Icona.................pregare in modo ....differente..

Questa è un'altra mia passione......qui troverai una semplice spiegazione generale e poi la spiegazione di alcune icone che non sono mie ma ho avuto la gioia di avere in casa per alcuni giorni...ed ora sono in casa di amici..(fotunati loro!).

 

In uno dei periodi centrali della storia dell'impero di Bisanzio, vivevano alla corte di Costantinopoli due fratelli, Cirillo e Demetrio, funzionari di alto rango dello Stato.

Convertiti al cattolicesimo, decisero di iniziare una vita di apostolato e si avviarono verso i paesi Caucasici.

L'esperienza di Cirillo nella gestione degli archivi imperiali, la sua familiarità con i testi scritti e i documenti lo facilitò in una impresa che con grande sensibilità ritenne fondamentale: l'invenzione di una forma di scrittura con caratteri chiamati appunto "cirillici", che potessero rendere le parole dei sacri testi con i suoni di queste popolazioni.

L'opera di evangelizzazione si diffonde ed è sostenuta anche da una ricca iconografia: da Bisanzio si derivano modelli e tecniche pittoriche; nascono quelle che ancora oggi noi chiamiamo "icone": tavolette di legno non resinoso ben stagionato, ricoperte di tela gessata con colla di pesce, dipinte con tempera a uovo e dorate con fogli sottilissimi di metallo. Le icone stilisticamente più vicine all'arte bizantina e tutt'ora molto venerate sono le più antiche icone russe, considerate taumaturgiche, spesso ancora conservate nella chiesa d'origine.

All'interno della chiesa, le icone vengono disposte su una sorta di "parete" che divide lo spazio riservato ai fedeli da quello riservato ai celebranti: l'iconostasi.

Questa alta transenna, di cui si possono vedere esempi in San marco a Venezia e nella basilica di Torcello (ghetto di Venezia il più antico d'Italia), veniva ricoperta di icone, disposte su più ordini, secondo canoni piuttosto rigidi, fino a diaframmare completamente lo spazio sacro e a celare l'azione del sacerdote.

Al centro dell'iconostasi erano alcune aperture spesso rivestite di metalli preziosi, inserite nella graziosa cornice lignea dell'iconostasi stessa: sono le porte regali.

Il significato fondamentale dell'iconostasi, qualunque sia il numero delle icone, le loro dimensioni e la struttura compositiva, è sempre il medesimo: la raffigurazione di Cristo e della Madre di Dio. La differenza sta nella sfacettatura, nell'approfondimento di questa raffigurazione, che però, per quanti che siano gli episodi che la narrano, deve essere sempre unitaria, integrale: l'iconostasi è in realtà un'unica icona, che racchiude l'Incarnazione, la Passione redentiva e la Resurrezione di Cristo. E con lui dell'umanità intera.

Altre icone più piccole erano disposte, per la venerazione e la preghiera, su appositi leggii. Altre ancora erano destinate al culto familiare.

L'incavo profondo alcuni millimetri (detto Kovgeg o culle) simboleggia la più profonda intimità con Dio del personaggio raffigurato, che già vive nella dimensione divina.

Cristo simboleggia la Protezione con le sue braccia allargate in preghiera, rigorosamente frontale e a figura intera.

La tradizione russa vuole che quando un figlio si sposa e lascia la casa paterna la prima cosa che porta nella nuova casa e' un'icona di famiglia, segno della continuità della stirpe, degli affetti e della devozione.

 

 

 

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