Chiedimi:
è possibile far sì
che lo studio sia efficace,
ma divertente e pieno di eccitamento,
così da ricaricarci sempre di nuova energia
attraverso la curiosità, per avanzare con passo lesto e leggero
verso la meta?
è possibile far sì
che la vita divenga serena e leggera,
ponendosi obiettivi umili e pragmatici,
costruendo i nostri edifici in misura
dei limiti delle nostre forze,
così che tutto trovi
i suoi equilibri
all'interno
di quella misura?
Ti risponderò:
sì, tutto questo è certamente possibile, e neppure troppo difficile
da ottenere, purché vi sia pace e benessere a sufficienza nel luogo in
cui si vuol vivere in questo modo.
Ma è un errore disastroso e atroce. Certo, non apparirà tale agli
occhi e ai sensi dell'individuo che può praticare e percorrere una simile
via di vita, ma nessun individuo è un'isola o un mondo indipendente dagli
altri mondi, e tanto basta per rendere perfettamente inutile la felicità
e l'equilibrio di un individuo, quando si scontri con l'infelicità e
la rabbia dell'altro e sfortunato suo simile.
Nell'ordine naturale delle cose, ogni "sofferenza", o "assenza"
che noi evitiamo con una qualsiasi strategia, si scaricherà altrove,
su qualcun altro, e si ammasserà in continua espansione verso il suo
opposto.
Poco importa se nella complessità di movimento delle cose del mondo alcuni
individui potranno percorrere tutto intero il cammino della loro vita senza
mai incontrare la tragedia del violento scontro contro le forze negative che
condividono ineluttabilmente il suo stesso spazio vitale; nel mondo umano, le
società hanno sempre corazzato alcuni spazi privilegiati dalla natura
contro gli attacchi violenti del "negativo", facendo sì che
un selezionato e "fortunato" gruppo di persone potesse godere di quello
spazio vitale protetto e ben difeso.
Ad esempio, in un territorio dalla natura ostile un deserto, un'alta montagna,
una impenetrabile foresta le condizioni di vita possibili non hanno mai
concesso alcun reale sviluppo di quello che noi chiamiamo "il benessere",
dunque le società che hanno avuto a che fare con serpenti e insetti velenosi,
tigri e leoni, siccità o glaciazione, non hanno mai prodotto né
inventato cose come l'antibiotico o i raggi X, l'aeroplano o la radio, il frigorifero
o i conservanti alimentari, il violino o il CD o il computer o semplicemente
il libro, o la cultura della conservazione delle opere del pensiero speculativo.
Ne devi dedurre allora che in uno stato di "benessere e ricchezza",
ovvero in uno stato privilegiato e ben protetto dai suoi eserciti e dalle sue
difese murarie, tu dovrai guardare oltre gli spalti delle tue fortificazioni
il brulicare di esseri diseredati e disperati che si aggireranno ai piedi di
quelle, già incapaci di chiedere il tuo aiuto o di implorare la tua pietà
e carità, ma solo nell'urgenza di scaricare la loro rabbia e violenza
contro di te e contro il tuo mondo impenetrabile.
Ogni sofferenza che tu eviti, inevitabilmente si scaricherà su qualcun
altro, vicino o lontano dal tuo luogo vitale. Se evito la sofferenza di muovermi
a piedi o a cavallo per il mio mondo, usando una comoda automobile a benzina,
qualcuno dovrà assorbire su di sé la sofferenza di camminare a
piedi scalzi su lande desolate senz'acqua né cibo. Se cercherò
di far funzionare la mia automobile con semplice ed economica acqua, lo sforzo
di inventarla e produrla richiederà a quello stesso diseredato altra
e più lunga sofferenza in attesa dei miei lontani, troppo difficili risultati.
Ogni sofferenza che giunga attesa come inattesa e che non venga
accettata come un dono, si riversa inevitabilmente in energia negativa, ad ammassarsi
in spazi chiusi destinati ad esplodere al punto di saturazione, causando violenza,
morte, povertà. Al contrario, ogni sofferenza e dolore che venga accolto
e dominato dal sé, costruisce l'energia di un futuro di pace.
Questi sono i principali motivi per cui lo studio e il lavoro non possono iniziare
o fondarsi su principi di leggerezza e godibilità, e devono invece spingersi
profondamente nelle regioni del dolore e del buio, cercando, individuando e
conquistando l'emersione alla luce.
Solo se riuscirai a dare un tempo per l'amore e un tempo per la guerra, "un
tempo per vivere e un tempo per morire", come dice l'Ecclesiaste, potrai
raggiungere uno stato nel quale il tuo cammino sarà realmente tale, e
sarà un cammino per l'umanità e la vita, non per nutrire la tua
illusione.
Chiedimi
ancora:
ma non è forse vero che caricarsi di sofferenza, cercarla, assumerla,
accoglierla metodicamente, finisce col trasformarci in mostri, come succede
il più delle volte nel mondo dei religiosi, con monaci e monache che
coltivando le loro frustrazioni le riversano nel mondo attorno a loro, con crudeltà
mascherata da pietà e lungimirante benevolenza?
Risponderò: sì, è tutto vero. Ed è questa la ragione
per cui l'assumersi e accogliere la sofferenza diventa il precetto più
difficile da gestire, poiché necessita anche di quello che ci impone
di coltivare la gioia e la bellezza.
Ma tu imparerai presto che la bellezza si può ottenere solo a prezzo
del sacrificio del sé, come potresti notare guardando una piccola, bruttina
e grassoccia ragazza adolescente, quando si tinge i capelli di biondo e si mette
i vestiti che esalterebbero le linee di una top model...
...!
...mi tolga subito quella mano guidoniana dal....
immagini:
Nam Jun Paik,
mano guidoniana, dal Trattato di Musica di Simone de Luere, Venezia 1509.