Le preoccupazioni della grande
guerra fecero dimenticare questa pratica ed anche lo stemma andò in
disuso.
Subito dopo gli eventi bellici fu adottato, dall'amministrazione comunale
di Torri, altro stemma rappresentante nell'arma due torri dorate, murate e
fenestrate ed ombreggiate in campo rosso blu, sormontate da una corona a nove
stelle rappresentante araldicamente la " dignità " di Comune.
Con lo scioglimento dei consigli comunali del 1926 anche lo stemma
fu soppresso e fu sostituito genericamente da un'arma " in bianco "
con al di sopra un " fascio littorio " tra due rami di olivo e di
quercia.
Ma il 7 giugno 1931 su invito del Ministero degli Interni, il Podestà inviò
al Prefetto di Vicenza una nota descrittiva sull'esistenza dell'antico stemma
"che fu copiato dall'altare maggiore della Chiesa Parrocchiale da Giovanni
da Schio ".
Nel 1940 il nuovo podestà, Romolo Milan, autorizzò lo studio araldico del
conte Adriano Guelfi Camajani di Genova ad approntare un nuovo stemma. Passarono
alcuni anni e lo stesso Romolo Milan preferi al disegno araldico dello studio
" Camajani " quello proposto e basato su uno studio che fece appositamente
il 31 dicembre 1942 il Dr. Antonio Dalla Pozza, allora direttore della Biblioteca
Bertoliana di Vicenza ed ora scomparso. Finita anche la seconda guerra mondiale
nel 1948 sempre lo studio "Camajani " di Genova ripropose al comune un nuovo
stemma con i simboli della Repubblica (l'olivo e la quercia sormontati dall'arma
e dalla corona a nove punte).
Stemma del 900
Da
una lettera di Girolamo Raschi di Vicenza, proprietario dell'omonimo stabilimento
tipo-litografico, indirizzata il 28 settembre 1915 al Sindaco
di Torri, Lorenzi Egidio, si viene a sapere che fu lui stesso l'ideatore dell'emblema
araldico quartesolano.
La pratica venne inviata al Prefetto di Vicenza che la inoltrò il 6 marzo
al Ministero dell'Interno, Ufficio Amministrativo della Consulta Araldica (unico
organo abilitato a riconoscere gli stemmi comunali) che a sua volta rispose
in data '9 aprile 1916 che la pratica non poteva proseguire nel suo iter
perché carente di alcuni requisiti tecnici-storici e della somma di lire
115 per diritti di cancelleria.
Stemma durante il fascismo
Dopo
svariata corrispondenza intercorsa tra comune e studio araldico il 1aprile 1950
il Sindaco Stella Francesco autorizzò lo studio in parola a perfezionare la
pratica.
Nello stesso anno giunsero da Genova i disegni definitivi sia dello stemma che
del gonfalone, che sono quelli oggi adottati. Pure nello stesso anno e piu'
precisamente nel maggio il Prof. Remigio Marini quartesolano e noto insegnante
di lettere del tempo tentò di convincere il Sindaco che lo stemma da adottarsi
fosse quello posto nella chiesa parrocchiale. Ma invano! Il Sindaco inoltrò
le prescritte pratiche a Roma.
Venne in aiuto del Marini il segretario comunale del tempo, Tecchio Antonio,
che il 7 maggio 1950 dichiarò al Marini stesso di aver provveduto a sospendere
l'iter giuridico per il riconoscimento dello stemma comunale. Infatti il 30
marzo 1953 l'Ufficio Araldico della Presidenza del Consiglio dei Ministri motivò
al Sindaco che la pratica era stata sospesa perché il comune stesso doveva riprodurre
una più attenta e precisa documentazione storica del comune stesso e sullo stemma
proposto.
Anche questo stemma segui la sorte dei precedenti: fu dimenticato! Con l'avvento
dell'amministrazione del Sindaco Lorenzo Pellizzari fu adottato un emblema araldico
riproducente quello antico del 1488 senza peraltro perfezionare la pratica a
livello di Presidenza del Consiglio dei Ministri. Nel 1975 il Sindaco Carollo
Giorgio senti la necessità, unitamente all'amministrazione, di riprodurre in
tutti i documenti ufficiali lo stemma del Comune. Venne eseguita una ricerca
di archivio e fu trovato lo stemma " Camajani " che venne ritenuto soddisfacente
e quindi adottato.