Arte nel mondo
Ingres, quando già anziano dirigeva l'Accademia di Belle Arti a Roma, insegnava così: «Il cosiddetto “tocco” è un abuso dell’esecuzione. È la qualità dei falsi talenti, dei falsi artisti che si allontanano dall’imitazione della natura», e i suoi contemporanei lo deridevano e, sprezzanti, lo cacciavano nel dimenticatoio chiamandolo vecchio trombone retorico. Così il seguito è stata la vittoria beffarda di un'arte falsa e ingannevole che ci ha portati al trionfo delle vanità, con prodotti d'arte già morti, già vecchi e decrepiti sin dalla nascita, e assolutamente incondivisibili col resto del mondo ancora tragicamente sofferente la povertà e la desolazione.
Io ho visitato Chandigar e le opere di Le Courboisier, e ho indelebile in me il ricordo della rabbia violenta che sviluppavano le sue incomprese teorie materializzate e imposte alla gente dell'India, degenerando in odio profondo per l'arroganza dell'Occidente... Ho vissuto per cinque anni a Calcutta, chiedendomi ogni giorno se, vestito non in frac o in eleganti abiti inglesi, ma nei semplici abiti di Gandhi, avrei potuto suonare Bach e Beethoven per quel mondo... io ho guardato fissa negli occhi la rabbia ignorante e cruda dell'indigente della terra, che desiderava la morte della mia intelligenza... offriremo Andy Warhol allo sguardo dei pigmei o degli aborigeni, offrendogli l'opportunità di possedere un conto in banca e una pensione da vecchi? o delle cartoline con la riproduzione delle tre Grazie di Botticelli? o una vacanza premio agli Uffizi?
C.R.
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