L'immagine è stata ottenuta, senza particolari artifici, selezionando le frequenze piu' opportune alla sua visibilità. Alla massima risoluzione, essa è ben visibile solo sui toni di verde sul negativo fotografico;
sul positivo, questi toni corrispondono al predominio delle sfumature di fucsia, magenta e giallo che, come accertato sperimentalmente, si scuriscono nell'immagine del corpo.
    Colori simili, tenui ed amorfi, prima del XIX secolo erano sconosciuti a pittori e tintori. Né potevano sapere che l'immagine, finora evanescente, potesse rivelarsi (solo) per mezzo del computer. La direzione dello sguardo sembra cambiare a seconda della disposizione fisica e psicologica dell'osservatore! Già R. Voltolini ("Una foto diversa" II Convegno 1981 Bologna) mostrò una foto dove appare la pupilla sinistra diretta verso il basso, e quello destro confuso con un corpo tondeggiante al centro della palpebra. Egli imputava il risultato ad una particolare angolazione delle sue riprese fotografiche; il confronto con la presente elaborazione riconduce la spiegazione del fenomeno alla rifrazione della luce, ovvero alla cattura di lunghezze d'onda ben determinate. A tutto ciò G. Di Monaco (Traumatologia e Tanatologia oculare, III Congresso 1985 Trani) obbietta che le pupille dovrebbero apparire chiare su fondo scuro, ma dobbiamo appunto considerare che al negativo questo fenomeno si inverte, come nelle foto mostrate. Egli aggiunge che i bulbi oculari di un morto normalmente dovrebbero rivolgersi verso l'alto, e tuttavia in questo caso le pupille si fissarono al momento della morte, in modo conseguente ai profondi traumi vascolari (L. Coppini - P Baima Bollone, Rilievi anatomici per... lesioni da corona di spine, II Convegno 1981 Bologna).
    Lo stesso Di Monaco ricorda: "L'ultimo sguardo di Gesu' fu per sua madre, poi gli occhi si chiusero e il colloquio continuò solo con l'Eterno Padre".

"Le immagini si mostrano all'uomo, ma la luce che è dentro di esse è celata nell'immagine della Luce del Padre" (Evangelo di Tommaso, 90)

    Oggi che siamo in grado di verificare questi "movimenti" con un'osservazione accurata delle elaborazioni pancromatiche ad alta risoluzione, dobbiamo ammettere che l'immagine del Volto si è formata in piu' fasi e con diverse lunghezze d'onda, contrariamente alle altre ipotesi. Rimane da scegliere se tutto ciò fu dovuto ad inconsapevoli e improbabili ritocchi del reperto, o risolversi per quel che la scienza ritiene ancora piu' eccezionale: l'esistenza documentata della Morte e Resurrezione di Gesu' Cristo. Come suaccennato, la riproduzione olografica mostra contrasti netti nelle parti di sangue e sulle ciglia, mentre gli altri contorni sono sempre molto sfumati, riproducendo pertanto gli effetti tridimensionali, a partire da un'immagine di per sé piatta, ovvero "ortogonale".
    Nella presente foto, le parti piu' luminose rappresentano le frequenze d'onda assorbite (dal corpo) che hanno prodotto sull'immagine del positivo l'iscurimento dei toni complementari al blu, come il giallo ocra. Le frequenze luminose coinvolte, ben separabili, sembrano "ortocromatiche" come per un'onda LASER, ma rimangono pur sempre nel campo del visibile. Tranne alcuni effetti secondari per la formazione dell'immagine, resta valida la teoria termografica elaborata dal sottoscritto fin dal 1980. Questa teoria è intermedia fra quella vaporografica e dell'irraggiamento; ma a volte viene confusa con l'una o con l'altra teoria e non ben compresa. Annotai al riguardo l'abbondanza sulla Sindone di Ferro ematico, e la innegabile azione del citocromo del sangue; questo ha una funzione analoga alla Clorofilla, che assorbe determinati quanti di luce e in parte ne restituisce l'energia con una diversa lunghezza d'onda. Ricordiamo che essa viene oggi usata per sensibilizzare la colorazione di resine, gelatine e film specialmente nel campo del Rosso, e inoltre accelera l'ossigenazione autotrofa, fermentazione che utilizza direttamente l'energia luminosa, senza l'uso di altre sostanze organiche. Un'azione analoga sviluppa il lievito del pane, in cui possiamo osservare facilmente l'ossido-riduzione dei pigmenti (F. R. Jevons, The biochemical approach to life, 1961/1970 G. Allen & Unwin / Mondadori) del tutto simile a quanto già dimostrato per l'immagine della Santa Sindone.
   Nell'elaborazione fotografica, è evidente l'addensamento di sangue a livello della congiuntiva delle palpebre e delle gengive labiali; in concomitanza, possiamo perciò delineare la coroide degli occhi (molto vascolarizzata) e perfino il contorno dei denti. Naturalmente, una funzione analoga a quella dell'emocromo ebbe la soluzione medicamentosa di aloe e mirra sulla pelle dell'Uomo, per cui appaiono sulla Sindone le tipiche sfumature del corpo, congiunte ad un innegabile effetto vaporigrafico. E tuttavia, non compare alcun alone di vapor acqueo dovuto alla normale respirazione polmonare: basta osservare, quale contro esempio, l'alone lasciato dall'acqua usata per l'incendio del 1932. Infine, aldisopra delle palpebre si notano piccole cicatrici ancora aperte, verosimilmente procurate dall'accertamento oculare delle morte per mezzo di una punta di lancia, e ricordiamo che Pilato chiese a un centurione l'accertamento della morte (Mc 15,45) anche dopo la ferita al torace procurata da un soldato romano (Gv 19,34). Le ferite sulle palpebre non presentano sgocciolamenti di sangue verso il basso, come sarebbe per un corpo vivo, anche se fosse stato in coma profondo. Ne evinciamo che l'Uomo era veramente morto. Egli semplicemente scomparve, lasciando solo la traccia di alcune funzioni enzimatiche di ossido-riduzione reversibili microscopicamente (respirazione molecolare).