Ezechiele, Un lupo
amico di Sara, |
Notizie dettagliate sulla faticosa vita dell'orso Yogi.
Naturalmente nonno Lucio ha fatto leggere
la lettera di Ezechiele anche ai ragazzi della 1b.
Loro hanno preparato subito una bella
letterina per Ezechiele, chiedendo a nonno Lucio di fargliela avere nel
parco dello Yellowstone.
Come? per via aerea, naturalmente.
siamo rimasti molto stupiti che tu sia arrivato in America anche perché
la nostra compagna Giulia andrà proprio negli U.S.A. tra
due mesi e mezzo per raggiungere suo papà che insegna a NewYork.
Forse
potrà chiedergli di portarla a Yellowstone, chissà che non
riesca ad incontrarti.
Alice dice che
anche sua mamma un po’ di tempo fa è andata negli U.S.A, ma nel
Colorado, per un congresso di biologi.
Nei prossimi giorni ci faremo imprestare una cartina degli Stati Uniti
e cercheremo di capire un po’ meglio dove sei perché adesso ci siamo
orientati solo su di un planisfero.
Adrian si chiedeva
come farà Giulia ad attraversare il ghiaccio che ti ha causato tanti
problemi , ma lei lo ha rassicurato dicendogli che ci andrà in aereo.
Le curiosità di
Adrian
però non sono finite: vuol sapere se, una volta che Giulia
ti abbia incontrato insieme all’orso Yogy, vi vedremo insieme nei cartoni
animati della televisione.
I compagni non pensano
che Giulia possa diventare un cartone animato e lo rassicurano.
Martina dice che anche suo fratello è alle prese con l’inglese. Suo fratello si fa aiutare da sua zia, però, non da Yogy.
A proposito di amici che
ti aiutano, Gianluca vuole avere notizie del nuovo Gufo Saggio:
che lingua parla?
Noi ogni tanto in classe
ci facciamo dire le parole in francese da Alice, in inglese da Giulia,
in rumeno da Adrian.
Perché ci siano
tante lingue diverse ancora non l’abbiamo capito, però ci
stiamo ragionando sopra.
Alessia ti raccomanda
di non mangiare Giulia per sbaglio, se per caso riuscite ad incontrarvi.
Stefano, a questo
punto, dice che spera che Giulia ritorni sana e salva.
Giulia ritornerà
per cominciare la seconda con noi, ma tu, Ezechiele, chiede Veronica
,quanto starai via?
“E se sta via per sempre?”
Chiede Francesco.
Caterina è
preoccupata per la faccenda dei biscotti e non capisce perché a
te i signori delle macchine non li danno.
“Hanno paura” dice Mattia,
”Se ci andrò ci penserò io!” dice Giulia.
“Così forse diventerete
amici” dice Mirko.
Greta si preoccupa
di come farsi riconoscere come amici.
“Ci vorrebbe un cartello”
dice Giulia, ”Con scritto: sono della Prima B” termina Valeria.
Ritorna sempre il problema
della lingua, anche se Giulia non ha problemi con l’inglese, e qualcuno
dice che si potrebbero fare dei gesti per farsi capire.
“Sono partiti dai gesti “dice Alice parlando di quelli che hanno inventato le lingue diverse, ma ci sono dei dubbi sul fatto che i gesti vogliano dire dappertutto la stessa cosa. I lupi poi che gesti fanno per farsi capire?
Spediamo questa lettera
al nonno di Sara che Greta vorrebbe conoscere in particolare, mentre
gli altri vorrebbero poter volare anche loro in America sulle tue tracce.
Intanto però vedremo
la cassetta dell’orso Yogy che Veronica e Vittoria hanno
promesso di portarci e ti penseremo.
Se i lupi fanno gesti
diversi vorremmo anche salutarti in modo adatto a te:
“Zampa!” dice Mattia
“Ti faccio una carezza
sulla testa” dice Tiziano
“Tanti baci sul muso”
dice Adrian.
Un saluto agitando la
mano” dice Giulia.
“Una leccatina sul muso”
dice Alice” Come fanno i lupi tra loro”
“Ti stringo la zampa!”
dice Greta
“Ciao zampa viaggiatrice!”
conclude Veronica ”A presto!”
Un abbraccio da tutti ituoi amici della I b
La posta aerea ha funzionato. Ecco che arriva la risposta di Ezechiele.
Il nonno di Sara mi ha fatto arrivare la vostra lettera per via aerea.
Proprio così. Ora vi spiego.
Un giorno io ed il mio amico indiano - ah!, voi non sapete che ho un amico
indiano, ma ve lo racconterò dopo - stavamo girando nascosti nel
bosco vicino al grande spiazzo dove c'è il geiser Old Faithfull
(per chi non sapesse l'inglese vuol dire vecchio fedele). C'erano tanti
turisti sullo spiazzo e tutti con il naso per aria a guardare in cielo.
Ad un certo punto si è sentito un rumore d'aereo ed eccone infatti
uno sopra la testa. Dall'aereo si apre uno sportello e cala giù
un coso nero appeso ad un piccolo paracadute. Viene giù forte e
per poco non va in testa ad un turista. Per terra si è poi visto
che si trattava di un sacco postale.
Siccome non c'è l'aeroporto, mi ha spiegato Koki Yu l'amico indiano
(Koki Yu in italiano sarebbe Penna Bianca), l'aereo postale ci passa sopra
e molla giù il sacco, senza tanti complimenti. Insomma, una guardia
del parco ha preso il sacco e se n'è tornata nel loro ufficio, una
bella casetta tutta di legno.
Il giorno dopo Koki Yu mi porta vicino ad un grande tabellone dove c'erano
appuntate delle lettere. Erano lettere inviati agli animali del bosco.
Soprattutto erano lettere per gli orsi. Chissà perché i turisti
devono scrivere agli orsi… Meno male che ci siete voi e così anche
i lupi… Infatti c'era una bella busta bianca con su un indirizzo. Io non
so leggere, ma ho capito che era per me perché c'era disegnato su
un lupo che sembrava il mio ritratto, compreso quella macchia bianca che
ho in fronte. Infatti quando poi l'ho portata al gufo saggio, lui ha letto
l'indirizzo: Al sig. Lupo Ezechiele, Parco dello Yellowstone, Stati Uniti
d'America.
E così ho capito quello che mi avete scritto. Ma, accidenti, quante domande. Me la sono dovuta far rileggere cinque volte per impararla a memoria e rispondere a tutte le domande. Forse non proprio a tutte. Se me ne sono dimenticata qualcuna, abbiate pazienza, non me la sento di fare rileggere la lettera al gufo un'altra volta.
Ma prima vi voglio parlare di Koki Yu. E' un piccolo indiano che avrà
la vostra età. Lui però non va a scuola. Almeno non va a
quella degli americani. Lui vive con la famiglia nel parco in una tenda.
Vivono isolati, proprio come facevano gli indiani una volta. Non parla
inglese, parla indiano. Però mi ha detto che ogni tribù indiana
parla una lingua diversa. Loro sono apache e parlano apache. Mi ha raccontato
che una volta ha incontrato un indiano della tribù dei sioux e all'inizio
per lui era come se l'altro parlasse cinese. Poi però si sono capiti.
C'è voluto solo un paio di giorni per intendere uno la lingua dell'altro.
E tutto perché le lingue parlate dagli indiani, anche se diverse
una dall'altra, sono semplici. Hanno poche parole e tanti gesti. Un po’
come noi lupi. Una parola per dire amico una per dire fame o sonno, o sete.
Poi se uniscono un gesto alla parola, serve a precisare se la fame è
grande, se i sonno è profondo eccetera. Con cento parole e venti
gesti, si può dire tutto quello che serve per fare capire cosa uno
vuole. Ed infatti abbiamo fatto presto a capirci.
Noi lupi, lo sapete, più che con la bocca parliamo con gli occhi,
con il muso, con le orecchie. La bocca spalancata che mostra i denti vuol
dire attento che se ti avvicini ti mordo. Le orecchie basse ed il muso
un po’ di traverso, invece, significa vieni pure avanti amico. E' per questo
che nel bosco ci capiamo tutti facilmente anche se ognuno parla una lingua
diversa. I cuccioli di lupo non hanno bisogno di andare a scuola per imparare
a conoscere la lingua delle volpi o quella degli scoiattoli. Beati loro,
direte voi. Già, ma poi devono imparare tante cose, come cacciare,
stare attenti ai pericoli, e tante altre. E poi, mica ci possiamo fare
mantenere dai genitori per tanto tempo! Cari miei ragazzi, appena impariamo
un po’ a correre, ci dobbiamo dare da fare a guadagnarci il cibo. E se
non impari presto, non mangi. E così, magari, i lupi invidiano i
bambini che vanno a scuola e quando arrivano a casa trovano tutto pronto
in tavola…
Va bene, va bene, vedo che sto divagando. Però una cosa voglio dirvela. Chissà perché le lingue che usano gli uomini sono così complicate. E fossero almeno tutte uguali. Macché. Ed un povero lupo che ha già fatto fatica ad imparare un po’ d'italiano se viene in America deve imparare anche cosa dice il guardiano del parco che parla americano! Chissà poi cosa avranno da dirsi gli uomini con tutte le parole della loro lingua. Mi hanno detto che ce ne sono diecimila o ventimila diverse una dall'altra. Io non so neanche immaginare quanto sia diecimila! Immaginate diecimila conigli! Roba da matti! Come vedete in un certo senso qualche vantaggio ad essere lupi c'è. O anche ad essere indiano, dice il mio amico Koki Yu.
Ma basta con le chiacchiere. Veniamo un po’ alle vostre domande.
Cominciamo
con Giulia. Perbacco, verrai in America. Guai a te se non vieni
a trovarmi. Siccome non ti ho mai vista, per capire che sei tu, indossa
una felpa con disegnato sopra un lupo seduto. Io ti verrò incontro
con una zampa alzata. Così capisci che sono io, Ezechiele, il vostro
amico.
Adrian parla di cartoni animati. Qui caro mio è tutto vero,
non ci sono cartoni. Yogi l'ho incontrato ed è arrabbiatissimo con
Hanna e Barbera (quelli che hanno fatto i cartoni) perché lui è
un orso serio e lavoratore (ma che farà mai?), dice lui. Invece
quelli lo fanno vedere come un fagnano (non cercate la parola sul
vocabolario perché non c'è. E' dialetto piemontese e deriva
dal francese il fait neant) sempre in giro a chiacchierare,
a rubare le torte ai campeggiatori. Ha detto che vuole fare causa a quelli
là, ad Hanna cui piace il barbera (mi sa che non ha capito che Barbera
è il cognome e non il vino). Quindi se viene Giulia, niente
trasformazione in personaggi da cartone. OK? (visto che l'americano l'ho
imparato? So anche dire OK).
Poi mi pare che qualcuno di voi, forse è Gianluca, vuol sapere
quante lingue sa il gufo saggio. Glie l'ho chiesto. Lui mi ha detto che
i gufi sono tutti poliglotta (chissà cosa vuol dire). Pare che da
piccoli i genitori li abituano a parlare tre lingue molto diverse una dall'altra.
Una lingua turcomanna (mi pare che imparino il turco che è poi simile
all'ungherese ed al finlandese), una latina (l'italiano od il francese,
che poi è simile allo spagnolo ed al portoghese) ed una lingua slava
(forse il russo, da cui poi deriva il polacco, l'ucraino, eccetera). Quando
uno ha imparato bene tre lingue di tre ceppi (non chiedetemi che c'entrano
qui i ceppi) poi può facilmente imparare tutte le atre lingue. Così
m'ha detto lui.
Io
gli ho chiesto se imparando la lingua dei lupi, quella delle volpi e quella
dei conigli, poi può imparare tutte le altre. "Ignorante, mi ha
detto. Quelli sono tutti dialetti della stessa lingua. Ti ho detto che
devono essere tre lingue molto diverse una dall'altra. Capito? Di tre ceppi
diversi." Io non ho capito niente del fatto dei ceppi. Qui ce ne sono tanti
nel bosco, perché ogni tanto un albero vecchio, se tira vento, cade.
Poi lo tagliano e rimane il ceppo a prendere aria. Ma dev'essere un altro
ceppo!
Veronica vuol sapere se e quando torno. Non lo so. Qui si sta bene,
ho degli amici, ed ora anche i turisti, da quando mi vedono assieme a Yogi,
mi danno i biscotti.
Ho capito che volete imparare il lupese. Come si fa a salutare un lupo, a dirgli se vuoi da bere o da mangiare, eccetera. Mi pare che al Museo di Storia Naturale di Torino ci sia qualcuno che conosce la lingua dei lupi. Perché non ci andate ? sarebbe bello che Giula quando verrà a trovarmi sapesse gia il lupese. Può allora facilmente imparare l'indiano degli apache. Se l'ho imparato io…
Adesso basta. E' venuto Yogi (secondo me, Hanna e Barbara hanno ragione a rappresentarlo come uno scanzafatiche. Gira tutto il girono in cerca di biscotti). Vado con lui ad appendere la lettera che ha scritto il gufo sotto mia dettatura al tabellone vicino alla casetta dei guardiani. Speriamo che la inviino per espresso aereo.
Ciao a tutti