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Novembre 2000

Anno 1

numero 1 

 

   
   

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Racconto

RITORNO

                          di Alekos Bowman

Dopo tanti anni due amici, il cui nome rievoca il grande romanzo di Hesse " Narciso e Boccadoro", si incontrano di nuovo e riprendono un dialogo forse mai interrotto nella loro mente, anche se la vita li ha allontanati...

L'aria della mansarda era greve del pizzicante profumo dell'erba. Il bel Narciso e l'enigmatico Boccadoro si rilassavano fumando sdraiati sul tappeto bisunto, pezzo forte dello scarso arredamento.
   Come tanto tempo prima, con la perfetta intesa che scattava in quei momenti di pace, le parole vennero da sè; tra un "assolo" di Jimi Hendrix ed uno sbuffo di fumo.
   Narciso, nonostante i dieci anni passati nel Sisde, si sentiva perfettamente a suo agio in quel " covo di campagna", una delle poche case occupate di Milano che erano sopravvissute all'avvento degli anni Ottanta. Il ragazzo se ne stava sdraiato di fronte al suo "alter ego" col cuore gonfio di gioia per il casuale ed insperato incontro.
   - Come sta la vecchia compagnia? Ne sai qualcosa? Sono quindici anni che non vedo più nessuno." Chiese tranquillamente Narciso.
   - Una strage, una strage... - commentò Boccadoro scuotendo la testa nel tentativo di cacciare le ombre che si addensavano nella sua mente. - Ti ricordi Giuliano? Beh, una sera è stato fermato dalla polizia mentre andava in macchina con delle bottiglie di vetro ed una tanica di benzina...secondo la versione ufficiale sarebbe poi caduto dalle scale della questura di via Poma. Ne è rimasto così "concio" da non poter più parlare...bastar...- anche se Boccadoro era ormai sfinito dalla vita, i suoi occhi rivelavano uno spirito indomito. - E Alex,  il Manzo, Sugo, Andrea, Bruno: tutti stroncati dall'eroina - continuò.
   - Certo: la " peste" della nostra generazione! - Commentò Narciso, senza avere il coraggio di ricambiare lo sguardo dell'amico.
   - E tu cos'hai fatto in tutti questi anni? Ed ora? - Chiese a quel punto Boccadoro.
   - Casa, famiglia...ma soprattutto lavoro, lavoro, lavoro - replicò Narciso.
   - A proposito: non ti vergogni del tuo lavoro? Come sta la tua coscienza con piazza Fontana, piazza della Loggia, l'omicidio Calabresi? Non mi dirai che sono stati Sofri, Bompressi e Pietrostefani... Riesci a dormire la notte?-
   - Non sono mica il presidente del consiglio! Di quelle cose so poco e nulla! - Replicò Narciso. - Sono altri i fantasmi che popolano le mie notti e che, quando mi ricordo di avere anima e coscienza, mi spingerebbero al suicidio... Non è certo una vita onesta quella dello 007 ...Ma adesso parlami della tua....-
    Accendendo l'ennesimo "cannone" e lanciando uno sguardo dal lucernario all'umida serata milanese: - Più che altro ho vagabondato - esordì Boccadoro con gli occhi traboccanti di passione e nostalgia, come tutte le volte in cui si guardava alle spalle. - In un circolo vizioso tra Milano, Amsterdam, Barcellona e Casablanca... spinto da amori, passioni politiche, ma soprattutto da un'insaziabile voglia di libertà e dalla ricerca del senso della nostra misera esistenza. Per l'amore ormai sono troppo vecchio e la politica mi dà la nausea, ma per il resto il mio cammino continua...-
   - Tutto qui? -
   - Sì, in linea di massima. Questo vale anche per molti altri... ma i tuoi fantasmi? -
   - Parlavi della "roba" - disse incerto Narciso. - E' stata tutta una manovra politica per mettere a tacere il malcontento giovanile, come in Vietnam. Un bel regalino sponsorizzato dalla Cia con la connivenza del governo italiano. Abbiamo iniziato lo smercio dalle case occupate in via Broletto a da piazza Vetra, dai parchi e via dicendo..."
   Quella notte una deflagrazione squarciò l'aria pesante di Milano. Quando i vigili del fuoco ebbero domato le fiamme non si trovarono altro che due corpi carbonizzati, per altro mai identificati. Dall'indagine di polizia emerse che la causa dell'esplosione fu una stufa a kerosene malfunzionante. Ma la verità non si saprà mai.  

 


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