Il "Bel paese" sembra
diventare sempre di più un popolo di navigatori: nonostante la
crisi del 2001 un italiano su tre surfa in rete.
FIRENZE, 7 GENNAIO 2002 - Il 2001 viene già definito da
molti esperti come "l'annus horribilis" della storia
di Internet e di quello che resta della new economy. Con le
Torri Gemelle sembrano crollate anche le poche speranze di chi
intravedeva a breve un recupero del settore informatico.Ma
mentre gli amministratori delegati delle dot-com americane,
inglesi, tedesche, italiane si mettono le mani nei capelli, la
gente comune le mette sempre di più sui mouse dei propri
computer, per navigare in Internet. E così l'Italia che sembrava
fino a pochi anni fa l'eterno fanalino di coda, può contare,
all'inizio del 2002, secondo i dati della Colt
Telecom, 20 milioni di navigatori. In un solo anno sono
raddoppiati, con una crescita impetuosa che nessun altro paese
occidentale può eguagliare. Molto particolare, d'altronde le
sue origini ben lo dimostrano, è l'evoluzione di Internet.
Mentre i grandi gruppi italiani licenziano, eliminano dai loro
portali gli annunci di lavoro, un italiano su tre naviga, e lo
fa in media per 50 ore all'anno, in totale gli italiani spendono
60 miliardi di minuti di fronte ai siti Internet. Questo dato,
è destinato a crescere in
futuro, grazie al quale il
Web ruberà tempo e, si spera, un po' di denaro, all'old medium
per eccellenza: la televisione. Per il 2002 la Colt Telecom,
prevede 70 miliardi di minuti trascorsi a navigare, soprattutto,
per la ricerca di informazioni per il lavoro e per lo studio. La
rivoluzione come quelle poche, che davvero funzionano, è stata
silenziosa e graduale; ha coinvolto molto i giovani, ma anche le
persone di una certa età, attirate dal fascino della novità
tecnologica.La grande protagonista dell'Italia sotto il segno
della chiocciola è sicuramente l'e-mail: ogni anno nel nostro
paese vengono scambiati fra i 100 e i 120 miliardi di messaggi
elettronici. La maglia nera - e qui si comprendono i timori
degli amministratori delegati - va indubbiamente al commercio
elettronico, che rappresenta, ancora solo il 2 per cento delle
vendite totali. Il passo successivo nello sviluppo di Internet
sarà proprio quello di far consumare online questa marea di
utenti, che sino ad ora è stata fortemente incentivata dalla
gratuità dei servizi presenti in Rete. Quando sarà possibile
capirne meglio i gusti, le esigenze, soddisfarne i bisogni,
anche richiedendo forme di pagamento, allora, anche Internet darà
i suoi tanto attesi frutti come fecero la radio e la
televisione.
Il lato negativo della vicenda sta nel fatto che l’italia
ha la connessione piu’ cara in europa…
Nel
nostro paese le connessioni al web sono dieci volte più costose
rispetto al resto dell'Unione europea
ROMA, 25 GENNAIO 2002 - Collegarsi
via Internet da Malta a Catania costa oggi 10 volte di più che
da Malta agli Stati Uniti. A denunciare questa anomalia, che
rallenta enormemente lo sviluppo della società
dell'informazione nel nostro Paese, è il responsabile della
rete italiana della ricerca GARR-B Enzo Valente. Ciò, è
avvenuto in occasione
della presentazione di Società Internet, la sezione italiana
della principale organizzazione mondiale per lo sviluppo della
Rete, presieduta da Stefano Trumpy del Cnr di Pisa.Valente
(esperto del settore) ha poi rilevato un paradosso tutto
italiano: «Le alte tariffe imposte dall'Autorità per le
Garanzie nelle Comunicazioni, introdotte per evitare che Telecom
Italia potesse avvantaggiarsi come ex-monopolista, non hanno
favorito in realtà il libero gioco della concorrenza, visto che
gli altri operatori si sono adeguati di fatto alle tariffe più
alte. Unico rimedio, sembra allora essere quello di liberalizzare
i costi dei circuiti tra le varie compagnie».
Informazioni prese da
www.ilgiorno.it
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