Temi
Nella direttrice Temi le fotografie
di Pinna (circa 130) sono raggruppate in cinque sezioni a soggetto (Roma,
Sud, Sardegna, Itinerari emiliani, Fellini)
che vengono dedicate agli argomenti più emblematici e significativi
della sua produzione.
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Roma
La cultura, la moda, la politica, i giovani,
lo spettacolo, le abitudini popolari, il lavoro, il giorno, la notte: è
una Roma a tutto tondo quella di Pinna, lo straordinario diario trentennale
di una città nella quale bene e male, piacere e dolore, santità
e dannazione sembrano non conoscere precisi limiti di distinzione. Roma
è per Pinna l'osservatorio privilegiato di una civiltà occidentale
post-bellica che nell'isterica volontà di modernizzarsi, catartico
tentativo di liberarsi dalle colpe di un passato imbarazzante, si illude
di poter fare a meno di una coscienza etica.
L'Italia meridionale di Pinna non viene
avvertita come un mondo selvaggio che aspetta la redenzione dal progresso
industriale, secondo quanto allora prevedeva la cultura nazionale
d'ambito marxista, ma è una civiltà "altra" che merita di
essere rispettata per la purezza atavica dei suoi valori e dei suoi costumi.
Con tutto ciò, malgrado l'autore non disdegni di curare l'aspetto
formale delle proprie immagini, le documentazioni fotografiche di Pinna
risultano contraddistinte da precisi scrupoli di oggettività, volendo
innanzitutto testimoniare la "visività" di realtà sociali
destinate a sicura sparizione.
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Sardegna |
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Sardegna
La sezione illustra la produzione di Pinna eseguita prevalentemente per il fotolibro Sardegna, una civiltà di pietra (Roma 1961), introdotta da un testo dello scrittore Giuseppe Dessì e con le didascalie dell'antropologo Antonio Pigliaru. Il ritorno di Pinna in Sardegna (primavera 1961) è l'occasione per riallacciare con la propria terra natale un rapporto interrotto troppo in fretta, ma i cui segni erano rimasti indelebili nella sua formazione psicologica. É la parte che raccoglie la migliore produzione di Pinna degli ultimi anni (1974-1976), eseguita su richiesta della regione Emilia-Romagna. Pinna vi recupera, oltre al gusto incisivo per il bianco e nero, il piacere neorealistico delle ampie indagini etnologiche sostenute tra il 1952 e il 1961, offrendoci dell'Emilia un'immagine vivace e bonaria nella quale finalmente trovano il giusto punto di conciliazione la civiltà industriale e quella contadina. Per la stampa nazionale ed estera dei rotocalchi illustrati, per il grande pubblico dei loro lettori, Franco Pinna è soprattutto il fotografo di scena dei film di Federico Fellini. In realtà il suo ruolo non fu quasi mai quello del fotografo di scena propriamente detto, incaricato dalla produzione alle riprese sul set, quanto piuttosto quello del free-lance, sganciato quindi dal mero obbligo documentativo ed interprete individuale del lussureggiante mondo poetico del regista. |
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