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L’INFORMAZIONE PREVENTIVA ALLA POPOLAZIONE SUL RISCHIO INDUSTRIALE

 

ALLEGATI

Modelli di schede comportamentali

Allegato 1

Schede sulle modalità di comunicazione

Allegato 2

Comportamenti di autoprotezione da attuare in caso di evento incidentale

Allegato 3

Composizione del pacchetto informativo

Allegato 4

L'organizzazione dei rapporti con i mass-media

Allegato 5

Contenuti del documento informativo/illustrativo sull’azienda

Allegato 6

Sintesi delle principali norme legislative sull'informazione in materia di incidenti rilevanti

Allegato 7

La tecnica della comunicazione

Allegato 8

 

ALLEGATO 1

 

Modelli di schede comportamentali

 

Scheda A\1

Provvedimenti di autoprotezione in caso di allarme generale

 Da attivare nel caso di segnale d’allarme generale

Due minuti di suono modulato: ripetizione

Rifugiarsi al chiuso nel locale più idoneo possibile.

Le caratteristiche che migliorano l’idoneità di un locale sono:

- presenza di poche aperture
- posizione ad un piano elevato
- ubicazione dal lato dell’edificio opposto allo stabilimento
- disponibilità di acqua
- presenza di un mezzo di ricezione delle informazioni

Evitare l’uso di ascensori

Chiudere tutte le finestre e porte esterne

Mantenersi sintonizzati mediante radio o TV sulle stazioni emittenti indicate dalle Autorità ovvero prestare attenzione ai messaggi inviati mediante rete telefonica o altoparlanti

Non usare il telefono. Lasciare libere le linee per le comunicazioni d’emergenza

Fermare i sistemi di ventilazione o condizionamento siano essi centralizzati o locali.

Spegnere i sistemi di riscaldamento e le fiamme libere

Non andare a prendere i bambini a scuola. Sono protetti e a loro pensano gli insegnanti

 

Scheda A\2

Provvedimenti di autoprotezione in caso di rilascio tossico

Da attivare in seguito a comunicazione da squadre di soccorso, radio/TV, altoparlanti, telefono, ecc.

Durante il rifugio al chiuso

Mantenersi sintonizzati mediante radio o TV sulle stazioni emittenti indicate dalle Autorità ovvero prestare attenzione ai messaggi inviati mediante rete telefonica

Non usare il telefono: Lasciare libere le linee per le comunicazioni d’emergenza

Chiudere le serrande delle canne fumarie e tamponare l’imbocco di cappe o camini

Sigillare con nastro adesivo le prese d’aria di ventilatori e condizionatori

Sigillare con nastro adesivo e tamponare con panni bagnati le fessure degli stipiti di finestre e porte e la luce tra porte e pavimento

Se il rifugio è costituito da un bagno, tenere aperta la doccia per dilavare l’aria interna

In caso di necessità tenere un panno bagnato sugli occhi e davanti al naso e alla bocca

In caso di ordine di evacuazione

Abbandonare la zona seguendo le istruzioni delle autorità e possibilmente seguendo percorsi trasversali alla direzione del vento e che si allontanano dal punto di rilascio

Tenere possibilmente un fazzoletto bagnato sulla bocca e sul naso

Non utilizzare le auto per evitare l’ingorgo del traffico con blocco dell’evacuazione e per non intralciare l’intervento dei mezzi di soccorso

Dirigersi al punto di raccolta indicato nella documentazione fornita dalle Autorità

Evitare l’uso di ascensori

Possibilmente portare con sé un apparecchio radio. Mantenersi sintonizzati sulle stazioni emittenti indicate dalle Autorità e prestare attenzione ai messaggi inviati

Non andare a prendere i bambini a scuola. Sono protetti e a loro pensano gli insegnanti.

Al cessato allarme

Segnale di cessato allarme

Un minuto di suono permanente

Aprire tutte le finestre e le porte per aerare i locali interni

Portarsi all’aperto assistendo in tale operazione eventuali persone inabilitate

Porre particolare attenzione nel riaccendere ai locali, particolarmente quelli interrati o seminterrati, dove vi possa essere ristagno di vapori

 

Scheda A\3

Provvedimenti di autoprotezione in caso di incendio o esplosione

 Da attivare solo nel caso di comunicazione da squadre di soccorso, radio/TV, altoparlanti ecc.

Durante il rifugio al chiuso

Mantenersi sintonizzati mediante radio o TV sulle stazioni emittenti indicate dalle Autorità ovvero prestare attenzione ai messaggi inviati mediante rete telefonica

Non usare il telefono: lasciare libere le linee per le comunicazioni d’emergenza

Tenersi a distanza dalle porte e dai vetri delle finestre

In caso di ordine di evacuazione

Allontanarsi dal punto di possibile esplosione seguendo i percorsi indicati dalle autorità e tenendosi lontani da edifici e strutture collassabili

Seguire possibilmente percorsi schermati rispetto al punto della possibile esplosione

Non utilizzare l’auto per evitare l’ingorgo del traffico con blocco dell’evacuazione e per non intralciare l’intervento dei mezzi di soccorso

Dirigersi al punto di raccolta indicato nella documentazione fornita dalle Autorità

Evitare l’uso di ascensori

Possibilmente portare con sé un apparecchio radio. Mantenersi sintonizzati sulle stazioni emittenti indicate dalle Autorità e prestare attenzione ai messaggi inviati.

Non andare a prendere i bambini a scuola. Sono protetti e a loro pensano gli insegnanti

 Al cessato allarme

Segnale di cessato allarme

Un minuto di suono permanente

Porre particolare attenzione nel riaccedere ai locali, particolarmente quelli interrati o seminterrati, dove vi possa essere ristagno di vapori

Attenzione al possibile crollo di parti di edifici o strutture

Aprire tutte le finestre e le porte per aerare i locali interni

 

 

ALLEGATO 2

 

Schede sulle modalità di comunicazione

 

Scheda B/1 - PRIMA ZONA DI INFORMAZIONE

La prima zona di informazione è rappresentata dall'inviluppo delle prime zone di pianificazione caratterizzate da effetti sanitari comportanti una elevata probabilità di letalità anche per le persone mediamente sane. Ai fini della protezione riveste fondamentale importanza il comportamento della popolazione e si rende quindi necessaria una azione di informazione preventiva particolarmente attiva e capillare che dovrà essere svolta con mezzi diretti.

 

 

MODALITÀ DELLA COMUNICAZIONE

Informazione diretta a nuclei familiari (porta a porta)

Distribuzione a tutte le famiglie residenti nella area di una plico (pacchetto informativo) contenente:

· una lettera di presentazione dell’iniziativa a cura del sindaco e/o del prefetto

· un documento informativo/illustrativo;

· una scheda comportamentale con le indicazioni sui sistemi di allertamento e sulle norme di comportamento da assumere in caso di incidente;

----------------------------------------------

· eventualmente può essere inserito del materiale illustrativo delle aziende interessate

ACCORGIMENTI DA ADOTTARE A SECONDA DELLA DENSITÀ DI POPOLAZIONE

a bassa densità di popolazione fissa <1000 persone al km2

Consegna porta a porta di un plico a tutte le famiglie residenti nella zona, da parte di un rappresentante della pubblica amministrazione (possibile utilizzazione del volontariato)

a media o alta densità di popolazione fissa >1000 persone al km2

Invio (1) del plico con la predisposizione di sistemi di "richiamo e amplificazione" del messaggio (ad esempio una seconda spedizione solo della scheda comportamentale)

Informazione generalizzata (2)

Conferenza stampa

 

Affissione in locali pubblici di targhe contenenti i sistemi di allertamento e le norme di comportamento

 

Eventualmente si può far ricorso a comunicazioni audiovisive.

 

Scheda B/2 - SECONDA ZONA DI INFORMAZIONE

La seconda zona di informazione è rappresentata dall’inviluppo delle seconde zone di pianificazione caratterizzate da possibili danni, anche gravi ed irreversibili, per persone mediamente sane che non intraprendendo le corrette misure di autoprotezione

 

 

MODALITÀ DELLA COMUNICAZIONE

Informazione diretta ai nuclei familiari (porta a porta)

Invio postale (3) a tutte le famiglie residenti nella area di un plico (pacchetto informativo) contenente:

· una lettera di presentazione dell’iniziativa a cura del sindaco e/o del prefetto;

· un documento informativo/illustrativo

· una scheda comportamentale (eventualmente modificata secondo le specifiche territoriali (4) con le indicazioni sui sistemi di allertamento e sulle norme di comportamento da assumere in caso di incidente;

· eventualmente può essere inserito del materiale illustrativo delle aziende interessate

 

Scheda B/3 - TERZA ZONA DI INFORMAZIONE

La terza zona di informazione è rappresentata dall’inviluppo delle terze zone di pianificazione caratterizzate dal possibile verificarsi di danni, generalmente non gravi, a soggetti particolarmente vulnerabili. Per quanto riguarda la comunicazione si può ricorrere ad una informazione generalizzata, quale la stampa ed i mezzi audiovisivi.

 

 

MODALITÀ DELLA COMUNICAZIONE

Informazione generalizzata

Conferenza stampa

 

Affissione in luoghi pubblici di targhe contenenti i sistemi di allertamento e le norme di comportamento

 

Eventualmente si può far ricorso a comunicazione audiovisive.

 

Scheda B/4 - LUOGHI AD ELEVATA CONCENTRAZIONE DI PERSONE

I luoghi ad elevata concentrazione di persone possono essere presenti in prima, in seconda e terza zona. In tali luoghi dovranno essere predisposti specifici provvedimenti quali la formazione ed addestramento del personale responsabile, linee di comunicazione dedicate, ecc. L’informazione dovrà tener conto di tali provvedimenti e delle specificità dei luoghi interessati.

 

ACCORGIMENTI DA ADOTTARE IN PRESENZA DI LUOGHI AD ELEVATA CONCENTRAZIONE DI PERSONE 1-2-3 ZONA (*)

Luoghi di ritrovo, alberghi ed uffici

Affissione targhe contenenti i sistemi di allertamento e le norme di comportamento (*);

 

Distribuzione della scheda comportamentale ai responsabili dell’esercizio o ufficio;

 

Predisposizione di esercitazioni di emergenza

concentrazioni occasionali

Distribuzione della scheda comportamentale agli organizzatori della manifestazione (eventuale verifica di comprensione in sede autorizzativa).

(*) il pacchetto informativo dovrà essere preparato tenuto conto delle caratteristiche del destinatario. Le informazioni dovranno essere predisposte a seconda delle indicazioni previste nel piano di emergenza.

   

 Scheda B/5 - LUOGHI AD ELEVATA CONCENTRAZIONE DI PERSONE VULNERABILI

I luoghi ad elevata concentrazione di persone vulnerabili possono essere presenti in prima, in seconda e terza zona. In tali luoghi dovranno essere predisposti specifici provvedimenti quali la costituzione di locali chiusi idonei al rifugio, formazione ed addestramento del personale responsabile, evacuazione, attrezzature di protezione individuale, linee di comunicazione dedicate, ecc.

L'informazione dovrà tener conto di tali provvedimenti e delle specificità dei luoghi interessati.

 

ACCORGIMENTI DA ADOTTARE IN PRESENZA DI LUOGHI AD ELEVATA CONCENTRAZIONE DI PERSONE VULNERABILI - DI 1-2-3 ZONA

Consegna del pacchetto informativo al corpo docente (*)

Incontri formativi/informativi con il corpo docente

Realizzazione di conferenze e lezioni di protezione civile per gli studenti

Predisposizione di esercitazioni di emergenza

Affissione targhe contenenti i sistemi di allertamento e le norme di comportamento

Consegna del pacchetto informativo al responsabile

Predisposizione di esercitazioni di emergenza

Incontri informativi con il corpo medico e paramedico

Affissione targhe contenenti i sistemi di allertamento e le norme di comportamento

(*) il pacchetto informativo dovrà essere preparato tenuto conto delle caratteristiche del destinatario. Le informazioni dovranno essere predisposte a seconda delle indicazioni previste nel piano di emergenza.

 

ALLEGATO 3

 

Comportamenti di autoprotezione da attuare in caso di evento incidentale (1)

 

 

Scenario incidentale

Prima zona

Seconda zona

Terza zona

Incendio

· Rilascio istantaneo sostanze infiammabili con formazione di sfera di fuoco

· Rilascio sostanze infiammabili con formazione di nube e sua combustione

· Radiazioni termiche stazionarie quali incendi in pozza o a getto

Rifugiarsi al chiuso o in posizione schermata da radiazioni termiche.

Rifugiarsi al chiuso o in posizione schermata da radiazioni termiche

Visti gli effetti trascurabili non viene raccomandata nessuna particolare azione protettiva

Rilasci di sostanze tossiche

Rifugiarsi al chiuso se si prevede un rilascio di breve durata.

Evacuare allontanandosi dal punto di rilascio se il rilascio è potenziale o di lunga durata

Rifugiarsi al chiuso se si prevede un rilascio di breve durata.

Evacuare allontanandosi dal punto di rilascio se il rilascio è potenziale o di lunga durata

Rifugio al chiuso

(1) Quanto riportato in tabella fornisce i criteri di massima per la scelta delle azioni di autoprotezione da prevedere per la popolazione. In ogni caso le indicazioni riportate costituiscono solo un punto di riferimento per un’analisi più ampia e mirata.

 

ALLEGATO 4

 

Composizione del pacchetto informativo

 

 

Allegato C al D.M. 20.5.91
Informazioni che devono essere comunicate al pubblico in applicazione dell’art.11 comma 3

PACCHETTO INFORMATIVO

 

Lettera di presentazione a cura dell’Autorità competente

Documento informativo/illustrativo

Scheda comportamentale

Materiale informativo delle aziende

a) Nome della società ed indirizzo

eventualmente

sicuramente

---

facoltativo

b) Qualifica professionale della persona che fornisce le informazioni

sicuramente

---

---

---

c) Conferma che la località è soggetta alle disposizioni regolamentari e/o amministrative del presente decreto e che è stata presentata all’autorità competente la notifica di cui all’art. 4 DPR 175/88

sicuramente (cenni)

sicuramente

---

facoltativo

d) Una spiegazione in termine semplici dell’attività svolta nella località

---

sicuramente

---

facoltativo

e) I nomi comuni o generici o la classificazione generale di pericolo delle sostanze e preparati che intervengono nella località e che sono suscettibili di causare un incidente rilevante, con indicazioni delle loro principali caratteristiche pericolose

---

sicuramente

---

---

f) Informazioni generali relative alla natura dei rischi di incidenti rilevanti ivi compresi i loro potenziali effetti sulla popolazione e sull’ambiente

---

sicuramente

richiamo allo scenario incidentale

---

g) Informazioni adeguate sulle modalità d’allarme e di informazione della popolazione interessata in caso di incidente

---

eventualmente cenni

sicuramente

---

h) Informazioni adeguate sulle azioni e sul comportamento che la popolazione interessata dovrebbe seguire in caso di incidente

---

eventualmente cenni

sicuramente

---

i) Conferma che la società è tenuta a prendere gli opportuni provvedimenti in loco, nonché a mettersi in contatto con i servizi di emergenza, per far fronte agli incidenti e minimizzare gli effetti.

sicuramente (cenni)

sicuramente

---

facoltativo

j) Riferimento al piano d’emergenza predisposto per far fronte agli effetti di un incidente all’esterno dell’impianto. Tale piano dovrebbe comprendere l’avviso di applicare le istruzione o le richieste dei servizi di emergenza al momento dell’incidente

sicuramente (cenni)

sicuramente

---

---

k) Particolari su come ottenere tutte le informazioni complementari fatte salvo le disposizioni di riservatezza stabilite dalla legislazione nazionale

sicuramente in termini di disponibilità

sicuramente (ad es. istituzione numero verde)

sicuramente (ad es. istituzione numero verde)

---

 

ALLEGATO 5

 

L’organizzazione dei rapporti con i mass- media

 

 

Il comunicato stampa (1)

Tra le tecniche di informazione delle popolazioni da un piano di emergenza abbiamo il comunicato stampa che può essere inviato alle agenzie stampa o direttamente alle redazioni dei quotidiani locali in occasione della "pubblicazione" del piano di emergenza

Il comunicato stampa deve rispettare le seguenti regole

Accuratezza:


Chiarezza:


Brevità:

significa porre attenzione a quello che si scrive controllando le informazioni che debbono essere trasmesse;

significa porre la stessa lingua dei lettori ai quali ci si rivolge ed evitare possibili interpretazioni falsate o allarmistiche;

significa concentrare nel minor numero di parole il testo del comunicato

Nel predisporre di un comunicato stampa è opportuno tenere presente la seguente struttura:

Primo paragrafo

Secondo paragrafo

Ampliamento e chiusura

il comunicato stampa deve iniziare riportano gli elementi che chiariscono subito il fatto (breve illustrazione del piano d’emergenza), i soggetti interessati (gli abitanti della I, II e III zona), il contesto (le attività della protezione civile e la normativa relativa agli impianti a rischio rilevante), i tempi e le ragioni dell’iniziativa.

questa parte ha lo scopo di aggiungere altri elementi fondamentali senza appesantire o allungare troppo le prime righe del comunicato.

soltanto dopo aver chiarito le variabili di base è proponibile un ampliamento del testo e soltanto in chiusura si possono aggiungere elementi collaterali.

Il rispetto di questa struttura modulare è molto importante, così come è fondamentale usare la tecnica che ciascuno paragrafo possa essere letto e compreso senza il supporto dell’altro pezzo.

(1) La seguente parte è tratta da Quaglione V. e Unnia M. (a cura di), Professione comunicatore, Etaslibri, 1991

 

 La conferenza stampa2

Valutare l’opportunità

L’organizzazione di una conferenza stampa deve essere prima di tutto giustificata dal livello di estensione che si vuol dare alla notizia. Per valutare l’opportunità di convocare una conferenza stampa bisogna prima di tutto escludere la possibilità che altri strumenti, - ad esempio il comunicato stampa - possono ottenere la stessa efficacia

Organizzazione di una conferenza stampa

Individuare il tema

definire i contenuti del messaggio rendendoli comprensibili anche ai non addetti ai lavori;

Selezionare gli oratori

dare a ciascuno un ruolo preciso da sviluppare nel corso dell’incontro (distribuzione delle tematiche politiche, tecniche, sanitarie, ecc.)

Stabilire la data

verificare l’eventuale contemporaneità con altri eventi rivolti agli stessi interlocutori;

Comunicare l’ora

rispettare dei tempi della stampa (in generale privilegiare le ore comprese fra le 11.00 e le 12.30);

Trasmettere l’invito

selezionare i giornalisti e le testate maggiormente diffuse al livello locale;

Formulare gli inviti e verificarne la presenza

richiamare telefonicamente gli invitati il giorno prima;

Preparare il materiale informativo

Rendere disponibile un testo scritto e/o una sintesi degli interventi, un comunicato stampa, dati utili sul piano d’emergenza

Effettuare le scelte logistiche

preparare il luogo, i supporti audiovisivi, l’allestimento della sala, la registrazione degli interventi, la sala stampa;

Redazione dei comunicati stampa

redigere un comunicato stampa, a conclusione dell’incontro, per i giornalisti che non sono intervenuti;

Verifica dei risultati

elaborare ed analizzare la rassegna stampa del giorno dopo.

2) la seguente parte è tratta da Quaglione V e Unnia M. (a cura di), Professione comunicatore, Etaslibri, 1991

 

ALLEGATO 6

 

Contenuti del documento informativo/illustrativo sull'azienda

1. I contenuti del documento informativo/illustrativo

Come illustrato nell’allegato 4 al presente documento e con riferimento all’Allegato C al DM 20/5/91 Ambiente (che introduce l’Allegato VII al DPR 175/88), il documento informativo/illustrativo dovrà contenere quanto segue:

a) Elementi sicuramente contenuti nel documento illustrativo/informativo

· Nome della Società ed indirizzi

· Conferma che la località è soggetta alle disposizioni regolamentali e/o amministrative del decreto DPR 175/88 e che è stata presentata all'Autorità competente la notifica di cui all’Art.4

· Una spiegazione in termini semplici dell'attività svolta nella località

· Nomi comuni o generici o la classificazione generale di pericolo delle sostanze e preparati che intervengono nella località e che sono suscettibili di causare un incidente rilevante, con indicazione delle loro principali caratteristiche pericolose

· Informazioni generali relative alla natura dei rischi d'incidenti rilevanti ivi compresi i loro potenziali effetti sulla popolazione e sull’ambiente

· Conferma che la società è tenuta a prendere gli opportuni provvedimenti in loco, nonché a mettersi in contatto con i servizi di emergenza, per far fronte agli incidenti e minimizzare gli effetti

· Riferimento al piano di emergenza predisposto per far fronte agli effetti di un incidente all’esterno dell'impianto. Tale piano dovrebbe comprendere l'avviso di applicare le istruzioni o le richieste dei servizi di emergenza al momento dell’incidente

· Particolari su come ottenere tutte le informazioni complementari fatte salve le disposizioni di riservatezza stabilite dalla legislazione nazionale.

b). Informazioni eventualmente contenute nel documento informativo/illustrativo

· Informazioni adeguate sulle modalità di allarme e di informazione della popolazione interessata in caso di incidente.

· Informazioni adeguate sulle azioni e sul comportamento che la popolazione interessata dovrebbe seguire in caso di incidente.

Nella pratica attuazione, le informazioni di cui al punto b) saranno più opportunamente illustrate nelle schede comportamentali (Allegato 1).

Per quanto concerne le informazioni di cui al punto a), pur rispettando integralmente gli argomenti precedentemente elencati, occorre evitare un eccesso di informazione, generato da un inopportuno approfondimento di quanto richiesto, che porta generalmente ad una minor comprensibilità del messaggio e, in ultima analisi, a ridurre le possibilità che vengano effettivamente posti in atto gli idonei comportamenti di autoprotezione.

2. Acquisizione degli elementi da parte del Sindaco

La vigente normativa affida al Sindaco l'onere di informare la popolazione e prevede che allo stesso pervengano le conclusioni delle istruttorie sugli impianti elaborate dai Comitati Tecnici Regionali o Interregionali che peraltro possono non contenere tutti gli elementi necessari per una completa informazione.

Peraltro il Prefetto, cui compete l’onere e della predisposizione del Piano di emergenza esterno e di assicurare che la popolazione interessata sia adeguatamente informata dispone di tutti i necessari elementi.

Appare quindi evidente che, anche in un’ottica di omogeneizzazione delle procedure sul territorio provinciale, il Prefetto potrà fornire all’Autorità comunale tutti gli elementi necessari all'informazione del pubblico, utilizzando eventualmente la scheda che segue.

DOCUMENTO INFORMATIVO/ILLUSTRATIVO SUI RISCHI DI INCIDENTE RILEVANTE

 

Nome della Società______________________________________________________________

Indirizzo della Società

Via_____________________Comune_____________________Provincia._________

Indirizzo dello stabilimento o deposito

Via_____________________Comune_____________________Provincia__________

 

 

La Società ha presentato la Notifica prevista dall’Art. del DPR 175/88 per l’uso di una o più sostanze pericolose in:

[_] attività industriale

[_] deposito

 

 

L’attività svolta nello stabilimento/deposito consiste in (*):

___________________________________________________________________

___________________________________________________________________

___________________________________________________________________

___________________________________________________________________

___________________________________________________________________

___________________________________________________________________

(*) Semplice descrizione delle attività svolte nello stabilimento o nel deposito

Sostanze e preparati suscettibili di causare un incidente rilevante

 

Nome comune o generico

Classificazione generale di pericolo

Principali caratteristiche pericolose

 

 

 

Informazioni generali relative alla natura dei rischi di incidenti rilevanti

 

Incidente(*)

Sostanza rilasciata

Possibili effetti sulla popolazione e/o sull’ambiente

 

 

 

(*) Incendio, esplosione, rilascio tossico

Provvedimenti predisposti dalla Società in caso di incidente

 

La Società ha predisposto un Piano di emergenza interno in caso di incidente che prevede:

Messa in sicurezza degli impianti

Attivazione di una squadra di emergenza interna per il contenimento dell’incidente

Allarme immediato alle autorità attraverso:

Segnalazione telefonica al Comando dei Vigili del Fuoco con linea ordinaria

Segnalazione telefonica al Comando dei Vigili del Fuoco con linea dedicata

Segnalazione telefonica alla Prefettura con linea ordinaria

Segnalazione telefonica alla Prefettura con linea dedicata

Segnalazione telefonica al Comune con linea ordinaria

Segnalazione telefonica al Comune con linea dedicata

Provvedimenti predisposti dalle Autorità in caso di incidente
(Piano di emergenza esterno)

 

La Prefettura ha predisposto un piano di emergenza esterno il quale, in caso di eventuale incidente che possa comportare pericolo per la popolazione all’esterno dell'impianto, prevede:

Allarme della popolazione mediante______________________________________________

Sistema continuo di informazione della popolazione mediante le seguenti emittenti

radio/TV

____________________________________________________________________

____________________________________________________________________

____________________________________________________________________

Sistema continuo di informazione della popolazione mediante:

Comunicazioni telefoniche

Automezzi dotati di altoparlanti

Altro :

Invio di squadre specialistiche per l'intervento sull’impianto in emergenza e la limitazione delle conseguenze

Invio nella zona di apposite squadre di intervento per il controllo del traffico

Invio nella zona di apposite squadre di soccorso per supporto ed informazione diretta alla popolazione interessata dall’incidente e che forniranno ulteriori eventuali istruzioni di comportamento.

Evacuazione della popolazione verso gli appositi centri di raccolta

Attivazione di apposite strutture medico-sanitarie

Predisposizione di apposite strutture logistiche per sopperire ad eventuali necessità della popolazione interessata dall’incidente.

Attivazione di apposite strutture di monitoraggio dell'incidente

 

 

Ulteriori informazioni circa i rischi con l’impianto e le più idonee forme di comportamento in emergenza potranno venir richieste a (*)

____________________________________________________________________

____________________________________________________________________

(*) specificare l’ufficio preposto dalle Autorità per le informazioni preventive con relativo numero di telefono

 

ALLEGATO 7

 

Sintesi delle principali norme legislative sull’informazione in materia di incidenti rilevanti

1. Norme CEE

La Direttiva 82/501/CEE (c.d. 'Seveso') sui rischi di incidenti rilevanti connessi con determinate attività industriali nel primo articolo definisce l'ordine di grandezza che un incidente deve raggiungere per potersi definire "rilevante".

Perché si possa parlare di incidente rilevante è necessario che l'evento incidentale abbia quattro caratteristiche di base:

derivi da uno sviluppo incontrollato di un'attività industriale;
consista in un avvenimento, quale un’emissione, un incendio o un'esplosione di rilievo;
coinvolga una o più sostanze pericolose;
dia luogo ad un pericolo grave, immediato o differito, per l'uomo, all’interno e esterno dello stabilimento, e/o per l'ambiente.

La Direttiva 82/501 è finalizzata a due obiettivi fondamentali:

1) prevenire gli incidenti rilevanti, adottando le misure necessarie a ridurre al minimo le possibilità di un loro verificarsi;
2) limitare le conseguenze degli incidenti, sia per gli effetti interni che per quelli esterni agli stabilimenti.

Il primo dei due obiettivi è perseguito tramite complesse valutazioni dei rischi connessi ad un dato impianto e, di conseguenza, tramite l’identificazione delle misure che il fabbricante dovrà prendere per abbattere il livello del rischio stesso.

Il secondo obiettivo, ovvero la limitazione delle conseguenze di un eventuale incidente, è perseguito:

nello stabilimento, tramite l'informazione, l'addestramento e l'attrezzatura, ai fini della sicurezza, delle persone che vi lavorano e tramite l'adozione di un piano di emergenza interno;

a. al di fuori dello stabilimento, tramite:

b. la predisposizione di un piano di emergenza e di intervento esterno;

c. l'informazione della popolazione che può essere colpita da un incidente rilevante.

Per quanto riguarda l'informazione della popolazione la Direttiva 82/501 stabilisce (art. 8, co. 1) che gli Stati membri devono provvedere affinché le persone che possono essere colpite da un incidente rilevante siano opportunamente informate sulle misure di sicurezza e sulle norme comportamentali da seguire.

Tali informazioni devono essere:

date senza che la popolazione sia costretta a farne richiesta;
ripetute ed aggiornate ad intervalli regolari;
rese pubblicamente disponibili.

Per quanto riguarda la scelta dei soggetti sui quali ricade l'obbligo di informare e le modalità con le quali dare l'informazione, la Direttiva non detta alcuna disposizione, lasciando alla legislazione dei singoli Stati membri il compito di provvedervi.

Nel prossimo paragrafo, pertanto, vedremo a chi, e con quali modalità, la nostra legislazione ha attribuito l'obbligo di provvedere ad informare la popolazione.

2. Norme nazionali di attuazione della Disciplina Comunitaria

Le tre Direttive CEE in materia di rischi di incidenti rilevanti (82/501, 87/502 e 88/610) sono state attuate nel nostro Paese tramite i seguenti atti:

DPR 17 maggio 1988. n. 175 (recepimento della Direttiva 82/501);
DPCM 31 marzo 1989 (attuazione dell'art. 12 del D.P.R- 175/88);
DM 20 maggio 1991 (attuazione della seconda modifica, 88/610, della Direttiva 82/501).

Tale insieme normativo è stato modificato in maniera radicale dal D.L. 7 settembre 1994 n.529, intervenuto su iniziativa del Ministero dell'ambiente a seguito del prolungarsi senza esito dell’iter parlamentare del disegno di legge di modifica della normativa.

Sulla base delle predette norme, così come modificate dal citato decreto-legge, riassumiamo il quadro normativo vigente in materia di informazione della popolazione.

A tal proposito va subito notato che sono tre i soggetti che, a vario titolo, intervengono in tale ambito: il Dipartimento della Protezione Civile, i prefetti ed i sindaci.

2.1. Il Dipartimento della Protezione Civile

Sulla base dell'art. 4 della legge n. 225/92, istitutiva del Servizio nazionale della protezione civile, il Dipartimento della protezione civile deve predisporre:

i programmi nazionali di previsione e prevenzione in relazione alle varie ipotesi di rischio;
i programmi nazionali di soccorso;
i piani per l'attuazione delle conseguenti misure di emergenza.

Nell'ambito generale di tale programmazione/pianificazione il Dipartimento deve anche provvedere, in attuazione dell'art. 11, co. 1, del DPR 175188 a stabilire le:

linee guida per la pianificazione dell'emergenza esterna (provvisoria o definitiva);
linee guida per l'informazione alla popolazione.

2.2. Il Prefetto

Già sulla base dell’art. 14 della legge n. 225/92 il Prefetto ha il compito di predisporre un piano per fronteggiare l'emergenza su tutto d territorio della provincia, curandone nel contempo la concreta attuazione. Tale piano generale riguarda tutte le tipologie di eventi a grande rischio che possono verificarsi nell'ambito del territorio provinciale.

Per quanto riguarda i rischi di incidenti rilevanti di origine industriale i compiti di pianificazione del Prefetto sono stabiliti dall’art. 17 del D.P.R., 175/88.

In particolare il Prefetto dovrà curare i seguenti adempimenti.

a. predisporre la pianificazione di emergenza esterna all'impianto al fine di effetti dannosi derivanti da eventuali incidenti.
A tal fine il Prefetto potrà fare affidamento sulle seguenti "fonti" di informazione che gli consentiranno di predisporre un'adeguata pianificazione:

b. informazioni fornite dal fabbricante;
conclusioni dell'istruttoria;
linee guida per la pianificazione dell'emergenza esterna predisposte dal Dipartimento della Protezione Civile;
eventuali valutazioni formulate dal Dipartimento della protezione Civile.

c. Il Piano, una volta predisposto, è trasmesso al Ministero dell'Ambiente, alla Regione e al Dipartimento della Protezione Civile, ai sensi dell' art. 10 della legge n. 225/92.

d. predisporre un piano di emergenza esterna per ciascuna delle aree ad elevata concentrazione industriale individuate dal Ministero dell'Ambiente.

e. dopo aver approvato i piani di emergenza esterni agli impianti, assicurare che la popolazione interessata sia adeguatamente informata relativamente:

ai rischi conseguenti l'esercizio di un'attività industriale;
alle misure di sicurezza messe in atto per prevenire gli incidenti rilevanti;
agli interventi di emergenza predisposti esterno dello stabilimento in caso di incidente rilevante;
alle norme da seguire in caso di incidente.

2.3. Il Sindaco

L'art. 11 del D.P.R- 175/88 stabilisce che i sindaci dei comuni ove sono localizzate le attività industriali disciplinate dal decreto stesso devono informare la popolazione relativamente alle misure di sicurezza ed alle norme di comportamento da seguire in caso di incidente rilevante.

Tali informazioni devono:

a. essere predisposte sulla base delle linee di indirizzo per l’informazione della popolazione stabilita dal Dipartimento della protezione civile;

b. essere ripubblicate ad interventi regolari

c. essere aggiornate laddove intervengano le conclusioni delle istruttorie sui rapporti di sicurezza dì cui all’art. 18 dello stesso decreto.

 

ALLEGATO 8

 

La tecnica della comunicazione

1. Il processo comunicativo

La prima conferenza mondiale sulla comunicazione del rischio è stata organizzata dalla Environmental protection agency nel 1984. Da allora si è venuta accreditando l'idea di una comunicazione del rischio intesa come "trasferimento di informazioni finalizzato a rispondere alle concezioni e ai bisogni del pubblico relativamente ai rischi reali o percepiti". Questa definizione fa riferimento ad un processo comunicativo in cui si collocano da un lato l’emittente (cioè il soggetto che lancia il messaggio) e dall'altro lato il ricevente (il soggetto a cui è destinato il messaggio), i quali si confrontano su temi e problematiche concernenti il rischio.

Nel corso di una ricognizione degli studi di comunicazione del rischio è stato rilevato che il modello emittente-ricevente (o destinatario) è uno tra i più adottati. Secondo tale modello, in un processo comunicativo sono presenti almeno cinque componenti: fonte dell’informazione, emittente, trasmittente, rumore e destinatario. L'emittente attinge una informazione dalla fonte (in alcuni casi l'emittente è identificabile con la fonte) e poi la trasmette al ricevente, opportunamente codificata, scegliendo i canali e mezzi di comunicazione che ritiene più appropriati. L'informazione, in alcuni casi, viaggiando attraverso un canale, può essere disturbata da fattori esterni (rumori) che ne influenzano, in modo più o meno significativo, il senso.

L'esistenza di codici, ovvero modelli d'associazione e di interpretazione, specifici di ogni società e cultura, consente il passaggio di informazioni da una fonte all’emittente ed infine al ricevente. Si ha una comunicazione quando c'è una relazione capace d'influire in modo interattivo e selettivo sull'organizzazione interna del sistema ricevente (comportamenti, modi di vedere, abitudini, conoscenze, ecc.). Non sempre i processi informativi sono di fatto processi comunicativi. Diventano tali solo se si instaura un rapporto fra le parti. Soltanto una corretta sollecitazione dà luogo a quelle variazioni di comportamento (verbali, espressive, cognitive, ecc.) attese da una delle due parti. Ne consegue quindi che una comunicazione è data almeno da due fattori:

· le capacità dell'emittente;

· l'interesse manifestato dal ricevente rispetto alla tematica affrontata.

In una comunicazione sono sempre presenti i seguenti elementi:

 

Fonte di trasmissione

è colui che detiene o da cui si attinge una informazione;

Emittente

è colui che individua il destinatario, che sceglie i veicoli con cui diffondere l'informazione, che si accerta dell’idoneità degli strumenti di ricezione del destinatario e che compila il messaggio;

Messaggio

esso è qualunque suono, immagine e parola che riesca a comunicare al destinatario ciò che l’emittente si era prefisso;

Veicolo di trasmissione

è lo strumento a cui è affidata la trasmissione del messaggio; colui che trasmette può servirsi di uno o più veicoli per diffondere un medesimo messaggio;

Canale di comunicazione

è la strada attraverso cui passa il messaggio, ovvero il collegamento fra lo strumento di trasmissione e quello di ricezione;

Strumento di ricezione

è il mezzo di cui dispone il destinatario per ricevere e interpretare il messaggio;

Destinatario

è colui al quale è indirizzato il messaggio.

 


Una buona comunicazione, anche dal punto di vista tecnico, può risultare fallimentare se non produce i risultati attesi cioè stimolare in modo adeguato l'interesse del ricevente. D'altro canto non va sottovalutata l'opera di selezione svolta da quest’ultimo, che ha un ruolo altrettanto importante a quello ricoperto dall'emittente, egli infatti:

· riceve segnali circa eventi pericolosi o oggetti portatori di rischio sia direttamente, attraverso esperienze personali, sia indirettamente attraverso informazioni fornite da autorità istituzionali o altre componenti sociali;

· trasforma il messaggio e lo diffonde ad altri (e quindi lo amplifica).

L'informazione del rischio, una volta amplificata, produce risposte relativamente ad un secondo impatto, dal quale si determina un'ulteriore amplificazione del messaggio, da cui risulta un terzo e un quanto impatto e così via. Questo modello presuppone come unità d'analisi il segnale (un insieme di segni verbali o di altra natura) che rappresenta elemento di connessione tra fonte, emittente e ricevente.

La comunicazione del rischio, come ogni altra forma di comunicazione, non è immune dall'effetto rumore dovuto a forme di distorsione connesse amplificazione dello stesso (tab. 1).

 

Tab. 1 Forme di distorsione del messaggio connesse all’amplificazione dello stesso

 

FORME DI DISTORSIONE

CONSEGUENZE SUL MESSAGGIO

Effetto volume e filtro

intensificazione o riduzione dell’impatto del messaggio (ad esempio una impostazione molto persuasiva va a discapito di un corretto e proficuo interessamento del ricevente);

Effetto di sottovalutazione e di sopravvalutazione

sottrazione o inserimento di elementi nel messaggio (ad esempio una informazione molto stringata per minimizzare il pericolo o viceversa una informazione troppo dettagliata che finisce per allarmare il ricevente);

Effetto di posizionamento

il contesto influenza il senso del messaggio (una medesima informazione distribuita in situazione di normalità o di emergenza sortisce effetti completamente differenti);

Effetto di combinazione

l’organizzazione del messaggio influenza la percezione del ricevente (privilegiare nella costruzione del messaggio le problematiche del rischio a quelle della prevenzione comporta risposte diverse da parte dei soggetti interessati).

Effetto stereo

il mezzo di informazione può influenzare il senso del messaggio (ad esempio, per dare minor o maggiore risonanza ad una informazione si fa ricorso ad informazione diretta o ad una mediata dai mezzi di comunicazione di massa)

Il pregio di questa teoria è quello di sottolineare, riportando la questione su un piano operativo, che il significato del messaggio non viene attribuito solo dal comunicatore, ma soprattutto da chi lo riceve. Nel caso in cui si riscontrino scarti significativi fra il senso attribuito dall'emittente e quello del ricevente, le cause dell'eventuale fallimento non vanno ricercate presso d destinatario, ma in chi ha gestito la comunicazione. A fronte di una chiara individuazione degli obiettivi e del tipo di destinatari della comunicazione vanno predisposti i contenuti e selezionati i canali più adatti.

In una comunicazione del rischio così strutturata diventano cruciali i seguenti aspetti:

· la trasmissione di contenuti con una chiara connotazione di tipo operativo (ovvero messaggi di facile interpretazione per renderli operativi quando e ove necessario);

· la coerenza e la stretta interdipendenza fra l'informazione distribuita in situazione di normalità (informazione preventiva) e quella diffusa durante l'emergenza e nel post-emergenza;

· una informazione equilibrata dal punto di vista dei contenuti per evitare i rischi di un sovraccarico informativo che appesantisca l'interazione comunicativa al punto che il messaggio si trasformi in "rumore";

· la credibilità e l'autenticità dell'informazione, della fonte e dell'emittente;

· l’acquisizione dell'interessamento del ricevente che normalmente è supersollecitato da una moltitudine di messaggi, provenienti da più parti.

 

Tab.2 Caratteristiche del rischio e aspetti associati alla percezione del rischio

 

Caratteristiche

Aspetti associati alla percezione del rischio

· Gravità delle conseguenze

Il numero delle vittime e i danni prodotti all’ambiente

· Probabilità di accadimento

L’eventualità che un evento indesiderato si verifichi

· Fonte di pericolo

L’origine del rischio connessa all’agire dell’uomo o ad eventi naturali

· Potenziale catastrofico

Il numero dei decessi e i danni raggruppati nel tempo e nello spazio

· Reversibilità

La possibilità di ritornare alla situazione precedente all’incidente

· Effetti differiti

La distribuzione nel tempo delle conseguenze

· Impatto sulle future generazioni

La tipologia delle persone coinvolte

· Familiarità

Il livello di confidenza con la fonte di pericolo

· Tipo di impatto sulla popolazione

Il tipo di conseguenze sulla salute e sulla qualità della vita

· Livello di conoscenza

Il grado di comprensione personale dei meccanismi e dei processi coinvolti

· Informazione scientifica

Il livello di chiarezza e coerenza delle interpretazioni scientifiche

· Tipo di esposizione

La capacità di decidere i tempi e i modi per affrontare un evento rischioso

· Chiarezza del beneficio

L’evidenza e l’inoppugnabilità dei risultati

· Equità della distribuzione

La ripartizione del pericolo in termini di imparzialità e correttezza fra le parti coinvolte

· Capacità di controllo

Il tipo di delega e di controllo diretto

· Attribuzione delle responsabilità

L’individuazione delle cause rispetto ad agenti naturali o a fattori umani

· Credibilità dell’ente di controllo

Il livello di fiducia e di deferenza riposto negli agenti deputati alla gestione e al controllo

· Attenzione da parte dei mass media

Il tipo di trattazione e di spazio dedicato ad una fonte di rischio

2. La percezione del rischio

Ogniqualvolta si procede ad una comunicazione viene individuato un interlocutore rispetto al quale si mettono a punto le strategie ritenute vincenti. La comunicazione del rischio si differenzia dalle altre per la particolarità del tema trattato e per la specificità del destinatario (ad esempio, popolazioni residenti nelle vicinanze di un impianto a rischio di incidente rilevante), in quanto:

· ogni persona ha una propria concezione del rischio, compresi i tecnici e gli esperti (i quali fanno prevalentemente riferimento a stime, modelli e probabilità), il giudizio della gente può tener conto di queste informazioni, ma comunemente è più sensibile ad altri fattori (tab. 2);

· anche se le percezioni individuali sono differenti, è possibile quantificare e prevedere il rischio attraverso l’uso delle tecniche psicometriche;

· ogni definizione di rischio implica alla base una scelta morale e politica.

Quotidianamente è possibile verificare che alcuni rischi sono tollerati tranquillamente poiché derivano da libere scelte nell'ambito dello stile di vita perseguito o da una forte familiarità. Di fronte al rischio si attivano atteggiamenti differenti: alcuni vengono considerati in senso assoluto; altri invece in modo cumulativo, cioè addizionati all'insieme di pericoli a cui si è già esposti; infine vi sono quelli che vengono affrontati in una ottica politica ed etica, altri in maniera meramente egoistica.

Ogni individuo ha una propria percezione del rischio a seconda del peso attribuito ad uno o più di questi fattori; pertanto per realizzare una comunicazione del rischio efficace sarebbe opportuno, per quanto possibile, conoscere il mix o quale di questi fattori gioca un ruolo fondamentale nel determinare il rifiuto o l'accettazione di un determinato rischio da parte di una persona.

 

NOTE

(1) La documentazione va inviata senza spese per il destinatario.

(2) L'informazione generalizzata riguarda indifferentemente la prima, la seconda e la terza zona; ovvero nel caso in cui si decidesse di organizzare una conferenza stampa si deve tener conto che l'impatto dell'informazione potrebbe oltrepassare l'area individuata nel piano di emergenza.

(3) La documentazione va inviata senza spese per il destinatario.

(4) I provvedimenti di autoprotezione possono risultare differenti rispetto a quelli previsti in prima zona.