Da questo errore di interpretazione, forse dovuto al ricordo delle due torrette costruite nel XIV secolo dagli Scaligeri sulle due sponde del Tesina, e dai documenti che si susseguirono dopo il XV secolo, il comune prese il nome di Torri di Quartesolo sostituendo il preambolo " Torre di ", tanto che nel XVIII secolo veniva chiamato anche " Torrette ".
A dimostrazione di quanto affermato negli ultimi anni della dominazione della Serenissima fu usato uno stemma datato i agosto 1775 rappresentante due torri in campo verde e rosso con la dicitura " Torete ".
Da quegli anni, per trovare un altro stemma, del quale purtroppo se n'è perso il disegno, si deve passare agli inizi del XX secolo. Si sa solo che fu adottato con una deliberazione del consiglio comunale del 20 febbraio 1916.
Da tale deliberazione si evince lo stemma: due torri, una misura (quarto), il motto " Est modus in rebus ", il ponte antico sul Tesina più un festone di prodotti agricoli rappresentanti la fertilità del suolo.
Lo stemma che l'amministrazione comunale ha recentemente adottato a simboleggiare il comune ha una propria storia durante la quale mutò spesso grafica, pur mantenendo inalterata la simbologia che emblematicamente rappresentava.
Il primo stemma che si ha memoria ed ancora esistente nell'ancona dell'altare della " Pietà " nella chiesa parrocchiale di Torri di Quartesolo, è datato 1488. Esso fu descritto nel " Codice da Schio " ne " Il blasone desunto dai monumenti loro " scritto da Giovanni da Schio (tomo li, p. 178), disegnato da Antonio Negretti e depositato presso la Biblioteca Bertoliana di Vicenza.