Negli
ultimi tempi sui quotidiani e nei telegiornali nazionali, si è
trattato dello screzio tra la Chiesa e la giustizia che ha
diviso l’opinione pubblica.
Da parte di Giovanni Paolo II è stato infatti
rivolto un invito da una parte ai giudici ad impegnarsi al
massimo a riconciliare le coppie (la legge infatti prevede
espressamente questo tentativo che il giudice deve porre in
essere) e dall'altra agli avvocati credenti i quali dovrebbero
rifiutarsi di prestare assistenza nelle cause di divorzio.
La
parte favorevole al papa sostiene che la richiesta di obiezione
di coscienza e' stata rivolta dal Papa unicamente agli avvocati.
Sostengono inoltre che il fatto che gli avvocati giurino fedeltà
alla Costituzione e alla legge non è affatto di impedimento ad
esercitare l'obiezione in simile ambito: non esiste infatti una
legge che obbliga un avvocato a patrocinare una causa.
L'avvocato è sempre libero in qualsiasi momento di rinunciare
all' incarico.
Quanto all' opinione che considera il divorzio
una delle grandi conquiste delle donne, la rispetto e la
condivido poiché non mi trovo d’accordo con il Santo Padre
che denuncia il fatto come una piaga devastante per la società
in quanto va a ledere ciò che è il cardine e la cellula della
società che è la famiglia.
Credo che la chiesa debba occuparsi delle vicende
ecclesiastiche, senza intromettersi in ambiti di competenza
altrui, nonostante la fede e il mio rispetto restano immutati.
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