«Très
cher Claudio,
Me pardonneras-tu pour ce long silence ???...»
Certo, cara Sylvie...
In questi giorni sono occupato a fabbricare le corde di budello
per poter suonare durante tutta l'estate, fino agli ultimi caldi
d'autunno; sono budelli di agnelli cinesi, all'oscuro di tutte
le nostre tradizioni biblico/ebraiche per la loro macellazione
e sacrificio musicale, tuttavia si comportano bene, soprattutto
nel prezzo in denaro. Ogni budello ritorto e sublimato dall'alchimia
dell'arte resta nascosto non nella "grotta occulta"
della mia conoscenza, ma nello spazio vuoto fra me e il mio pubblico:
troppa distanza nuoce all'occhio della mente, e tutto appare
nell'unica scena, che è quella dell'omologazione.
La modernità ci ha privati dell'avvenimento destabilizzante,
caotico: appena oltre la varietà delle nostre azioni e
dei nostri desideri, il mondo non riesce più a trasformarsi,
fissandosi in ordinate reti fuori dal nostro controllo, autonomamente
capaci di rigenerarsi, ripararsi, riordinarsi. L'arte come caos
e non più come ordine sublime già sta fallendo
il suo compito rivoluzionario, sottomessa alle leggi della banalità
di un'intelligenza inadeguata alle tecnologie del nostro tempo
storico. Il ciclo vitale dei miei budelli cinesi finiti sull'altare
del Tempio di Iuval e David, preme sul contrasto fra il bruciore
della pelle delle mie mani che le hanno ritorte e quello delle
mie dita che tornano a farle vibrare; nelle sequenze musicali
che rileggo e studio dalle fotocopie di carte antiche io cerco
l'equilibrio e la conversione alle sequenze numeriche di un oggetto
divenuto virtualità elettronica. La primavera, per me,
è l'odore acre del budello fresco che perde la sua vita
per venire a un'altra: quella dell'arte.
Potrò ancora godere del profumo dei fiori senza renderli
un'essenza?
Tutto questo occupa le mie giornate, ora, e fra qualche settimana
sarà solo più, nuovamente, il suono. Nel grottesco
divenire della mia vita, io continuo ad attendere che qualcuno
rallenti il suo passo, si soffermi nel sottile piacere di osservare
un tempo dilatato dall'arte, e rimetta in cammino l'energia straordinaria
della Tradizione, là dove la musica non è ridotta
ad essere solo una serie di nomi e di strutture, ma pulsa e vive
in una meravigliosa sfera sospesa al di là dei nostri
luoghi, dove tutto pesa e cade sempre e solo in direzione del
centro della terra...
Sono
stanco, Sylvie: stanco e solo. Ho necessità pratiche,
di soldi, di riposo, di sicurezze quotidiane, che mi opprimono
oltre ciò che riesco e sorreggere e convertire al sorriso eroico del filosofo. Il CD
con le Sonate di Alfredo
Piatti che ami e che mi scrivi di ascoltare più di
tutti gli altri miei, fa parte delle cose che mi sono costate
troppo care per quel compromesso che esse sono: non riescono
a rappresentare ciò che ho fatto "prima" e "intorno"
a loro, e dunque non sono solo un fallimento economico (perché
non mi portano alcun sostegno pecuniario), ma sono anche il senso
di infelicità profonda che mi toglie ogni energia.
Certo, la vitalità e dolcezza delle tue parole mi consola,
ma la rabbia di dover ancora suonare il violoncello, prigioniero
della mia carriera malaccorta, con il mio conscio e inconscio
rifiuto di dividere il mio essere fra "l'arte del mondo"
e "il mondo dell'arte"...
Usa questo sproporzionato e-mail come prova: io forzo ogni strumento
ai suoi estremi; violoncello o computer che sia. Ne risulta che
se tu lo leggerai nel video troverai solo un uomo tragicamente
triste, ma se potrai espandere l'immagine del mio e-mail
fuori da questo video, vedrai il mio volto vero, le mie carezze,
la mia passione, la mia autentica voce, gridarti sempre del nostro
amore per l'arte, della nostra speranza di continuare a viverla.
...Ti abbraccio e ti ringrazio per le tue parole piene di sole.
Tuo,
cLaUdIo
«Merci, Claudio, pour
ta longue missive. Je te comprends très bien ... par ce
que tu dis, que tu exprimes dans toutes les nuances de la pensée,
mais aussi par simple intuition.
Notre monde est infiniment décevant : la médiocrité
est partout. Et ce mot est bien insuffisant .. ! Mais en parler
sans cesse, n'est-ce pas déjà y céder et
lui donner la force de nous nuir ? C'est ce que je me refuse
de faire, m'obligeant chaque matin
à réfléchir sur la manière d' avancer
dans le chemin (intérieur); et de méditer chaque
soir sur les quelques centimères parcourus... Pour échapper
à la glaise qui nous ensevelit. Nous avons pour nous la
profondeur : celle que nous offre l'Art et la spiritualité,
celle que nous offre aussi (par leurs écrits, leur musique,
leurs tableaux ...) les esprits sublimes qui ont échappé
à cette "lourdeur" et qui nous servent de phares.
La recherche de la "légéreté ... tu
te rappelles ?
Je comprends parfaitement tout ce que tu dis et j'y adhère
totalement.
Je t'embrasse affectueusement, Claudio, et à bientôt
!
(je t'ai dérobé ton idée de soupe algérienne,
qui me réchauffe le coeur et les os).»
Sylvie Mamy
I bei ravanelli rossi che in questi giorni sono sui banchi
del mercato, sembrano piccoli cuori della terra. Le loro foglie
sono troppo dure e piccanti per essere mangiate crude, ma tagliuzzate
e fatte ammorbidire in un'acqua che è appena sfiorata
da una delicata bollitura, fa sì che se ne ottenga una
minestra deliziosa, che tu puoi impreziosire con ciò che
usi per la soupe algérienne che hai imparato a preparare,
dove metterai la cipolletta fresca solo pochi istanti prima di
togliere dal fuoco. Il buon olio d'oliva va messo a freddo, nella
tazza che già ha raggiunto la temperatura che la tua bocca
sa di poter accettare...
Nel nostro mondo, il vero problema non è più solo
questa immortale mediocritas che assume sempre più
potere e invade come un virus ogni organismo in movimento, ma
la sempre più rara occasione per cui nell'ordine delle
nostre azioni l'imprevisto accade, il non preordinato,
quell'atto capace di destabilizzare e rivoluzionare tutti gli
ordini automatici della "rete di conseguenze possibili"
di un'azione: la modernità ci ha privati, paradossalmente,
della potenzialità rivoluzionaria del caos. Forse è
proprio per questo che periodicamente accade che esseri umani
impazziti si ribellino con tentativi di ricostituire un caos
destabilizzante estremo, così come accade con l'organizzarsi
del terrorismo, o con le più semplici azioni di follia
violenta, qual è sparare sulla folla innocente e inconsapevole.
Se all'arte viene negata la possibilità
e capacità di spostarsi al di fuori degli "ordini"
del normale, di un'umanità che accetta solo più
ciò che è "prevedibile", allora, dopo
aver perso Dio, all'uomo non resterà più nulla
per liberarsi da questo banalissimo processo lineare che ora
avviene, e che corrisponde al necessario, naturale fenomeno di
espansioni e contrazioni, che la Natura mette in moto per far
emergere e soccombere alternatamente diverse forme di vita.
Su questo medito al mattino
e nella notte: su come
offrire all'arte un metodo ordinato, per riconquistare
quella sua autentica, ineffabile forza dinamica che scioglie
i nodi della prigionia nel senso e nella direzione del mondo,
per risollevare l'essere nella leggerezza inafferrabile della
visione dei mondi possibili.
Questa è l'Arte, ed è sempre stato così,
perché nell'arte il tempo è solo il perfettissimo
presente: il resto appartiene agli oggetti prodotti dall'arte,
nulla più che porte da attraversare, con l'aiuto dell'intelligenza,
o del sentimento...
...Sappi che è solo questo che guardo: la bella
luna, la più bella delle lune, dal fondo della
mia, o della tua grotta; a volte sembra riflessa in fondo al pozzo, eppure
essa è solo nell'infinitamente alto e nell'infinitamente basso della
nostra mente: un abisso di direzioni che non dà terrore
solo a colui che, siccome
leggero, non può mai cadere.
Se io ti ho scritto allo scopo
di non farti pensare che Claudio sia depresso o vinto dalla mediocrità
del mondo, l'ho fatto pure perché tu mi hai scritto il
tuo desiderio di sfuggire alle trappole della mediocrità
con la sottile, inafferrabile velocità della luce dell'Arte,
e non dei sistemi strategici delle moderne strutture informatiche.
Quando verrà il momento, disponiti ad ascoltare l'Adagio
della seconda Sonata di Alfredo
Piatti dal mio CD:
sulle prime note regola il pulsare del tuo cuore sul tempo del
pianoforte, e poi fatti prendere per mano da me, viaggiando fino
ai confini estremi del dolore, della desolazione, lasciandoti
andare senza paura di cadere, nella leggerezza di cui tanto abbiamo
parlato. Solo così mi lascierai comunicare la gioia profonda,
eppure semplice, che è nascosta in quel suo Finale.
So bene che quel viaggio tu l'avrai fatto già altre volte,
ma certo hai pure capito che la sua forza è nel ripeterlo
ogni volta verso nuovi universi.
...Il
ravanello è radice, e le sue foglie sono il suo atto d'amore
verso il mondo, mani che si tendono per dare e ricevere; ci dà
energia con la bellezza dei suoi colori, che si mantengono anche
quand'è bollito. Ti abbraccio forte, felice d'averti letto,
consolato dai tuoi pensieri.
Merci, Sylvie, bon travail!
Tuo Claudio.