ArtePhoros  pagine azzurre

A L T R A      P O E S I A

Grazie agli autori ed alle autrici, ArtePhoros presenta l'altra poesia... quella del quotidiano, del pensiero vivo che muove le nostre coscienze e che osando sperare non cede all'ostentazione.

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Testimonial

Alberto Cappi

Celeste Giaramidaro

              Mariliva Zamboni              

Guido Puletti

Ad oggi, sono presenti i pensieri di:

  Daniela Camisasca 

  Paola Castagna 

Enzalba Elia

Domenico Franceschini 

  Elvira Lezzi

Rhofir Salah

Stefano Volontè

by ArtePhoros © Tutti i diritti di pubblicazione sono vincolati al consenso dei rispettivi autori.

PAGINE AZZURRE

Gli interessati possono scrivere ad artephoros@iol.it  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Elvira  Lezzi

Vorrei oggi planare

alta nel cielo

così restare

col  cuore legato ad un filo

ed il fiato sospeso.

Vorrei gridare muta

un gesto di melodia.

E puntare una nuvola

poi tornare al mare

e ancora su verso il sole

di nuovo affondare

quieta

gioiosa

come un canto lontano.

Questo oggi vorrei.

 

_________

 

Oh quanti versi mi affollano e danzano

poi si posano

nella pigrizia di un corpo sognante.

Svolazzando inducono il cuore

ad un amico

a volte a te Alessia

come se fossi la mia continuità;

a volte

mi suggeriscono un compagno mancato

e quando è piena notte

indossano la voce dei miei figli.

A volte vorrei catturarli

per la dolcezza che compongono

ma all’atto d'un movimento

scompaiono.

Sono versi, lo so, d’amore

sono le parole della mente

che nascono all’insaputa e nel silenzio

sono l’incanto

di un breve solitario attimo d'intimità

con il mondo.  

 

_________

 

Dialogo

Lenta e muta accompagno

Il silenzio della tua assenza

Là dove il silenzio è dialogo

L'amore non è mai solo amore

E' speranza attesa eternità è il mondo

Dicevi a me che ti imploravo

A lungo ho sfidato la distanza

Per i tuoi occhi orientali

Ora il mondo va oltre, oltre la vita

Per sempre dove il tempo è infinito

nella terra si fonde la cenere dei corpi

Là dove la morte arde d'amore

 

Elvira Lezzi, Vigevano - e mail: elezzi@libero.it

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Stefano  Volontè

Parole riunite dopo la vergognosa sentenza della Cassazione

sullo stupro "favorito" dall'uso dei jeans. Ogni tanto pesa essere maschio:

Nel crepuscolo violento

della miseria umana,

sordo ai rami pungenti,

scopro vistose pietre

tra le siepi ordinate.

Colgo, nel giardino della pietà,

il fiore del perdono

e lo offro a te, donna sfregiata,

figlia luminosa

del sentimento nomade

di un uomo coraggioso

che piange petali di rose,

carezze sul velluto vergine

dell'amata regina.

_________

Perchè tanta follia nella poesia?

Temiamo forse che la ragione scopra i nostri sensi di colpa?

Perchè tanto amore nel cuore?

Temiamo forse di dimenticare il nostro antico candore?

Perchè tanta esitazione nel chiedere attenzione?

Temiamo forse di disturbare la paura del silenzio?

Perchè tanto Dio nel mondo?

Temiamo forse di rubare l'anima ai morti?

Perchè alcune cose restano solo una domanda?

Perchè, dimmi, il suono delle parole

a volte azzera l'estasi di un sogno?

Perchè il pensiero non può vibrare libero

nel cielo del proprio mondo!

Quando curiosità e desiderio sono negati,

ti chiedi: perchè?

_________

Natale 2001

E' la luce

figlia di sé stessa,

primordiale acqua

nell'oceano dell'inconscio,

che annuncia la nascita,

vagito ancestrale

moltiplicatore di fede,

irta spina tra tremanti mani

lavate con il sangue innocente

delle croci gemelle.

Stefano Volontè, Ponte in Valtellina - e mail: stefano.volonte@popso.it

 

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Enzalba

Enzalba  Elia

 

P e r c o r s i

 Si stende

sotto i piedi il Tempo

come un tappeto interminabile.

Tempo da percorrere a passi

lenti

che affondano negli

intrecci dei nodi

a passi

pesanti

che piegano

l’antica lanugine

lasciando impronte

vacanti

fino alle nervature

dell’ordito

fino allo scheletro

della trama.

Velluto di sassofono

svolge sui lenti accordi

del pianoforte

un corrimano per il desiderio

ansante ancora

nel petto

- tenda di carne

viva

che avviluppa

la Luce.

 

 _________

 

Dopo la festa

Ci vuole una poesia, stasera,

per questo pianto secco del cuore.

Una poesia calda e morbida

come il bicchiere di Porto

offerto alla finestra della notte.

 

O una poesia - tisana

scura di foglie sbriciolate,

tenero e forte aroma di madre

nella cucina quieta.

 

Qualcosa, insomma,

prima di andare a letto

- nel letto vuoto -

una carezza, una goccia

di fiore lenitivo

(stella di Bethlehem, latte di gallina)

un abbraccio di mani

- le mie mani -

per questo corpo che ha dovuto

perderti

per ritrovarsi tra le mie mani.

 

Starò con me, stanotte,

dopo i canti, la folla

dei molti occhi di un tempo

il vino e i fuochi

- e il tuo viso tra loro, il ricordo

lasciato a me sola

mentre voli di nuovo

leggero

e lei ti bagna col vino

la gola.

 

Si, ho riso, ho cantato,

ho ballato.

Sui tuoi occhi era asciutto il mio sguardo

e sereno, mi pare, il mio volto

(il dolore era piano).

 

Facciamoci questa poesia,

amica

madre figlia sorella,

ristoro di pianto per poco

prima di andare a dormire

stasera.

_________

 

Viaggio

in questa casa vuota

inseguita

da onde sonore

le musiche

del mondo che anelavo

bere d'un fiato

correndo attraverso giorni

replicanti-mutanti

onde eteree

di tempo

battute uguali ritmi

diversi

sfogliano

gli anni e addensano

le cose

usate

dormienti appena

quando si volge altrove

l'attenzione

o semplicemente si spegne

come l'ultima

lampada nella notte..

_________

Sensazioni d'inizio d'autunno

Caldo.

Non la frescura delle prime piogge

sulla terra riarsa, il brivido

di gelo che ci coglie

negli abiti ancora estivi, la malinconia

precoce del tramonto che  affretta

verso casa, col desiderio di un tepore

più raccolto, forse odoroso di castagne..

No, solo caldo, ancora e sempre caldo.

Nuvole

di cherosene in volo 

determinato, ardente come un laser.

Vento caldo di scirocco, umido che  distilla petrolio.

Vento che trasuda polvere e sangue.

Nella mia casa vuota

questa polvere spessa s'incolla

a ciò che resta dell'estate

trascorsa, immobile

come  il tempo sospeso, nel giorno

che è uguale alla notte...

E non voglio pensare

solo per oggi non pensare

alla nostalgia del passato

al timore del futuro

solo raccogliermi nel seme duro di un presente

che basti appena per un pò a se stesso. 

 

_________

 

Cara amica
il silenzio ha parole
di cui si veste per incontrare altri silenzi.
Sono vesti lussuose, pregiati tessuti foggiati all'ultima moda
negli atelier dell'haute couture,
o sono povere stoffe tratte per l'uso quotidiano
dalle alchimie seriali dei Grandi Magazzini televisivi...
 
Ma, come tutti, il silenzio si spoglia
quando rimane solo
e come tutti contempla nello specchio
la propria nudità fatta di immagini...
 
L'ultima volta, è vero, il mio silenzio
si è incantato a guardare:
immagini di una notte di Capodanno
fuoco di legna e chiaro di luna
volti anziani rugosi, grati di ogni istante di gioia
sul limitare del tempo,
volti che nella prima stanchezza accolgono una sosta
incerti di guardare
davanti a sé, o indietro...
volti ancora protesi ai nastri di partenza
scalpitanti, avidi di percorrere un cammino
inconsapevolmente già iniziato...
 
Le parole, amica, possono inseguire il tempo
e a volte stare al suo passo
vestendolo, acconciando le sue forme all'occasione
possono scaldare, come il fuoco
o illuminare, come la luna.
 
...Le immagini sole possono fermare il tempo
inchiodarlo alla nuda essenza delle cose
che è
essenzialmente appunto
silenzio
 

_________

                                                                 

 Senza parole

Sicuramente riderò quando

ci incontreremo, così come tu riderai.

Siamo bravi a ridere, entrambi, 

di noi stessi.

E il camino con le sue braci

quiete, e le lacrime sulla spalla,

se ne starà ben nascosto

in fondo, in fondo alle nostre risate.

Ascolto

un dolore sottile che viene

da dentro, da un qualche angolo buio.

Dicevi che anche il dolore

se non lo rifiuti, ti accorgi

che è parte di noi.

Potremo tenerlo nel mezzo,

come un piccolo bimbo che vuole

dormire tra mamma e papà

per paura del buio.

Ci impedirà di accostarci

oltre il limite di ciò che ora siamo,

e ci darà la misura

di ciò che di noi abbiamo fatto.

 

 Enzalba Elia, Castelvetrano (Trapani) - e mail: albaelia@libero.it

 

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Rhofir

Rhofir Salah

Il mio destino

L'insulto al tempo

La nuvole disciolte

Il mio cuore come una fragola

che sia il mio sogno da bambino

Il mio destino

Una nuvola all'orizzonte

che il vento disperde

Il mio destino

Una strada chiusa dal filo spinato

Un'ombra che si allontana

Verso il cielo

Vado senza meta

che sia il giorno e la notte

Il mio destino

orfano dell'impossibile.

Rhofir Salah, Castiglione delle Stiviere (MN)

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Daniela Camisasca

Daniela Camisasca

 

Mille sguardi

Non c'è via d'uscita
per questo sguardo fatto
di lame e sangue.
Mille passi
corsi nella nebbia
dei racconti dispersi
in mille ilarità.
Mille affanni
mentre spargi
attimi di verità
in parole false
fatte di alcool da bruciare.
Mille sguardi su di me.
Mille sguardi su di te.
Si incrociano come fili d'erba
sulla pelle segnata
da un tempo arlecchino
che danza sulle nostre teste.



_________

 

Forse potrei...

Potrei incoronarmi di parole
che soffocano momenti
fatti di abili compromessi,
gettando fiori secchi
sulle strade che ripercorro
da attimi che non hanno fine.
Potrei dipingermi il petto
coi colori della notte
e accendere di rosso il cuore impazzito
che fa salire le sue urla
fino al mio cervello.
Potrei fermarmi per ore
a guardare un lenzuolo azzurro
che viaggia veloce sopra la mia testa
senza battere ciglio
rischiando di confondermi dentro di lui
per poi non ritrovarmi più.

Daniela Camisasca - e mail: terzaluna@hotmail.com

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Castagna

Paola  Castagna

 

Incontro

Dolce

di rimando

disagio

un caffè

non ricordo

di averlo

bevuto

nel districarmi

tra dolcetti

di cioccolata

sinfonia in sol maggiore

di me

parlasti.

 

 _________

 

Sensazione

Appare

come la più

semplice

modificazione

della nostra coscienza

e non lascia

spazio

ad infinite

vedute

di volatili migratori.

 

_________

 

Senza titolo

Planetario

il percorso che fu

fummo senza identità

sulle sponde di un fiume

incognita corrente.

 

Cerebrali masturbazioni

di attuale trasporto

nell'andare

dicesti

di rosso vestita

da allora

il banale grigio

echeggia. 

 

_________

 

E solo allora

Ho dato calore

ho dato amore

ma non posso di più

andare oltre

sarebbe ipocrita pretesa

dovrei aprirti il cuore

e riprendermi

le mie parole più belle

e solo allora

sarà un giorno nuovo

il tuo cuore

finalmente aperto

e le mie mani

spudoratamente sazie.


Paola Castagna, Mantova - e mail: antoniocitino@libero.it

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franceschini

Domenico Franceschini

 

Storie

Fare l’anima

quando è l’anima a far noi,

cioè l’insieme delle circostanze,

gli eventi che ci accadono del tutto gratuitamente,

per caso,

non noi che fatichiamo ad esprimere un’esigenza genuina,

un senso autentico, un sogno.

L’intermittenza dell’anima, la sua discontinuità,

l’effimero disvelamento subitaneo

e non

il contrario di tutto ciò

fa l’anima di chi la vive.

Sono questi magici attimi,

i fatti nella loro libera caduta,

non presagiti né provocati

a disegnare,

come col dito sul vetro appannato,

la mia anima,

questo processo sempre diverso nelle sue qualità

che soffia sulla pasta vitrea iridescente

nuovi significati.

Domenico Franceschini, Fontecchio/S.Pio (L'Aquila) - e mail: dom53@tiscalinet.it

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