«J.S.Bach,
le sei Suites per violoncello»
Un percorso teologico?
Claudio
Ronco, Venezia, marzo 1996.
«[...] Dico
di più, che può esservi scienza dimostrativa di
quel tale terzo suono,
che deve prodursi da due linee sonore, una delle quali sia razionale,
e l'altra irrazionale,
ma geometricamente cognita.»
Giuseppe Tartini, "Trattato di Musica"
«DEUS
OPT. MAX. in sapientissima moderatione mundi, dum numero distinguit
omnia, pondere solidat, mensura definit, quid alius nisi Harmostae
omnibus numeris absoluti explet officium?»
Athanasius
Kircher, Musurgia Universalis, Roma 1650, Dedica.
I nomi latini delle note musicali,
così come li stabilì Guido d'Arezzo, non vennero
mai adottati dai paesi di lingua tedesca e inglese, che scelsero
una nomenclatura alfabetica:
A B C D E F G H con le varianti: ES FIS GIS ecc.
la sib do re mi fa sol si naturale mib fa# sol# ecc.
Il nome di Bach (che in lingua
tedesca significa "ruscello") è quindi anche
una melodia:
B A C
H = sib la do si naturale
Johann Sebastian
stesso la utilizzò nell'ultima (incompiuta) composizione
della sua "Arte della Fuga", e in seguito moltissimi
altri compositori - fra cui Albrechtsberger, Schumann, Liszt,
Brahms, Reger, Schönberg - utilizzarono questa melodia in
onore del grande Maestro.
J.S. Bach ha vissuto il suo compito
di musicista come un impegno altamente spirituale, incurante
di tutto ciò che non portasse "Gloria a Dio".
Tutta la sua opera è impegnata a cercare il senso divino
delle cose e l'ordine nel quale Dio vi si manifesta. Teologia
e Cabala cristiana sono quindi le due discipline che Bach sembra
maggiormente applicare alla musica. Ecco allora che nulla di
ciò che ha scritto sembra ordinato dal caso, ma sempre
e solo da un progetto di disciplina universale, secondo una tradizione
che si può così sintetizzare: "Tutta la
bellezza della melodia deriva dal Numero, il quale permette di
misurare con esattezza le voci; tutto quel che nei ritmi è
seducente (...) è opera unicamente del Numero" (Musica
enchiriadis, XI sec.).
Le sei Suites per violoncello
solo (di cui è perduto l'autografo, ma si conoscono
due copie: una di Anna Magdalena Bach e l'altra di un ignoto
copista d'epoca) sono disposte in una sequenza che si direbbe
ordinata a scopo pedagogico: dalla più facile, la Prima
Suite in Sol, via via con difficoltà crescenti, fino
alla Quinta con la "scordatura" della prima
corda (che dev'essere abbassata di un tono, dal La al Sol), e
la Sesta scritta per un violoncello a cinque corde accordate
per quinte giuste:
La progressiva introduzione di difficoltà tecniche è
funzionale al progetto di creare composizioni di sufficiente
complessità contrappuntistica per uno strumento solo (e
quindi un individuo e non una "comunità" di
individui), e a quei tempi la tecnica strumentale non era adatta
a tali scopi. Le sei composizioni di Bach, infatti, resteranno
fino ai nostri giorni il più perfetto materiale didattico
esistente per il violoncello, senza nulla togliere al loro valore
puramente musicale.
Ma se la sequenza "pedagogica" è così
accurata, lo è altrettanto quella "spirituale".
Le sei Suites sono infatti così ordinate:
SOL
re DO MIb do RE
I II III IV V
VI
Il numero 5 rappresenta
Dio (la lettera ebraica che nel tetragramma del nome di Dio si
ripete due volte è la He,
il cui valore numerico è 5; pertanto tale lettera è
usata come abbreviazione del suo nome e lo simboleggia). Antiche
tradizioni usano ordinare la sequenza da uno a sei (ovvero il
numero di giorni che Dio ha impiegato per "formare"
il mondo) secondo questa lezione:
I numeri pari, 2, 4, 6, rappresentano il mondo terreno; quelli
dispari 1, 3, 5, l'ultraterreno. Inoltre, si osserva, l'uomo
apprende moderando la sua voce, alzando la sua voce spiega la
sua conoscenza, è saggio nel silenzio del suo ascolto,
nella sua umiltà. Così pure Dio è Trino,
si manifesta a noi attraverso i cinque libri della Bibbia e lo
si riconosce come l'Uno. Dunque si presenta una sequenza di medio
- grande - piccolo, dal pari al dispari; cioè: 4 6 2 3
5 1, dove il cinque non cambia posizione.
Disponendo le sei Suites in questa precisa sequenza, e mantenendo
i rapporti con le tonalità della sequenza "pedagogica",
si avrà:
MIb
RE re DO do SOL
IV VI II III V
I
ovvero, nominando le
note secondo il sistema alfabetico:
ES D C
G
in cui potremo leggere:
JESu Dreieinigkeit
Christus Gott
Gesù, la Trinità, il Cristo, Dio.
Il significato di questa sequenza è nel rappresentare
il percorso della fede che dall'uomo Gesù figlio di Maria,
attraverso il dogma della Trinità e la sua elezione messianica
a Cristo, giunge a Dio; suprema e divina missione dell'Arte.
Così come, ad esempio, la sequenza delle Suites inglesi
per clavicembalo è quella della melodia del Corale luterano
"Jesu, meine Freunde", (ossia: la la sol fa
mi re), al violoncello -"il nobile sostegno dell'Armonia",
così come spesso all'epoca si usava chiamarlo- la sequenza
delle sei Suites realizza una delle più belle armonizzazioni
della melodia B-A-C-H:
B A C
H
ES D d C
c G
ossia:
Sib La Do Si naturale
MIb maggiore RE magg. - re min. DO magg. - do min. SOL maggiore
Applicando ancora la sequenza
4 6 2 3 5 1 alla tonalità di MIb, si otterrà una
seconda semifrase conclusiva, che può essere aggiunta
alla melodia B-A-C-H:
la do fa sol sib mib (mib+4= la mib+6= do ecc.).
Infine, l'ordinamento delle danze
nelle sei Suites, dopo i Preludi, è così organizzato:
Allemande, Courante, Sarabande, a cui seguono i due Ménuets,
o le Bourrées o le Gavottes, per concludere con la Giga.
Eccone uno schema:
Suite I e II Suite III e IV
Suite V e VI
Ménuet I e II Bourrée I e II Gavotte I e II
Nell'ordinamento 4 6 2 3 5 1,
invece, l'ordinamento è così distribuito:
Suites: IV
VI II III V I
Bourrée Gavotte
Ménuet Bourrée Gavotte Ménuet
mostrando in questo modo una nuova, affascinante simmetria.
Spero che l'umiltà che
ha generato questa lezione ti accompagni nel leggerla; il mio
scopo è farti pensare: «e allora? cosa me ne
faccio io, dal momento che le Suites di Bach o me le posso suonare,
o me le godo suonate da un CD?».
Se cominci a porti una domanda, prima o poi ti darai anche delle
risposte, ma inizia con l'osservare che se solo guardi le cinque
corde del violoncello che devi usare per eseguire la Sesta
Suite, e provi a immaginarle come un pentagramma su cui muoverai
le tue dita a far note e accordi, potrai infine accorgerti che
le cinque note corrispondenti alla tua accordatura sono simili
a un messaggio:
«Così
come è in alto, così è pure in basso», e quel RE
al centro del pentagramma, così come del tuo ponticello
e della tua tastiera, è un "centro focale",
come un sole, intorno al quale tutto muove. Re
come un Re, o D come Domine Deus...
Tuo
claudio ronco