Onorevole Storace ci consenta...
come direbbe l'esponente piu' celebre del suo fronte politico...
Si occupi, se crede, di politica, ma la storia la lasci agli
storici e, ci permetta, anche agli insegnanti!
La storia va riscritta e bisogna
cominciare dai testi scolastici. Lo ha stabilito il consiglio
regionale del Lazio, a fresca maggioranza polista, che, su
proposta del capogruppo di An, ha bocciato molti dei libri di
testo e istituito una commissione di esperti che allontani i
giovani dall'influsso demoniaco della "storiografia
marxista". La censura della Regione presieduta da Storace,
non si abbatte su tutta la storia e le storie contenute nei
testi incriminati. Riguardo a Napoleone o alle cinque giornate
di Milano, per esempio, ci si può mettere ancora d'accordo. La
bocciatura tocca, guarda caso, lo svolgimento della seconda
guerra mondiale, il fascismo, il nazismo, Salò e la Resistenza.
Testi come quello del Camera-Fabietti - On. Storace, chiediamo
umilmente venia, ancora in adozione nella nostra scuola anche se
nel biennio con una storia antica su cui i suoi strali non si
sono ancora abbattuti -, a detta degli esponenti di AN,
"alimentano uno scontro generazionale che dura da troppi
anni e impedisce la ricostruzione di un'identità nazionale
comune a tutti i cittadini e l'affermazione di un'autentica
pacificazione". Gli stessi autori dei testi, non possono
essere considerati al di sopra delle parti. Hanno ammesso,
perfino con un certo orgoglio, d' aver partecipato alla guerra
partigiana. Non bastasse, entrambi dalla stessa parte. Invece
che uno coi rossi e l'altro con i parà di Salò, come forse
vorrebbe la par condicio scolastica di An.
Qualcuno ha riso, "Storace si crede Starace". Ma sul
serio il clima culturale del Paese è molto cambiato. Dopo il
processo al comunismo post
mortem, è venuto il processo sommario e un po' somaro agli
azionisti di Giustizia e Libertà, con scomunica finale a Bobbio
e Galante Garrone, quindi la requisitoria all'imperante egemonia
culturale della sinistra (con metà dei media e dell'editoria in
mano a Berlusconi e l'Unità fallita), infine l'inevitabile
condanna della storia scritta dalla parte della Resistenza,
sulla quale è fondata ancora la democrazia italiana.
Nell'attesa di rivedere il conflitto fra partigiani e
nazifascisti con la consulenza di Priebke, sarebbe allora il
caso di rileggere prima la storia dell'ultimo decennio. Perché
come insegna il Grande Fratello di Orwell, non quello di
Mediaset (precisiamo per l'On. Storace), riscrivere la storia è
sempre un modo di agire sul presente e sul futuro.
Gli ex camerati di An che a
Torino hanno rifiutato un'onorificenza al novantenne Bobbio e a
Roma vorrebbero mandare al rogo il glorioso Camera-Fabietti,
dicano chiaramente qual è l'obiettivo finale del gioco, senza
nascondersi dietro la retorica dello "scontro
generazionale" e della "pacificazione". Vogliono
che nei testi di storia le Ss di Salò siano equiparate ai
partigiani, il fascismo all'anti-fascismo?
Ma allora, anziché proibire un
manuale di storia, cari ragazzi e meno cari adulti che vi
manovrano, vi tocca mandare al rogo la Costituzione, che alla
voce fascismo, non è affatto "obiettiva".
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