quattro età |
LE QUATTRO ETÀ DELLA VITA |
|
LE TRE BISCE E LA RANA | |
IL PALLONE CICCIO | |
LA FORGIA VECCHIA E LA FORGIA NUOVA. | |
IL TORIOLO |
Carletto era in vacanza dal nonno Battista. Il nonno era un contadino ed abitava in una vecchia casa di campagna.
Nella grande cucina sopra un grande
camino vi erano appesi quattro piatti rappresentanti quattro diverse figure
incorniciate da quattro diverse scritte. I piatti erano appesi in fila
a formare un arco.
Nel primo vi era rappresentato un bambino
che correva nei prati, vicino ad un fiume. La scritta diceva: 'Fanciullezza'.
Nel secondo sotto la scritta 'Giovinezza'
si vedeva un ragazzo che andava a scuola con una cartella sotto braccio.
Sullo sfondo, un gruppo di monelli giocavano a palla.
Nel terzo piatto, un uomo teneva l'aratro
tirato da due buoi. Sopra stava scritto: 'Maturità'.
Infine, nell'ultimo piatto della fila,
con la scritta 'Vecchiaia',
si vedeva un vecchio seduto fuori della porta di casa con le mani appoggiate
su un bastone che teneva tra le gambe.
Carletto aveva sempre visto quei piatti. Ogni volta che veniva a trovare il nonno i piatti erano là, ogni volta un pò più scuri per la fuliggine che ci si fermava sopra. Alla sera quando erano seduti attorno al camino con il nonno, guardare quei piatti faceva un pò compagnia. Quella sera fuori pioveva e si stava particolarmente bene vicino al camino. C'era però una mosca dispettosa che girava attorno a Carletto. Con in mano la ventola che serviva per ravvivare il fuoco, Carletto si era alzato per correre dietro alla mosca che nel frattempo si era posata su uno di quei piatti. Mentre Carletto stava per alzarsi con la ventola per colpire mosca e piatto, il nonno lo fermò: "Attento, puoi rompere il piatto." La mosca nel frattempo aveva trovato qualcosa di più interessante da fare altrove.
Carletto si mise a sedere più
tranquillo: "Nonno Battista!" Il nonno si scosse da un leggero insonnolimento.
"Che c'è Carletto?" "Da dove vengono quei piatti, e cosa
significano?"
"E' un regalo di quando ci siamo
sposati, io e la povera nonna Tonietta. E' il regalo di uno zio prete.
Sono piatti preziosi, e poi sono lì da tanto tempo. Sarebbe un peccato
romperli, anche se per me ormai vale solo l'ultimo dei piatti. Il tuo,
piuttosto, è un pò il primo. E' un pò sbeccato, perchè
deve essere caduto dal chiodo tempo fa. Peccato. Tra un pò per te
verrà l'ora del secondo piatto. Poi il terzo, quello più
importate. Poi quando sarai nonno ti resterà il quarto."
Carletto guardava il nonno, attento. "E sì mio caro Carletto. I piatti raffigurano le quattro età della vita. Il tempo passa, piano ma passa per tutti. Il primo rappresenta l'età della fanciullezza. Si vede un bambino che gioca perchè a quell'età si pensa solo a giocare. Quando viene l'età della giovinezza, si vuole ancora giocare, ma però bisogna anche andare a scuola, studiare, prepararsi per quando si diventa grandi. La maggior parte dei ragazzi cresce bene. Ma alcuni no, escono di strada. Ci sono tanti pericoli da affrontare per diventare bravi anche da grandi. Il contadino che regge l'aratro rappresenta l'età della maturità quando ci si è fatti una famiglia, occorre lavorare, guadagnare il pane per tirare grandi i figli. Poi viene l'età dei dolori, del bastone. E' la mia età. Si lavora ancora un pò, però ci si stanca subito. E' un'età tranquilla e un pò triste. Per fortuna ci sono i nipotini."
"Ci sono io nonno, sono io il tuo nipotino."
"Si caro, sei tu il mio nipotino, ma sei
anche un birbante, però."
"Ma nonno..."
Il nonno si era riappisolato. Carletto guardava ora i piatti come non aveva mai fatto prima. Quel fiume sul primo piatto era forse l'Adda che scorreva vicino al paese del nonno? E quando anche lui fosse diventato grande, nella 'Maturità', anche lui avrebbe fatto il contadino come suo nonno?
Nel frattempo il nonno Battista si era svegliato. "Senti Carletto, ti racconterò quattro storie per farti capire meglio cosa significano quei piatti, cosa sono le quattro età della vita. Cominciamo stasera con la fanciullezza."
Carletto si mise a sedere più
composto, guardò il nonno e aspettò che parlasse.