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Manutenzione per la barca

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Per gli amici di casa


MANUTENZIONE PER LA BARCA

Qualsiasi tipo di imbarcazione, dopo essere stata a contatto dell'acqua per diversi mesi, ha bisogno di essere revisionata. Il nemico principale di ogni scafo è la flora marina. La vegetazione, che rimane attaccata alla parte sommersa, deve essere accuratamente asportata, altrimenti può provocare grossi danni alle strutture di galleggiamento, oltre a ridurre di molto la velocità dell'imbarcazione. Bisogna quindi rimuoverla per tempo, prima che si asciughi o indurisca. Le alghe infatti, quando sono ancora umide e morbide, si possono eliminare con facilità usando acqua dolce e uno spazzolone di saggina molto duro. E' un'operazione che va eseguita in simultanea, dirigendo il getto dell'acqua, piuttosto violento, sullo scafo e passando contemporaneamente lo spazzolone. Se invece le alghe hanno fatto in tempo a indurirsi, occorre eliminarle con l'apposito raschietto triangolare. Mentre si usa bisogna far bene attenzione a non intaccare lo scafo. Eliminate le incrostazioni si deve controllare lo stato della vernice della carena; se è ancora buono è sufficiente passare un paio di mani di vernicetta antivegetativa: se invece è scrostata, bisogna ridipingere lo scafo. E ridipingere non significa mettere nuova vernice su quella già esistente, ma vuol dire sverniciare, carteggiare, e passare poi la nuova vernice.

Per sverniciare esistono appositi soffiatori d'aria calda regolabili, che possono arrivare fino a 600-700 gradi e che, con l'aiuto del raschietto, consentono di asportare la vecchia vernice in modo piuttosto rapido. Prima di applicare la vernice bisogna carteggiare lo scafo con carta abrasiva a grana molto grossa o meglio ancora, con la levigatrice orbitale (si consiglia il modello PSS 280 della Bosch). Se si usa la levigatrice è bene ripassare con carta vetrata a grana fine. Conclusa questa fase del lavoro si passa all'applicazione della vernice nuova, prima la protettiva, poi la colorante. L'applicazione della vernice deve essere eseguita in modo molto accurato, poiché è proprio questa che protegge lo scafo dalla corrosione dell'acqua e della vegetazione.

Se lo scafo è in legno (che è un materiale estremamente poroso) occorre un tipo di vernice impermeabilizzante che penetri in profondità nei pori del materiale e, infine, due mani di vernice antivegetativa. Da questa operazione non devono essere naturalmente escluse le opere morte, cioè le parti che non stanno a contatto con l'acqua. Anche queste vanno sverniciate, se occorre stuccate se si sono prodotte delle fessurazioni, carteggiate e poi rifinite con due mani di smalto. La barca in abs, polietilene o vetroresina, è un po' più difficile da verniciare della barca in legno: lo smalto normale non è infatti adatto poiché non regge allo sforzo a cui è sottoposta la carena né alle sollecitazioni tipiche dei materiali di sintesi. Bisogna quindi usare smalti specifici per scafi in plastica, e lavorare con molta attenzione perché questo tipo di smalto non è poi così facile da stendere. Per facilitare il lavoro si consiglia di dare prima una mano di mordente, che rende più facile la presa dello smalto. Il mordente va steso a pennello, lasciato asciugare quindi passato con due mani di smalto, che va applicato in senso diagonale, prima in un verso, poi in quello opposto. Tra la prima e la seconda mano bisogna carteggiare affinché la superficie risulti molto ben levigata. Dopo la seconda mano, si passa di nuovo la carta vetrata a grana molto fine. Da ultimo si può passare un polish per lucidare la superficie smaltata. Per riparare un'eventuale piccola falla nella barca di plastica, si procede nel seguente modo: delimitare la parte con nastro adesivo, poi incidere con il bisturi la parte e toglierla formando una specie di tassello a bordi abbastanza regolari. Si stacca quindi il tassello e si sostituisce con uno nuovo delle stesse misure, sempre in abs, avendo cura di smussare leggermente i bordi. Si applica allo scafo e si salda facendo colare, in corrispondenza delle giunture, un po' di abs liquido: per accelerare il processo di solidificazione si può anche usare un generatore di aria calda. Si termina il lavoro carteggiando accuratamente lo scafo: si consiglia di usare carta vetrata molto fine.

L'arte del fai da te richiede, naturalmente, oltre a pazienza, entusiasmo e tempo disponibile, tutti gli attrezzi necessari: e il lavoro riesce bene se gli attrezzi sono quelli giusti e di buona marca. Sapere già cosa scegliere, quali sono quelli che danno le migliori garanzie, è quindi molto importante. I modelli Bosch rispondono a questi requisiti (vedere Programma Hobby 1983-'84). Gli elettroutensili Bosch sono molto sicuri, essendo dotati di un doppio isolamento, nonché del cosiddetto sistema di sicurezza vitale aggiunta. Questo è reso possibile dalla carcassa composta da un materiale speciale, il poliammide, che assicura un isolamento totale. In tal modo anche se viene forata accidentalmente una linea elettrica l'effetto isolante del poliammide impedisce la conduzione della corrente a chi maneggia il trapano. Un ulteriore punto di vantaggio degli elettroutensili Bosch è costituito da una particolare tipo di isolamento protettivo dell'indotto: i fili che lo avvolgono vengono impregnati di una speciale laccatura chiamata esterimid, applicata almeno otto volte. L'avvolgimento è eseguito con una macchina automatica che attorciglia il filo di rame. I singoli fili vengono successivamente saldati al collettore attraverso un procedimento speciale, in modo che ognuno di essi sia uguale all'altro. Si tratta di una nuova tecnica Bosch, completata dall'impregnamento di poliestere che garantisce una maggiore resistenza al calore e una maggiore durata (rispetto ad altri tipi di impregnatura). Tutti questi procedimenti proteggono il motore da sovraccarichi di tensione. Anche un buon ingrassaggio ha un'importanza decisiva per la durata: e tutti gli ingranaggi Bosch sono protetti da un sottile strato di grasso che evita ulteriori manutenzioni particolari. La filosofia della Bosch è sempre stata quella di costruire macchine di notevole potenza, che si comminano con una particolare leggerezza: il risultato è una estrema maneggevolezza degli utensili e un invidiabile rapporto fra peso e potenza. L'utilizzazione sempre più frequente di elementi costruttivi elettronici ha inoltre portato a un miglioramento considerevole nella funzionalità degli apparecchi a tutto vantaggio della versatilità. Tutti questi accorgimenti, uniti alla scelta dei materiali speciali, tendono inoltre a diminuire al minimo la dispersione di corrente in produzione di calore, riducendo il consumo di energia.