INVITIAMO CHI
VOLESSE COLLABORARE CON L’ATTIVAZIONE DEL CENTRO DI DOCUMENTAZIONE A
SEGNALARCI LIBRI E PUBBLICAZIONI SULLE TEMATICHE DELL’INTELLIGENZA
EMOTIVA, DEL DISAGIO, DELL’ABUSO E DELLA VIOLENZA AI DANNI DEI MINORI
CHE AVETE RICONOSCIUTO NELLA VOSTRA ESPERIENZA COME STRUMENTI IMPORTANTI
E STIMOLANTI PER LA VOSTRA CRESCITA FORMATIVA.
NON
C’E’ BISOGNO OVVIAMENTE DI FARE UNA RECENSIONE, BASTA CHE CI SEGNALIATE
IN MODO ESSENZIALE LE RAGIONI DEL TESTO CHE AVETE SPERIMENTATO COME
MOLTO UTILE E INTERESSANTE.
TITOLO:
AUTORE:
CASA EDITRICE E ANNO DI EDIZIONE (anche la città se la
casa editrice non è nota):
MOTIVO PER CUI SEGNALI IL LIBRO e/o GLI ARGOMENTI
INTERESSANTI E HAI INDIVIDUATO NEL TESTO
inviate
la scheda a
hansel.e.gretel@iol.it
|
Dal mese di
novembre 2002 è in funzione un Centro di Documentazione del Centro
Studi Hansel e Gretel sulle tematiche del disagio, del maltrattamento e
della violenza ai danni dei minori e sulla tematica dell’intelligenza
come strategia di prevenzione e risposta. La responsabile del Centro di
documentazione è Evelin Ramonda
D. Goleman,
L’intelligenza emotiva. Che cos’è? Perché può renderci felice,
Rizzoli, 1996
E’ un testo
che non può mancare dal momento che l’immagine del Centro di
documentazione sarà associata in primo luogo all’intelligenza emotiva.
Il libro illustra i cinque principi dell’intelligenza emotiva dopo
averne chiarito le premesse psico-neuro-biologiche. Interessanti sono i
diversi campi di applicazione che vengono individuati.
J. Gottmann, L’intelligenza
emotiva per un figlio, Rizzoli, 1997
E’ un testo
che tenta di applicare ai processi educativi in famiglia con grande
concretezza e capacità esemplificativa i principi dell’intelligenza
emotiva. E’ pieno di spunti e di suggerimenti che meritano attenzione e
riflessione.
R. Coles, L’intelligenza morale dei
bambini
Esistono nel
bambino diversi tipi di competenze (Gardner) e di potenzialità. Oltre
all’intelligenza logica e all’intelligenza emotiva esiste
precocemente nel bambino una competenza e un’intelligenza morale. La
vita spirituale, secondo l’autore, inizia ben prima che il bambino
impari a parlare: chiede pertanto di essere coltivata nelle forme e nei
modi più adeguati alle diverse età dello sviluppo. Imparare ad essere
empatici, a rispettare se stessi e gli altri (“Fa agli altri ciò
che vorresti fosse fatto a te”) è il necessario presupposto di una vita
piena e produttiva.
M. Contini,
Per una pedagogia delle emozioni, La nuova Italia, 1992
L’autrice si
sofferma nella parte iniziale del lavorosu ricerche di tipo biologico
relative ai processi emozionali, alle loro funzioni, al loro
intrecciarsi con i processi cognitivio. Successivamente tenta di
delineare alcune problematiche emozionali inrenti al contesto
coppia/famiglia e all’età infantile , analizzandole da un lato secondo
l’appoccio sistemico dall’altro secondo le indicazioni della teoria
cognitiva. Su queste basi tenta di fondare una pedagogia dello sviluppo
della maturazione emotiva/razionale del bambino sin dai primissimi mesi
di vita.
A. Heller,
Teoria dei sentimenti, Editori Riuniti, 1980
L’autrice,
filosofa marxista ungherese, esamina la suddivisione dei sentimenti
sotto l’aspetto antropologico affrontando le questioni del significato
del sentire inteso come coinvolgimento e partecipazione e
dell’apprendimento dei sentimenti. L’uomo per la Heller è un soggetto
umano capace di operare una sintesi tra sentimenti, pensiero, morale.
L’uomo è certamente un’essenza unitaria, però la sua personalità è
scissa nel contesto storico attuale. Il valore che viene assunto è
quello della personalità unitaria ricca di sentimenti che si realizza
nei compiti che ha nel mondo. Tuttavia questo valore esiste oggi solo
come tendenza, solo come eccezione.
D. Goleman, La forza della meditazione,
Rizzoli
Il libro
testimonia l’interesse dell’autore per lo studio della psicologia
orientale ed in particolare nei confronti della tecnica della
meditazione. Si può osservare come l’approfondimento del valore e
dell’efficacia dell’intelligenza emotiva spinga ad incontrare e
ad approfondire la tematica della consapevolezza e, di conseguenza, i
principi che stanno alla base della psicologia buddista e
dell’allargamento della capacità della mente di contenere tutti gli
stati emotivi e mentali. Più ancora dell’elencazione delle diverse
scuole di pensiero e delle diverse tecniche della psicologia orientale
risulta interessante il breve saggio sulla psicologia della
meditazione, contenuto nella quarta parte del libro.
Dalai Lama,
H. Benson, A. Thurman, E. Gardner, D. Goleman, La scienza della
mente. Un dialogo fra oriente e occidente, Chiara Luce Edizioni,
1993.
Il testo è la
rielaborazione dell’Harvard Mind Sciend Symposium, che si colloca
all’interno di un percorso di confronto tra esperti di medicina,
psichiatria, neurobiologia, educazione, religione comparata e buddismo
indo-tibetano sulle scienze della mente e sulle tecniche di cambiamento
e di guarigione della mente stessa. Emerge un confronto stimolante tra
la cultura occidentale ed orientale sulle prospettive di approccio alla
mente.
Tara Bennett
Goleman, Alchimia Emotiva Come la mente può curare il cuore,
Rizzoli, 2001
L’alchimia
emotiva è per l’autrice, moglie di Daniel Goleman, la capacità di
accettare tutti i materiali della mente per trasformarli in chiarezza di
visione e consapevolezza in un processo di crescita mentale e di
guarigione. Vengono fusi le teorie dell’intelligenza emotiva, le
tecniche legate alla “terapia schema” (la psicoterapia degli schemi
mentali ripetitivi dell’infanzia) e i principi psicologici (e
nell’ultima parte del libro spirituali) del buddismo tibetano.
Ne vien fuori un
testo molto innovativo, che è insieme un saggio sul funzionamento della
mente e un utilissimo strumento che propone al lettore esercizi,
tecniche e principi per lo sviluppo della consapevolezza.
J. Juul,
Il bambino è competente. Valori e conoscenze in famiglia,
Feltrinelli, 2001.
E’ un testo che
attacca in maniera molto documentata con uno stile espositivo molto
concreto, ricco di esempi un pilastro ideologico dell’adultocentrismo:
l’affermazione dell’incapacità, dell’insensibilità, della passività e
dell’incompetenza del bambino. Questi viene al contrario rappresentato
come “centro attivo di competenze” (ricorda la definizione di Kohut del
Sé come “centro di inziativa indipendente). come soggetto
potenzialmente collaborativi e responsabile. Interessanti fra gli
altri i capitoli sull’autostima del bambino e sulla fiducia in se
stesso, sulla sua responsabilità sociale, sui limiti e sulla famiglia
con figli adolescenti
Naouri,
Le figlie e le loro madri, Einaudi, 1999.
L’autore,
pediatra e psicoanalista, sollecitato dalla propria esperienza
professionale, si sofferma sul fatto che troppe giovani donne subiscono
l’influenza delle loro madri in un rapporto spesso segnato da ambiguità,
sopraffazioni e violenza. L’autore racconta molti casi di donne
sovrastate dalla presenza della madre e ascoltando le loro parole
rivelatrici di conflitti e di incomprensioni mai risolte, riesce ad
arrivare ai figli e al segreto delle loro malattie. Con un invito
rivolto a tutte le donne a: quello di rompere la catena di schiavitù che
si tramanda nel rapporto materno-familiare e che condiziona la loro
esistenza , per cominciare ad essere innanzitutto se stesse.
J. Monteleone (a
cura di), Gli indicatori dell’abuso infantile, Centro Scientifico
Editore, ’99.
Il curatore
è professore negli Stati Uniti di pediatria ed esperto in
maltrattamento. E’ un’opera rigorosa ed utile per l’attività di
rilevazione dei segnali di violenza, di valutazione, diagnosi,
indicazione terapeutica. Interessanti i contributi specifici di autori
diversi sull’abuso sessuale e sull’abuso psicologico, sulla sindrome di
Munchausen per procura, sulla negligenza e l’abbandono, sulle
personalità multiple e i disturbi dissociativi, sull’arte terapia come
tecnica di rilevazione, sul ciclo dell’abuso,sui problemi giuridici,
sul ruolo delle forze dell’ordine. Compaiono inoltre due contributi sul
ruolo della scuola e uno sulla prevenzione.
W. Yule (a
cura di), Disturbo post-traumatico da stress, Aspetti clinici e
terapia, Mc Graw Hill, 2000
E’ un testo
che dimostra la nuova attenzione sul piano clinico e della ricerca
scientifica al Disturbo Post-trauimatico da Stress. Importanti i saggi
sul DPTS negli adulti da un lato e nei bambini e negli adolescenti
dall’altro, sui processi di attribuzione e di superamento (coping)
del disturbo, sul DPTS e personalità, sui pensieri intrusivi, sul
debriefing e sugli interventi in fase di crisi, sulla
desensibilizzazione attraverso l’EMDR.
Pacciolla,
I Ormanni, A. Pacciolla, Abuso sessuale. Una guida per psicologi,
giuristi ed educatori, Edizioni Laurus Robuffo, 1999.
Una prima
parte è dedicata alla pedofilia e alla psicodiagnosi del pedofilo. Una
seconda parte alla definizione dell’abuso sessuale e alla perizia
psicologica. Una terza parte analizza la possibilità di errori
diagnostici con un intervento sull’isteria in età evolutiva. Un’ultima
parte è infine dedicata alla legislazione, ai protocolli di
collaborazione istituzionale, ai testi delle linee guida (Appendice
Fornari-Lagazzi, Carta di Noto, Dichiarazione di consenso Cismai) .
Pasteur J. Doucé,
La pedophilie in question, Lumiere e& justice.
L’autore, un
pastore protestante, psicoterapeuta e sessuologo, tenta di “comprendere”
da un punto di vista evangelico i pedofili visti come minoranza sessuale
stigmatizzata e colpevolizzata. Un punto di vista che consente di
chiarire i passaggi teorici che consentono ad alcuni intellettuali
“progressisti” (ce ne sono molti nel nostro paese) possano distorcere la
rappresentazione della pedofilia, dimenticandosi delle loro piccole
vittime e trasformando in perseguitati i pedofili.
Salute e
Società, Quando e come punire i bambini, Cortina, 1990
Si tratta di
un’interessante raccolta di interventi sul tema della punizione, sul
piano inclinato di sadismo, in cui la punizione tende a collocarsi e nel
contempo sull’importanza di una presenza educatrice capace di dosare la
propria aggressività e nel contempo di saper aiutare il figlio a dosare
la propria. Il testo contiene interventi sui rischi dell’esercizio
educativo del potere e dell’odio, sulle ansie a cui si espone un bambino
privo di contenimento e di riferimento alla realtà, su alcuni passaggi
della storia dell’educazione in Francia, sulla storia del “martinet” (la
frusta usata per le punizioni a fini “educativi”), sul tema della
punizione in Freud, sulla malattia come autopunizione da parte del
bambino e sull’applicazione del metodo Gordon.
E. Caffo, La
distorsione relazionale precoce tra genitore e bambino, Unocopli, 1984.
Il testo,
risalente alla fase pre-Telefono Azzurro, esamina la letteratura sugli
abusi intesi come conseguenza di una distorsione relazionale precoce, le
difficoltà e i limiti della ricerca epidemologica, le caratteristiche
della vittima e dell’abusante. Viene analizzata la natura della
relazione genitore-figlio e la sue strutture fondamentali con
un’attenzione ai modelli comunicativi tra genitore e bambino
(dall’alimentazione al contatto corporeo, dal sorriso al pianto). Ci si
sofferma su tre momenti decisivi per comprendere se esiste o meno
distorsione: la gravidanza, il parto e l’immediato periodo neonatale. In
appendice un questionario per la rilevazione precoce dei problemi di
distorsione relazionale.
A. Tiberio e F.
Fortuna, Dizionario del sociale, Angeli, 2002
E’ un dizionario
che comprende ben 1200 voci di psicologia, sociologia, medicina,
servizio sociale e legislazione. Terminologie, concetti, metodologie,
associazioni, istituzioni, dati statistici, aspetti dell’intervento
clinico e sociale su Asids, anziani, carcere, disagio sociale e
minorile, giustizia, handicap, immigrati, lavoro, psichiatria,
prostituzione, servizi socio-assistenziali, tossicodipendenza,
volontariato.
M. Della
Valle, “L’osservazione del bambino nella pratica professionale
dell’assistente sociale”( ’91); “Servizio sociale, famiglia, minori: una
relazione complessa” (’97); “Il senso dell’operare dell’assistente
sociale a fianco dell’insegnante” (’93) in
La rivista di Servizio sociale. Studi di
scienze sociali
applicate e di
pianificazione sociale
L’autrice è
stata tra le fondatrici a Torino nel 1988 dell’Associazione operatori
contro l’abuso ai minori da cui è nato il Centro Studi Hansel e Gretel.
In questi tre articoli porta la sua esperienza e la sua riflessione in
modo sensibile ai valori dell’ascolto, della valorizzazione della
soggettività dell’assistente sociale, dell’impegno professionale
all’ascolto del bambino, dell’importanza del lavoro di rete con gli
insegnanti. Sono molto utili per coloro che svolgono attività formativa
con operatori sociali.
H. Kohut,
Seminari, Astrolabio, 1996
Questi seminari,
rivolti agli operatoridella Clinica di salute mentale per giovani
studenti universitari, risalgono agli anni ’70. Il rovesciamento dei
tradizionali giudizi critici che pesavano sul narcisismo appariva
particolarmente necessario in situazioni in cui il primo compito
terapeutico risultava quello di restituire al soggetto una possibilità
di accettarsi, di attribuirsi un valore positivo, nonostante le
lacerazioni che comportava la spinta a divenire individuo iautonomo.
M. Little, Il
vero Sé in azione, Un’analisi con Winnicott, Astrolabio, 1993
L’autrice, che
partecipa al movimento degli indipendenti della psicoanalisi britannica,
riferisce con intensità ed autenticità, le proprie esperienze di
paziente in tre analisi (ultima delle quali con Winnicott). La
vicenda analitica dell’autrice si intreccia con le riflessioni
autoanalitiche, con la sua storia personale, con le spietate riflessioni
su di sé e sul proprio rapporto con la realtà. Emerge la tecnica
psicoanalitica di Winnicott dal punto di vista della psicoanalista e nel
contempo della paziente.
V. Hunter,
Psicoanalisti in azione, I modelli teorici e la loro applicazione
clinica, Astrolabio, 1996.
L’autrice
offre il resoconto di undici supervisioni effettuate sul medesimo caso
con alcuni importanti teorici della psicoanalisi contemporanea (tra cui
Andreé Green, Hanna Segal, John Bowlby, Enerst Wolf, Robert Wallerstein,
Arnold Modell, Jacob Arlow
. Il testo
consente il confronto tra approcci teorici e metodologici diversi (da
quello kleiniano a quello kohutiano ecc.) che si misurano su una
medesima problematica relazionale e clinica. Ogni supervisione è
preceduta da un’intervista con i diversi teorici consultati che
descrivono il proprio percorso di formazione e ricerca e i concetti
fondamentali della loro concezione teorica e professionale.
R. White, R.
Gilliland, I meccanismi di
difesa, Astrolabio, 1977.
E’ un testo
didattico importante che chiarisce l’uso adattativo dei diversi
meccanismi di difesa e nel contempo la possibilità di un loro esito e di
un loro funzionamento patologico. La classificazione è abbastanza chiara
e completa (rimozione, conversione, inibizione, spostamento,
razionalizzazione, formazione reattiva, annullamento, isolamento
dell’affetto, regressione, oiezione, rivolgimento contro il sé,
dissociazione).
L’esposizione di
ciascun meccanismo di difes a è corredata da commenti generali,
descrizioni, esempi clini e sindrome dove il singolo meccanismo è
attivo.
F. Borgogno,
L’illusione di osservare, Giappicchelli, 1981
E’ un testo
fondamentale sul rapporto tra soggetto e oggetto della conoscenza e sul
ruolo inevitabilmente condizionante della soggettività nei processi di
osservazione con una critica alle ideologie che s’illudono di rendere
oggettiva e scientifica l’analisi delle scienze umane e psicologiche,
negando il ruolo del soggetto e dei suoi sentimenti nell’approccio
conoscitivo ad altri soggetti e di conseguenza la necessità di tener
conto delle interferenze emotive che condizionano l’osservazione.
Fages,
Storia della psicoanalisi dopo Freud
Il testo prende
in considerazione la costituzione del movimento psicoanalitico, la
dissidenza di Adler e di Jung, la corrente ortodossa e le correnti della
Klein, il freudo-marxismo, le scuole americane di Spitz ed Eriksion, le
tendenze cuilturaliste. Viene liquidato in un capitolo sulle
ricercatezze simboliche il contributo di Ferenczi. Vengono analizzati
più approfonditamente il freudomarxismo, il rapporto con
l’esistenzialismo, la scuola di Lacan e le correnti contemporanee
definite “ai confini della psicoanalisi”.
T. Moser,
Lo psicoanalista sul divano. Frammenti di un’analisi didattica ,
Feltrinelli,1975
Un testo che
ha fatto scandalo nel chiuso mondo delle società psicoanalitiche, in
quanto è stato il primo resoconto all’insegna dell’autenticità di un
analisi personale finalizzata al training psicoanalitico. Il mondo
psicoanalitico ufficiale non era ancora convinto all’epoca della
pubblicazione del libro della possibilità di un discorso autobiografico
da parte di uno psicoanalista capace di uscire dalle secche della
vergogna associata alla propria sofferenza e alla debolezza della
propria storia personale. Il testo è preceduto da una lettera
all’autore di Heinz Kohut il quale difende Moser, affermando che egli
ha scritto per buone e nobili motivazioni. Per Kohut l’entusiasmo di
Moser dimostra che un’analisi ben riuscita può terminare benissimo con
la scelta del paziente di renderne pubblica testimonianza.
C. Elia,
Alcune considerazioni sul significato dell’opera di Hartmann, 1987
P.G. Battagia,
Teoria clinica emetapsicologia nella psicoanalisi contemporanea:
materiali di studio”, 1988
Scuola
Psicoterapia Psicoanalitica, documenti fotocopiati
Sono due
documenti interessanti (il secondo è molto più articolato del primo) che
discutono i problemi del rapporto tra la teoria clinica e la
metapsicologia psicoanalitica ricostruendo il dibattito più recente
sulla Psicologia dell’Io e sui modelli di funzionamento della mente
attraverso il riferimento ad autori contemporanei quali Gedo,
Peterfreund, Schafer, G. Klein ed altri.
J. Seinfeld,
L’oggetto cattivo. Come maneggiare la reazione terapeutica negativa,
Astrolabio, 1995
L’autore
approfondisce il concetto di oggetto cattivo appartenente alla teoria
classica delle relazioni oggettuali alla luce della teoria americana
delle relazioni oggettuali e della psicologia del Sé. Vengono
approfondite la dinamica verso l’oggetto cattivo, il trattamento della
reazione terapeutica negativa nella terapia infantile, le questioni
dell’intervento con il paziente senza contatto e dell’intervento con il
paziente simbiotico, l’interpretazione del legame verso l’oggetto
interno cattivo, l’interpretazione del transfert verso l’oggetto
cattivo.
G.P.
Quaglino, S. Casagrande, A. Castellano, Gruppo di lavoro, lavoro di
gruppo, Cortina, 1992
Nella prima
parte gli autori cercano di identificare il gruppo attraverso tre
questione: la definizione del gruppo, i suoi confini e i suoi eventi.
Viene proposto un modello a quattro dimensioni: la Dimensione Reale, la
Dimensione Rappresentata, la Dimensione Sociale, la Dimensione Interna
concorrono insieme a determinare le attività e le vicende della vita del
gruppo. Nella seconda parte vengono affrontati i nodi relativi ai
compiti del gruppo ( Metodo, Ruoli, Leadership. Comunicazione, Clima e
Sviluppo).
M. Sberna, Giochi psicopedagogici.
Tecniche di socializzazione per la scuola, il tempo libero, la
formazione degli adulti, Clued
E. Euli et
al. , Percorsi di formazione alla non violenza, Pangea Edizioni,
1996.
Dopo una
premessa sui presupposti validi della non violenza e dopo una seconda
parte dedicata alle esperienze di autoorganizzazione attraverso il
training, vengono bene illustrati
174 giochi ispirati
ai principi dell’evitamento della spirale della violenza.
Quaderno
schede di B. Konig, E. Sartirana, V. Oggioni
Vengono descritti
schematicamente giochi di presentazione, conoscenza reciproca,
osservazione, relazione, cooperazione, verifica della conoscenza,
comunicazione corporea, dinamica di gruppo.
M. Strevani,
La dimensione evolutiva della capacità di empatia in Riv. Di
scienza dell’educazione, 34 (1996).
S. Baillauquès,
La formazione psicologica degli insegnanti, Centro Scientifico
Editore, 1993.
La prima parte del
libro è dedicata ad una ricerca svolta in Belgio con due gruppi di
insegnanti sulla relazione pedagogica. I gruppi hanno svolto 19 incontri
di due ore. Le idee e i vissuti emersi sono state approfondite
secondo quattro tecniche di elaborazione. La seconda parte è dedicata
alla personalità professionale dell’insegnante, alle motivazioni, alla
disillusione, alla formazione psicologica dell’insegnante. L’autrice si
chiede che cosa sia formativo ed esamina diversi punti di vista e
diverse risposte possibili.
Atti “Il
disagio emozionale”, prevenire, comprendere e curare Dalla
formazione personale all’operatività nel lavoro istituzionale. Torino
22-23 maggio, 1992
Con interventi di L. Di Cagno, A. Alvarez, G. William Polacco., G. Milana, A. Giannotti,
P. Massaggia, M. Bertolotti.
Per amore & per
forza, L’infanzia tra ‘800 e ‘900, Edizioni Panini. 1987
Catalogo
illustrato e commentato di una mostra organizzata dal Comune di Modena.
Tra i temi interessanti trattati tra gli altri da R. Farné, A. Canevaro,
E. Caffo, L. Balbo compaiono le modalità della nascita e
dell’allevamento dell’infanzia, la storia dell’oppressione infantile, la
rappresentazione idealizzata dell’infanzia, il bambino e la pubblicità
l’abbandono dei bambini, la famiglia come dispositivo pedagogico, il
ruolo della Chiesa nell’educazione.
“L’omosessualità” di Franz Morgelthaler
“Note sulla psicopatologia della prostituzione omosessuale” di L.H.
Rubinstein e D. Lopez
Due articoli che
affrontano in modo approfondito la questione della genesi
dell’omosessualità nella sua generalità (Morgenthaler) e nella
particolare problematica della prostituzione (Rubinstein – Lopez) dal
punto di vista psicoanalitico.
F. Fornari,
La depressione e l’universo della colpa, Rivista di psicoanalisi (1964);
F. Fornari, La psicoanalisi della guerra, Rivista di psicoanalisi
(1964)
R. Diatkine, Aggressività e fantasie inconsce di aggressione,
Rivista di psicoanalisi (1964)
F.
Fornari, Sentimenti di colpa e strutturazione del Super Io, Rivista di
psicoanalisi (1966).
Alcuni interventi
psicoanalitici sul tema dell’aggressività, dell’interiorizzazione
dell’oggetto cattivo e sulla guerra come strategia tendente ad esportare
l’oggetto cattivo sull’altro
Psicologia
Applicata “G. P. Grandi”, Atti
del Convegno “La fiaba”. Modelli interpretativi e possibilità
applicative in pedagogia, psicologia e sociologia, Torino 25-26 gennaio,
1986.
C. Foti, R.
Scagno, R. Rostagno, G. Ferraro, La fiaba, (testo fotocopiato),
Ist. Raynieri, Pinerolo.
Due testi
certamente molto datati, ma utili: un convegno adleriano sulla fiaba e i
materiali di un corso di aggiornamento. Interventi sull’interpretazione
psicoanalitica, sull’interpretazione storico-mitologica,
storico-teatrale e semiologica della fiaba.
P. Di Blasio
(a cura di), Contesti relazionali e processi di sviluppo,
Cortina, 1995.
Il concetto di
contesto interattivo chiarisce la funzione di mediazione tra i fattori
biologico maturativi dell’individuo e i fattori ambientali, culturali e
sociali che condizionano la crescita dell’individuo. Vengono analizzate
le teorie che interpretano il contesto interattivo e le modalità e i
processi di evoluzione che vengono messi in luce da ciascun approccio.
Interessante il saggio di Luigi Anolli sullo sviluppo emotivo precoce e
il saggio di Di Blasio e Camisasca sulle situazioni e sul contesto nel
comportamento procosiale.
F. Sulloway, Fratelli maggiori,
fratelli minori. Mondadori, 1998
Per Sulloway il
fattore principale che spinge gli esserei umani non è quello economico,
né quello pulsionale bensì la specifica posizione del singolo individuo
all’interno del nuclo familiare. L’autore compie un’approfondita analisi
psicologica e storica di migliaia di personaggi storici, ed in
particolare delle spinte motivazionali e comportamentali dei primogeniti
da un lato (tendenti al conservatorismo e all’identificazione con i
genitori e con l’autorità), degli altri figli dall’altro (tendenti alla
creatività e alla ribellione per trovarsi una nicchia di espansione).
R. De Luca, Teorie della vita
quotidiana, Editori Riuniti, 1979.
Un’antologia di
noti filosofi, sociologi, psichiatri (dalla Arendt a Laing, da Goffmann
a Szasz ) di confrontano sul tema della vita quotidiana come luogo di
incontro e conflitto tra i bisogni della soggettività emergente e i
meccanismi del controllo sociale di una società fondata sullo
sfruttamento.
M. Pizzolini e B. Bandini, Scuola e
pedagogia nella Germania nazista, Loescher editore, 1981.
I presupposti
storici, la teoria e la pratica dell’educazione nazionalsocialista fuori
e dentro la scuola, la legislazione scolastica, i libri di testo della
scuola modellata dal regime hitleriano.
C. Ravaioli, Il quanto e il quale. La
cultura del mutamento, Laterza, 1982.
L’autrice esamina i
nuovi soggetti, i nuovi conflitti, le nuove polarità, emersi dalle
trasformazioni successive al ’68 e che hanno coinvolto famiglia e
scuola, , sesso e cultura, mode e modelli, idee e sentimenti, rimettendo
in discussione tutti i rapporti umani. All’interno di una società che
fonda la sua ragion d’essere su una sempre maggiore produzione di beni
(il quanto) è nato e cresce il bisogno di un diverso modo di vivere (il
quale).
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