L'aria della mansarda era greve del
pizzicante profumo dell'erba. Il bel Narciso e l'enigmatico
Boccadoro si rilassavano fumando sdraiati sul tappeto bisunto,
pezzo forte dello scarso arredamento.
Come tanto tempo prima, con la perfetta intesa che
scattava in quei momenti di pace, le parole vennero da sè; tra
un "assolo" di Jimi Hendrix ed uno sbuffo di fumo.
Narciso, nonostante i dieci anni passati nel Sisde,
si sentiva perfettamente a suo agio in quel " covo di
campagna", una delle poche case occupate di Milano che
erano sopravvissute all'avvento degli anni Ottanta. Il ragazzo
se ne stava sdraiato di fronte al suo "alter ego" col
cuore gonfio di gioia per il casuale ed insperato incontro.
- Come sta la vecchia compagnia? Ne sai qualcosa?
Sono quindici anni che non vedo più nessuno." Chiese
tranquillamente Narciso.
- Una strage, una strage... - commentò Boccadoro
scuotendo la testa nel tentativo di cacciare le ombre che si
addensavano nella sua mente. - Ti ricordi Giuliano? Beh, una
sera è stato fermato dalla polizia mentre andava in macchina
con delle bottiglie di vetro ed una tanica di benzina...secondo
la versione ufficiale sarebbe poi caduto dalle scale della
questura di via Poma. Ne è rimasto così "concio" da
non poter più parlare...bastar...- anche se Boccadoro era ormai
sfinito dalla vita, i suoi occhi rivelavano uno spirito
indomito. - E Alex, il Manzo, Sugo, Andrea, Bruno: tutti
stroncati dall'eroina - continuò.
- Certo: la " peste" della nostra
generazione! - Commentò Narciso, senza avere il coraggio di
ricambiare lo sguardo dell'amico.
- E tu cos'hai fatto in tutti questi anni? Ed ora?
- Chiese a quel punto Boccadoro.
- Casa, famiglia...ma soprattutto lavoro, lavoro,
lavoro - replicò Narciso.
- A proposito: non ti vergogni del tuo lavoro? Come
sta la tua coscienza con piazza Fontana, piazza della Loggia,
l'omicidio Calabresi? Non mi dirai che sono stati Sofri,
Bompressi e Pietrostefani... Riesci a dormire la notte?-
- Non sono mica il presidente del consiglio! Di
quelle cose so poco e nulla! - Replicò Narciso. - Sono altri i
fantasmi che popolano le mie notti e che, quando mi ricordo di
avere anima e coscienza, mi spingerebbero al suicidio... Non è
certo una vita onesta quella dello 007 ...Ma adesso parlami
della tua....-
Accendendo l'ennesimo "cannone" e
lanciando uno sguardo dal lucernario all'umida serata milanese:
- Più che altro ho vagabondato - esordì Boccadoro con gli
occhi traboccanti di passione e nostalgia, come tutte le volte
in cui si guardava alle spalle. - In un circolo vizioso tra
Milano, Amsterdam, Barcellona e Casablanca... spinto da amori,
passioni politiche, ma soprattutto da un'insaziabile voglia di
libertà e dalla ricerca del senso della nostra misera
esistenza. Per l'amore ormai sono troppo vecchio e la politica
mi dà la nausea, ma per il resto il mio cammino continua...-
- Tutto qui? -
- Sì, in linea di massima. Questo vale anche per
molti altri... ma i tuoi fantasmi? -
- Parlavi della "roba" - disse incerto
Narciso. - E' stata tutta una manovra politica per mettere a
tacere il malcontento giovanile, come in Vietnam. Un bel
regalino sponsorizzato dalla Cia con la connivenza del governo
italiano. Abbiamo iniziato lo smercio dalle case occupate in via
Broletto a da piazza Vetra, dai parchi e via dicendo..."
Quella notte una deflagrazione squarciò l'aria
pesante di Milano. Quando i vigili del fuoco ebbero domato le
fiamme non si trovarono altro che due corpi carbonizzati, per
altro mai identificati. Dall'indagine di polizia emerse che la
causa dell'esplosione fu una stufa a kerosene malfunzionante. Ma
la verità non si saprà mai.
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