antichi reperti dei Cimiteri di Antinopolis in Egitto (II sec) e Gerusalemme (I sec). Dagli scavi di Antinopolis, ad est del Nilo, nel 1902 vennero in luce molti trini almeno due cuscini intessuti a spina di pesce, con origini produttive e impostazione artistica sassanide della Persia ed anche quattro spole da tessitura, oltre ad una tunica del 340dC, un grande lenzuolo funebre del 455 ed un sudario con l'impronta di un volto, oggi perso. Sotto ai fianchi e alla nuca s'intravvedono le mani che adagiarono delicatamente il corpo; sulle gambe e sopra la testa, altre bende usate per gli spostamenti del corpo e la corona di spine di cui più oltre. Tutto ciò suggerisce la presenza di almeno due persone pietose.
     

    Giovanni: "...su di Lui è stato steso un sudario nuovo, e lo hanno sepolto con molte spezie e abbondante mirra... l'hanno preparato
    per la sepoltura, come si conviene, con aromi e fumo d'incenso e con nuovi panni di lino" (Evangelo di Gamaliele IV secolo, Etiopia)

     

    Un brindisi per la riconquista di Edessa e della Sindone, qui descritta come acheropita, da parte dell'Imperatore Eraclio I contro i Persiani (628 dC):
        "Prese la figura divina e venerabile, l'immagine della scrittura non scritta, che non fu delineata da mani umane,

                                                                        ma che fu fatta dal logos secondo la sua arte generato senza seme dell'uomo / dal logos che forma l'universo...

                            Fidandoti di questo archetipo / che Dio ha delineato, hai messo in atto / l'opera delle battaglie" (Giorgio Pisides, storico e poeta)

    Eraclio 628 Sudario


    Baradeus 544 Tetradiplio


     
      Nel 570 un devoto di S. Antonino, in pellegrinaggio da Piacenza a Gerusalemme, senza accennare ad alcuna immagine afferma di aver visto il Sudario "che fu sulla fronte del Signore" segretamente conservato nella Grotta di un Monastero, presso al Giordano; non si trattava certo della Sindone, bensì del Sudario d'Oviedo rinchiuso nella sua piccola Arca e trasferito nella piccola catacomba, durante la Diaspora di Gerusalemme del 70 dC. Qualche indicazione proviene dalla narrazione precedente, quando scrive di aver visto un obelisco di marmo circondato da balaustre e una croce di legno infissa nell'acqua, con una scala sui lati dellobelisco: "Vi si trova un obelisco circondato da cancelli e nel punto dove l'acqua rifluisce nel suo alveo è posta una croce di legno dentro l'acqua su un piedistallo tutto intorno di marmo". Il pellegrino venne al fiume il giorno della festa dell'Epifania e assisté alla benedizione delle acque da parte di un sacerdote, e al bagno nel fiume di molti credenti: "Tutti s'immergono nel fiume per la benedizione vestiti della sindone e con molti altri oggetti che conservano per la loro sepoltura". Quel che dice, anche al confronto con altri scrittori, corrisponde senz'altro al primo Santuario di Betania, dove Giovanni battezzò Gesù. Ma prima di trovare il Sudario si inoltrò lungo la riva del Giordano fino alla "fonte, dove San Giovanni battezzava, a due miglia dal Giordano" e intorno a quella valle una moltitudine di eremiti, e lì vicino c'è la città che si chiama Livias". Il posto corrisponde all'odierno Santuario di Wadi Kharrar, che ricorda la grotta del Battista; e qui vicino egli vide il Sudario (senza immagini): forse ad Ain Karem, il rifugio di Elisabetta.


        A Gerusalemme veniva onorato il Tempio di Giove Capitolino (Adriano, 133) finché non venne inaugurata la Chiesa del Sepolcro (S. Elena, 370) e qui nel 383 lo spagnolo Egeria vide il Titulum Crucis, ma non il Sudario: ci volle ancora molto tempo per mettere in mostra il Sudario insanguinato, che poteva offendere la cultura Cristiani ebrei; come accennato, c'erano però alcune "false" sindoni, occasionalmente utilizzate come paramenti sacri, o per il Battesimo degli adulti.

     

    "Abbandonate alla tomba le vestigia di Giuseppe (d'Arimatea) hai ripreso alla tomba quelle di colui che aveva generato Giuseppe"

    (Carmen 41, 13.20 di Romano Melode †555)
     

        Dalla "lettera di Gesù ad Abgar V" che descrive il suo corpo sul Lenzuolo Sacro
    "Si vero corporaliter faciem meam cernere desideras, heu tibi dirigo linteum, in quo non solum faciei mee figuram, sed tocius corporis mei cernere poteris statum divinitus transformatum"; supra quoddam linteum ad instar nivis candidatum toto se corpore stravit, in quo, quod est dictu et auditu mirabile, ita divinitus transformata est illus dominice faciei figura gloriosa et tocius corporis nobilissimus status, ut qui corpolariter in carne dominum venientem minime viderunt, satis eis ad videndum suficiat transfiguratio facta in linteo: sul "mandilion" compariva l'intera immagine del corpo luminoso di Cristo (altresì descritta come "evanescente" e con una ferita al costato). Codex Parisiensis BB Lat 6041, Universit di Leyda (NL) & Vossianus Latinus Q 69 & (X sec) che citano testi aramaici del VI secolo, rinvenuti a Gerusalemme dal medico Smera.

        Sotto il Patriarca Asclepio, nominato in opposizione ai Monofisiti, Edessa nel 525 fu distrutta da un'alluvione (come nel 201) ma la Sindone era al sicuro, e Asclepio muore ad Antiochia nel 526.


    Gli Ortodossi ricordano che nel 544 il Vescovo d'Edessa Baradeus, accanito ma ambiguo Monofisita, dopo un avvertimento onirico ritrova, o meglio fa
    ritrovare fuori città il "Keramidion" o "Mandilion", riconosciuto a Sofia (Bulgaria) quale Sindone ripiegata in quattro con il Volto in evidenza (Tetradiplon)


    e scopre che la Lampada "ancora accesa" aveva impresso termicamente l'immagine sulla "Tegola" o telo di protezione

    (termine purtroppo confuso con l'inglese "tile", che vuol dire mattonella).


        Senza entrare in controversie linguistiche tra il greco giovannèo e l'aramaico sinottico, più aderente alla cultura ebraica del tempo, dobbiamo accettare che questa non era nient'altro che la stessa Sindone acquisita poi dai Bizantini nel 944. Poco dopo, essa fu "ostentata" contro gli assalti dei Persiani, sconfitti con l'uso di bitume bollente... e la Sindone presenta anche segni di pece! È fin troppo evidente il riferimento alla Festa delle Luci o "Chanukkah" degli Ebrei, che ricorda la Riconsacrazione del Tempio di Gerusalemme, subito dopo la vittoria di Giuda Maccabeo contro i Siriani nel 165 aC, per cui il poco olio della Lampada votiva durò per ben otto giorni, anziché uno solo. Così ricordano Libri ebrei, come Magillat Antiokhos, intorno al I secolo dopo Cristo, e la Bibbia dei Settanta, codificata dai cattolici e dagli ortodossi dell'Est. Con il fuoco preso il monte di Mosè "Geremia salì e trovò un vano a forma di caverna e là introdusse la tenda, l'arca e l'altare degli incensi e sbarrò l'ingresso... dicendo: Il luogo deve restare ignoto, finché Dio non avrà riunito la totalità del suo popolo e si sarà mostrato propizio." (1 Maccabei 4,36-49; 2 Maccabei, 1,18-2,7) Dopo certe calamità (201, 525) la Sindone ricompariva: dal 525 passerà un ventennio prima del suo ritrovamento da parte di Baradeus:
    certo egli sapeva dove trovare il Telo lontano da Edessa, ma non poteva dichiararne la traslazione, vietata dal Codice di Teodosio II del 435
    .



    ~~~ Inno della perla: "Lo stesso sudario sembrava chiamarlo, il Principe lo prese con gioia e se lo avvolse intorno" ~~~
    versi poetici del cristiano gnostico Bar Daisan (155-233 dC) "Figlio del fiume Daisan" che nel 202-214 convertì il re di Edessa Abgar IX.


       
    Si noti che Abgar V, antenato del re, era noto come "Principe di Edessa", e Cristo come "Principe della pace".
    Edessa, inondata nel 201 come altre volte, non era certo il luogo dove si potesse conservare la Sindone. Proprio dai "Viaggi di Egeria a Edessa" (385 dC) J. Markwardt deduce che Abgar IX fu sposato alla sua Shalmath (~ 212dC) dal Patriarca Palut, officiante non a Edessa ma ad Antiochia ed in presenza del Sacro Telo, l'indistruttibile talismano, e lo stesso Palut era stato consacrato Patriarca nel 191 da Serapion, proprio ad Antiochia dove portò la Sindone da Edessa, per sottrarla al Re Ma'nu, l'omicida di Aggai (~ 190dC). Si noti che Palut era stato prescelto a preferenza di Mar Mari, meno "cristocentrico" di lui, per combattere la propaganda gnostica dell'amico Bar Daisan e correggere i cristiani di Edessa. Ma Caracalla nel 216 sottomise la città: i Romani colonizzarono il regno degli Abgar e costruirono trincee fino a Palmyra (antico centro di produzione del lino, cristiano dal 135) contro i Persiani; questi dal 240 (con i Sassanidi) cominciarono a perseguitare i Cristiani, contro Roma e Bisanzio: Shabur I conquistò Edessa nel 259 dopo l'assalto nel 252 d'Antiochia, che Cosroe riuscì a saccheggiare nel 540. Nonostante ciò, dal 252 al 380 Antiochia poté organizzare ben 12 Concilî informali, e questo spiegherebbe la notorietà della fisionomia sindonica
    agli artisti romani dell'epoca; ma nelle antiche Catacombe, presso il Lago Van, troviamo il miglior richiamo sindonico, al più del IV secolo: proprio nel secolo della discussione delle immagini,
    la Sindone si trovava in luoghi più sicuri, oltre Antiochia e fuori Edessa, molto prima degli Scismi Assiro (Nestoriano) e Miafisita (Monofisita) del 431 e 451 dC.
    Per quanto segue, è bene osservare che questi ultimi sono più vicini alla concezione trinitaria di Palut, e gli altri a quella opposta di Mar Mari.



    [201] La leggenda di Abgar fu un utile rinforzo per la riconversione dei fedeli d'Oriente, per noi un richiamo al valore autentico della Sindone [525]

     


    REPETITA IUVANT

        Il Patriarca Addaj ("omonimo" discepolo di S. Taddeo di Edessa) si era recato in Oriente come Taddeo; il successore Aggai (~ 100) continuò con la stessa missione. Intanto, con il supporto di Antiochia (~ 120dC) a Edessa si costruiva la prima chiesa (che purtroppo servirà poco): la Sindone era in qualche Catacomba ad Oriente, comunque in possesso di Aggai. Egli la riportò a quel Palut, da lui stesso indicato o previsto quale futuro Patriarca, residente ad Antiochia (~ 190). Che cosa successe poi alla Sindone? Egeria descrive i santuari di Edessa del 384 e l'esistenza del Mandilion, che Patriarca Eulogius decantava come un talismano, senza indicare dove si trovava: la Sindone non era più a Edessa, pur ricostruita dopo la prima esondazione del fiume Daisan (201). Ma nel 303 era sopravvenuta una seconda alluvione e la costruzione terminò soltanto verso il 313 con la Grande Chiesa di S. Sofia, sotto i Patriarchi Conon e Sha'ad. Il loro successore Ethalah (324) completò l'opera con un Cimitero ad est della chiesa.

        Esiste un documento georgiano nel 325, la stessa data del completamento della chiesa (presso la sorgente del Cellirhoe o Khabur) secondo cui il monaco Niaforis ricorda che la Sindone era in mano a S. Pietro, finché egli era a Gerusalemme, e successivamente fu nascosta: prima d'andare a Roma, egli l'affidò a un altro Apostolo, e il più vicino a Gerusalemme era proprio Taddeo! Si noti che la Georgia è una stretta regione ai confini del nostro percorso della Sindone tra il monastero di Agaçalti e Nisibis, centro della scuola cristiana di Edessa; a Komani c'era il sepolcro di Simone lo Zelota, evangelizzatore della Georgia insieme con Andrea e Mattia, mentre in Mesopotamia c'erano Tommaso e Taddeo (poi Addaj).

        Tornando a Ethalah, egli è l'unico di cui viene precisata la fine "ufficiale" del suo mandato (346) ma non la data di morte; si sa che partecipò attivamente al I Concilio di Nicea (325) contro gli
    Ariani, ma in seguito questi stessi costrinsero alle dimissioni il successore Abraham nel 361, sostenuti da Costanzo II (dal 340 Imperatore incontrastato) che al posto di Abraham nominò Barses, trasferendolo da Harran a Edessa. Costanzo muore proprio nel 361, ed il successore Giuliano l'Apostata perseguita i cristiani, tanto da farsi odiare dallo stesso Shapur II, adoratore dei "Magi" e fino allora violento persecutore di altre religioni, che nel 362 invade "pacificamente" Nisibis, sede della scuola cristiana edessena, e conquista l'Armenia nel 364. L'Armenia rimase sempre una "zona franca" per i Cristiani, specie dopo l'accordo del 387 tra Teodosio I e i Parti, tenendo conto per quanto segue che fu il primo stato cristiano al mondo nel 301, ad opera di S. Gregorio l'Illuminatore, Katholikos di Echmiadzin e devoto di S. Giuda Taddeo, che conoscerà il Patriarca Ethalaha di Edessa al Concilio di Nicea del 325; nello stesso anno, Gregorio lascerà al primogenito il Vescovado, ritirandosi in un convento di Daranali, fino alla morte.


    UN ESODO VERSO EST

        Nel 345 gli zeloti cananei o "knanaya" di Edessa tra cui Tommaso Cananeo (in commercio con l'India) si erano lamentati per le persecuzioni degli Ariani con Ethalah. Questi decise di abbandonare la sede patriarcale e li condusse in Mesopotamia, da Barba'shmin, Vescovo di Seleucia - Ctesifonte (343-346) e suo primo maestro, dai costumi rigidamente monacali e avverso ai Ariani; poiché Tommaso di Cana conosceva le terre indiane evangelizzate da S. Tommaso, Barba'shmin ve li inviò con il Vescovo Giuseppe d'Uruk (anche in Babilonia stavano fermentando nuove persecuzioni). Settantadue famiglie ebreo-cristiane sbarcarono quindi a Cranganore (oggi Kodungallur, in Kerala) e di qui a Mylapore, presso Chennai-Madras, dove trovarono le spoglie di S. Tommaso, che furono poi traslate a Edessa (forse con gli esodi da Nisibis nel 363, con S. Efrem). Si ricorda che un certo Giovanni d'Edessa, partecipante come Ethalah al Sinodo del 325, nel 354 fu consacrato 3° Vescovo dell'India, sempre sotto la giurisdizione del Patriarcato d'Antiochia, dominio dei Ariani. Infatti, la versione ufficiale della Chiesa Ortodossa di Kerala dice che la spedizione in India fu predisposta proprio dal Patriarca Ariano di Antiochia, appoggiato da Costanzo II, testa della discordia; ma questo non ci meraviglia, in quanto dal Golfo Persico partirono tre navi, con le tre bandiere di Roma, di Edessa e di Babilonia. Storicamente, fu un Esodo turbolento, a cui parteciparono anche alcuni Ebrei ortodossi; e, mentre Barba'shmin trovò il martirio nel 346 per mano del Re caldeo Shapur II, Ethalah, in possesso della Sindone, non poteva che rifugiarsi oltre il confine dei Romani in qualche rifugio montano dei monaci ancora "ortodossi" (vedi oltre) protetti dai Catholicos Armeni. Cfr. Syriac Chronology; Knanaya origin; Chiesa Malankarese Giacobita; Crawford, Burkitt Early eastern Christianity, St. Margaret's lectures 1904 on the Syriac-speaking church; Cronache di Edessa (composte prima della nomina Baradeus del 541) di Patriarca Addi, che definisce l'alluvione del 201 come "il più grande disastro per la Chiesa d'Edessa".


    I MONACI CONSERVATORI

        Nelle sue Cronache, Egeria ricorda di aver visto la "lettera di Gesù ad Abgar" che avrebbe dovuto difendere Edessa dagli attacchi dei Persiani nel 259, ma non di aver visto il Mandilion, che avrebbe dovuto trovarsi a Edessa almeno dopo i precedenti lavori di ristrutturazione. Subito dopo questi lavori, la Sindone era certamente in possesso di Ethalah, ed egli non poteva fare altro che conservarla presso la chiesa consacrata nel 324, per abbandonarla nel 346... o meglio, per trasferirla in un luogo più sicuro e lontano dagli Ariani, che accettavano l'immortalità ma non l'eternità di Gesù: sarebbe stata una follia, da parte di Palut o degli eredi, lasciare un simile "talismano" ai capricci del fiume Daisan... o dei suoi figli eretici. Aggiungo un altro motivo, altrettanto preoccupante: i cristiani che veneravano le reliquie cercavano d'impadronirsene, o farne brandelli da dividere, almeno fino al Codice teodosiano del 435! Ritengo pertanto che nel 346 Ethalah poté ritirarsi con la Sindone verso un Monastero nascosto dalle rocce e abbastanza vicino all'Armenia (cfr. figura seguente) che ne conserva il ricordo: nel IV secolo si sviluppò in Cappadocia la vita ascetica e monastica, che ebbe anche un gran sostegno in San Basileo Magno, Vescovo di Cesarea dal 370 e autore di opere decisive sulla Trinità. Ethalah fece certo in modo che non giungessero informazioni sul Telo ai Patriarchi di tendenze opposte (e così fu fino alla metà del VI secolo) pur lasciando istruzioni agli "eremiti". Nel 525 vi fu una terza alluvione e Patriarca Asclepio poté solo fare l'inventario dei danni, prima di morire ad Antiochia nel 526; ma dal 527, per volere di Giustiniano, si ricostruì la città, compresa la cattedrale, in cui Procopio di Cesarea (527-565) vedrà la Sindone, accennando "tout court" ad un (incredibile!) ritrovamento del Mandilion presso questa Chiesa. È più preciso e attendibile Evagro Scolastico (536-610): dopo la costruzione della Chiesa, il Mandilion (Theoteuktos, "fatto da Dio" o più semplicemente inteso come "di origine sconosciuta") fu portato a Giustiniano, così com'è ricordato anche da Inni religiosi siriaci e molte Icone bizantine. Queste ultime incorniciano sempre il Mandilion con fiori e griglie romboidali, simboli degli Abgar che ricordano le infiorescenze trovate sulla Sindone e il suo tessuto a "spina di pesce", così come nella volta della Chiesa di S. Daniele, come nella figura seguente; questi motivi sono tipici delle più antiche tessiture armene e quanto meno confermano l'origine della Sindone "monda" acquistata da Giuseppe d'Arimatea. Evagro aggiunge che, durante un assedio dei Persiani, il Patriarca della città sognò il Mandilion all'interno di una cavità delle mura... dove fece trovare la reliquia agli assediati! Il Patriarca era l'asceta Baradeus, con la "nomina" di Teodora del 541: fu in realtà un infaticabile missionario per i Conventi di Mesopotamia, ed anche oltre, con l'aiuto dei dromedari arabi: finalmente nel 544 poté riportare il Telo nella sua sede e accendervi il Lume, che certo non poteva rimanere attivo, come nella leggenda, duecent'anni dopo la ricostruzione del 324. Aggiungiamo che fra Ethalah e Baradeus ci furono Imperatori e/o Patriarchi Ariani, più vicini alla dottrina dello "Spiritualista" Mar Mari che del "Cristologico" Palut (nominato dal Vescovo filo-romano d'Antiochia) e nessuno dei successori di questi avrebbe mai mostrato la Sindone agli Ariani: basterebbe ciò per spiegarci la sua scomparsa (voluta) per circa 200 anni. Anzi, la ricomparsa nel VI secolo divenne una necessità poiché i monaci, che rifiutavano le Scritture dei Preti siriani, erano da essi perseguitati: l'antico monastero non era più sicuro!
    Si osservi che se i Monofisiti avessero ritenuto un falso questa Sindone, che era nelle loro mani, l'avrebbero certamente distrutta
    !


    ICONOCLASTIA

        I Vescovi di Edessa, normalmente Siriaci e spesso Monofisiti, preferivano certo nascondere la Sindone (fino a qualche sua apparizione) nelle Catacombe durante la Diaspora, ovvero nel II e IV secolo delle grandi persecuzioni, come avvenne anche per il Sudario di Gerusalemme. Per i Monofisiti ogni Persona della Trinità possiede unicamente la Natura divina, e pertanto non potevano mostrare, con la Sindone intera, la "morte di Dio"; i Miafisiti armeni (evangelizzati da S. Bartolomeo e S. Taddeo) pur accettando le due nature in Cristo, sostengono la prevalenza della natura divina. Forse ereditarono entrambi l'influenza dello zelota Simone (compagno di Taddeo in Siria, I secolo) e di Bar Daisan (II secolo) peraltro molto distanti, accomunati solo dal rifiuto delle rappresentazioni materiali del Figlio di Dio; ma l'asse ereditario di Taddeo comprendeva anche la S. Sindone, considerata un tabù, epperò...

        "Non c'è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce" (Luca 8,17)
        Fino al Concilio di Calcedonia del 451dC, i contatti con i Romani erano stretti, anzi nel 197 a Edessa si ebbe un 1º Concilio informale per la condanna delle immagini pagane: nelle Catacombe siriaco-romane del III secolo il Cristo è dipinto "zoppo" e con un ricciolo in fronte, timidi accenni ai piedi asimmetrici e alla macchia a forma di "3" sulla fronte; "timidi" anche a Roma, sia per non "offrire il fianco" ai Nestoriani che, contrari al Concilio di Efeso del 431, separavano la persona fisica da quella spirituale di Cristo, e sia perché solo il II Concilio di Nicea del 787 dichiarò la liceità del culto delle immagini, contro l'iconoclastia (specialmente bizantina) che resistette fino al IV Concilio di Costantinopoli "pro-Nicea" (870).


    ~ ~ ~ In mancanza di documenti scritti del V secolo... le analisi del C14 dimostrano l'autenticità dell S. Sindone: ~ ~ ~
    "Se gli esemplari di sudario furono irradiati dai neutroni, di certo i nostri risultati hanno fornito una data più giovane di quella vera;
    e questa possibilità è difficile confutare." (R. E. M. Hedges, Oxford Laboratory for Archaeology)
    "Daniele=Agaçalti"Consegna del Telo:la stola è un Tetradiplon!
    Volta della chiesa S. Daniele, ristrutturata nel IX secolo a 100m. di profondità, e particolari di Karanlik Kilise, una memoria del IV secolo.

        S. Daniele è nel Canyon Ihlar (Anatolia/C.) a est del Lago Çereflikoçhi; Karanlik (=Oscura) in Val di Göreme, a metà strada tra quella e Agaçalti d'Armenia, a Nord-Ovest del Lago Van, sui 1000 m.
    Nel riquadro completo possiamo individuare sei Apostoli a destra e cinque Patriarchi a sinistra; i quattro predecessori di Ethalah sono appunto Sha'ad, Conon, Palut e Mar Aggai, preceduti dai prescelti per l'Oriente: Addaj, Taddeo e Tommaso (diretto verso l'India) oltre a quelli destinati verso la Georgia (Simone il Cananeo, Andrea e Mattia).
    La Chiesa vulcanica (nucleo-radiante) sopra il Lago di Van conosceva bene la Sindone intera! Il Risorto al centro in veste monacale rappresenta l'epoca dei primi monaci del luogo, mentre a sinistra rivela una sorta di bende al polsi, come a proteggere le stimmate, certamente rilevate sulla Sindone. Le colature di sangue sotto agli occhi hanno la forma di triangoli (rovesciati in modo non naturale) come ad accennare al dogma trinitario in via di definizione (381) ma il ciondolo al collo è ancora una stella di Davide a sei punte e non una croce, simbolo che si affermerà solo nel V secolo.

        La tecnica ed il gusto del dipinto appartengono alle antiche usanze orientali, non bizantine, ma la stella non ha le tradizionali otto punte usate dagli artisti di quella regione: quanto vediamo non costituisce pertanto un mero ornamento. Le decorazioni sindoniche "a spina di pesce" visibili qui in un angolo sono ancor più evidenti sul soffitto.


    ~ . . . Mene . . . Tekel . . . Peres . . . ~
     

        La dedica al famoso interprete di visioni e sogni (Daniele 1,17) non è casuale: ricorda la lotta contro le persecuzioni e l'idolatria, e la Luce permanente della Sindone.
    Sull'altra parete laterale della chiesa di Karanlik, un Angelo riceve la "Perla di Daisan" da un Apostolo che cela il bianco Telo sotto gli abiti. E la storia si ripeterà: a Vercelli nel 1553 il
    canonico Costa salvò la reliquia nascondendola sotto il mantello, mentre Cossè de Brissac tentava di sottrarre Vercelli ad Emanuaele Filiberto, impegnato con Carlo V nella difesa di Milano;
    e anche per questo esisteva la leggenda che "una forza invisibile impediva ai ladri d'avvicinarsi al Santo Lenzuolo per rubarlo!" (A.L. Millin, Voyage en Piemont de Lausanne, Ed. Sajou)
     

                            Passaggio della preziosa Reliquia dagli Apostoli ai Patriarchi
    Cosi come la grande Perla è rimpicciolita, la Sindone diventò un Mandilion!

        A Ravenna nel Battistero degli Ariani del VI secolo, decorato dagli ortodossi, S. Paolo ostende sulla tonaca le Scritture; qui la Perla non è solo una Pietra dell'Altare, ma il suo stesso Centro!
    Nella stessa chiesa Oscura, il Crocifisso presenta la ferita al costato destro, piedi asimmetrici sul suppedaneo, non immaginando l'artista il possibile utilizzo di un unico chiodo, la barba divisa in due e alcuni rigonfiamenti, anche ai polsi, per quanto i chiodi siano immaginati sul palmo, quasi a supporre una ematidrosi; si notano anche le piccole gocce di sangue sulla fronte; questo e tutto il resto è disposto come sulla Sindone: l'artista aveva visto proprio questa, oppure il Cristo! Di quanto sopra non mancano documenti del IV secolo: il Christus Patiens in gran parte attribuito a Gregorio di Nazianzo (384 dC) ci dice che Gesù fu crocifisso nudo con tre chiodi e dopo morto fu deposto con il sangue che effluiva ancora dalla ferita al fianco e avvolto in teli.
    L'ultima affermazione risale al Vangelo di S. Giovanni. Quella sui tre chiodi sarà divulgata solo nel Medioevo con l'esposizione della Sindone intera, comunque verso il 450dC è riportata da almeno altri due scrittori: l'egiziano Nonnus e il turco Socrates, a riprova che nel IV secolo la Sindone, sia pur visibile a pochi, esisteva già. Socrates proseguì la "Storia Ecclesiastica" forse consigliato da Teodoro Mopsuestia, condiscepolo di Crisostomo. Nonnus ha parafrasato il IV Vangelo e visse ad Akhmi'm, dove nel 447 venne esiliato Nestorio (†451) che separava la natura umana di Gesù da quella divina (come duplice soggetto); Nestorio nacque a Kahramanmaraç presso Nazianzo: di qui alla conoscenza comune della Sindone il passo è breve! Lo stesso (o un altro?) Nonnus, monaco di Tabenna sul Nilo, fu Patriarca di Edessa (448-471†) in attesa del giudizio definitivo su Ibas (435-457†) accusato di nestorianesimo.

        Il Nazianzeno era un asceta, e spesso si ritirava in eremo; Vescovo di Sasima (presso Nissa, dov'era l'altro Gregorio) combatté gli Ariani ma, disgustato dallo scisma, nel 382 si ritirò a Nazianzo, l'attuale Konya, qui riportata nella Mappa paleocristiana, a poca distanza da S. Daniele, e non è un caso! A parte le brillanti omelie di S. Cirillo di Gerusalemme, incentrate sulla Sindone, su essa esistono forti richiami anche in S. Giovanni Crisostomo (381) S. Gregorio Nisseno (379) Eusebio di Cesarea (325) Epistula Eusebii Papae & Silvestri (309-335) C-46 del Liber Pontificalis. In particolare, pur ammettendo l'esistenza della Sindone, il monofisita Eusebio, contrario all'esposizione dell'immagine di Cristo, non dà notizia del "ritratto di Cristo" riportata nell'archivio di Edessa, consultato come lui dal siriano Efrem, l'autore della "Dottrina di Addai": quella di Eusebio è una ben nota strategia per la lotta contro gli Ariani, che si accentua nel V secolo contro i Nestoriani.
     

    "Per un Chiodo si perse un Ferro di cavallo; per un Ferro di cavallo si perse un Cavaliere; per un Cavaliere si perse un Messaggio;
    per un Messaggio si perse una Torre; per una Torre si perse un Impero, e dall'Impero si salvò la Sindone" (Proverbio balzano, XXI secolo)

     

        Al Meteoron del Monte Athos (1552) e alla Cappella Sistina (1590) sullo sfondo del I Concilio compare il Risorto con la Sindone stretta fra le braccia, come in altre Icone relative al 325! In primo piano c'è l'Imperatore Costantino che, a favore dell'ortodossia interpretativa dei quattro Vangeli, brucia i libri dei dissidenti. Ethalah era presente e certo ebbe paura, perché aveva adottato anche un testo diverso ma unificato: il Diatasseron, trascritto verso il 172 dall'ascetico siriano Tatian, uno gnostico che certo influenzò lo stesso Bar Daisan. Il Diatasseron fu poi commentato da S. Efrem e raccomandato da Rabbula Patriarca d'Edessa (411-435) ma vietato ad esempio dal Vescovo di Ciro (423-457) Teodoreto, un amico di Nestorio. A noi qui interessa citare il passo sul lino intrecciato a "Z": Giuseppe di Ramah (Arimatea) "comprata una stoffa ritorta di lino puro, depose il corpo di Gesù..." (LII, 24) Fa riflettere il fatto chi vedeva la Sindone insanguinata del Risorto fosse spinto in contraddizione, risolvendosi per l'idealizzazione gnostica o per l'opposta materializzazione nestoriana: ci vorrà mezzo millennio per pervenire alla risoluzione conciliare su Cristo "veramente Dio e veramente uomo, composto di anima razionale e di corpo..." (III di Costantinopoli, 681). E qui vien da pensare che lo stesso concetto di autenticità o meno non si addica alla S. Sindone, per quel tanto che appare un oggetto al di fuori dallo spazio e dal tempo! Prima del IV secolo, oltre al citato "Inno delle perla" di Bar Daisan (†222) nel II-III secolo possiamo ancora cogliere impliciti riferimenti alla S. Sindone, o meglio alla sua figura deturpata dalla Passione e non solo in base al passo (53,2) di Isaia, almeno in Giustino (†167) Celso (180) Clemente Alessandrino (†215) Tertulliano (†222) Origene (†253) per cui rimando al lavoro di S. Zardoni, citato in calce. Ad esempio Origene, pellegrino dall'Egitto all'Italia e dalla Palestina alla Cappadocia, per cui sapeva bene che la statura media degli Aramei d'Israele era inferiore alle altre, scrive che Gesù "anche se deforme ma non miserabile" non era affatto piccolo, al contrario di quanto affermava il pagano Celso, eppoi chiosa "a ragion veduta" Isaia (53, 1-3) appoggiandosi sul termine "virgulto" che vuol dire solo arbusto con ramoscelli numerosi, non necessariamente alto. In effetti, in base ai calcoli effettuati sulle foto del 1976, sulla Sindone ci appare un Uomo di 179cm e 79Kg!
    :Un virgulto, e copia al "Domine quo vadis" (dalla chiesa romana S. Sebastiano) di un'impronta di 27cm (~IIIsec) simile alla misura del piede normotipico della Sindone:
    I riferimenti alla Sindone diventano più espliciti negli Apocrifi, scritti a partire dall'anno 100, di cui ho qui selezionato quel che si può interpretare in coerenza con la storia, la scienza e i Vangeli.

     

     


    Abgar IX 214 Monasteri


    Abgar V 46dC Mandilion
     

        Viste le strette coincidenze tra la Sindone e il Sudario d'Oviedo, provenienti da un medesimo Crocefisso, e che i pollini in comune si trovano solo presso Gerusalemme, qui dovevano trovarsi entrambi i reperti, durante la Deposizione e Sepoltura. Questo fu sicuramente prima del 214 e del 46dC, date deducibili dalle leggende sulla dinastia dei re Abgar di Edessa. Ricordiamo che la "leggenda" è il modo più antico per raccontare la storia dell'uomo, ma bisogna saperla "aprire": verso il IV secolo, furono translate a Edessa le ossa di S. Tommaso, martire in India nel 72 dC, già noto ai fedeli siriaci, e una leggenda dice che nel I secolo Tommaso aveva inviato Giuda Taddeo ad Abgar V, ma sarebbe più corretto dire che essi cominciarono insieme la loro missione verso l'Oriente, colà "inviati" e "accompagnati" dall'Immagine del Risorto, istruendo nuovi discepoli (Dottrina di Addaj, Storia ecclesiatica di Eusebio, Atti di Giuda Tommaso).

        I tre evangelizzatori della Siria (Taddeo, Simone e Tommaso) furono traslati da Edessa in Italia in seguito alla I ed alla IV Crociata, seguendo le sorti della Sindone.
     

    Gli disse Giuda (Taddeo) non l'Iscariota: "Signore, com'è che devi manifestarti a noi e non al mondo?" Gli rispose Gesù:
          "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui."

    {Giovanni 14, 22-23}

    Le spoglie di Giuda Taddeo

    ~~ Narratio de Immagine Edessena (944-959) di Costantino VII Porfirogenito ~~
    "Solo Abgar (V) potette vedere l'insopportabile lucentezza che sprigionava l'immagine
    (di Cristo, posta) sulla fronte di Taddeo (figlio dell'altra Maria, e cugino di Cristo).
    Dimenticando la paralisi che da tempo aveva colpito le sue gambe, egli si alzò dal letto e corse ad incontrarlo!" 30-46 dC
    (Testo ripreso dalla Storia ecclesiastica di Eusebio, 311)

        Dopo Taddeo e l'omonimo Addaj (fuggito dalla Palestina con la Diaspora del 70) fu Patriarca l'allievo Mar Aggai, il tessitore che forse ricongiunse alla Sindone la sua striscia laterale. Aggai fu in missione in Oriente come Taddeo, e al suo ritorno seppe che il discendente di Abgar (Ma'nu) era divenuto pagano. Quando questi gli ordinò di adornarlo con tele preziose, come faceva per il suo avo, e d'incoronarlo, Aggai si rifiutò ricordandogli di essere un servitore di Dio, ma il Re lo uccise spezzandogli le gambe (Bar Hebraeus, 1280).

            Le "tele preziose" adombrano il Mandilion, con cui Abgar V rinnovò il suo regno; prima d'allora (~ 190 dC) il Patriarca Aggai aveva già indicato alla sua successione Palut, nuovo possessore di quel "Mandilion" che molto tempo dopo (544 dC) verrà "ritrovato dietro la Tegola con la Lampada votiva ancora accesa" (Sinassario bizantino ~ 1000dC).
        Nel frattempo, sopravvenne a Edessa un'inondazione (201) e Palut fu consacrato Patriarca ad Antiochia, dove ritroviamo la Sindone anche nel 212 dC. Anche qui, come nel racconto di Bar Daisan, è evidente il sottinteso del proibitissimo trasporto del telo funebre da Gerusalemme a Edessa. Fin dal IV secolo, le icone di Abgar re di Edessa (9-46 dC) ritraggono anche il "Mandilion" e non un fazzoletto, ma un lungo telo con l'impronta del Volto della Sindone! Dopo la crocifissione di Gesù avvenne la Diaspora dei Cristiani (perseguitati da Romani ed Ebrei) e gli aramaici dell'indipendente Edessa li accolsero volentieri: non ci meraviglia se quanto sopra è una pia leggenda tesa a giustificare il possesso del Sacro Lino, ben conservato fuori dalla città per circa 500 anni, certamente per consiglio di Taddeo e/o Tommaso.

     

    Gesù gli disse: "Perchè mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!" (Giovanni 21,29)
    Click: Mappa paleocristiana!
    La Santa Sede è il baricentro del triangolo Gerusalemme - Oviedo - Torino.
     

        In base alla correlazione con il Sudario d'Oviedo e ai documenti sul percorso della Sindone, l'Uomo della Sindone morì a Gerusalemme prima del 46 dC, ma
    potremo dedurre qualcosa di più preciso se troveremo dove fu trascritta, come nella tradizione, la data della sua sepoltura.

    Quando avrete osservato bene tutto quanto, scorgerete anche questa, ma non per pura logica o per sola Fede! Abbiate la Speranza di trovare, e la pura coscienza di quel che cercate, e troverete. Ma la cosa più importante, non dimentichiamolo, è la Carità: se non siamo disposti a questa, non avremo trovato nulla! Giovanni Imbalzano


    ~ Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. {1 Corinzi13,12} ~
    Esodo, 70 dC: il Vescovo di Gerusalemme Simeone, cugino del Signore, si rifugia a Petra, oltre il Giordano, nascondendo il Sudario là dove sarà visto dal "pellegrino di Piacenza" nel 570.
    Gerusalemme, 44dC: Giacomo il Maggiore è giustiziato e Pietro imprigionato da Erode Agrippa, ma Pietro evade per miracolo e Agrippa muore fulminato. Pietro continua la sua missione con
    Paolo in Antiochia (46) affidando il Vescovado di Gerusalemme a Giacomo cugino del Signore, che nasconde il Sudario e altri oggetti di Cristo in una piccola Arca, mentre suo fratello Taddeo sarà
    inviato a Edessa con la Sindone. Nel 62 Giacomo viene lapidato, mentre Paolo è prigioniero a Roma; nel 64 Pietro si rifugia forse a Babilonia. Ma ben presto egli lascia in Siria Tommaso, che parte
    per l'India, e in Cappadocia Giuda Taddeo, che sarà l'Apostolo più vicino a Gerusalemme; dopodiché Pietro conquista la Babilonia di Nerone con il proprio martirio (67): è il Cristianesimo
    .

    T(iberius) J(ulius)C(aesar) XIX'a(nno)

        L'Uomo della Sindone morì nel 33 dC e la probabile età era di 38 anni; anche la discordanza con un'approssimazione storica del II sec (Gv 2,20) garantisce l'autenticità della data;
    addirittura, sotto al segno XIX s'individua un XX' corrispondente all'uso di datazione siriana di Antiochia, la patria di Luca (medico e pittore); accanto alla data, si trovano anche le iniziali Christus Nazarenus Messias Iesus Pastor Emanuel. Tutto ciò è coerente col Vangelo di S. Matteo (l'esattore dei Romani) e con i
    Preliminari sul codice PRAY. In un angolo del Sudario d'Oviedo s'individua la data corrispondente TJCXIXA: anche se qui la scritta è molto tenue, ciò comporta un'autenticazione reciproca con la Sindone!

        La datazione-C14 del Sudario (Max 700dC) conferma la doppia contaminazione della Sindone (Max 1400dC) per il suo trasporto, oltre che la nascita del lino, in aree vulcaniche, mentre il Sudario era più al riparo della Sindone, nel periodo in cui i Cinesi avvistarono ben tre (super?) novae, oltre a quella del 5aC, in tempi insolitamente ravvicinati: 386, 393 e 436. Dagli Apocrifi più antichi (200dC) possiamo dedurre che i lini furono affidati ai nipoti di Maria, i fratelli Giacomo (Sudario di Gerusalemme) e Taddeo (Sindone di Edessa). Nonostante il citato (Gv 2,20) la tradizione della Chiesa considera il 33, e non il 30, l'anno della crocifissione, forse perché in quell'anno vi fu un'eclisse di Luna, il Venerdi 3 Aprile, tra le 14 e le 15 (prima dell'ora nona romana): "alcuni andavano in giro con lumi, pensando che fosse la notte, e cadevano", dall'Evangelo di Pietro V,18 (125dC).

        Il mattino di Giovedi 19 Marzo c'era già stata un'eclisse di Sole, e questo fece impaurire gli Ebrei, timorosi che i Crocefissi morissero prima delle luci festive, in quanto ciò era severamente proibito dalla Torah. I fenomeni descritti non si verificarono affatto nel 30, ma sicuramente nel 33dC. Ricordo che la congiunzione Luna-Terra-Sole accentua le maree, anche fluviali e atmosferiche, con smottamenti rocciosi (pseudo-terremoti); infine, ad Egiziani, Romani ed Ebrei un'Ombra improvvisa ricordava le forze oscure della vita e della morte, così come il Fuoco.
     


    NOTA. Alcune immagini celate nella Sindone furono prodotte ad arte (supertizione o vandalismo) o per occasionali usi impropri.
    Per determinare quelle realmente significative (e solo in via preliminare) occorre confrontare il positivo fotografico col negativo, e rilevarne anche la tridimensionalità.

    1980 gi Corona di spine a casco: tracce sulla misteriosa parte intermedia della Sindone gi 2010
    Essa non appare sulla parte frontale, ma ricordiamo che era prescritto di deporre sulla testa del morto un mucchio di
    terra che, con mirra ed aloe, ha certamente concorso a mantenere tesa la Sindone, dov'è presente diffusamente, insieme con i pollini.
    Le dimensioni radiali della corona sono compatibili con la Corona di Nôtre Dame, proveniente da Gerusalemme
    (nel 409 sul Monte Sion, secondo San Paolino da Nola).

    La corona fu osservata bene nel 1500, come descritto in Leonardo & Company
    ‡ † ‡
    Le tracce di sangue al polso e al piede, rilevate anche sul retro della Sindone sono compatibili con la sezione quadrata (1x1cm) del Chiodo di S. Croce in Gerusalemme a Roma;
    la lunghezza di quest'ultimo è circa 11.5cm, la stessa misura dei chiodi ai polsi di Jehohanan, un crocefisso del 70dC ritrovato in Israele a Givat Hamivtarin (1970).

    Apostoli 33dC Sepolcro


    +° MILLENNIO: Tommaso, Luca, Giovanni, Giuseppe, Maria, Magi..!


    Re Magi ~ 6aC Lino

    Magi a Erode (~ 6 aC):
    "Abbiamo visto una stella grandissima, lampeggiante tra tutte le altre, e le oscurava tanto che esse scomparivano!"
    Protovangelo di Giacomo XXI,2 (~ 150 dC)


    NOTA FINALE

        La descrizione dei Magi è compatibile solo con la presenza di una superNova, rotante come un faro e abbastanza vicina alla nostra galassia, tale da oscurare anche la Luna.
    La comparsa di una superNova nella nostra Galassia non è affatto rara: senza telescopio, dai tempi di Cristo al Medioevo se ne vide una ogni cent'anni.

        Questo fenomeno è violento e di minima durata (da poche ore a pochi giorni) e comporta una rapida variazione della quantità di C14, in assenza del suo riciclo (come in zone montane, lontane da grandi mari). Dalle tabelle di variazione del C14, confrontate con la presenza di altri avvistamenti di supernove, ho dedotto che quanto sopra può essere avvenuto solo tra il 50 aC e il 50 dC. [Per qualche approfondimento, leggere la Magica nota] Anche le analisi del C14 sulla Sindone ne sono una prova: infatti, le "scorie" del lino (piú esterne) contengono meno C14, come se fossero piú vecchie. Tale "anomalia" conferma appunto l'arricchimento di C14 durante la produzione del lino in quei tempi, almeno in zone montane, specificamente verso l'Armenia, dove il lino era intessuto con qualche fibra di cotone, come si verifica per la Sindone. Ricordiamo che le fasi di lavorazione del lino prevedono la macerazione (esposizione ai batteri) in luoghi umidi e l'appretto (con sostanze gommose) per proteggere il tessuto, irrigidendolo. La Sindone mostra che questo fu eseguito, ma poco oltre la tessitura, come avveniva soltanto in Medioriente. La Sindone, che non presenta alcun bordo di chiusura, fu ritagliata da un grande pezza di tessuto (che poteva conservarsi anche a lungo); infine, anche la trama a spina di pesce non segue il verso antiorario come per gli Egizi ma quello orario, come era in uso nell'antico Oriente. Il racconto dei Magi, l'esistenza della superNova e le analisi del C14 concordano "sincronicamente".

        Lo studio "diacronico" (o percorso storico) della Sindone ne comporta infine l'autenticità, almeno nel senso cheessa riproduce il corpo di un Uomo torturato, morto per crocifissione e sepolto al tempo dei Romani, come descritto dal Pontefice Benedetto XVI in occasione della sua visita alla S. Sindone di Torino (2 Maggio 2010).


  •  

    : . . Ultime ricerche sulla "miracolosa" formazione dell'immagine . . :
    Ipotesi fotoelettrica e negatività dell'immagine della S. Sindone
    ~   Dopo il terremoto ci fu un fuoco:   non era nel fuoco il Signore.   
          E dopo il fuoco una voce, un sussurro sottile.
      {1 Re 19, 12}   ~  
    ~   I suoi occhi sono come una fiamma di fuoco,   ha sul suo capo molti diademi;
           porta scritto un nome che nessuno conosce all'infuori di lui.
          È avvolto in un mantello intriso di sangue e il suo nome è Verbo di Dio.
          Gli eserciti del cielo lo seguono su cavalli bianchi,   vestiti di lino bianco e puro.

                                          {Apocalisse di Giovanni 19, 12-14}   ~

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    Scultura del Beato Claudio Granzotto ~ Frati di Vittorio Veneto ~ {Treviso 1940'41} . . . Parrocchie WEB . . .
    ~ ~ Beato Bernardo di Moncalieri ~ ~ More Info:  //www.shroud.com/papers.


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  • SHINY..: :..CODEX

    !..Identity Cards..!
    Click: Christi Mater RX della Madonna di S. Luca (lino da Antiochia a Bisanzio e Bologna) & Ortografica dell'Uomo della Sindone Click me: Christi Mater
    I tratti fisionomici (tenuto conto della foto di Enrie) coincidono fino al 92%: nell'Uomo predominano coraggio e iniziativa; la categoria in comune è quella degli artigiani.
    Tommaso..: "Andiamo anche noi a morire con lui!" (Gv 11,16); nella sua patria..: "Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria..?" (Mc 6,3)
    La Madonna di Priscilla (Roma, 3°sec) assomiglia a quella di S. Luca al 98%: è meno "triste".
    La fisiognomica fornisce caratteri acquisiti, non puramente genetici, ma Volti molto simili rispecchiano un archetipo unico.
    __
    Roma: Madonna di Priscilla, Cristo dell'Ipogeo (4°sec) e Giuseppe in S. Maria Maggiore (5°sec) assomigliano (87%..89%) al Volto della Sindone; ma gli
    somiglia al 92% il Pantocrator di Dafni (XIsec, simile a quello del Sinai, 540dC); questo può confermare la pre-esistenza della S. Sindone (Paul Vignon, 1938).

    Il Pantocrator coincide con il Volto di "Ingresso a Gerusalemme" (Dafni, 2°sec) all'89%, ma questo con la S. al 96%;

    evidentemente deve esistere un soggetto ORIGINALE: esso è il Volto di un Uomo d'epoca paleo-cristiana.
    Infatti, immagini del tutto originali ma successive al 6° secolo hanno una somiglianza con la S. inferiore all'89% e sono pertanto interpretazioni postume.
    Naturalmente, rispetto alle rappresentazioni di Dafni, la figura primitiva è la Sindone, semplicemente perché è più ricca d'Informazione.
    !..G. Imbalzano, Moncalieri © 2000~2010 (To) IT..!

    I caratteri fisionomici rilevati per l'Uomo della Sindone sono statisticamente compatibili con quelli del sangue (maschile) di gruppo AB, rilevato su di essa.
    Seguendo un dietologo, le persone del gruppo AB sono favoriti da una particolare alimentazione, compatibile con le abitudini di Gesù dei Vangeli:


    Tipo e Dieta AB ~ ~ Triade umana ~ ~ Triade divina

    Gli Evangeli, le analisi chimiche e l'edologia della Sindone sono del tutto coerenti e si certificano a vicenda!

    :+:+:+:


    !..fuori dallo spazio & fuori dal tempo..!

    ~ Jubilaeum' Eyes ~ 
    ~ ...mentre il sudario, che stava sul suo capo, non giaceva per terra con le bende ma solo, ripiegato da una parte.
    Allora entrò anche l'altro discepolo che per primo era arrivato al sepolcro e vide e credette. {Giovanni 20,7-8} ~ 

    ~ Gli occhi della Sindone ~

    ! . . . . . . . . . . . . . . . . . !

    # .."Annibal D'Animo" Lyricae.. #
    # # ..Vatican Radio.. # & # ..Vatican Television.. # #
    # # Karaoke cristiani : # & # : LuceDelMondo.KAR : # & # : KaraFUN.exe # #

    LIFE for UNIVERSE!
    Una testa piccola così, per un sistema così piccolo
    in una galassia tanto piccola, per un universo così grande...
    in una testa piccola così!
    ''Il regno dei cieli è simile a un chicco di senape
    che un uomo prese e seminò nel suo campo'' {Matteo 13, 31}

    ''Universo a 8/10 dalla sua nascita, con superNova!'' { -11 / 13.7 miliardi di anni} _ Immagini spettroscopiche _ ''Chiunque non riceverà il regno di Dio come un fanciullo, non vi entrerà'' {Marco 10, 15}
    del centro di studio spaziale "BOOMERANG":

    la LUCE PRIMORDIALE che ha generato l'Universo, fin dal suo primo istante, rivela strutture NON CASUALI,
    come un misterioso TRIPLICE VOLTO, che qui propongo per uno studio di tipo "sindonico" G.I.

    Risoluzione consigliata: 1024*768.

    ~ ~ ~
    ~ ~
    ~

    Quel che vedrete...
    è SCIENZA e non lo è; è GESTALT e non lo è;
    è PSICOLOGIA e non lo è; è FILOSOFIA e non lo è;
    è RELIGIONE e non lo è; è MITO e non lo è:
    è l'ARCHETIPO dell'eterno FANCIULLO, è il nostro INCONSCIO UNIVERSALE,
    la Prima Emanazione dell'Unico Pensiero,
    risalendo la china di 15 miliardi d'anni...
    fino alla profetica ARTE PRIMORDIALE del Big Bang!


    ~ BIBLIOGRAFIA minima ~
    C. G. Jung & K. Kerényi, Einfurung in das Wesen der Mytologie (1940 ZURICH Jung-Institut);
    D. Katz, Gestalt Psycologie (1948 BASILEA Benno Schwalbe & Company);
    P. Teilhard de Chardin, Hymne de l'Univers (1961 PARIS du Seuil);
    Arc. S. Baldassarri, Rab. E. Toaff, Patr. E. Atenagora & Frère M. Thurian, la Bibbia Concordata (1968 IT Mondadori);
    J. Piaget, Le structuralisme (1968 PARIS Universitaire);
    J. Jacobi, Die Psycologie von C. G. Jung (1971 OLTEN Water Verlag);
    E. W. Russell, Report on Radionics (1973 LONDON Russell);
    R. Breuer, Das anthropische Prinzip (1981 MÜNCHEN Breuer);
    S. Zardoni, Reliquie e immagini: alcune linee di teologia, II Conv. Naz. Sindon. 1981 (1983 BOLOGNA CLUEB);
    J. D. Barrow & F. J. Tipler, The Anthropic Cosmological Principle (1986 OXFORD University);
    R. Löw, Die neuen Gottesbeweise (1994 AUGSBURG Pattloch);
    M. Mantovani, Scienza e fede nel dialogo "Ricerche teologiche" X.2 (1999 ROMA Dehoniane);
    F. J. Tipler, The Physics of Christianity (2007 Doubleday);
    G. Imbalzano
    Conformal Constants & New Physics (2008 NY Lulu).
    ~

     ~ ~ ~ ~ ~ ~ Altri SITI * Jubilaeum ~ ~ ~  ~ ~ ~ 

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