PORTE e FINESTRE

Non basta aprire delle porte, ma è necessario accompagnare le persone oltre quelle porte, e soprattutto essere certi che non si tratti di porte fasulle o aperte sull'illusione. Se c'è una sfida, allora, è quella di riuscire a scoprire in quanti modi possono camuffarsi le porte della saggezza, ma ancora una volta, tale sfida non deve concludersi con l'inutile accumulo di nozioni relative alle nostre scoperte...

Un mio caro amico artista, Maurizio Pellegrini, aveva scritto:

La strategia dell'agguato permette all'artista di impossessarsi dell'altrui vedere.

“...Lo stare in agguato, per l'artista di questa fine millennio, vuol dire porsi in una posizione che, nella sua libertà di spostamento, deve far fronte a una profonda responsabilità: quella di mantenere una voce senza necessariamente evocare, di presentare uno stato d'animo senza tendere a rappresentare, di parlare mantenendo il silenzio, di attraversare senza farsi cogliere. E nel suo vedere l'unico tradimento sta nella fragilità di aspettare la luce del mattino e poi la seduzione della notte .

Mi importa ben poco seguire i percorsi degli equivoci e dei chiarimenti: è più importante ascoltare i “silenzi” degli equivoci, perché è lì che stanno nascoste le finestre dalle quali accedere a nuove realtà. Come diceva Gianni Rodari: “è vero che le porte sono fatte per entrare e per uscire, ma entrare e uscire dalle finestre è più divertente!”. È il divertimento, il gioco, si carica di una energia ineffabile e sempre positiva che ci porta a dover comunicare con l'altro, e non solo con la sua immagine chiusa in noi stessi.

Forse il mio gioco preferito è l'agguato, come per il mio amico Maurizio, perché credo che l'intelligenza necessaria alla vita nel nostro tempo storico preferisca una prossimità a quella della scimmia che sfugge il suo predatore, in grazia della grazia della sua leggerezza. Così un agguato all'agguatore (???... però, almeno è una parola buffa...) salva la vita dell'agguatato…….

 

Ti abbraccio, Claudio