Nome scientifico:
Sorex araneus
Il toporagno è un piccolo animale (7-8
cm di lunghezza) con le zampe corte che assomiglia a un topo ma, a differenza di questo,
presenta un muso allungato terminante con una tromba mobile dotata di lunghi peli
sensoriali. Il peso si aggira sui 6-10 gr, gli occhi sono molto
piccoli e le orecchie sono nascoste nella pelliccia, la quale è piuttosto folta e di
colore bruno sul dorso, più chiara sulle parti inferiori. I denti, ben sviluppati e
aguzzi, hanno uno smalto color rosso-bruno sulle punte e ciò costituisce una buona chiave
di identificazione.
Il toporagno frequenta boschi, campi con cespugli ove ci sia una vegetazione bassa e
fitta, ma sembra preferire le località umide e paludose, dove raggiunge notevoli
densità. Generalmente non si costruisce una tana bensì utilizza le gallerie e le tane di
altri mammiferi. Le gallerie sono superficiali, ma molto lunghe nelle quali, all'interno,
viene costruito il nido a forma di cupola.
La dieta del toporagno consiste prevalentemente di insetti, vermi, ragni, molluschi,
piccoli rettili. La preda, di qualsiasi dimensioni essa sia, viene trattenuta con le zampe
anteriori, sbatacchiata e ridotta in pezzi coi denti aguzzi.
Verso l'inizio della primavera si ha la stagione della riproduzione e i maschi marcano il
territorio con secrezioni odorose, in modo da facilitare l'incontro con le femmine. La
gravidanza dura circa tre settimane e i piccoli nascono tra maggio e agosto. Sono grandi
come un cecio, ciechi e nudi e di numero varia da 5 a 10. La famiglia rimane unita per
qualche tempo anche dopo lo svezzamento, quando la madre li porta fuori della tana,
procedono caratteristicamente in fila indiana tenendo in bocca la coda di chi lo precede.
Nel caso in cui il nutrimento scarseggi, sono allontanati perché possono arrivare ad
attaccare e divorare la stessa madre. I giovani che superano l'inverno possono già
accoppiarsi nell'estate successiva, dopodiché, verso l'inizio dell'autunno, muoiono: la
durata della loro vita non supera quindi l'anno e mezzo.
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