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207 207 200+7 207 207 Susan Wise.
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Perché? Voglio questa mia prigione 207 grande quanto tutta la terra, e albergo la mia nostalgia nello spazio, ormai senza misura, 1+6+200 nel buio, del buio dei sogni, nel tempo del pensiero-bambino. 207 È vicino: l'astro più remoto tocco sulla terra del tuo corpo, immoto, che non ha bisogno di pensare 207 alle piramidi d'extraterrestri, o ai misteri d'infiniti extracorpi prigionieri. 207
«Non si debba far giamai concerto alcuno di strumenti Musicali senza darli accompagnamento di voce humana, & quella ben conforme sempre alla materia della cantilena; & ciò per fuggire, che tale Armonia, & concento non possa da sapiuti & intelligenti esser detta muta.» (Ercole Bottrigari, «Il Desiderio», Bologna, 1599, pag. 12) «Ma che più? di già habbiamo, che il Mondo non può conservarsi salvo, che col motto sonoro; e l'Homo d'armonia composto, armonicamente ancor conservarsi.» (Lodovico Casali, «Generale invito alle Grandezze, e Maraviglie della Musica», Modena, 1629) «Anche nel calcolo astronomico ho applicato le proporzioni musicali. Son infatti affini tra loro, le une e le altre servendo sia all'intelletto sia al senso; e come gli occhi per l'astronomia, così le orecchie appaiono fabbricate per il moto armonico; perciò i Pitagorici ritengono, e Platone con loro, che queste scienze siano sorelle» (Andrea Matteo Acquaviva, «Illustrium, et exquisitissimarum Disputationum», libro IV, Helenopoli, 1609.) «non solo intellettuale armonia formano quelle sostanze spirituali, ma anche sovente volte con musico suono sensibilmente si lasciano intendere» «Poiché hebbe questo Eterno Maestro composta, & posta in luce la bellissima Musica dell'Universo; distribuite le parti, & assegnata a ciascuna la sua. La dove egli faceva il Soprano, l'Angiolo il Contralto, l'Huomo il Tenore & la turba de' gli altri animali il Basso.» (Gio. Battista Marino, «Dicierie Sacre», Venezia, 1643, pag. 111 e 132.) «Ma qual sì vario & pellegrino accento modula il Rosignuolo, il qual con sillabe articolate non descriva con l'agilità della humana lingua; & non si scriva con la velocità della penna? intanto che, non pure gli orecchi ascoltino, ma gli occhi stessi trascendendo il proprio obietto, veggiano il canto.» (Emanuele Tesauro, «Il cannocchiale aristotelico», Torino, 1670, pag. 167) «Daedalus invidit, sacraque ex arce Minervae praecipitem misit, lapsum mentitus: at illum, quae favet ingeniis, excepit Pallas, avemque reddidit et medio velavit in aëre pennis; sed vigor ingenii quondam velocis in alas inque pedes abiit: nomen, quod et ante, remansit.§» (Ovidio, Metamorfosi, VIII:250) «Non tamen haec alte volucris sua corpora tollit nec facit in ramis altoque nidos; propter humum volitat ponitque in saepibus ova antiquique memor metuit sublimia casus.» § (Ovidio, Metamorfosi, VIII:255)
«Non si debba far giamai concerto alcuno di strumenti Musicali senza darli accompagnamento di voce humana, & quella ben conforme sempre alla materia della cantilena; & ciò per fuggire, che tale Armonia, & concento non possa da sapiuti & intelligenti esser detta muta.» (Ercole Bottrigari, «Il Desiderio», Bologna, 1599, pag. 12) «Ma che più? di già habbiamo, che il Mondo non può conservarsi salvo, che col motto sonoro; e l'Homo d'armonia composto, armonicamente ancor conservarsi.» (Lodovico Casali, «Generale invito alle Grandezze, e Maraviglie della Musica», Modena, 1629) «Anche nel calcolo astronomico ho applicato le proporzioni musicali. Son infatti affini tra loro, le une e le altre servendo sia all'intelletto sia al senso; e come gli occhi per l'astronomia, così le orecchie appaiono fabbricate per il moto armonico; perciò i Pitagorici ritengono, e Platone con loro, che queste scienze siano sorelle» (Andrea Matteo Acquaviva, «Illustrium, et exquisitissimarum Disputationum», libro IV, Helenopoli, 1609.) «non solo intellettuale armonia formano quelle sostanze spirituali, ma anche sovente volte con musico suono sensibilmente si lasciano intendere» «Poiché hebbe questo Eterno Maestro composta, & posta in luce la bellissima Musica dell'Universo; distribuite le parti, & assegnata a ciascuna la sua. La dove egli faceva il Soprano, l'Angiolo il Contralto, l'Huomo il Tenore & la turba de' gli altri animali il Basso.» (Gio. Battista Marino, «Dicierie Sacre», Venezia, 1643, pag. 111 e 132.) «Ma qual sì vario & pellegrino accento modula il Rosignuolo, il qual con sillabe articolate non descriva con l'agilità della humana lingua; & non si scriva con la velocità della penna? intanto che, non pure gli orecchi ascoltino, ma gli occhi stessi trascendendo il proprio obietto, veggiano il canto.» (Emanuele Tesauro, «Il cannocchiale aristotelico», Torino, 1670, pag. 167)
(Ovidio, Metamorfosi, VIII:250) «Non tamen haec alte volucris sua corpora tollit nec facit in ramis altoque nidos; propter humum volitat ponitque in saepibus ova antiquique memor metuit sublimia casus.» § (Ovidio, Metamorfosi, VIII:255)