Inizio

La famiglia

Le suore

P. Luigi oggi

Udine

Orzano

Presentazione

La vita

I Filippini

Bibliografia

Iconografia

Cormons

 

  

 

  

Dopo la storia sulla famiglia , il testo che segue espone gli avvenimenti che portarono alla nascita della Congregazione delle “Suore della Provvidenza”.

Queste suore furono la naturale evoluzione di quella struttura di assistenti, maestre e volontarie che operavano nell’istituto a favore delle orfanelle; figure capaci e motivate che uscivano dalla pregiata fucina spirituale di padre Carlo e di padre Luigi.



 


Madre Cecilia Piacentini

 

Mons. Guglielmo Biasutti sul libro “TUTTO DI DIO”, dedica un capitolo a madre Cecilia Piacentini, che, superiora a partire dal 1880, è la “figlia” che eredita e dirige la Congregazione dopo la morte di padre Luigi. In questo capitolo mons. Biasutti pare voler richiamare allo spirito del fondatore, e lo fa ricordando le prime Suore della Provvidenza chiamate «Madri Anziane».

 

 

 

 

Fondazioni e centri creati da Padre Luigi

 

1

La casa delle derelitte 1822

2

Orzano 1853

3

Portogruaro 1857

4

Asilo infantile di Udine 1864

5

Cormons 1865-66

6

Primiero 1866

7

Tesero 1869

8

Trento 1876

9

Pergine 1882

10

Rovigno 1882

11

San Vito al Tagliamento 1883

12

Roncegno 1884

  

 


Udine - Via Luigi Scrosoppi - Facciata esterna
    dell’attuale Collegio della  Provvidenza                        ex Casa delle Derelitte

La casa delle derelitte (Udine) 1822 

La “casa delle derelitte” venne istituita nel 1815 nell’ex casa Florenzis, di proprietà del sig. Gio Batta Patavini; il direttore era p. Gaetano Salomoni.
Nel 1822 p. Carlo assunse sia la direzione che l’impegno di pagare personalmente l’affitto della casa.
Nel 1830 p. Luigi venne nominato vicedirettore. Con il suo impegno di promozione delle attività della casa diede ad esse nuovo vigore e nuove prospettive.
Nel 1833, grazie ad un’eredità dall’abate francese Lodovico Maria Berruye a favore delle derelitte, la casa venne acquistata.
L’aumentato numero delle ricoverate e l’inadeguatezza degli spazi, diede il via ad un’opera di ricostruzione che si concluse nel 1837. Il risultato finale è una casa su tre piani molto più grande della precedente.
Tale casa è tuttora operativa come “Collegio della Provvidenza” ed è gestita ancora dalle Suore di p. Luigi Scrosoppi.

 


Vista aerea : Casa di Orzano (Udine) - 1998

 

Orzano (Udine) 1853 

Orzano è un paesino di campagna a otto chilometri a est di Udine. La casa era stata pensata fin dal primo momento come colonia estiva, per le suore e le orfanelle. Era stata anche pensata per ospitare le orfanelle che, più malaticce o deboli, abbisognavano di essere separate da quelle sane per evitare possibili contagi e rientrare quando la salute si sarebbe ristabilita.
Nel 1853 p. Luigi pensò che ad Orzano le suore dovevano esercitare anche un apostolato. E’ vero, la vita eremitica in Orzano poteva venir riempita di preghiera e di lavoro, ma al fondatore non bastava; occorreva che facessero del bene. Istituì pertanto una scuola elementare femminile per le fanciulle del luogo. A quel tempo erano pochi i villaggi che godessero di tanta fortuna. Padre Luigi fece ad Orzano quel dono. Anzi, il primo maestro fu lui.


Ospedale civile di Portogruaro

Ingrandimento: Giardino interno ospedale

 

Ospedale civile di Portogruaro (Venezia) 1857

 

Nel 1855, un’epidemia di colera colpì Udine e le suore varcarono la porta del loro ritiro e se ne andarono, alla spicciolata, nei quartieri umili, dove la gente moriva a grappoli e dove mancavano medicine, igiene e amore…
Già nell’epidemia di colera del 1836 ed in altre successive occasioni, le suore ebbero modo di dimostrare la loro attitudine e competenza nel soccorrere gli ammalati. Nel 1857 diedero vita in Udine ad un progetto di assistenza rivolto alle fanciulle sordomute. In quell’occasione due suore si istruirono presso le canossiane di Venezia per maturare la capacità di assistere le sordomute, insegnare loro ad esprimersi per poi infine reinserirle nella società. 

Monsignor Casasola, vescovo di Concordia, aveva abitato molti anni a Udine; aveva visto sorgere l’Istituto della Provvidenza e ammirato le suore eroiche e sorridenti per le quali nessun disagio era di troppo: l’invito rivolto alla congregazione, affinché assumesse la responsabilità dei malati di Portogruaro, fu il segno della sua alta stima. Padre Luigi andò, visitò l’ospedale, preparò l’arrivo delle religiose che, nell’autunno del 1857, entrarono a pieno titolo e responsabilità in questo ospedale.

 

 


Asilo Immacolata (Udine) - 1998

Asilo Immacolata (Udine) 1864 

Il 1° marzo 1838 venne creato in Udine in via Prampero un nuovo asilo gestito da 12 maestre e con la direzione spirituale e religiosa di don Pietro Benedetti. All’inizio l’istituzione, rivolta a beneficio dei ragazzi poveri, aveva assunto la denominazione di «Asilo infantile di Carità». Viste le basse entrate concesse dalle povere famiglie dei bambini, mal si riusciva a pagare le maestre che vi lavoravano e troppo era il lavoro a cui venivano necessariamente sottoposte. Don Benedetti pensò di passare la direzione e la gestione alle Ancelle della Carità, che da una decina d’anni prestavano servizio nel vicino ospedale.
Ma quelle suore, lombarde di origine, non conoscendo il dialetto friulano, mal potevano farsi intendere dai bambini appartenenti alla classe più povera della città, e quindi dovettero cessare dall’incarico assunto.
Don Benedetti si rivolse così all’amico p. Luigi con il quale pervenne ad un accordo. Nel 31 luglio del 1864 la gestione passò quindi alle Suore della Provvidenza che entrarono operativamente nel asilo il 1° agosto dello stesso anno.

La casa di via Prampero, visto il crescente numero di bambini che venivano ospitati, si dimostrò ben presto insufficiente. Nel 1898 la superiora generale Madre Cecilia Piacentini decise di trasferire l’asilo nella sede attuale, di fronte al 'Collegio Provvidenza'.
 


Casa di Rosa Mistica e suo Santuario (Gorizia)

 

Ingrandimento della chiesa

 

 

Cormons  (Gorizia)  1865-66 

Nel 1714 Orsola de Grotta, nobile cormonese, istituì nella sua città una congregazione religiosa detta delle «Consorelle di carità della Dottrina cristiana », e costruì per essa un convento. Accanto a questo edificio venne eretta, sessant'anni più tardi, una chiesa dedicata a santa Caterina.
Poi venne l'uragano napoleonico. Nei primi anni dell'Ottocento il « Regno Italico » si estese alla provincia illirica, il convento venne soppresso, la chiesa dissacrata, l'uno e l'altra venduti all'asta, acquistati da privati e non più utilizzati per vari decenni.
Nel 1864 il parroco di Cormòns, don Antonio Marocco, si rivolse al padre Luigi Scrosoppi per attuare un progetto che gli ardeva nel cuore: restituire la vita al convento ed alla chiesa. Probabilmente don Marocco aveva avuto notizie da un gesuita, suo amico, il padre Banchich, riguardo alle Suore della Provvidenza e al loro fondatore.
Le trattative presero subito una piega favorevole, e si passò agli accordi: in data 1 luglio 1865 la Casa delle Derelitte di Udine, rappresentata da don Luigi e dalla superiora Teresa Fabris, acquistò dai coniugi Stua-Maghet quasi tutto il convento per seimila fiorini, mercé un generoso obolo della baronessa Ernesta Locatelli nata dei conti Strassoldo.
Il 19 dicembre un decreto sovrano concedette alle suore l'uso della Chiesa di santa Caterina, da riaprirsi al culto.

Nel gennaio 1866 don Luigi si recò personalmente a Cormòns per gli ultimi preparativi, e il 23 di quel mese le suore si radunarono nella cappella pubblica del conte DeI Mestri, circondate dalle signore più autorevoli, dalle popolane e da una fitta onda di gente: i cittadini di Cormòns facevano festa alle ospiti benefiche.

 


Scuola cucito Cormons - Gorizia - (1920-1930)

Ingrandimento

 


Ospedale di Primero (Trentino Alto Adige)

Primero 1866 

Primero è una nota stazione turistica del Trentino. Nell’autunno del 1865 s’era recato lassù a predicarvi una missione mons. Teloni, il quale suggerì a Don Sartori, parroco di Primero, di chiamare le Suore della Provvidenza per dar vita ad un languente ospedale comunale, di cui allora era presidente il decano. Don Sartori scrisse subito, il 18 ottobre, alla direzione delle suore; e la sua domanda venne accettata.
Il 15 novembre don Sartori scese ad Udine, ove il giorno dopo venne steso un «abbozzo di convenzione», che fu firmato da lui, da padre Luigi e dalla superiora, e subito ratificato dall’arcivescovo mons. Casasola.
Il 3 febbraio 1866 quattro suore, accompagnate dalla vicaria generale suor Strazzolini, si diressero verso la nuova destinazione.
Lo stato economico e morale dell’ospedale era a livello di “miseria”. Mancava tutto e la custodia era affidata ad un pover uomo che lasciava i pochi infermi quasi in abbandono. I più morivano e per questa fama nessuno voleva essere ricoverato. Le suore non si persero d’animo, d’altronde padre Luigi le aveva ben addestrate ad ogni sorta di privazione, tanto che, nonostante la evidente povertà, erano sempre allegre e contente. Due mesi dopo si aggiunsero ad esse altre suore e maestre che, oltre a potenziare l’ospedale, poterono aprire anche una scuola di cui il paese aveva molto bisogno. L’ospedale fu poi sistemato e migliorato e il numero degli ammalati aumentò fino a che, nel 1896, si poteva contare una media di oltre sessanta infermi.

 


Ricoverati ospedale di Primero primi 1900 

Ingrandimento

 

 


Ospedale

 


Asilo (anni 1910-1930)

Ingrandimento

 

Tesero 1869 

Tesero è una delle più antiche borgate di Val di Fiemme, nel Trentino settentrionale. Qui c'era un ospedale che serviva tutta la vallata: un ospedale ben organizzato in quei tempi; capace di sessanta letti e all'occorrenza ancor di più, con un proprio cappellano e un proprio medico. La gestione dell'ospedale era affidata alle Suore di Maria Bambina che, per vari problemi, lasciarono l'ospedale nel giugno del 1869. Il decano di Cavalese don Corrado Mersa ed il dott. Crescini ricorsero all'intercessione di don Sartori per avere le Suore della Provvidenza: «Ogni nostra speranza - diceva il dott. Crescini - è riposta in lei, e viviamo fiduciosi che per opera sua il ns. ospitale non sarà orbato di un soccorso tanto umanitario, tanto giusto, acciò non trionfi un partito che vorrebbe bandire ogni ordine religioso. Siamo sicuri che si presterà con tutta la sua autorità ad uno scopo così santo». Don Sartori fece pervenire questa corrispondenza a padre Luigi che rispose subito dopo con una lettera di accettazione. Il fondatore si recò a Cavalese per un sopralluogo e per accordarsi su questo nuovo impegno. Il fondatore stette a Tesero soltanto pochi giorni, ma bastarono perché vi lasciasse una buona impressione. La gente gli si stringeva attorno come ad un Santo. Accorrevano a lui non soltanto gli abitanti di Tesero, ma anche quelli di tutta la valle. A seguito di questa visita si ebbero due nuove vocazioni; due giovani ragazze, successivamente all'incontro con il fondatore, vollero entrare a far parte della famiglia delle Suore della Provvidenza.

 
Ospedale S. Chiara - Trento


Ricovero anziani (primi anni 1900)
 

Ingrandimento

 

 

Trento 1876 

Nell’ospedale di Trento c’erano le Suore di Maria Bambina che, per problemi ed incomprensioni, lasciarono l’ospedale nel maggio del 1876. Don Giovanni Battista Depeder scriveva così a padre Luigi: «Io ho ormai tutta speranza che possano venire le vostre benemerite figlie della Provvidenza, destinate, come pare, a coprire i posti lasciati vuoti da altre». Il partito tedesco voleva le suore tedesche di Insbruck, mentre il gruppo liberale non voleva suore. Ma don Depeder continuava a scrivere: «Le monache di Udine, della cui venuta si parla molto in città, sarebbero assai bene accette da tutti, or che partono le altre, e massime dai parroci, i quali hanno i loro infermi all’ospitale e non li vorrebbero privi di una parola di conforto per non capire il tedesco. Le tedesche sarebbero mal vedute per più di una buona ragione».

Padre Luigi, dopo essersi consultato ed aver ben riflettuto, decise di partire in quest’opera affidando la direzione e l’incarico a suor Angela Rodaro, superiora a Tesero. Così suor Angela dovette abbandonare il suo piccolo nido di Tesero, dove si era conquistata la stima e l’affetto di tutti, per entrare, non senza timori e preoccupazioni, a Trento che era un ospedale con vari servizi e ospitava in totale circa duecentocinquanta ricoverati.

 


Ospedale psichiatrico
 - Pergine

Ingrandimento

 

Ospedale psichiatrico di Pergine (Trento) 1882

L'esigenza di nosocomi destinati unicamente agli ammalati mentali o psichici si fece sempre più largo, e trovò espressione nella installazione di un grande manicomio nelIa cittadina di Hall, che avrebbe dovuto servire - e davvero servì egregiamente - alle necessità  del Tirolo superiore, e venne affidato alle suore della Carità di Jnnsloruck.
Una installazione equivalente venne progettata ed attuata in Pergine di Valsugana, a beneficio di quella regione che veniva allora chiamata « il Tirolo inferiore », cioè il Trentino con altre località limitrofe.
Il 14 gennaio 1881 suor Angela Rodaro avverti il padre Luigi che assistenza e servizio in questo nuovo istituto di tanta importanza venivano offerti alle Suore della Provvidenza. L'invito ufficiale era stato rivolto il 24 gennaio dal  «capitano provinciale » Bossi-Fedrigotti, e il 30 gennaio la superiora generale Piacentini aveva risposto accettando in linea di massima.

I mesi successivi furono di preparazione al concretamento del progetto. Entro l'1 luglio era necessario dare una risposta decisiva: si trattava di assumere la cura delle cucine, del magazzino, della biancheria e lavanderia, del guardaroba e il servizio di custodia nel reparto donne.

Nella notte del 18 agosto 1882 arrivò al nuovo istituto la superiora generale Madre Cecilia Piacentini con ben dodici suore, le quali si aggiunsero alle cinque già inviate sul posto qualche mese prima, sotto la guida della superiora designata suor Giuditta De Francesco.
Rapidamente la casa, ancor tutta linda e bianca d'intonaci, si popolò: affluirono i malati da Hall e dall'ospedale santa Chiara di Trento, e le suore s'impegnarono con uno slancio integrale. Erano tutte giovani, e mancavano di esperienza specifica che, del resto, in quel tempo difettava quasi in tutti coloro che si dedicavano a tale assistenza, a cominciar da vari medici. Perciò i primi tempi riuscirono duri per le suore, delle quali la più anziana aveva trentun anni! Ma la stessa gioventù, e, ancor più, l'impegno illimitato e la preparazione al sacrificio aiutarono le nuove assistenti e fecero sì che riscuotessero ammirazione e gratitudine da tutti.

Una volta di più, la formazione data dal padre Luigi alle sue figlie spirituali emerse in piena luce.

 


Asilo infantile - Rovigno  (Istria)

Rovigno (Istria) - 1882 

Il 19 marzo 1881 l'insigne missionario monsignor Giovanni Maria Teloni scrisse al padre Luigi:  « Scrivo neI giorno di san Giuseppe per un affare che ho messo nelle mani di San Giuseppe; e scrivo a lei, padre carissimo, che di san Giuseppe è tanto devoto e le faccio la domanda per amore di san Giuseppe. Tutte circostanze che mi fanno sperare in un felicissimo risultato ».

Monsignor Teloni continuava chiedendo le suore della Provvidenza per tre opere in Rovigno d'Istria: e le tre opere sarebbero state nientemeno che un ricovero, un asilo infantile e un oratorio per le settecento operaie della « Fabbrica Tabacchi ».Il padre Luigi intuì subito il gran bene che sarebbe stato possibile fare tra tante anime isolate in quel lembo di terra istriana, e rispose un «sì» in linea di massima.
Il padre Luigi volle recarsi personalmente a trovar casa per le suore, partì il 9 febbraio 1882 da Udine, pernottò in Trieste ed il giorno 10, alle sette del mattino in compagnia di don Andrea Ghira venutigli incontro da Rovigno, salì sul vaporetto verso la futura nuova residenza delle suore.

Padre Luigi ebbe a scrivere: «Il Signore le chiama in una vigna che, ben coltivata, darà molto frutto, e , da quanto vedo, potranno andare per il giorno del patrocinio di S. Giuseppe» cioè il 30 aprile 1882.

 
Ospedale S. Maria dei Battuti

Ospedale «S. Maria dei Battuti» a S. Vito al Tagliamento (Portogruaro) - 1883 

Il campo di azione delle Suore della Provvidenza si allargò anche a San Vito al Tagliamento, che è una bella cittadina a 18 Km da Portogruaro, donde la risonanza delle suore si era affermata largamente, sotto la direzione di Cristina Borghese.
Come accadeva in quei tempi, a fianco di un drappello di testimoni della fede che chiedevano la presenza delle suore, vari esponenti anticlericali combatterono e ritardarono il loro ingresso. Ma gli ostacoli posti non fermarono il progetto. Le suore iniziarono la loro attività il primo di luglio del 1883. Fu prima superiora Eletta Valussi, e il 28 di luglio padre Luigi si esprimeva così in una sua lettera: «L’ospedale di S. Vito al Tagliamento procede bene»

 

Roncegno 1884

Lungo il 1883 il parroco di Roncegno in Valsugana, don Alessio Pretis, riprese le pratiche già tentate nel 1870 per avere le Suore della Provvidenza nel piccolo ospedale locale. Stavolta gli andò bene.

Sino dal 7 settembre suor Angela Rodaro, superiora in Trento, gli scriveva che la superiora generale di Udine gliene concedeva tre e che lei stessa di lì a poco avrebbe fatto un sopralluogo. Lo fece, e il 23 dicembre 1883 riconfermava l'assegnazione delle suore, non tre ma quattro, a determinate condizioni.

Don Alessio le accettava con lettera del 21 febbraio 1884 ed auspicava la venuta delle religiose per subito dopo Pasqua, che quell'anno cadeva il 14 aprile. La morte del fondatore impedì quel sollecito invio. Le suore si portarono a Roncegno solamente verso la fine del 1884 e prima superiora della comunità fu suor Saveria Pascolatti .

Padre Luigi sperò inoltre di poter mandare, entro  luglio 1883, le suore anche a Pirano per assumervi servizio in quella casa di Ricovero; sperò, perché l'Istria gli era ormai carissima. Da un anno premeva in quel senso don Giacomo Bonifacio, piranese di nascita e allora addetto alla Chiesa della Beata Vergine del Soccorso, in Trieste. La Casa di Ricovero era caduta da poco nelle mani dello zelante canonico Bonifacio, e questa circostanza e l'ottima riuscita delle suore in Rovigno le facevano desiderare anche in Pirano. In quella città c'erano molti liberali «come in Rovigno e pare in maggior numero - scriveva don Giacomo -, i quali sono ben lontani dall'apprezzare i servigi degli angeli di carità comunque apprezzati dai turchi». Il promotore ce la mise tutta, ma prevalse il partito avverso alle congregazioni religiose. Le Suore della Provvidenza entrarono al ricovero di Pirano soltanto nel 1900, per restarvi mezzo secolo. Ne ripartirono esuli, dopo l'ultima guerra mondiale.

 

 

 

La congregazione delle
Suore delle Provvidenza
di Udine
nel suo 1° centenario
1845 – 1945