Il
fumo passivo è sempre stato un problema incombente per la nostra
società. La prima persona che ha tentato di risolvere questa
situazione è stato l’ex ministro della salute Umberto
Veronesi che ha avviato una legge anti-fumo
mai approvata dal Parlamento.
Proprio
in questi ultimi giorni
l’attuale ministro della Sanità, Girolamo Sirchia, per
difendere i diritti dei non fumatori, ha presentato una
proposta di legge, già divenuta esecutiva mentre pubblichiamo; quest’ultima impedirà di fumare sul posto
di lavoro, negli uffici privati, nei bar, ristoranti e in
aziende private, a meno che i locali non siano dotati di un
impianto per il ricambio dell’aria.
Le
multe per i trasgressori possono variare
da un minimo di 25 a un massimo di 250 euro se la violazione è commessa in presenza
di donne in gravidanza o di bambini al di sotto dei 12 anni,
inoltre, nei confronti degli esercenti, le multe saliranno da
200 a 2000 euro, se non esporranno il cartello “vietato
fumare” o non faranno rispettare il divieto.
Una
statistica ha constatato che ogni anno in Italia tremila adulti
non fumatori muoiono di cancro per il fumo altrui e il fumo
passivo pare che provochi da 150 a 300 mila polmoniti nei bambini sotto i
18 mesi...e questo va sicuramente impedito!
Questa
legge potrà essere utile per le persone non fumatrici, ma
proviamo a metterci nei panni dei fumatori, razza in estinzione.
Per loro non deve
essere facile smettere tutto d’un tratto di fumare, non hanno
nessun posto dove poterlo fare senza trasgredire qualche legge,
forse l’unica soluzione è rifugiarsi in balcone o finché è
permesso andare in strada...
Le
ispezioni dei N.a.s. sono sempre più frequenti, oltre 200
verifiche nei primi giorni del nuovo anno, più di 50 multe inflitte soprattutto negli
ospedali ad operatori sanitari, visitatori e pazienti.
L’unica
eccezione, dove pare non sia stata commessa alcuna violazione, risulta
Linate; conviene prenderne esempio…
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