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Changzhou Chronicle Pt. 6
16 Giugno 2003
A due mesi dall’ultimo aggiornamento, rieccomi. Come previsto, e’ sopravvenuta la pigrizia e ci vuole sempre piu’ forza di volonta’ a scrivere mail piu’ lunghe di 5 righe.... Iniziamo con qualche foto: l’arte cinese di addormentarsi in qualsiasi luogo e posizione... il pigiama come vestito: un altro esempio di nonchalance cinese, molto ricorrente! Guo Qun: il mio maestro di Taiji Quan il mio passatempo preferito nei lunghi week-end a Changzhou quando non si poteva viaggiare a causa della SARS Alla prossima, con (spero) interessanti foto dallo Xinjiang, dove andro’ la settimana prossima. Ciao Linda SARS Il tormentone di Aprile-Maggio. Spero che non ci siano occasioni future per parlarne di nuovo, e che l’argomento si esaurisca con questo CC. Sulla Sars la stampa ha davvero giocato pesante. Dalla mia, dopo avere tentato di smorzare i toni allarmisti in un’intervista sul Resto del Carlino ed avere invece ottenuto un titolo da martire in prima pagina locale (“La mia vita ai tempi della SARS”), ho rinunciato a cercare di convincere la gente a ridimensionare la cosa. Con questo non voglio affatto dire che chi e’ rimasto qua in questo periodo abbia ignorato il problema: nei mesi scorsi who.int ha sicuramente vinto il premio come sito piu’ frequentato dagli espatriati in Cina (sul mio pc ha sostituito Repubblica come home page di Explorer) e lo stretto controllo da parte del governo ha avuto ripercussioni sulla nostra vita di tutti i giorni: niente viaggi, posti di blocco con misurazione della febbre, autobus vuoti, tassisti con la mascherina. Nei supermercati il banco delle offerte proponeva disinfettanti e mascherine. Oggi le cifre ufficiali sono rassicuranti, le discoteche e le attrazioni turistiche hanno riaperto e la gente ha ricominciato ad andare al ristorante. Sui treni continua il controllo della febbre , ma ormai e’ pura routine. La Routine del Controllo della Febbre sui TreniIn tutti questi mesi sulla stampa cinese se ne sono viste di tutti i colori: notizie e cifre ritrattate senza pudore, titoli esilaranti sul China Daily del tipo: “La situazione e’ sotto controllo” (ripetutamente, a fine febbraio) o “Nessuno straniero malato di sars in Cina” (davvero rassicurante per tutti noi!). A maggio e’ passata l’ennesima legge che multa chi sputa per terra in luoghi pubblici (del tutto inutile! qui lo sputo libero e’ un’ istituzione). E poi l’esagerazione di alcune misure preventive degli ultimi tempi. Il 17 maggio il China Daily se ne usciva con il titolo: “Nuovo decreto approvato a favore dei diritti umani”, a proposito dell’istituzione della pena di morte per chi causi la propagazione del virus per trasgressione volontaria della quarantena. L’articolo insiste: “lo scopo di tale intervento giuridico e’ proteggere i diritti umani, in conformita’ con la Convenzione internazionale sui diritti umani”. Signori, vi presento la Cina.
Lavorare in Cina In tutti questi mesi avrei voluto raccontare qualcosa del lavoro, ma mi dicevo: meglio aspettare di avere una visione complessiva. Ora mi ritrovo ad avere accumulato mille aneddoti e foto, ma ancora nessuna visione complessiva. Ogni giorno ne scopro una nuova, ma mentre raccolgo stranezze inizio ad abituarmi a molte di esse, quindi e’ meglio che mi affretti a raccontarvene un po’ prima che tutto diventi ‘normale’. Da dove cominciare? Ecco una lista, in ordine sparso, di alcune cose che sono assolutamente normali nella joint-venture in cui lavoro: - avere un budget di 3 RMB (30 centesimi di Euro) al mese a persona per cancelleria da ufficio - fare a turni con il direttore finanziario per pulire l’ufficio una volta a settimana (e scoprire un nido di blatte sotto il dispenser dell’acqua –quando non si trova un topo, vero Marco?) - venire accolti da una penetrante fragranza di gabinetto ogni volta che sientra nella palazzina uffici nei giorni piovosi - vedere le persone dormire sulla scrivania o ai meeting (o vederli leggere il giornale e giocare al computer - ma questo succede anche in Europa :-)) - divieto assoluto di gonna o sandali per le donne - lo sprint degli operai al suonare della sirena a pranzo, per arrivare primi in mensa - le posizioni importanti sono ricoperte da membri del partito, che settimanalmente si riunisce - vendere autobus e venire pagati in furgoni, o pagare un fornitore con un pullman (il baratto non e’ morto!) - la consegna della carta con il bilanciere - la vecchia produzione, con linea di assemblaggio rigorosamente per terra - la cerimonia di consegna dei veicoli, con raffiche di petardi propiziatori alla partenza degli autobus - l’assenza di un parcheggio per macchine e il mega parcheggio per biciclette, con tanto di custode - 5 fotocopiatrici a servire un’azienda di 2.500 dipendenti - il disprezzo delle misure di sicurezza sul lavoro. (to be continued.....)
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