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La relatività ristretta
Le ripercussioni filosofiche della relatività
Le ripercussioni letterarie della relatività

LUIGI PIRANDELLO

Luigi Pirandello nacque nel 1867 presso Girgenti da una famiglia di agiata condizione borghese e di tradizioni risorgimentali e garibaldine. Studiò Lettere all'università di Roma e si laureò in Filologia romanza all'università di Bonn; durante gli studi iniziò la sua produzione letteraria, scrivendo poesie ed una tragedia.

Si trasferì a Roma dove visse grazie ad un assegno concessogli dal padre ed alle sue collaborazioni per varie riviste; sposò Maria Antonietta Portulano e diventò docente di ruolo.

Nel 1903 la condizione economica e familiare cambiò completamente a causa di un allagamento della miniera di zolfo dove il padre aveva investito tutto il suo patrimonio e la dote della nuora. Maria Antonietta, appreso il fatto, ebbe una crisi, complicata dalla fragilità del suo equilibrio psichico, che la fece sprofondare irreversibilmente nella follia. Da questo momento in poi la convivenza con la moglie, ossessionata da una patologica gelosia, costituì per Pirandello un continuo tormento; fu inoltre costretto dalla mutata condizione sociale ad intensificare la sua produzione di novelle e romanzi, per trarre sostentamento per sè e per la sua famiglia.

Pirandello lavorò anche in ambito cinematografico, allora agli albori, e teatrale.

La Grande Guerra, vista inizialmente in maniera positiva da Pirandello per le sue posizioni patriaottiche, gli provocò ulteriori dispiaceri: il figlio venne fatto prigioniero dagli austriaci e la malattia mentale della moglie, provata da un tale dispiacere, si aggravò a tal punto da costringerlo a farla ricoverare in una casa di cura dove ella restò fino alla morte.

Nel primo dopoguerra il teatro di Pirandello ebbe fortuna sia in Italia, sia all'estero, ciò gli permise di lasciare la cattedra universitaria, di vivere una vita più agiata e di dedicarsi interamente al teatro, seguendo le compagnie nelle loro tournées. In seguito venne nominato direttore del Teatro d'Arte a Roma, cosa che gli fu possibile grazie all'appoggio da parte del regime, dopo la sua iscrizione al partito fascista.

Nei confronti del regime, Pirandello ebbe sempre un atteggiamento ambiguo: se da un lato lo appoggiava in quanto garante dell'ordine, dall'altro il suo spirito antiborghese ne scopriva l'affermazione di una genuina energia vitale che spazzava via le forme fasulle e soffocanti della vita sociale dell'Italia postunitaria; in un secondo tempo però si rese conto del carattere di vuota esteriorità del regime che lo portò ad accentuare il suo distacco, pur evitando qualsiasi tipo di rottura e di dissenso.

Negli ultimi anni si adoperò alla pubblicazione organica delle sue opere in numerosi volumi; ottenne il premio Nobel per la letteratura.

Si ammalò di polmonite e morì nel 1936.


La poetica
Il fu Mattia Pascal