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KANDINSKIJ: DER BLAUE REITER (IL CAVALIERE AZZURRO)
Con la scissione della Neue Künstlervereinigung, la redazione de Der blaue Reiter (Il Cavaliere Azzurro) fu il punto di partenza delle nuove esposizioni, fondata da Kandinskij stesso e da Franz Marc. Il titolo fu scelto perché ad entrambi piaceva sia la parola cavaliere, sia il colore azzurro; inoltre Kandinskij definì l'azzurro un colore "tipicamente celestiale, che musicalmente rappresenta un flauto".
Punto chiave delle opere di Kandinskij fu il principio della necessità interiore, per cui anche l'immagine pittorica deve sgorgare dall'adattamento della forma al contenuto. La necessità interiore nasce da tre esigenze dell'anima: - ogni artista deve esprimere ciò che a lui è peculiare;
- ogni artista deve esprimere ciò che è peculiare della propria epoca;
- ogni artista deve esprimere ciò che è proprio dell'arte in generale.
Kandinskij aggiunse che tutti i mezzi artistici sono peccaminosi se non scaturiscono da questa necessità interiore.
Dal 1910 Kandinskij era giunto nelle sue tele ad un'arte in cui la forma ed il colore comunicano direttamente delle emozioni, senza passare attraverso il filtro della rappresentazione.
Allo scoppio della prima guerra mondiale fu costretto ad allontanarsi da Monaco ritornando a Mosca; lì conobbe Nina von Andreewskij e la sposò.
Allo scoppio della rivoluzione, fu colpito dalle espropriazioni che ne seguirono, che gli comportarono la perdita di tutti i suoi possessi; cadde in depressione ed angoscia, e lavorò poco. La vita in quel momento fu durissima, senza riscaldamento e con pochissimi viveri.
Nonostante ciò rimase vivo l'entusiasmo e fervente l'atmosfera intellettuale; Kandinskij, nonostante non svolgesse alcuna attività politica, ricoprì numerose cariche ufficiali: fondò l'Accademia artistica, nella quale doveva raccogliere non solo pittori e scultori, ma anche uomini di scienza; organizzò due esposizioni.
Nel 1921 il partito rese note nuove direttive secondo le quali anche l'arte doveva entrare al servizio dell'ideologia e della propaganda di stato; Kandinskij tornò in Europa, invitato dal Bahaus; nel 1922 i Soviet proibirono ogni forma di arte astratta, considerata nociva per gli ideali socialisti.
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