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Dopo la storia sulla famiglia , il testo che segue espone gli avvenimenti che portarono alla nascita della Congregazione delle “Suore della Provvidenza”. Queste suore furono la naturale evoluzione di quella struttura di assistenti, maestre e volontarie che operavano nell’istituto a favore delle orfanelle; figure capaci e motivate che uscivano dalla pregiata fucina spirituale di padre Carlo e di padre Luigi.
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Mons. Guglielmo Biasutti sul libro “TUTTO DI DIO”, dedica un capitolo a madre Cecilia Piacentini, che, superiora a partire dal 1880, è la “figlia” che eredita e dirige la Congregazione dopo la morte di padre Luigi. In questo capitolo mons. Biasutti pare voler richiamare allo spirito del fondatore, e lo fa ricordando le prime Suore della Provvidenza chiamate «Madri Anziane».
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La casa delle derelitte 1822 |
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Orzano 1853 |
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Portogruaro 1857 |
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Asilo infantile di Udine 1864 |
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Cormons 1865-66 |
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Primiero 1866 |
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Tesero 1869 |
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Trento 1876 |
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Pergine 1882 |
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Rovigno 1882 |
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San Vito al Tagliamento 1883 |
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Roncegno 1884 |
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La casa delle derelitte (Udine) 1822 La “casa delle derelitte” venne
istituita nel 1815 nell’ex casa Florenzis, di proprietà del sig. Gio Batta
Patavini; il direttore era p. Gaetano Salomoni.
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Orzano (Udine) 1853 Orzano è un paesino di campagna a
otto chilometri a est di Udine. La casa era stata pensata fin dal primo
momento come colonia estiva, per le suore e le orfanelle. Era stata anche
pensata per ospitare le orfanelle che, più malaticce o deboli,
abbisognavano di essere separate da quelle sane per evitare possibili
contagi e rientrare quando la salute si sarebbe ristabilita. |
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Ospedale civile di Portogruaro (Venezia) 1857
Nel 1855, un’epidemia di colera
colpì Udine e le suore varcarono la porta del loro ritiro e se ne andarono,
alla spicciolata, nei quartieri umili, dove la gente moriva a grappoli e
dove mancavano medicine, igiene e amore… Monsignor Casasola, vescovo di Concordia, aveva abitato molti anni a Udine; aveva visto sorgere l’Istituto della Provvidenza e ammirato le suore eroiche e sorridenti per le quali nessun disagio era di troppo: l’invito rivolto alla congregazione, affinché assumesse la responsabilità dei malati di Portogruaro, fu il segno della sua alta stima. Padre Luigi andò, visitò l’ospedale, preparò l’arrivo delle religiose che, nell’autunno del 1857, entrarono a pieno titolo e responsabilità in questo ospedale. |
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Asilo Immacolata (Udine) 1864Il
1° marzo 1838 venne creato in Udine in via Prampero un nuovo asilo gestito
da 12 maestre e con la direzione spirituale e religiosa di don Pietro
Benedetti. All’inizio l’istituzione, rivolta a beneficio dei ragazzi poveri,
aveva assunto la denominazione di «Asilo infantile di Carità». Viste le
basse entrate concesse dalle povere famiglie dei bambini, mal si riusciva a
pagare le maestre che vi lavoravano e troppo era il lavoro a cui venivano
necessariamente sottoposte. Don Benedetti pensò di passare la direzione e la
gestione alle Ancelle della Carità, che da una decina d’anni prestavano
servizio nel vicino ospedale. La
casa di via Prampero, visto il crescente numero di bambini che venivano
ospitati, si dimostrò ben presto insufficiente. Nel 1898 la superiora
generale Madre Cecilia Piacentini decise di trasferire l’asilo nella sede attuale,
di fronte al 'Collegio Provvidenza'. |
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Cormons (Gorizia) 1865-66 Nel
1714 Orsola de Grotta, nobile cormonese, istituì nella sua città una
congregazione religiosa detta delle «Consorelle di carità della Dottrina
cristiana », e costruì per essa un convento. Accanto a questo edificio venne
eretta, sessant'anni più tardi, una chiesa dedicata a santa Caterina.
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Primero 1866
Primero è una nota stazione turistica del Trentino. Nell’autunno del 1865
s’era recato lassù a predicarvi una missione mons. Teloni, il quale suggerì
a Don Sartori, parroco di Primero, di chiamare le Suore della Provvidenza
per dar vita ad un languente ospedale comunale, di cui allora era presidente
il decano. Don Sartori scrisse subito, il 18 ottobre, alla direzione delle
suore; e la sua domanda venne accettata. |
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Tesero 1869 Tesero è una delle più antiche borgate di Val di Fiemme, nel Trentino settentrionale. Qui c'era un ospedale che serviva tutta la vallata: un ospedale ben organizzato in quei tempi; capace di sessanta letti e all'occorrenza ancor di più, con un proprio cappellano e un proprio medico. La gestione dell'ospedale era affidata alle Suore di Maria Bambina che, per vari problemi, lasciarono l'ospedale nel giugno del 1869. Il decano di Cavalese don Corrado Mersa ed il dott. Crescini ricorsero all'intercessione di don Sartori per avere le Suore della Provvidenza: «Ogni nostra speranza - diceva il dott. Crescini - è riposta in lei, e viviamo fiduciosi che per opera sua il ns. ospitale non sarà orbato di un soccorso tanto umanitario, tanto giusto, acciò non trionfi un partito che vorrebbe bandire ogni ordine religioso. Siamo sicuri che si presterà con tutta la sua autorità ad uno scopo così santo». Don Sartori fece pervenire questa corrispondenza a padre Luigi che rispose subito dopo con una lettera di accettazione. Il fondatore si recò a Cavalese per un sopralluogo e per accordarsi su questo nuovo impegno. Il fondatore stette a Tesero soltanto pochi giorni, ma bastarono perché vi lasciasse una buona impressione. La gente gli si stringeva attorno come ad un Santo. Accorrevano a lui non soltanto gli abitanti di Tesero, ma anche quelli di tutta la valle. A seguito di questa visita si ebbero due nuove vocazioni; due giovani ragazze, successivamente all'incontro con il fondatore, vollero entrare a far parte della famiglia delle Suore della Provvidenza. |
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Trento 1876 Nell’ospedale di Trento c’erano le Suore di Maria Bambina che, per problemi ed incomprensioni, lasciarono l’ospedale nel maggio del 1876. Don Giovanni Battista Depeder scriveva così a padre Luigi: «Io ho ormai tutta speranza che possano venire le vostre benemerite figlie della Provvidenza, destinate, come pare, a coprire i posti lasciati vuoti da altre». Il partito tedesco voleva le suore tedesche di Insbruck, mentre il gruppo liberale non voleva suore. Ma don Depeder continuava a scrivere: «Le monache di Udine, della cui venuta si parla molto in città, sarebbero assai bene accette da tutti, or che partono le altre, e massime dai parroci, i quali hanno i loro infermi all’ospitale e non li vorrebbero privi di una parola di conforto per non capire il tedesco. Le tedesche sarebbero mal vedute per più di una buona ragione». Padre Luigi, dopo essersi consultato ed aver ben riflettuto, decise di partire in quest’opera affidando la direzione e l’incarico a suor Angela Rodaro, superiora a Tesero. Così suor Angela dovette abbandonare il suo piccolo nido di Tesero, dove si era conquistata la stima e l’affetto di tutti, per entrare, non senza timori e preoccupazioni, a Trento che era un ospedale con vari servizi e ospitava in totale circa duecentocinquanta ricoverati.
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Ospedale psichiatrico di Pergine (Trento) 1882
L'esigenza di nosocomi destinati unicamente agli ammalati mentali o
psichici si fece sempre più largo, e trovò espressione nella installazione
di un grande manicomio nelIa cittadina di Hall, che avrebbe dovuto servire -
e davvero servì egregiamente - alle necessità del Tirolo superiore,
e venne affidato alle suore della Carità di Jnnsloruck. |
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Rovigno (Istria) - 1882 Il 19 marzo 1881 l'insigne missionario monsignor Giovanni Maria Teloni scrisse al padre Luigi: « Scrivo neI giorno di san Giuseppe per un affare che ho messo nelle mani di San Giuseppe; e scrivo a lei, padre carissimo, che di san Giuseppe è tanto devoto e le faccio la domanda per amore di san Giuseppe. Tutte circostanze che mi fanno sperare in un felicissimo risultato ».
Monsignor Teloni
continuava chiedendo le suore della Provvidenza per tre opere in Rovigno
d'Istria: e le tre opere sarebbero state nientemeno che un ricovero, un
asilo infantile e un oratorio per le settecento operaie della « Fabbrica
Tabacchi ».Il padre Luigi intuì subito il gran bene che sarebbe stato
possibile fare tra tante anime isolate in quel lembo di terra istriana, e
rispose un «sì» in linea di massima. |
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Ospedale «S. Maria dei Battuti» a S. Vito al Tagliamento (Portogruaro) - 1883 Il
campo di azione delle Suore della Provvidenza si allargò anche a San Vito al
Tagliamento, che è una bella cittadina a 18 Km da Portogruaro, donde la
risonanza delle suore si era affermata largamente, sotto la direzione di
Cristina Borghese. |
Roncegno 1884 Lungo il 1883 il parroco di Roncegno in Valsugana, don Alessio Pretis, riprese le pratiche già tentate nel 1870 per avere le Suore della Provvidenza nel piccolo ospedale locale. Stavolta gli andò bene. Sino dal 7 settembre suor Angela Rodaro, superiora in Trento, gli scriveva che la superiora generale di Udine gliene concedeva tre e che lei stessa di lì a poco avrebbe fatto un sopralluogo. Lo fece, e il 23 dicembre 1883 riconfermava l'assegnazione delle suore, non tre ma quattro, a determinate condizioni. Don Alessio le accettava con lettera del 21 febbraio 1884 ed auspicava la venuta delle religiose per subito dopo Pasqua, che quell'anno cadeva il 14 aprile. La morte del fondatore impedì quel sollecito invio. Le suore si portarono a Roncegno solamente verso la fine del 1884 e prima superiora della comunità fu suor Saveria Pascolatti . Padre Luigi sperò inoltre di poter mandare, entro luglio 1883, le suore anche a Pirano per assumervi servizio in quella casa di Ricovero; sperò, perché l'Istria gli era ormai carissima. Da un anno premeva in quel senso don Giacomo Bonifacio, piranese di nascita e allora addetto alla Chiesa della Beata Vergine del Soccorso, in Trieste. La Casa di Ricovero era caduta da poco nelle mani dello zelante canonico Bonifacio, e questa circostanza e l'ottima riuscita delle suore in Rovigno le facevano desiderare anche in Pirano. In quella città c'erano molti liberali «come in Rovigno e pare in maggior numero - scriveva don Giacomo -, i quali sono ben lontani dall'apprezzare i servigi degli angeli di carità comunque apprezzati dai turchi». Il promotore ce la mise tutta, ma prevalse il partito avverso alle congregazioni religiose. Le Suore della Provvidenza entrarono al ricovero di Pirano soltanto nel 1900, per restarvi mezzo secolo. Ne ripartirono esuli, dopo l'ultima guerra mondiale.
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La congregazione delle |