cunctae res difficiles non potest eas homo explicare sermone non saturatur oculus visu nec auris impletur auditu - quid est quod fuit ipsum quod futurum est quid est quod factum est ipsum quod fiendum est

“All things are full of labour; man cannot utter it: the eye is not satisfied with seeing, nor the ear filled with hearing. ”

Ecclesiaste 8:1

Il giorno 28-10-2002 19:12, .....@..............it ha scritto:



Definire Jim Morrison un "degenerato imbecille" vuol dire ignorare l'idea dell'effetto che hanno avuto in lui (oltre ad una buona quantita di acido) Maestri induscussi della filosofia e del pensiero quali Nietzsche, Ferenczi, Huxley, Freud eccetera.
Probabilmente lei non avrà pensato minimamente al fatto che anche un alcolizzato come Morrison possa avere avuto una preparazione culturale superiore alla media; ebbene Morrison poteva vantare una laurea (in cinematografia) e la conoscenza delle maggiori opere che riguardassero lo studio della mente umana.
La verità è che Morrison non deve essere mai paragonato a Beethoven per il semplice motivo che quest'ultimo era un grande musicista mentre il primo qualcosa di più difficile da definire.
Musicista non lo fu mai, sicché fu in grado di suonare (o meglio strimpellare solo l'armonica).
Qualificarlo cantante sarebbe un disonore verso le grandi voci del passato: Morrison divenne un frontman (individuo che canta riuscendo ad intrattenere il pubblico attraverso una forte personalità) per il bisogno di trasmettere le proprie emozioni e non per coltivare le sue abilità da cantante, che peraltro non migliorò mai.
Morrison andrebbe visto più come grande poeta, e con "poesia" intendo i testi delle sue canzoni (di qualità certamente superiore agli standard dei suoi e dei nostri tempi, ai quali anche lei appartiene Maestro!) e contemporaneamente alle sue composizioni poetiche non destinate ad una interpretazione musicale.
Morrison ha difatti pubblicato (sotto il nome James Douglas Morrison) due raccolte di poesie: "The lords" e "The new creatures".
Non ho mai amato commentare poesie perciò lascerei a lei (se ne avrà voglia, naturalmente) il compito di leggere questo materiale che senza dubbio si avvicina maggiormente all'idea di arte che ha lei rispetto alle canzoni dei Doors.
Le due letture non sono certo impegnate e le ruberebbero poco tempo (anche se non vedo come si potrebbe parlare di "tempo rubato" quando si parla di cultura).
Evidentemente lei si è fatto un idea sul personaggio Morrison semplicemente attraverso i mass-media (e con ciò mi riferisco principalmente all'opera cinematografica di Oliver Stones "The Doors").
Beh posso semplicemente dirle che un film biografico è solo un punto di vista e che la realtà è senza dubbio più interessante.
Stones ha voluto descrivere Morrison come un razzista conservatore americano, ma posso assicurarle che quello non era Morrison, era Stones!
Avrei molto altro da dirle ma non sono convinto che le possa interessare; in ogni caso sarei contento di ricevere una sua risposta essendo convinto che il suo punto di vista scritto ora (e cioè con piu calma e coerenza rispetto a quando replicò alle 25 e-mail ricevute) potrebbe sicuramente arricchire il mio parere dandomi delle certezze o magari (come spera lei) farmi cambiare rotta...
... insomma, per restare in tema, si parlerebbe di aprire o chiudere delle PORTE...

 

 

 


Valerio



Il giorno 28-10-2002 19:12,
valerio, .....@..... ha scritto:


Definire Jim Morrison un "degenerato imbecille" vuol dire ignorare l'idea dell'effetto che hanno avuto in lui (oltre ad una buona quantita di acido) Maestri induscussi della filosofia e del pensiero quali Nietzsche, Ferenczi, Huxley, Freud eccetera....

... insomma, per restare in tema, si parlerebbe di aprire o chiudere delle PORTE...



Gentile Valerio,
se non fosse arricchita di parentesi un po' troppo ciniche e inacidite,
la sua sarebbe una bella lettera. Ma come al solito si infarciscono i messaggi della tensione intellettuale tutta spesa al farsi approvare, e mai abbastanza libera dalla nostra naturale vanità...
Insomma, mi manca la voglia di rispondere, ma ne sento il dovere, dato il suo gesto di scrivere approfonditamente sull'argomento.
Però, a economia del mio tempo personale, lei mi perdonerà se riciclo la lettera per un certo Jacopo che mi aveva scritto qualche settimana fa, prima in modo scioccamente aggressivo e poi con una scintilla di dolcezza, alla quale ho già risposto.
Qua sotto trova la seconda lettera di Jacopo e quello che il mio tempo e la mia capacità di rispondere hanno saputo mettere insieme. Ed è cosa fatta con amore, anche se di poco conto. Mi auguro che lei possa trovar piacere nel leggerla e saranno benvenuti i suoi eventuali commenti, visto che Jacopo, per ora, tace...

Con simpatia, Claudio Ronco.

Il giorno 9-10-2002 12:47, jacopo, ....@tin.it ha scritto:

Sono jacopo,innanzitutto secondo me lei generalizza troppo dando dell'imbecille a tutte la grandi rock star del passato.Credo che lei come altre persone(compresi i miei genitori) consideri le persone che si drogano come dei pazzi,privi di coscienza........QUESTO CAPITA PER JIM MORRISON!!!!!!
Volevo chiarire che jim odiava la siringa: leggendo su di lui sono certo che non lo considererà un imbecille ma una persona molto colta e carismatica(infatti lo era).
SONO RIMASTO COLPITO DA QUELLO CHE LEI HA SCRITTO SULLA SEPOLTURA DI JIM.......nn credo che una persona intelligente e di buon senso scriva delle cose del genere su persone scomparse.
Anche io potrei considerare beethoven un imbecille,ma siccome non conosco il suo pensiero non mi permetto.

HO fatto cambiare parere a molte persone, mostrando quello che di bello aveva fatto jim,le sue poesie sopratutto ....

Le invio alcuni aforismi di jim, spero che li legga e poi mi faccia sapere cosa ne pensa.
ATTENZIONE:CON QUESTO NON VOGLIO OBBLIGARLA A CAMBIARE OPINIONE SU JIM MORRISON, ma mi sembra inconcepibile considerare un grande poeta come lui un imbecille.

saluti


 

Jacopo, ci tengo a risponderti, ma questo è un periodo sovraccarico di impegni per me, e non trovo tempo. Però non voglio farti pensare di averti ignorato, o non aver preso in considerazione la tua buona volontà.


Per ora posso solo dirti questo:
certo che ho letto quello che è stato pubblicato (su internet e su carta) di Morrison, e pure un certo numero di cose scritto su di lui da altri (compresa una tesi di laurea fatta al DAMS anni fa, da non ricordo chi...). Quindi conosco le parole "sue" che mi hai inviato.
Ciò di cui vorrei parlarti, infatti, è il problema della attribuzione e della "paternità" di frasi, concetti e idee che si mostrano come "il pensiero di Jim Morrison". Permettimi un esempio per tutti: l' aforisma "di Jim Morrison" (fra i più belli) che recita "Datemi un sogno in cui vivere, perché la realtà mi sta uccidendo." proviene da Friederich Nietzsche, ovvero Nice. E poco importa se poi possiamo apprendere che "Jim aveva un'intelligenza straordinaria e aveva studiato Nice..."; non è certo un buon "studente" quello che si appropria di frammenti di pensiero del suo maestro, senza ricordarne la paternità...
Per capire a fondo quello che intendo, e restando fermi in questo esempio dal pensiero di Morrison, ciò che io intendo per "cultura, saggezza e grandezza" comincia dal "citare le fonti e i maestri", non per stupido e sterile nozionismo, ma per far vivere e crescere l'intelligenza. Un esempio al riguardo, che utilizza quell'aforisma di Nice prendendolo da un'altra frase analoga, puoi giudicarlo tu stesso, leggendo ciò che ti trascrivo qui:

——...Lo scrittore J.M. Coetzee, anch’egli vivente in un paese senza pietà e preso in un intrico quasi disperato, durante la cerimonia in cui gli fu conferito il Premio Gerusalemme, citò una frase di Nietzsche: “Abbiamo l’arte, per salvarci dal morire per colpa della realtà”. “ In Sudafrica,” disse Coetzee, “abbiamo oggi tanta realtà che l’arte non la può più contenere. Una realtà opprimente, che schiaccia ogni azione della fantasia.”
E anche i sogni —come la fantasia— sono schiacciati dal peso della realtà.——

Ciò che hai letto proviene dal libro di un grande scrittore israeliano: "Il vento giallo",di David Grossman, del 1987. Come vedi, quell'idea già "vive" qui attraverso tre diversi pensieri, e quindi si "muove", cresce, si rigenera.
Non mi basta allora il fatto che Morrison, indirettamente, abbia "veicolato ai giovani" delle idee di un grande filosofo del Novecento; di fatto, quel filosofo non sarà studiato né leggiucchiato "grazie a Morrison", semplicemente perché Morrison non ne ha ricordato il nome nel citarne le frasi...!

Insomma, ora devo chiudere questo email per le troppe altre incombenze che mi restano oggi prima di finire quest'altra giornata di lavoro, ma intanto credo di averti introdotto gli elementi di "meditazione" cui ti vorrei portare.
Un'ultima cosa: "la chitarra di Morrison" di cui io scrivo nella mia "lettera a Julie" è solo un'immagine letteraria, ossia "la colonna sonora" ideale per il "personaggio Jim Morrison". Quando ero al cimitero di Père Lachaise, a Parigi, c'erano tre ragazzi con la chitarra che suonavano presso la tomba del loro idolo. Dopo poco smettevano, perché un altro gruppo era arrivato con uno di quei giganteschi macchinari trasportabili che trasformano qualsiasi posto in una discoteca. L'urlo di una chitarra elettrica aveva fatto smettere il piccolo concerto di chitarre e voce, e c'è voluta la polizia per far tacere quegli altoparlanti. Ecco cosa ricordo, e ricordo pure le grida feroci e violente contro la polizia che pretendeva di farli restare in silenzio, e quelle dei poliziotti, e la follia di tutto ciò.
Per il resto, io ho sepolto due amici morti per overdose, e fanatici di Jim. Avrei preferito averli ancora qui, vivi, a studiare Nice.
Ciao Jacopo, alla prossima.
Claudio.



Claudio Ronco  


...Giusto un piccolo P.S.
Mi metto sulla scrivania dei motti e delle frasi pensate per meditarci su, come fanno in molti. C'è un "NIHIL SINE LABORE" bello grosso, poi il solito "TEMPUS FUGIT", tutta una serie di altri, e fra quelli quel che segue:

----ogni artista che produca arte per "esprimere se stesso" produce un ritardo, un danno insanabile, un errore che cristallizza il mondo, lo congela. Far "uscire da sé il proprio sé" e convertirlo, transustanziato in arte, è qualcosa che credo dovremmo praticare così come si faceva nel Medioevo, in "humilitate et devotione", se solo potessivo ritrovare un linguaggio universalmente condivisibile.
Eppure quel linguaggio esiste, e non è lontano da noi: è sulle nostre labbra, è nel pulsare del nostro cuore, nella luce del nostro sguardo verso l'umanità. Dovremmo dunque cercare e ritrovare quel "linguaggio" e praticarlo.----


Mi sembra adatto.
Buonanotte.

cunctae res difficiles non potest eas homo explicare sermone non saturatur oculus visu nec auris impletur auditu - quid est quod fuit ipsum quod futurum est quid est quod factum est ipsum quod fiendum est

....sì, sono parole dell'Ecclesiaste: capitolo primo, versetti otto e nove... parole di Kohelet...