Tumori dell'utero

I tumori maligni dell'utero si distinguono in due grandi categorie a seconda della parte dell'organo interessata:

  • il tumore del collo dell'utero (o cervice), che è la porzione più esterna dell'organo e maggiormente esplorabile attraverso il canale vaginale;

  • il tumore del corpo dell'utero.

Il tumore della cervice è in genere un carcinoma, cioè un tumore che origina dalle cellule di rivestimento (epitelio) dell'organo. Questo tumore si presenta con frequenza maggiore in donne dai 50 ai 60 anni ma anche le giovani possono esserne interessate. Sembra che una storia di promiscuità sessuale con numerosi rapporti iniziati in età precoce sia un fattore predisponente; anche frequenti infezioni vaginali e del collo uterino possono determinare un aumento del rischio. I primi sintomi di un carcinoma della cervice sono costituiti da sanguinamenti irregolari spesso aggravati dai rapporti sessuali; in fase più avanzata la perdita di sangue può causare anemia e debolezza. A volte il tumore esordisce con un'infezione che determina perdite maleodoranti dalla vagina. La diagnosi di carcinoma viene confermata con il Pap-test o con la biopsia nel caso di lesioni più voluminose; queste manovre permettono, insieme con altre indagini strumentali, di stabilire lo stadio raggiunto dal tumore che è determinante per scegliere la strategia terapeutica e per precisare la prognosi. Il cardine della terapia è rappresentato dalla chirurgia con l'asportazione completa dell'utero e dei suoi annessi (isterectomia totale); alla chirurgia si associa la radioterapia pre e post operatoria, la chemioterapia e, con recenti successi, la immunoterapia. Sono stati descritti casi di regressione spontanea del tumore, tuttavia quanto più precoce è la diagnosi tanto migliore sarà la probabilità di sopravvivenza che nel I stadio è di circa il 75% e nel II stadio di poco superiore al 50%. Fondamentale per la diagnosi precoce, anche in uno stadio che non richiede trattamenti chirurgici demolitivi, è il Pap-test, che è l'esame al microscopio delle cellule prelevate con una spatola dal collo dell'utero durante una semplice visita ginecologica. Il Pap-test è una metodica semplice, indolore e con costi esigui, che ha determinato negli ultimi anni una clamorosa riduzione del numero delle morti causate da questo tumore. Il consiglio del "Codice europeo contro il cancro" è di eseguire un Pap-test ogni tre anni dopo i 25 anni di età. Il tumore del corpo dell'utero colpisce quasi esclusivamente donne in menopausa e può originarsi sia dall'epitelio (carcinoma) sia dal tessuto muscolare (sarcoma) di quest'organo. Una perdita di sangue da un collo dell'utero altrimenti normale in una donna in età avanzata dovrebbe essere sempre considerata come sospetta di questo tumore. A volte la perdita può essere acquosa mentre il dolore pelvico è un sintomo più tardivo. Il consiglio per le donne che, ormai in manopausa, manifestino una perdita anomala è quello di rivolgersi subito al medico soprattutto se si tratta di donne con menopausa piuttosto tardiva, obese o diabetiche; tali elementi sembrano infatti essere degli importanti fattori di rischio. Mentre il tumore del collo dell'utero, grazie al Pap-test e ad un corretto trattamento delle infezioni ginecologiche, è in forte calo, l'incidenza del tumore del corpo dell'utero manifesta un costante incremento.

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