Maestri antichi
...Ma in musica puoi credere veramente di poter fare a meno di un sistema morale, di una disciplina severa e dottrinale, di una classificazione di valori che provenga dal passato, ossia dai Maestri del passato?
Prova a pensare come loro, e immagina la MUSICA come un'Entità assoluta, superiore a tutta la varietà delle sue espressioni, la cui essenza è però presente in ogni sua manifestazione, sia essa CONCERTO, CONSERTO o CONCENTO, sia contemplativa rappresentazione dell Armonia delle Sfere, o del mondo, o ancora universale, oppure inquieto movimento dei tormenti dell'anima, in una circolarità che è alternanza di concordia discors con discordia concors.
Mai la sua totalità può palesarsi ai sensi, ma solo a una percezione più alta, estranea al "fatto particolare" dell'occasione d'ascolto, o dello stile, del genere, ancor più della singola composizione o del suo compositore (per grandiosi essi possano venir considerati), e di quant'altro potremmo descrivere: ESSA, in questa sua ineffabile presenza, si arricchisce anche del più piccolo contributo che solo riesca a sfiorarla; né questo potrà più essere ignorato, diventando poi parte di quel "tutto", e rigenerandosi nella sua unicità e molteplicità.
La MUSICA, insomma, che non "significa" per corrispondenze col conosciuto, o per "somiglianze" col già noto, che non serve allo scopo di "evocare" le cose visibili e invisibili alla coscienza, ma quella MUSICA che è sommo motore dell'Universo, e per conseguenza comprende tutto il noto e tutto l'ignoto; quella di cui noi non possiamo che visitare le rarefatte "presenze", ovvero ciò che abbiamo la capacità di raggiungere nelle rappresentazioni effimere della Sua Immutabile Natura.
Dunque —benché la nostra moderna musica sembri essere cosa assai più sensuale e concreta...— di cosa ho bisogno per entrare nella MUSICA e uscirne poi con dei suoni musicali di cui disporre per "sedurre" un pubblico, per convincerlo ad amare questa grande "Madre" di tutte le arti più nobili?...
C.R.
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