Hänsel e Gretel
Centro Studi sui problemi dell'età evolutiva

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Rompere il silenzio  - Movimento per l'infanzia

Rompere il Silenzio - Movimento per l'infanzia

Dal 1997 il Centro Studi Hänsel e Gretel ha contribuito alla nascita dell’Associazione nazionale Rompere il silenzio e del suo progetto di prevenzione primaria e secondaria e di sensibilizzazione all’ascolto delle problematiche dei minori. Il Centro Studi Hänsel e Gretel è un’associazione di professionisti che lavorano nel campo della prevenzione, della formazione e del trattamento della sofferenza minorile. Rompere il silenzio è invece un’Associazione che si fonda sull’impegno volontario dei suoi componenti; non ha finalità professionali, bensì culturali e “politiche” (nel senso che è rivolta all’intera “polis” degli adulti). L’Associazione è composta non solo da “addetti ai lavori” e intende aggregare genitori ed operatori interessati a promuovere una cultura della sensibilità ai bisogni dell’infanzia e dell’adolescenza.
Rompere il silenzio è un’associazione nata nella scuola, da un’esperienza di formazione e di attivazione di un gruppo di insegnanti nel ruolo di conduttori di gruppo sulle problematiche della relazione educativa e dell’ascolto. L’Associazione Rompere il silenzio s’è già impegnata nel novembre-dicembre 1997 in una prima campagna di sensibilizzazione nazionale sul tema dell’ascolto della sessualità dei minori. Abbiamo voluto affermare nelle città e nelle scuole dove siamo stati presenti che la più grande strategia di prevenzione dell’abuso sessuale all’infanzia consiste nell’aiutare i genitori, gli insegnanti, i professionisti dell’infanzia e dell’adolescenza a sviluppare la capacità di ascolto e di dialogo con i minori, di condivisione dei loro problemi, di vicinanza emotiva ai loro sentimenti e alle loro difficoltà. Solo così possono essere tenuti aperti canali comunicativi preziosi che consentono ai bambini di segnalare immediatamente agli adulti protettivi che li circondano problemi piccoli o grandi, segreti piccoli o grandi.
L’Associazione Rompere il silenzio ha organizzato nel settembre-novembre ’99 una seconda campagna di sensibilizzazione nazionale che s’è tradotta in cinquanta iniziative tra incontri, dibattiti, seminari e convegni in quasi tutte le regioni italiane sul tema dell’ascolto del disagio del bambino. All’interno della suddetta campagna Rompere il silenzio ha presentato e diffuso una Dichiarazione di principi sul ruolo degli insegnanti e dei dirigenti scolastici di fronte al disagio e al maltrattamento degli allievi: una dichiarazione che tenta di contrastare la rimozione da parte del mondo della scuola del problema della sofferenza dei bambini e dei ragazzi, offrendo agli operatori scolastici linee guida concrete su come affrontare le situazioni di disagio e di maltrattamento


Riportiamo la documentazione relativa alla costituzione del Movimento per l'Infanzia, promosso da Andrea Cammarata; Associazione Rompere il Silenzio - Torino; Associazione F:I.A.B.A. Vicenza; S.O.S. Infanzia Spinea (VI); Centro Studi Hansel e Gretel, Moncalieri (TO); Luciano Paolucci Presidente di Marcia degli Angeli; Associazione “Mamme Separate” di Como.

PER LA COSTRUZIONE DI UN MOVIMENTO UNITARIO PER LA PROTEZIONE DELL’INFANZIA DALLE VARIE FORME DI VIOLENZA E DALLE DIVERSE SORGENTI DI DISAGIO

 

Il progetto di aggregazione

A seguito del processo di cambiamento culturale che vede emergere in maniera sempre più pregnante nella società una richiesta di maggiore e diversa attenzione ai problemi e alle esigenze dell'infanzia. si sono sviluppate negli ultimi anni nel nostro paese una serie di importanti iniziative (ultima delle quali il progetto di  Indifesi e Offesi)  che hanno posto l’esigenza di un movimento capace di incidere nell’opinione pubblica e nella vita sociale ed istituzionale del paese per la protezione efficace dell’infanzia dalle varie  forme di violenza e dalle diverse sorgenti di disagio.
Una società che non matura responsabilità e consapevolezza nei confronti dei bisogni e dei diritti dei bambini non può considerarsi appieno portatrice di civiltà e democrazia.
Ci proponiamo pertanto l’obiettivo di  raccogliere entro la stessa organizzazione quante più energie, intelligenze, professionalità possibili per acquistare peso specifico nell'ambito della vita politica e sociale allo scopo di contribuire attivamente a porre al centro degli interessi di una società  la protezione, la cura e l’ascolto dei bambini, soprattutto di quelli oggetto di maltrattamenti, abusi, trascuratezze e manipolazioni.
Vogliamo lavorare a costruire un’aggregazione culturale che favorisca l’incontro e la  collaborazione fattiva e costruttiva  di persone e associazioni, cercando adesioni nelle istituzioni e nella società civile, favorendo l’impegno di cittadini e di personalità sensibili, disposte ad impegnarsi senza  preconcetti ideologici in questa direzione.
Una tale aggregazione non può non rivolgersi alla polis, a tutte le istituzioni della comunità adulta per sensibilizzarle alle problematiche e alle esigenze dell’infanzia; tenterà in altri termini di partecipare, con la sua azione, alla vita culturale e politica del paese, senza per questo collocarsi negli schieramenti partititici, considerando gli obiettivi che intende realizzare super partes e patrimonio comune ad ogni uomo.

La vocazione del movimento

L’aggregazione che intendiamo promuovere ha una vocazione nazionale, sovranazionale e universale.  Nazionale, perché intende proporre e promuovere un movimento su tutto il territorio nazionale in modo da diventare un punto di riferimento imprescindibile per un rinnovamento culturale e per un reale e consapevole impegno del mondo politico e di tutta la società volto alla tutela e all'ascolto dei bisogni dell'infanzia.  Internazionale, perché si occuperà dei problemi del bambino in una società sempre più multiculturale e multietnica,  favorendo peraltro qualsiasi forma di collaborazione affiliazione, federazione con altre associazioni o organismi internazionali se tali modalità collaborative saranno reputate efficaci e utili al raggiungimento degli obiettivi propri del movimento. Universale perché il movimento si interesserà di tutti i molteplici aspetti del mondo infantile garantendo i diritti umani della dignità e  della protezione dalla violenza e dallo sfruttamento, del diritto ad una crescita e ad un'educazione equilibrata e serena, il diritto alla comunicazione dei bisogni e dei sentimenti, il diritto all'ascolto, il diritto a spazi e luoghi adeguati di gioco e di espressione creativa, ecc…
L’aggregazione che intendiamo promuovere vuole creare sinergie, favorire collaborazioni, trovare risorse per realizzare obiettivi di natura molteplice: essere innanzitutto promotrice  di una nuova cultura e di una nuova capacità di realizzare concretamente i principi giuridici e le norme, a favore dell’infanzia, attualmente in vigore e spesso inapplicati;  sollecitare  nuove e più avanzate normative attraverso la formalizzazione di specifiche proposte, aprire canali di comunicazione sociale anche attraverso manifestazioni pubbliche e varie forme di sensibilizzazione,  attivare servizi e promuovere ricerche sui temi che considererà di maggiore interesse.
 Il movimento che vogliamo costituire considera l'attivazione di una seria attenzione verso il mondo dei bambini come una straordinaria occasione per l'adulto per ritrovare, insita nella propria storia passata, esperienze piacevoli e spiacevoli, sentimenti, valori e significati tipici dell'età infantile e che rappresentano una ricchezza emotiva, psicologica e uno stimolante confronto per ogni singola persona.
Intendiamo operare secondo i canoni etici propri di chi rappresenta in prima persona interessi altrui; nella fattispecie gli interessi rappresentati sono quelli del mondo dei bambini con tutta la sua ricchezza ma pure con la sua fragilità; qualsiasi scelta non potrà mai prescindere da una attenta valutazione dell'interesse in nome del quale ci si è associati.

 

I valori e le finalità

Il movimento che vogliamo costruire elaborerà secondo procedure di discussione e decisione democratica un programma operativo che rispetterà sei  valori e finalità di fondo: 1. Il contrasto efficace nei confronti di qualsiasi ogni forma di violenza e di strumentalizzazione ai danni dell’infanzia 2. La responsabilizzazione di tutte le istituzioni e di tutti i ruoli familiari, professionali, sociali della comunità adulta.  3. L’impegno mentale e soggettivo di ogni adulto a favore dei bambini. 4. L’impegno relazionale a favore dei bambini. 5. L’impegno sociale a favore dei bambini. 6. Lo sviluppo dell’intelligenza emotiva negli adulti e nei bambini.

 

1. IL CONTRASTO EFFICACE DI QUALSIASI FORMA DI VIOLENZA E DI STRUMENTALIZZAZIONE AI DANNI DELL’INFANZIA

L’abuso fisico, psicologico e sessuale, la grave trascuratezza, attuati all’interno e all’esterno della famiglia,  la strumentalizzazione in tutte le sue forme, agita da parte di singoli adulti e di gruppi organizzati, della mente e del corpo dei bambini, delle loro risorse affettive, sessuali, lavorative rappresentano realtà pesanti, diffuse e spesso sommerse che incombono minacciose sulla crescita delle nuove generazioni e richiedono pertanto una risposta più attenta e più efficace sul piano preventivo e repressivo da parte di tutte le istituzioni e di tutte articolazioni della comunità adulta, un’azione di vigilanza e di sensibilizzazione da parte di un movimento culturale dalla parte dell’infanzia.
Se è vero che occorre ridurre i margini enormi di impunità di cui godono ancora la stragrande parte degli autori delle violenze all’infanzia, non ci si può illudere di risolvere il problema del maltrattamento, dell’abuso e della pedofilia eludendo l’attivazione dell’impegno responsabile dell’intera società e ricorrendo ad un escalation repressiva magari attraverso la pena di morte o la castrazione chimica.
 In particolare la lotta alla pedofilia e all’abuso sessuale (e più in generale la lotta al maltrattamento) si combatte affrontando innanzitutto il problema della rilevazione e dell'emersione del fenomeno che ha ancora dimensioni massicce, sommerse  e avvolte dal silenzio, combattendo la rimozione e il  tabù culturale, che hanno da sempre circondato e perpetuato il fenomeno, contrastando gli atteggiamenti di insensibilità, di indifferenza emotiva e di impreparazione che lasciano soli ed indifesi i bambini e consentono agli autori della violenza di agire indisturbati

 

2. LA RESPONSABILIZZAZIONE DELLA COMUNITA’ ADULTA IN TEMA DI VIOLENZA ALL’INFANZIA

Occorre far crescere l’assunzione di una responsabilità psicologica, morale, sociale e politica della comunità adulta in tema di violenza all'infanzia, favorendo la consapevolezza che i fenomeni del maltrattamento e dell’abuso passano vicino e passano accanto, ed in un certo senso passano dentro ad ogni adulto.
Si tratta di sviluppare la presa di coscienza che ciascun individuo, in qualsiasi  ambito familiare, sociale, istituzionale può avviare un processo di messa in discussione e di cambiamento per migliorare le capacità di ascolto individuale e collettiva del disagio dei bambini con cui entra in contatto e di prevenzione della violenza. Si tratta di contrastare l’enfatizzazione dell’attenzione sociale e mediatica nei confronti della violenza all’infanzia, quando questa enfatizzazione rischia di sollecitare un’oscillazione fra ondate sensazionalistiche di grande indignazione e reazioni successive  di grande indifferenza e di grande silenzio.
L’attenzione dell’opinione pubblica al fenomeno del maltrattamento, dell’abuso e della pedofilia non deve accompagnarsi ad una negazione della responsabilità, come se il problema della violenza all’infanzia non richiedesse  l’impegno della famiglia e di tutte le articolazioni sociali, come se non chiamasse in causa le connivenze e le complicità di un vasto settore della comunità adulta, come se non necessitasse l’attivazione di tutti i ruoli professionali ed istituzionali.

 

3. L’IMPEGNO MENTALE E SOGGETTIVO DI OGNI ADULTO A FAVORE DEI BAMBINI

Se è vero che i singoli adulti e le organizzazioni che abusano in diverse forme dell’infanzia  devono essere innanzitutto fermati da un’adeguata azione di indagine e di repressione, è  anche vero che gli autori delle violenze non sono gli unici bersagli di una mobilitazione costruttiva e coerente a favore dell’infanzia.
 La risposta alla violenza all’infanzia non si può esaurire nella mobilitazione contro i casi eccezionali di maltrattamento e pedofilia .  Gli autori delle violenze non sono “mostri” anche se fanno cose mostruose, provengono dalla nostra comunità, da cui  sono stati generati, provengono da storie infantili attraversate da umiliazioni, abusi e mancati interventi di ascolto e di tutela.
Occorre pertanto scoraggiare gli atteggiamenti che collocano la causa dei problemi e della sofferenza dell’infanzia sempre e comunque al di fuori della comunità, al di fuori delle istituzioni, al di fuori della famiglia, al di fuori di noi stessi.
Non esiste nessun adulto che una volta per tutte può definirsi sempre e comunque dalla parte dei bambini. Ogni genitore, ogni educatore, ogni operatore, ogni professionista dell’infanzia e dell’adolescenza, ogni adulto è chiamato a mettersi in discussione e ad assumere un impegno in prima persona, innanzitutto sul piano mentale e soggettivo,  per contrastare le diverse cause della sofferenza dei bambini, per evitare di essere egli stesso, in qualche misura,  parte attiva nella trasmissione di trascuratezza e disagio ai bambini che gli sono vicini.
Gli adulti che vogliono capire e  proteggere più efficacemente i bambini sono sollecitati ad entrare in rapporto con la propria infanzia, a fare i conti con il passato che continua a vivere nel presente,  a sviluppare comprensione e solidarietà con gli aspetti di sofferenza della propria infanzia per evitare di scaricare in qualche modo ciò che si è subito e che non è stato compreso sui piccoli con cui si entra in rapporto.

 

4. L’IMPEGNO RELAZIONALE A FAVORE DEI BAMBINI.

E’ di grande importanza la valorizzazione della relazione interpersonale tra l’adulto e il bambino, nella famiglia, nella scuola, nelle istituzioni sociali, educative, sanitarie, giudiziarie, sportive.
Oggi gli adulti tendono a sfuggire dalla relazione viva, affettiva e comunicativa, con i bambini.  I genitori, gli educatori, gli operatori, i professionisti che entrano in contatto con i bambini sono spesso affrettati, presi dalle loro preoccupazioni, scarsamente presenti e disponibili.  La relazione interpersonale con il bambino risulta spesso un terreno disertato dall’adulto, che insegue i propri obiettivi e le proprie priorità, indisponibile all’ascolto delle comunicazioni e delle esigenze dei  bambini.  Si generano così in questi ultimi varie forme di solitudine, di disagio, di deprivazione, di dipendenza eccessiva dagli stimoli mediatici.
Al contrario, la relazione interpersonale con il bambino può diventare il terreno dell’impegno responsabile e dell’intervento di prevenzione  dell’adulto, che cerca di apprendere e di migliorare la propria capacità  di attenzione ai bisogni infantili di dialogo, di vicinanza e di comprensione, il terreno dove leggere i segnali della crescita e nel contempo del disagio del bambino ed eventualmente dove decodificare gli indicatori del suo malessere o addirittura del maltrattamento e dell’abuso, di cui il bambino può essere vittima.

 

5. L’IMPEGNO SOCIALE A FAVORE DEI BAMBINI.

Il movimento che vogliamo costituire considera i bambini ricchezza e patrimonio dell'umanità, denuncia violenze manifeste e silenti, commissive e omissive del mondo adulto che ha costruito una società a proprio uso e misura, dando luogo ad una cultura adultocentrica che poco e male si è preoccupata e si preoccupa dei bisogni reali e delle istanze emotive, affettive,  creative del mondo infantile.
La proclamazione ideologica dei principi a favore dell’infanzia e l’enunciazione formale  dei diritti dei bambini risultano molto avanzate nella nostra società, ma  spesso purtroppo risultano contraddette dai comportamenti quotidiani delle istituzioni che, non di rado, finiscono di fatto per privilegiare la propria autotutela in quanto istituzione o comunque  l’interesse degli adulti a scapito del rispetto dei bisogni e dei diritti effettivi dei bambini, che risultano il soggetto  più debole, meno rappresentato e garantito.  
Occorre un grande impegno di analisi e di mobilitazione per individuare e favorire processi di cambiamento sul piano sociale che aumentino il riconoscimento e il rispetto dei diritti collettivi dell’infanzia in diverse modalità: politiche sociali ed amministrative che non dimentichino i cittadini cosiddetti “minori”, scelte edilizie ed urbanistiche che tengano conto del bisogno di gioco e di movimento dell’infanzia, un’organizzazione delle istituzioni sanitarie ed ospedaliere che eviti di risultare traumatica per i bambini, processi di trasformazione e di formazione capaci di coinvolgere gli operatori delle istituzioni per aiutarli ad ascoltare più adeguatamente i soggetti in età evolutiva,  cambiamenti nelle procedure e nelle prassi dell’istituzione giudiziaria affinché possano essere maggiormente tutelati e rispettati i minori vittime di violenze e trascuratezze; interventi legislativi e sociali che contrastino l’abbandono dei minori in istituto,  che favoriscano la risposta dell’affidamento eterofamiliare, che promuovano  l’adozione non come diritto del genitore ad avere un figlio, ma come diritto di un bambino sfortunato ad avere il genitore migliore possibile per lui, ecc…

 

6. LO SVILUPPO DELL’INTELLIGENZA EMOTIVA NEGLI ADULTI E NEI BAMBINI
L’impegno relazionale e sociale degli adulti non potrà orientarsi in una direzione coerente, se gli adulti stessi non imparano a vivere meglio con i bambini, a  comprendere e a parlare il linguaggio dell’infanzia,  il linguaggio dei sentimenti.
Occorre in altri termini favorire lo sviluppo dell’intelligenza emotiva, cioè della capacità di riconoscere e di rispettare i sentimenti propri ed altrui da parte di tutti gli adulti chiamati ad interagire con i bambini, sul piano dell’educazione, dell’assistenza, della cura, della tutela e della prevenzione del disagio e della violenza.
Lo sviluppo dell’intelligenza emotiva comporta la crescita della capacità dell’adulto di ascoltare i problemi e  le difficoltà del bambino, migliorando  l’attenzione al mondo interiore ed affettivo di quest’ultimo, riequilibrando l’impostazione, ancora dominante nei processi educativi e scolastici, eccessivamente orientata allo sviluppo  della razionalità e delle conoscenze intellettuali. 
La valorizzazione dell’intelligenza emotiva negli adulti comporta un’analoga valorizzazione nei bambini e pertanto la crescita del dialogo e della comprensione tra le generazioni.   Lo sviluppo dell’intelligenza emotiva consente all’adulto di mettere a proprio agio il bambino, ponendolo nelle condizioni di comunicare  i suoi problemi, piccoli e grandi, di rivelare i suoi segreti,  piccoli e grandi oppure  di curare le sue ferite, quando la prevenzione non è riuscita ed il bambino è risultato vittima di situazioni di disagio o di violenza più o meno gravi.

Il  programma operativo

Il concreto programma operativo potrà scaturire soltanto dalla  discussione del movimento, una volta costituito,  e dei suoi organi dirigenti, democraticamente eletti.
A titolo puramente indicativo delle potenzialità della nuova aggregazione  possono essere elencate alcune strade progettuali, che dovranno naturalmente essere messe in discussione, verificate  e definite concretamente dal movimento e dalle sue strutture decisionali, quando sia il primo che le seconde saranno  operanti.   Il movimento per es. potrà favorire in qualche maniera, secondo modalità che saranno oggetto di attento studio e approfondimento riflessivo le seguenti attività:
- l’attivazione di processi di formazione di operatori sanitari, sociali, scolastici, giudiziari chiamati ad affrontare casi di violenza o abuso sessuale o di grave malessere;
- il coinvolgimento attivo e la crescita dei genitori nel campo dell’impegno responsabile all’ascolto e al dialogo con i figli, all'affettività, alla vigilanza e all'educazione;
- l’individuazione e il rispetto dei bisogni e dei diritti dei bambini all’interno delle politiche amministrative degli enti locali, all’interno degli Ospedali, dei tribunali,  nell’organizzazione urbanistica;
- l'attivazione di servizi di monitoraggio e di conoscenza, capaci di registrare i dati reali della condizione economica, sociale e psicologica dei bambini nelle diverse aree geografiche del paese, tenendo in particolare evidenza la piaga del lavoro minorile, il disagio psichico nelle diverse forme, il maltrattamento  e l'abuso sessuale.
- promozione di ricerche e denuncie relative alle varie forme di strumentalizzazione a danno del fanciullo, denuncia di materiale distorcente ed emotivamente deleterio destinato ad essere utilizzato dai bambini (programmi televisivi, libri, giocattoli, cartoni animati);
- la mobilitazione e l’organizzazione di interventi di sensibilizzazione in occasione di giornate significative ( per es. la "Giornata Internazionale del Fanciullo" del 20 novembre, oggi scarsamente considerata, potrebbe diventare un appuntamento annuale di grande interesse coinvolgendo l'intera società per riflettere sul rapporto della comunità adulta con il mondo infantile);
- la promozione di iniziative (seminari e convegni) per favorire l’approfondimento scientifico  e la crescita culturale attraverso modalità capaci di favorire l’interazione tra gli esperti e i partecipanti alle iniziative;
- la costituzione di un ufficio stampa per curare i rapporti con i media nella prospettiva  di promuovere un'informazione documentata, responsabile, coerente sul mondo dei bambini capace di contrastare per quanto possibile il sensazionalismo, la costruzione di stereotipi, la disattenzione sulle tematiche infantili;
- la costituzioni di associazioni autonome, ma orientate dal movimento, di vittime di violenze e di abusi sessuali o di familiari di vittime di tali violenze.

 
Orientamenti organizzativi

 

Le associazioni e i singoli disponibili a sottoscrivere un manifesto per la costituzione di un movimento d’iniziativa culturale e “politica” dalla parte dell’infanzia s’impegnano a:

 1. promuovere un Comitato costituente per una più precisa definizione delle caratteristiche istituzionali e organizzative e delle regole statutarie del movimento, dei criteri di validazione e di selezione per l’adesione dei singoli e per i gruppi già strutturati, delle modalità di svolgimento della vita democratica e degli organismi dirigenti del movimento (tale comitato dovrà definire un progetto entro sei mesi circa e sottoporre le sue conclusioni o le sue proposte di maggioranza e di minoranza ad un’Assemblea costituente del movimento);

 2. la stessa denominazione del movimento (“S.O.S. infanzia”, “Indifesi e Offesi”,  “Dalla parte dei bambini” o altro ancora) dovrà essere discussa ed approvata dall’Assemblea Costituente;

 3. promuovere successivamente a questa fase costituente un Comitato scientifico, aperto ad intellettuali ed esperti che possano contribuire ad un rigoroso e vitale fondamento culturale e scientifico del movimento attraverso pubblicazioni da definire e secondo modalità e procedure che dovranno essere proposte  dal Comitato costituente e decise dall’Assemblea costituente;

 4. indirizzare sin d’ora le linee direttrici del funzionamento istituzionale ed organizzativo del movimento  verso alcuni principi fra cui:

      4 a. la caratterizzazione rigorosamente democratica del movimento, capace di contrastare logiche narcisistiche e di potere e logiche di  accentramento verticistico delle decisioni, logiche  antitetiche ad una cultura e ad un’etica dell’infanzia, attraverso regole di funzionamento quali la rotazione della carica del Presidente,  la costruzione di articolazioni democratiche  e federative dell’associazione, articolazioni peraltro in grado di favorire  il radicamento della nuova associazione nel territorio e nelle diverse aree geografiche del paese;

     4 b. la costruzione di un movimento capace di raccogliere ed unire non solo associazioni, non solo professionisti ed addetti ai lavori  di assistenza, protezione e cura dei minori, ma anche gruppi di popolazione adulta, disposta a responsabilizzarsi sulla difesa dei diritti infantili, sulla comprensione dei  loro bisogni infantili e  sinceramente interessata alla tutela e alla crescita dell’infanzia;

     4 c. la necessità di oltrepassare le associazioni esistenti, senza per questo volerle affatto eliminare nella loro autonomia organizzativa, nella loro originalità e specificità,  attraverso la costruzione di un’aggregazione, dove tutti gli iscritti possono essere rappresentanti negli organismi dirigenti indipendentemente dalla loro appartenenza o meno a gruppi strutturati promotori dell’aggregazione (obiettivo che potrebbe essere raggiunto ad un’azione adeguata di presentazione all’opinione pubblica della proposta della nuova associazione unitaria e che potrebbe essere favorito nell’ambito delle singole associazioni firmatarie del documento da una scelta per il 2002 di promuovere  una doppia iscrizione: alla singola associazione e contemporaneamente alla nuova aggregazione unitaria).

 

Claudio Bosetto, Presidente Centro Nazionale Rompere il Silenzio - Torino

Andrea Cammarata, promotore Indifesi e Offesi

Liliana Carollo, Presidente F:I.A.B.A. Vicenza

Gabriella Foliero, Presidente S.O.S. Infanzia Spinea (VI)          

Claudio Foti, Presidente Centro Hansel e Gretel, Moncalieri (TO)

Chiara Pani,  Associazione Rompere il silenzio - Sardegna

Luciano Paolucci Presidente di Marcia degli Angeli

Rosy Genduso Associazione “Mamme Separate” di Como