Tumori della mammella

I tumori della mammella sono di gran lunga i tumori più diffusi fra le donne e sono la principale causa di morte nel sesso femminile al di sopra dei 35 anni di età. Questi tumori derivano nella quasi totalità dei casi dall'epitelio ghiandolare di questo organo e sono perciò dei carcinomi. Più rari sono i tumori originanti dal tessuto connettivo che vengono definiti sarcomi. Questa neoplasia si manifesta generalmente con un nodulo mammario non dolente scoperto accidentalmente e evidenziato meglio all'autopalpazione. A volte all'esordio si possono presentare anche altri sintomi come dolore locale, secrezione dal capezzolo o una sua retrazione, increspamento della pelle della mammella tipo buccia d'arancia. Una donna con questi sintomi sarà più probabile che abbia un tumore della mammella se ha avuto altri parenti con la stessa malattia o se ha avuto la prima gravidanza dopo i 35 anni. Il medico, oltre alla palpazione della mammella, utile a definire i limiti della neoformazione, procederà ad un accurato esame delle ghiandole linfatiche dell'ascella e delle altre aree vicine alla mammella colpita. Successivamente farà eseguire alcuni esami strumentali che permetteranno di distinguere un vero e proprio tumore da noduli mammari di altra origine (cisti, mastopatia fibrocistica, infezioni, ecc.). Gli esami più utili a questo proposito sono:

  • ecografia della mammella, che permette di distinguere noduli pieni da cisti;

  • mammografia (esame radiologico della mammella), che si rivela utile per valutare il tipo di diffusione ed i limiti della neoformazione;

  • xeroradiografia che è un esame radiologico particolare che permette una migliore visione delle strutture della mammella;

  • termografia (esame delle radiazioni infrarosse emesse dai tessuti) che permette di valutare zone di tessuto più attive e quindi sospette.

    L'esame comunque decisivo è la biopsia della mammella. A questo proposito bisogna ricordare alle donne, spaventate e preoccupate dai possibili risultati della biopsia, che il 70-80% dei noduli mammari sono benigni. La terapia del carcinoma mammario è multidisciplinare; la chirurgia svolge un ruolo fondamentale e due sono gli interventi più utilizzati nel trattamento di questa malattia:

  • l'asportazione completa della mammella (mastectomia radicale) seguita da asportazione dei linfonodi vicini;

  • l'asportazione della porzione di tessuto mammario colpito con una parte di tessuto sano vicino (quadrantectomia) unitamente ad asportazione dei linfonodi e a radioterapia.

    Quest'ultimo intervento è stato proposto dalla scuola italiana del prof. Veronesi e sembra che abbia risultati sovrapponibili all'intervento demolitivo. Se nei linfonodi ascellari asportati durante l'operazione vengano trovate delle cellule tumorali si procederà a terapia con farmaci che sembra migliorare le percentuali di successo della sola chirurgia. La prevenzione dei tumori della mammella si attua per lo più con la diagnosi precoce. È fondamentale che le donne, fin dall'età giovanile, sappiano fare l'autopalpazione del seno. L'autopalpazione, eseguita con accortezza e nei giusti momenti, permette di svelare la presenza di tumefazioni mammarie pericolose anticipandone il trattamento e quindi la guarigione.
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