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Testi tratti dal libro: “Padre Luigi Scrosoppi” di mons. Guglielmo Biasutti
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Una casa in campagna
Orzano è un paesino di campagna, otto
chilometri ad est di Udine ed altrettanti ad ovest di Cividale, arretrato
alquanto sulla sponda sinistra del ghiaioso fiume Torre, dal quale lo separa
il torrentello o grosso ruscello del Malina. Questo e quello allora senza
ponti.
Due simpatici criteri del p. Scrosoppi
Sin da principio vennero mandate ad Orzano
alcune suore e converse con un gruppetto di orfane. P. Luigi vi aggiungeva
una « terziaria » particolarmente adatta per la gestione economica. E ne
sacrificava la sognata aspirazione a farsi religiosa con voti, perché
potesse, senza ferita al raccoglimento ed alla santa povertà, trattare coi
contadini e coi sensali o recarsi sui mercati. La sua scrupolosa delicatezza
non gli impediva, però, di esigere anche da quelle preziose collaboratrici
una grande vita interiore. Ce ne fu una soprannominata la Rosona per la sua
statura da granatiere che rimase famosa negli annali della congregazione.
Una scuola agreste in Orzano
Tutte le suore dovevano esercitare
dell'apostolato. E' vero, la vita eremitica in Orzano poteva venire riempita
di preghiera e di lavoro. Ma al fondatore non
bastava. Occorreva che facessero del bene.
« Benché - continua suor Giacinta - il
Padre dovesse allontanarsi da quella villa, che tanto amava e che diceva
d'averla scelta per sua tomba, pure ogni otto od al più quindici giorni
vi ritornava per alcune ore, e là interrogava le fanciulle su quanto
imparavano e s'interessava del loro profitto ». Alla scuola venne aggiunto subito l'oratorio festivo femminile.
Continua mons. Biasutti nel suo racconto
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In corrispondenza, nella parte sottostante, si può visitare la cripta che custodì le spoglie di S. Luigi
Particolare dell'urna contenente la reliquia di S. Luigi Scrosoppi: viene riproposta la casetta di Nazareth trasportata dagli angeli
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SAN LUIGI PELLEGRINO A LORETO Timbro della Casa delle Derelitte, rappresentante la Casa di Nazareth trasportata dagli angeli, venerata a Loreto
Nel luglio del 1859 san Luigi
Scrosoppi dell' Oratorio si recò in pellegrinaggio al Santuario della Beata
Vergine di
Loreto, presso Ancona. Andava a venerare la povera Casa di Nazareth, dove
Gesù era vissuto, per lunghi anni, con Maria sua madre e con
san Giuseppe,
nel silenzio, nella fatica quotidiana e nell'adorazione contemplativa.
Aveva 55 anni ed era ad una svolta decisiva della sua vita.
Ma era soprattutto impegnato a trasformare la sua vita sul modello di quella di Cristo: "Voglio essere una vera sua copia", aveva proposto.
E dove meglio trovare ispirazione e grazia, se non nella
Casa di
Loreto, esperimentare, in concreta convivenza con la santa Vergine
e S.
Giuseppe, la vita umile e nascosta del Verbo incarnato?
«Voglio essere vero figlio di Maria Vergine e di S. Giuseppe, proponeva padre Luigi, e quale figlio, dipendere in tutto da Essi, e tutto operare con la Loro santa benedizione».
COME DOVEVA ESSERE LA CHIESETTA DI ORZANO?
Tramanda una suora: «...la prima volta che
il padre Luigi mi prese con sé per recarsi colà (ad Orzano, e avvenne dopo
il 1870), ricordo che erano pronti i materiali per la costruzione della
chiesetta. Volle che con lui vedessi tutto. Mi mostrò il posto dove doveva
essere costruita.
Desidero che possibilmente riesca tutto
eguale nelle dimensioni ed in ogni parte come la santa Casetta di Nazareth. Ricordo ancora con viva commozione, con quale affetto il nostro venerato Padre parlava della sua cara e santa casetta! ed è proprio là che volle esser sepolto».
Ma i lavori di costruzione procedettero con lentezza esasperante!
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Gruppo di Suore della Provvidenza fondate da S. Luigi Scrosoppi, in un momento di incontro a livello internazionale.
Vetrata sulla porta: la croce, segno del mistero dell' incarnazione, morte e resurrezione del Signore
Busto di San Luigi Scrosoppi posta nella parte antistante della cripta
"Premio San Luigi Scrosoppi 2003" 4 Ottobre 2003
È stato assegnato alla Mensa quotidiana del povero dei Padri Cappuccini di Udine il "Premio San Luigi Scrosoppi 2003". Il riconoscimento, ideato e organizzato dal neo costituito Comitato formatosi per ricordare il Santo, è giunto alla terza edizione.
La consegna del riconoscimento è avvenuta nel Convento delle Suore della Provvidenza di Orzano. La santa Messa in onore di San Luigi è stata presieduta dall'arcivescovo emerito, mons. Alfredo Battisti, che si è soffermato sul messaggio del Vangelo, la carità, sul come farsi prossimo e su come san Luigi si è fatto prossimo per i più poveri, i derelitti.
E' seguita poi la consegna del Premio al rappresentante della comunità dei Padri Cappuccini, padre Giovanni Menini.
"Se un anno fa abbiamo deciso di premiare il Cottolengo di Santa Maria La Longa -ha spiegato il parroco di Orzano, Giuseppe Burba- quest'anno non potevamo dimenticare la storica istituzione dei Padri Cappuccini». Non poteva mancare un premio all'istituzione udinese, che tra l'altro ha sede non lontano dal Convento delle Suore della Provvidenza di Udine e che così efficacemente esprime la carità e lo zelo apostolico che ha ispirato anche San Luigi San Luigi". E padre Mennini, dopo aver sottolineato che la strada della povertà è stata scelta da Cristo per compiere l'opera della redenzione, attraverso l'Incarnazione, e dopo aver illustrato come la povertà si configuti non tanto come mancanza di qualcosa, quanto piuttosto come consapevolezza che solo Dio può riempire il cuore dell'uomo, ha presentato come lo spogliarsi di qualche cosa per darlo agli altri trovi il suo completamento nella dimensione della carità: vedere negli altri l'immagine di Gesù. Il frate cappuccino infine ha descritto il servizio "Mensa dei poveri" che si effettua giornalmente a Udine presso il loro convento, indicando anche le fonti di sostentamento dell'iniziativa e concludendo: "Ma la vera forza che ci spinge è, come la chiamava S. Francesco, la mensa del Signore che riesce a sfamare anche gli uccelli del cielo e vestire i gigli dei campi. La grande Provvidenza di Dio s'incarna e si rende visibile nella generosità della gente friulana, spesso anonima, tante volte povera, e ci permette di avere un cuore abbondante e di non rifiutare Cristo poverello che sta alla porta e bussa".
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Dal commento di Padre Edoardo Cerrato, Procuratore Generale della Confederazione dell'Oratorio "La presenza di Dio dentro la storia degli uomini, fa di coloro che la accolgono uomini e donne appassionati della vita, attenti alla realtà, impegnati nella vicenda terrena nella quale Dio è entrato e rimane; e li induce a vivere protesi verso quei “cieli e terra nuova” che il Signore ha promesso per la fine dei tempi, ma che già stanno nascendo ora, come un’alba, dentro il travaglio della storia ed il cammino dell’uomo. E’ perché convinto fino in fondo di questa Verità, che P. Luigi volle qui, in Orzano, la costruzione di una cappella che riproducesse esattamente, in misure e materiali, la Casa di Loreto, che è la Casa di Nazareth, la Casa in cui “il Verbo si è fatto carne e pose la sua dimora tra noi”. Era un uomo devoto P. Luigi. Ma la devozione, nell’autenticità della fede cattolica, non è “spiritualismo”, evanescente viaggio sentimentale nelle favole e nei miti: è vivere la vita in rapporto alla Presenza tra noi di quel “Mistero” che è la radice di tutto ciò che esiste, e che per poter essere incontrato si è fatto uomo. Qui, presso questa “Casa” che ricorda l’Incarnazione di Dio, l’Avvenimento cristiano, P. Luigi non veniva solo a ritemprare il suo spirito; vi portava anche le ragazze della Casa di Udine -le “ultime” della società- a respirare aria buona di campagna, a prendere contato con la natura, ad imparare, anche, il nobile lavoro della coltivazione della terra. Questa Casa era un atto d’amore concreto: e nulla è più educativo di un vero atto d’amore. La fede nel mistero dell’Incarnazione, nella centralità di questo Fatto piantato nella storia e ineliminabile dalla storia, introduceva P. Luigi in una splendida esperienza di pienezza umana tutt'altro che esente dalla fatica e dalla sofferenza, ma saldamente radicata in una certezza: che il senso della vita c’è; che il significato del donarsi esiste, che l’impegno non ha in se stesso la propria radice e la propria finalità; che il lavoro non è solo strumento per produrre; che la persona umana, fatta ad immagine e somiglianza di Dio, ha una dignità della quale ogni nostro gesto, ogni nostra scelta deve tener conto. La fede nel mistero dell’Incarnazione -cuore del cristianesimo- lo rendeva più uomo: più capace di operare, di intraprendere; più capace di passione per la vita e per la storia". Costituzione della «Pia società San Luigi Scrosoppi» Da "LA VITA CATTOLICA" - SABATO 23 AGOSTO Manca solo l’atto notarile per costituire legalmente la Pia società San Luigi Scrosoppi, dopo l’adesione al sodalizio dell’amministrazione comunale, avvenuta il 5 agosto nel parco del Convento delle suore della Provvidenza di Orzano, dove l’assemblea civica di Remanzacco si era eccezionalmente trasferita per formalizzare l’ingresso nella nuova associazione, di cui fanno parte anche la parrocchia di Santa Maria Assunta di Orzano e la congregazione delle suore della Provvidenza. Si è, dunque, concretizzata l’idea lanciata all’indomani delle celebrazioni per la canonizzazione di padre Luigi Scrosoppi, avvenuta il 10 giugno 2001. Obiettivo del nuovo sodalizio a partecipazione pubblica è quello di «valorizzare la figura e le opere del santo friulano e del premio a lui dedicato, giunto ormai alla terza edizione, organizzando eventi culturali ed iniziative, anche in collaborazione con altre associazioni», spiega Arnaldo Scarabelli, sindaco di Remanzacco. La presenza dell’ente pubblico nel sodalizio, che non ha scopi di lucro, vuole essere anche un riconoscimento al ruolo educativo e sociale rivestito dalle suore della Provvidenza nella vita della comunità locale; come «principali interpreti dell’idea e dell’azione di san Luigi», sottolinea Scarabelli. Una comunità, quella di Orzano, profondamente legata al santo friulano, che scelse la frazione di Remanzacco per fondarvi nel 1844 la Casa della Provvidenza (la prima struttura di questo genere fuori da Udine) per provvedere al mantenimento delle sue “derelitte” ed accogliere le giovani più deboli, poi sede della prima scuola di lavoro ed alfabetizzazione per i bambini del paese. L’avvio dell’associazione dimostra che «padre Luigi è presente, vivo e attivo in mezzo a noi, che il suo messaggio ci parla ancora — afferma suor Ivana, della Congregazione delle Suore della Provvidenza di Orzano —, che continua la lunga mano della Provvidenza». Tra i primi impegni della Pia Società, le celebrazioni in occasione della festa liturgica del santo, il 5 ott6bre, con l’assegnazione, il sabato precedente la ricorrenza, del premio dedicato a padre Scrosoppi, che, come nelle precedenti edizioni, «verrà riconosciuto — spiega il parroco di Orzano, mons. Giuseppe Burba — a persone o istituzioni che si distinguano per lo spirito di carità e solidarietà con cui operano nell’alleviare le tante situazioni di sofferenza che esistono ancor oggi, secondo l’esempio di san Luigi. E.A.
Dal discorso di Padre Edoardo Aldo Cerrato Procuratore Generale della Confederazione dell'Oratorio, durante la seduta del Consiglio Comunale di Remanzacco, effettuata nel parco della 'Casa Padre Luigi' ad Orzano per firmare l'ingresso dell'amministrazione civica nella nuova associazione "Signor Sindaco, Ella ha avuto nel Suo discorso degli accenni assai felici alle “radici cristiane” dell’Europa, in un momento in cui, a livello di alte Istituzioni, si dibatte se un esplicito riferimento a tali radici debba trovare posto nella Costituzione europea. Io penso che le figure di uomini come Padre Luigi e di donne di cui è costellata la storia d’Europa, che hanno fatto la più profonda storia d’Europa, sono qui tra noi, con il permanere del loro ricordo e con le opere da essi iniziate, a dire non solo l’esistenza ma la qualità preziosa di queste radici: dimenticare o sottacere le quali significa perdere gradualmente la memoria dell’identità e quindi anche il riferimento per la riforma della vita (dei singoli e delle istituzioni), per la crescita e l’autentico sviluppo. Mi sia consentito, Signor Sindaco e Signori del Consiglio e della Giunta Comunale, che io dica l’emozione che ho provato questa sera guardando gli Amministratori della Comunità municipale riuniti in seduta, con il Gonfalone del Comune, in questo prato che circonda la Casa voluta da P. Luigi, sotto queste querce robuste. Contemplando questa scena mi è venuto spontaneo alla mente il ricordo della poesia “Il Comune rustico” di Carducci. …Il console e il popolo, riuniti insieme, “all’opaca, ampia frescura”… sotto “i noci della Carnia”…; “il Consol dice -e posto ha pria le mani sovra i santi segnacoli cristiani…”. Carducci non era più “cristiano” come lo era P. Luigi, pur essendo suo contemporaneo; e non lo sarà più Benedetto Croce, il quale, tuttavia, sentirà di dover scrivere un’opera intitolata: “perché non possiamo non dirci cristiani”. E’ bello e carico di significato vedere questa sera il Consiglio e la Giunta Comunale riuniti in seduta ufficiale con la gente (con la gente che è “il Comune”: Communitas!) non nel Palazzo -pur legittima sede delle Istituzioni- ma là dove la gente vive; e vederla riunita per decidere -all’unanimità, maggioranza e minoranza!- di partecipare, in veste di fondatori, ad una Associazione che si propone di tener vivo il ricordo e l’opera di un uomo che con la gente è vissuto, per la gente ha donato la sua vita, con questa gente, ad Orzano, sotto la Casa dell’Incarnazione di Dio, ha voluto essere sepolto! E’ un segno questa riunione nel prato e sotto le querce della Casa di Orzano. Un segno di cui, profondamente, sentitamente, ringrazio. Le “radici cristiane dell’Europa”! Forse si puo’ riferire a queste radici ciò che l’apostolo Paolo diceva nella sua lettera ai Romani: “non tu radicem portas, sed radix te”: non sei tu che porti la radice; è la radice che porta te!"
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