Bellini, Rossini,
Paganini, Cherubini, Boccherini,
...Puccini, Pacini,
Veracini, ...Donizetti?... un vezzeggiativo tra diminutivi...
Così si
era mossa la musica italiana nei secoli passati:
tutti questi autori, umiliandosi nel mestiere, "riducendosi"
alle ragioni del mercato, sono riusciti nell'intento
di farsi capire da tutti. Farsi capire, e non dare ciò
che piace: ecco la differenza e forse il punto chiave per capire
l'errore in cui siamo incorsi:
farsi capire da tutti è cosa diversa dal dare
ciò che piace.
Far capire presuppone un'azione
di avvicinamento positivo: il fruitore si muove.
Dare ciò che piace significa trovarsi ad avere
un ricettore
passivo,
che riceve senza dare altro che moneta di scambio comune, mondano.
Nell'arte moderna, il quadro della situazione è semplice:
quasi tutto ciò che si dà è moneta, e quasi tutto ciò
che si riceve lo si riceve passivamente.
Questo è il "nodo" che, in ultima analisi, distrugge
ogni vera democrazia e ogni possibile crescita
della nostra civiltà, costringendola a riferirsi sempre
a piccoli gruppi e a differenze incompatibili, prive di capacità
comunicative.
Come posso portare
oggi un nuovo pubblico al
teatro dell'Opera, per assistere a uno spettacolo obsoleto qual
è diventata un'opera di Rossini o Bellini, se solo comincio
a considerarla dai parametri dello spettacolo e della comunicazione
moderna? Devo forse contaminarla con effetti speciali,
d'efficacia cinematografica? Devo ridurla alle sole Arie
ancora piacevoli?Non diventa così, allora, nuovamente
qualcosa che si riceve passivamente, senza dare nulla in cambio?
Commedia e tragedia,
messe su una ben equilibrata bilancia, erano il motore del teatro
antico: se è evidente e inevitabile che oggi lo spettacolo
d'intrattenimento privilegi soprattutto
la sua necessità di farsi accettare dalle "masse",
d'altro canto il Teatro tragico si ibrida e confonde col "serio
e realistico" dello spettacolo dell'informazione. Essa ci
viene consegnata a ritmo serrato, e necessitiamo, infine, di
riposare alleggerendoci con un po' di opere d'arte.
All'Arte, quindi, non resterà
che essere leggerezza, anche quand'è Tragedia.